Esclusiva SBK, Aegerter: "Sono rinato dopo aver lasciato la Moto2"

Esclusiva SBK, Aegerter: "Sono rinato dopo aver lasciato la Moto2"© GpAgency

Il pilota svizzero si prepara alla nuova sfida in Superbike: "Sono nella fase più favorevole della mia carriera, ora voglio vincere nuove sfide"

27.01.2023 ( Aggiornata il 27.01.2023 14:29 )

Il presente è la SBK


Il tuo presente è la Superbike: quali sensazioni ti ha lasciato il primo test sulla Yamaha R1?

“Sono felice, in primis per il fatto di esserci finalmente arrivato, in Superbike, e poi perché sono con un ottimo team come GRT. Purtroppo il primo test è stato caratterizzato dalla pioggia, quindi ho potuto compiere soltanto alcuni giri con il bagnato. Ovviamente è stato bello iniziare a lavorare, sia sulla moto che con la squadra, ma ora non vedo l’ora di tornare in pista nuovamente”.

Cosa sei riuscito a comprendere della moto?

“Ha due ruote, questo mi aiuta a guidarla (ride). Scherzi a parte, la R1 ha tanta potenza, che va gestita principalmente con un’elettronica che puoi modificare curva per curva. Sia in SSP che in Moto2 non avevo la possibilità di fare tutto questo, quindi sarà una bella sfida avere il massimo della potenza senza far scivolare troppo la moto. Dovrò essere bravo a trasmettere le giuste indicazioni e sensazioni al mio elettronico”.

Trovi un compagno scomodo come Remy Gardner, che arriva dalla MotoGP: è un problema o un’opportunità?

“Penso rappresenti un’opportunità. In MotoE non avevo un compagno, in Supersport sì ma con una velocità troppo diversa dalla mia per fare paragoni. Avere un compagno con una velocità simile alla mia sarà utile per capire prima alcune cose: mi auguro sia rapido, anche se un pochino meno di me (ride)”.

Gardner può anche rappresentare una motivazione extra?

“Non credo mi serva, se non quando fuori piove e devo andare comunque a fare jogging! Battere il proprio compagno è sempre un obiettivo primario”.

Siete al debutto in SBK: per chi, tra voi, sarà più difficile adattarsi a una nuova moto?

“Nel primo test, sul bagnato, Remy è stato leggermente più veloce, ma io necessito di più tempo su pista asciutta per capire il comportamento della moto. Lui potrebbe essere avvantaggiato per la sua maggiore conoscenza dell’elettronica, maturata in MotoGP, ma non sono preoccupato”.

Anche tu hai guidato una MotoGP l’anno scorso, seppure per una sola mattinata: cosa ti è rimasto di quel test con la Suzuki?

“Se ci penso, ho ancora i brividi. Ho compiuto soltanto una trentina di giri ma è stata comunque la realizzazione di un sogno: anni fa, quando dicevo ai media che il mio desiderio era ancora quello di guidare una MotoGP, qualcuno rideva, così quando ho avuto questa possibilità me la sono goduta fino in fondo. Ogni componente di una MotoGP è incredibile, e penso di aver dimostrato – girando attorno ai due secondi dalla vetta – di essere capace di guidarla”.

L’anno scorso la Yamaha ha faticato a occupare le prime posizioni, fatta eccezione per Toprak Razgatlioglu, sei preoccupato?

“Quest’anno avrò una moto uguale, o almeno molto simile, a quella di Toprak, quindi la prima missione è quella di studiarlo. Vi sono poi alcune moto nuove, come Ducati e BMW, quindi è difficile fare previsioni. Io devo soltanto migliorare round dopo round: sarebbe fantastico essere, in qualche occasione, il miglior pilota Yamaha”.

Se potessi, a quale dei tuoi rivali SBK ruberesti una dote, e quale?

“Parlando di moto, ruberei la velocità a una moto in particolare, dato che certamente aiuterebbe…”.

 Ducati a parte, quale virtù strapperesti a un tuo rivale?

“Per quanto riguarda i piloti, indico Jonathan Rea e la sua capacità di capire velocemente il limite ed essere davanti in qualunque condizione, cadendo davvero poco”.

Hai 32 anni: per quanto tempo ti immagini ancora in sella e cosa ti piacerebbe fare dopo?

“In questo momento vorrei continuare il più possibile, almeno per quattro-cinque anni: prima, forse, avrei risposto diversamente. Una volta appeso il casco al chiodo vorrei restare nel paddock, magari aiutando un team o un pilota con la mia esperienza: sarebbe bello anche assistere i giovani piloti svizzeri, dato che al momento il movimento fatica a essere produttivo”.

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