SSP300, Veneman di padre in figlio: Loris punta al titolo, sulle orme di papà Barry

SSP300, Veneman di padre in figlio: Loris punta al titolo, sulle orme di papà Barry

L'INTERVISTA DOPPIA - Il giovane Loris è uno dei candidati al successo finale, anche grazie ai consigli di Barry, reduce da una carriera tra SSP e 500. Storia di una classifica famiglia da corsa

21.03.2024 ( Aggiornata il 21.03.2024 09:28 )

Vedendo Loris in pista qual è il sentimento che avverti maggiormente?
 
B: “Forse la paura, dato che spesso è in mezzo ad un gruppo di 20 piloti dove tutto può accadere. Sono al contempo anche molto orgoglioso. A volte anche leggermente frustrato quando fa degli errori, perché penso a come avrei potuto aiutarlo per evitarli. E’ un po’ come se fossi in sella con lui”.
 
Loris, come racconteresti il tuo percorso da pilota finora?
 
L: “Ho iniziato come tanti con le minimoto, e ricordo bene la prima volta che sono andato a girare ad Assen. Non il tracciato completo, bensì la pista più piccola all’interno dell’impianto”.
B: “In Olanda non ci sono purtroppo molte piste per girare, a differenza dell’Italia. Di conseguenza è normale girare nei parcheggi o nelle zone industriali”.
L: “Per questo ho girato tanto ad Assen, in entrambe le piste. Sono cresciuto nei campionati nazionali, sino ad arrivare al mondiale, dove le cose sono andate meglio del previsto”.

Avere un padre ex pilota 

Immagino avrai visto tante gare di tuo padre. In quali aspetti cerchi di emularlo?
 
L: “Quando correva ero molto piccolo, quindi ricordo poco, ma ora parliamo tanto di come posso migliorare. A volte cerca di spiegarmi come affrontare meglio determinate curve, ma con la 300 siamo spesso a gas pieno quindi a volte non è necessario”.
 
Pensi che avere un padre ex pilota possa aiutare?
 
L: “All’inizio aiuta tanto, dato che durante gli anni delle minimoto e dei campionati nazionali non si ha intorno un vero e proprio staff, e dunque avere un padre che conosce la materia è molto importante, dato che può essere sia un meccanico che un coach”.
B: “Penso che questo mondo richieda sia impegno che attitudine, dunque avere al fianco qualcuno che è abituato a certi ritmi e certe dinamiche può aiutare. Oggi tanti genitori iniziano a seguire i figli con entusiasmo, ma poi faticano ad andare avanti quando le cose si fanno complicate, sia economicamente che tecnicamente: se si vuole intraprendere questo percorso bisogna capire subito che vi si deve investire tutto il tempo e tutte le risorse a disposizione. Per me è normale, ma altri mi danno del folle (sorride ndr), anche se alcuni non capiscono che tutto questo è parte di questo sport”.

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