SBK Assen, gara2: Kawa stratega

SBK Assen, gara2: Kawa stratega
Nel ballo dei cambi gomme, in una pista che si è asciugata giro dopo giro, il box della “verdona” indovina il momento giusto e alla fine Rea vince davanti a Sykes. Terzo Van der Mark, grande Savadori (quarto) con l’Aprilia

Redazione

17.04.2016 ( Aggiornata il 17.04.2016 14:18 )

di Federico Porrozzi Il sole arrivato sulla griglia di partenza bagnata dopo lo “sgrullone” della mattina era il motivo delle tante facce preoccupate tra piloti e tecnici ai box e al muretto di Assen. TUTTI PRONTI - E infatti, dopo qualche giro sulle “uova” da parte di tutto il gruppo e uno show incredibile sul bagnato di Joshua Brookes (campione britannico in carica e ora al mondiale con la BMW Milwaukee) e Xavi Fores, tutti si sono preparati per rientrare ai box per cambiare le gomme. FURBIZIA E AZZARDO - I più lesti del gruppo (e i più coraggiosi) sono stati i due piloti Kawasaki, Sykes e Rea. Da buoni britannici, hanno avuto quel “sesto senso” che ha permesso loro di fare la differenza nel finale. Questa è stata la mossa vincente della gara: la rapidità in cui, al box Kawasaki, si è deciso di far rientrare le moto e mettere gomme da asciutto. BALLETTO AL BOX - In realtà, la differenza tra Sykes e Rea è la gomma posteriore: dietro, Tom ha una intermedia mentre le altre sono tutte slick. I due sono già rientrati in pista quando tutti gli altri avversari decidono che è il momento di rientrare. Nel “balletto” ai box, uno dei più veloci è Lorenzo Savadori, che con l’Aprilia IodaRacing riparte forte dalla pit lane ed è pronto ad un recupero da ricordare. BROOKES CI PROVA - Brookes, grande protagonista dei primi giri “bagnati” con un recupero dalle retrovie che l’ha portato fino alla testa del gruppo davanti a Davies (bravo con le rain usurate a far segnare tempi di rilievo, meno con le slick nel finale di gara) e Hayden, rientra in pista dopo aver cambiato le gomme ma il sogno dura poco, perché perde l’anteriore e finisce in terra. VIA LIBERA KAWA - A quel punto, le Kawasaki hanno via libera: viaggiano appaiate, seguite da Van der Mark a più di otto secondi e da un grande Lorenzo Savadori, che gira sugli stessi tempi delle “verdone”. Dietro di lui, Davies (rimanere troppo tempo in pista “spingendo” con le rain in condizioni di asfalto misto non ha pagato), Hayden, Lowes e Giugliano. STUPIDO A CHI? - Sykes, forse infastidito dalle parole di dopo gara1 di Rea (“è stato stupido” riferito alla scivolata di Tom nelle fasi iniziali) bracca Jonathan e gli mostra spesso la gomma anteriore ma il campione del mondo in carica non si lascia intimidire e nel finale, dopo aver preso qualche metro di vantaggio, riesce a resistere al tentativo di ritorno di Sykes anche grazie ad un tempo da Superpole (1’37”706) nel penultimo passaggio. REA IMBATTIBILE - Questo permette a Rea di gestire il vantaggio e chiudere in testa la seconda gara in due giorni e la quinta dall’inizio della stagione. Alle sue spalle un Sykes ritrovato dopo la “mazzata” di ieri ma comunque in polemica con la squadra (mancata comunicazione al muretto del box per la scelta corretta della gomma da montare) mentre al terzo posto ha chiuso Van der Mark, che dopo la scivolata di ieri è riuscito finalmente a festeggiare sul podio davanti al suo pubblico. SAVADORI E APRILIA, CHE GARA! - Bella, consistente e da campione navigato la gara di Lorenzo Savadori, che è rimasto calmo e concentrato nei primi giri difficile e che ha poi ha sfruttato al meglio il lavoro al box del Team IodaRacing (tra i più veloci a cambiare), prendendo da subito un gran ritmo con le slick e finendo quarto, primo degli italiani al traguardo e con la migliore prestazione del 2016. DUCATI COSI’ COSI’ - Davies, contrariato al parco chiuso forse a causa di una Ducati non perfetta con gomme da asciutto, non è riuscito ad andare oltre il quinto posto, seguito da Hayden, Lowes e da un Giugliano bravo nella prima parte di gara ma un po’ lento nel trovare il giusto passo gara sull’asciutto. Chiudono la top ten Camier e Fores mentre, per i colori azzurri, da segnalare il ritiro di Matteo Baiocco.

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