SBK: Yamaha, una poltrona per tre in vista del 2024

SBK: Yamaha, una poltrona per tre in vista del 2024© GpAgency

La Casa di Iwata ha rafforzato il proprio pacchetto di piloti dando vita a una lotta interna per una sella ufficiale nella prossima stagione. La nostra analisi

20.02.2023 ( Aggiornata il 20.02.2023 10:39 )

Il futuro è tutto da scrivere


Per Gardner e Aegerter la missione sarà quella di stupire: conquistare anche un solo podio in sella a una R1 “indipendente” potrebbe avere un peso specifico notevole, sia dentro che fuori dalla pista, portando magari Iwata a mettere mano alle proprie formazioni. Di certo, il futuro del team ufficiale Yamaha è destinato a trasformarsi in un tormentone, fino a quando la Casa non deciderà il da farsi, condizionata dalla situazione del proprio capitano.

Perché con Razgatlioglu ancora in SBK, resterebbe un solo posto da assegnare, mentre con il turco altrove, il 2024 sarebbe tutto da decidere, facendo sorridere Gardner, a oggi primo indiziato per un eventuale passaggio nel team ufficiale, ma anche lo stesso Locatelli, che avrebbe certamente meno pressione, dovendosela – nel caso – vedere con il solo Aegerter.

Il quale, altro fattore da sottolineare, parte svantaggiato a causa della carta d’identità, con i suoi 32 anni contro i 26 di Andrea. Gli scenari possibili sono molteplici: dalla conferma in blocco del duo attuale Razgatlioglu–Locatelli all’inserimento di Gardner al fianco del turco, con conseguente abbassamento dell’età media, che si verificherebbe anche in caso di sostituzione di Toprak con Remy. Fino al caso estremo, meno probabile, di una rivoluzione con la promozione del blocco GRT nel team ufficiale.

Ray e Baldassarri


Lo stesso Team GRT avrebbe un ampio ventaglio di scelte in caso di addio di uno tra Gardner e Aegerter: dopo aver sfiorato l’ingaggio di Axel Bassani, il team italiano potrebbe contare su Locatelli come scelta privilegiata, sia per talento che per curriculum. Ma nell’equazione Yamaha rientrano anche altri piloti che si apprestano a correre con le R1, Lorenzo Baldassarri e il già citato Ray, due debuttanti sui quali è ancora troppo presto per fare valutazioni.

Il vice campione Supersport potrebbe rappresentare un’interessante quota tricolore per un team italiano.

Mentre Ray – campione uscente del BSB – potrebbe contare su un appoggio politico più che interessante, essendo uno dei pochi emergenti di una scuola come quella britannica, che ha fatto la storia della Superbike ma che sembra faticare nel ricambio generazionale.

Si prospettano mesi intensi nelle stanze dei bottoni di Iwata, ma prima di pensare a questo Andrea Dosoli – Road Racing Manager della Yamaha – e i suoi collaboratori studieranno l’inizio delle ostilità, per poi arrivare a maturare le decisioni. Si comincia a Phillip Island, casa di Gardner.

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