Nava racconta il "suo" Bautista: la fiducia, l'etica del lavoro e... la zavorra

Nava racconta il "suo" Bautista: la fiducia, l'etica del lavoro e... la zavorra© GPAgency

Il capotecnico uomo chiave di Alvaro: "Per i talenti come lui non è mai abbastanza, e vuole sempre contribuire al miglioramento. Il 2024? Meglio pensarlo come una sfida da vincere"

06.11.2023 14:45

Qual è il segreto del vostro rapporto?

“In una parola direi fiducia. Io mi ritengo un tecnico normale, che cerca di fare il meglio per il pilota in ogni momento, che a volte è racchiuso nello spazio di cinque minuti: Alvaro sa che se gli propongo una cosa, quella è la migliore possibile in quel dato momento, quindi per lui probabilmente è più semplice andare in pista e pensare solamente a dare il meglio. Non è un pilota che si improvvisa ingegnere, si limita a spiegare il problema, passandoti poi la palla: ovviamente questo ha dei pro e dei contro, ma conoscendoci tutto è diventato più semplice". 
 
Come cambia questo dentro e fuori dalla pista?
 
“Ci sentiamo tra una gara all’altra, ma non parliamo più di tanto di moto: magari parliamo delle nostre figlie, o cose del genere, come se fossimo due amici normali che abitano lontani. Il rapporto non è cambiato tanto dal primo anno ad adesso: nei primi mesi di collaborazione abbiamo capito che c’era sintonia, e da lì siamo andati avanti. Il rapporto è sempre stato buono”.

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Sepang ed il regolamento SBK 2024

Hai lavorato con tanti piloti di talento. In quale aspetto Alvaro spicca tra questi?
 
“L’etica del lavoro. Alvaro ha del talento, come tutti i grandi piloti, ma questo arriva fino ad un certo punto: da lì in poi serve la voglia di fare determinate cose per migliorare, dall’allenamento alla cura nei dettagli nel box. Queste cose fanno la differenza”.
 
Ora vi è la sfida Sepang. Come la vedi?
 
“Io non farò il capotecnico. Sarò a Sepang per supportarlo, facendo il massimo per fare sì che torni a casa con il sorriso. Lui vuole divertirsi e fare il massimo, poi vedremo come andrà”.
 
Il 2024 sarà un anno di cambiamenti dal punto di vista regolamentare. Sei preoccupato?
 
“Ducati è fatta da persone di talento, che stanno già lavorando per trovare la soluzione migliore in relazione al nuovo regolamento. Mettere dei chili sulla moto non è semplice, e nemmeno indolore, ma non sta a me dire se sia giusto o sbagliato. Il mio discorso è lo stesso di quando ci hanno tolto i giri motore: non vedo una supremazia tale da cambiare qualcosa, basta guardare le ultime gare del 2023 dove Alvaro e Toprak si sono dati battaglia sino all’ultimo. Ovviamente ci sono pista favorevoli ad un pilota ed altre favorevoli ad altri, ci sono tanti dettagli. Durante gli anni in MotoGP l’ho visto con i miei occhi: è bastata una decisione diversa da parte del fornitore di gomme e tutto è cambiato, senza toccare la moto. Secondo me sarebbe servito un maggiore preavviso prima di introdurre tali novità, dato che parliamo di moto di serie, dove molte cose non si possono toccare, a differenza dei prototipi”.
 
Il peso combinato pare essere una regola pensata in primis per Alvaro. Questo è più motivante o demotivante?
 
“Occorre prenderla come una sfida da vincere, altrimenti è come un boomerang che torna indietro più forte. La missione è vincere lo stesso, anche se per esperienza non ho mai visto rallentare un pilota che vince: avrei potuto capire la scelta regolamentare se dietro ad Alvaro vi fossero tutte le altre Ducati, ma non è questo il caso. Molti non pensano al lavoro compiuto dietro alle vittorie di Bautista”.

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