SBK: i 10 punti fermi che ci ha regalato Phillip Island

SBK: i 10 punti fermi che ci ha regalato Phillip Island© GPAgency

Dall'affermazione di Bulega sino ai problemi di Rea, passando per gli alti e bassi di Razgatlioglu e la voglia di Iannone. Ecco gli equilibri in campo dopo il primo round stagionale

27.02.2024 ( Aggiornata il 27.02.2024 17:44 )

5)  Talento intatto: la storia più bella del weekend l’ha probabilmente regalata Andrea Iannone, che dopo 4 anni è tornato a calcare il palcoscenico di un mondiale, calcando immediatamente anche il podio. La rapidità con la quale Andrea è tornato ad essere veloce è un qualcosa di strabiliante, il che lo rende un assoluto pericolo per tutti i rivali.

Bautista c'è, Honda meno

6)  Il campione resiste: tanti pensavano che a Phillip Island Alvaro Bautista avrebbe giocato il ruolo del comprimario, ed in effetti i primi segnali sembravano confermare tale tesi, invece allo spagnolo è bastato rimettere parte dei pezzi del proprio puzzle a posto per tornare là davanti, con la prima vittoria sfumata per un soffio. Alvaro resta l’uomo da battere, a prescindere dal resto.
 
7)  Imparare e non mollare: per Danilo Petrucci tali azioni sono un mantra, e la crescita mostrata nel corso del weekend di Phillip Island ne è la prova. Ad essere onesti il ternano poteva essere della partita per il podio anche in Gara 1, prima che un problema al cambio gomme lo rallentasse, ma in ogni caso Danilo non ha mollato, sino a prendersi di forza il podio in Gara 2. Sta imparando giorno dopo giorno il portacolori Barni, e nonostante le difficoltà con la gomma usata vuole e può essere protagonista.
 
8)  Tanta strada da fare: Honda resta il fanalino di coda. Poco altro da aggiungere, dato che è stata l’unica casa incapace di mostrare sprazzi positivi in Australia. L’uscita di scena di Iker Lecuona non basta come attenuante, e le parole di Xavi Vierge lo confermano.
 
9)  Indipendenti terribili: i già citati Iannone e Petrucci, ma anche Sam Lowes e Michael Rinaldi. Gli indipendenti – specie di casa Ducati – rischiano più che mai di essere un fattore costante nella lotta al podio, e quindi anche in quella mondiale. L’inglese di Marc VDS e l’italiano di Motocorsa infatti arriveranno anch’essi molto presto a giocarsi le posizioni che contano.
 
10) Tanto equilibrio: come suggerito da Petrucci “ormai in 15 possono puntare al podio”, e dunque la SBK si avvicina in questo senso sempre di più alla MotoGP, con distacchi ridotti e svariati possibili protagonisti. Un qualcosa magari di complicato per i piloti in pista, ma di molto eccitante per i tifosi, per i quali si prospetta una stagione tutta da vivere.

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