Bassani: "In pista sono bastardo quando serve, amo la SBK perché vera"

Bassani: "In pista sono bastardo quando serve, amo la SBK perché vera"© GP Agency

L'INTERVISTA - Axel si racconta: "Mi sarebbe piacuto correre negli anni '90, e guidare la Suzuki di Schwantz. Io e Motocorsa partiti insieme da 0"

20.04.2023 ( Aggiornata il 20.04.2023 18:42 )

Axel Bassani è un personaggio da raccontare, per tante ragioni. In primis perchè risulta un personaggio senza volerlo essere, grazie a quel mix di sincerità e semplicità difficilmente replicabile, al quale aggiungre un talento di quelli che meritano attenzione. Del resto nella carriera del pilota di Feltre non sono mancati i momenti difficili, come la fine anticipata della sua stagione di debutto in Moto2 nel 2017, ma ora Axel è uno dei pezzi pregiati del mercato Superbike, con l'intenzione di brillare anche nel round di Assen alle porte. 

Come si racconterebbe Axel Bassani come persona?
 
“Normale quando sono a casa, ma quando mi alleno mi piace essere serio. Non mi piace prendermi troppo sul serio, come non mi piace chi è troppo fissato, ma quando c’è da lavorare mi piace chiudermi in una bolla e portare a termine il compito. Non amo andare a ballare o cose del genere, ho sempre odiato i luoghi troppo popolati, preferisco una cena a casa con gli amici”.

Bassani ed il motociclismo di oggi

E come pilota invece?
 
“Un bastardo quando serve, dato che dopo averle prese nel primo anno in Superbike ho iniziato anche a darle, ma rispetto tutti i piloti: non mi piace fare le vigliaccate, tipo seguire troppo qualcuno, e quando capisco di non avere il potenziale per fare di più mi accontento”.
 
Tutti abbiamo parlato della tua trasferta in furgone, hai fatto altre cose "anticonvenzionali" negli ultimi due anni?
 
“Per me anche la trasferta un furgone è una cosa normale, o perlomeno dovrebbe esserlo. A me piace la Superbike perché è ancora “vera”: puoi permetterti di arrivare alle interviste in ciabatte, e sono cose belle. Del resto stiamo facendo quello che ci piace, quindi essere sempre “incravattato” non ha senso per me: quella volta che Chili arrivò alle interviste in accappatoio se la ricordano tutti. Il lato vero delle persone deve rimanere. Spogliarello se vinco? Vado in mutande sul podio”.

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