SBK, sarà Rabat il prossimo "Re dei due Mondi"?

SBK, sarà Rabat il prossimo "Re dei due Mondi"?© Milagro

Lasciata la MotoGP, Tito sale sulle derivate, con in tasca un titolo Moto2 vinto nel 2014. Solo John Kocinski, Max Biaggi e Sandro Cortese vantano campionati conquistati in entrambe le serie, lo spagnolo li eguaglierà o farà la comparsa?

22.12.2020 ( Aggiornata il 22.12.2020 10:55 )

Volente o nolente, Tito Rabat sarà atteso al varco. Il neo acquisto del team Barni entra in SBK dopo una lunga militanza nel Motomondiale, onorata con 236 Gran Premi disputati, un titolo conquistato sulla Kalex Moto2 e stagioni spese tra Honda e Ducati in Top Class.

È abituato bene, Esteve. Malgrado non disponesse di una MotoGP ufficiale, il suo posto in griglia non è mai stato messo in discussione. Sino a metà 2020, tuttavia, perché il cambiamento di scenario vissuto dalla struttura Avintia Esponsorama, con l’ascesa di Enea Bastianini e la divisione del box per Luca Marini e lo Sky VR46, ha “spinto” fuori il trentunenne catalano, costretto a reinventarsi una seconda parte di carriera.

L’anno prossimo, sarà per lui occasione di ulteriore luce o l’imbrunire del suo percorso? Non potendo prevederlo, possiamo analizzare i pro e contro ai quali il rookie dovrà parametrarsi per provare a divenire un Re dei due Mondi, in una ristretta lista che nomina Kocinski, Biaggi e Cortese.

Moto, gomme, piste e.. mentalità


La Ducati Panigale V4R , dicono, somiglia ad una MotoGP ma... non è una MotoGP. Le differenze ci sono, eccome. E non parliamo solo di freni in acciaio rispetto a quelli in carbonio. Non ci limitiamo ad un discorso legato a potenza, cambio seamless inesistente, elettronica e peso. La quattro cilindri SBK è una gran moto, però resta una derivata di serie. Giustamente. La Desmosedici è un prototipo, con tutte le caratteristiche del caso.

Gomme incluse, perché le eccellenti Pirelli godono - anche in questo caso, giustamente - di un “atteggiamento stradale”. Menrte, invece, le Michelin sanno essere eccezionali solo se ben comprese e trattate.

Alcuni circuiti saranno per Tito mai visti. Per esempio, Magny-Cours. Oppure, San Juan de Villicum. Peccato non ci sia Imola, gli sarebbe sicuramente piaciuto. E chissà se gradirà il format con tre gare a weekend. Un conto è affrontare una singola partenza con relativo stress, provate ad immaginare se il tutto è triplicato.

Avversari affamati


Secondo voi, uno come Johnny Rea, che non ha mai avuto una vera opportunità di correre in MotoGP, non vede l’ora di mangiarsi vivo un ex della Classe Regina?! noi diciamo... di sicuro. Il Cannibale vuole battere tutti, specialmente se provenienti dall’altro paddock, Chiedete a Scott Redding, ve ne darà conferma.

Mica solo Johnny sarà un rivale ostico per Rabat. Aggiungiamone alcuni. Redding, appunto. Davies non mancherà all’appello. Rinaldi non vede l’ora. Locatelli - un altro che ha lasciato i prototipi per le derivate di serie - desidera togliersi piccoli rimasugli di sassi dagli stivali. Poi Razgatlioglu, Van Der Mark, Sykes e... Alvaro Bautista!

Il portacolori Honda ha già affrontato decine di volte Tito in MotoGP, avendone spesso la meglio. Tra i due potrebbe nascere un duello di sorta “miglior spagnolo ex MotoGP in SBK”, per una contesa appartenente alla medesima nazione. Fantasie? Insomma...

Team indipendente


Barni rappresenta l’eccellenza per competenza e passione. Nonostante ciò, resta una struttura privata, anzi, indipendente. Come si usa dire oggi. Questo status rappresenterà un limite? Magari no, ma nemmeno un vantaggio. Sebbene in SBK le modfiche concesse e le evoluzioni poche e contate, resta il divario tra squadra Factory e formazione che conta solo sulle proprie capacità.

Il team di Marco Barnabò si colloca in mezzo alle due condizioni: non è ufficiale, nonsi arrangia da solo. Una via di mezzo, spesso ben riuscita. Titone dovrà capire come interfacciarsi tra Casa e garage. Se lo farà nel giusto modo, Rabat potrà essere competitivo.

Eroi dei due Mondi


Quali sono i piloti ad aver ottenuto titoli iridati in entrambi i paddock della velocità? Solo tre: John Kocinski, Max Biaggi e Sandro Cortese. L’americano vinse in 250 con Yamaha e colse il successo SBK su Honda. L’italiano dominò in dueemmezzo con Aprilia e Honda, vinvendo anche nelle derivate ancora con Aprilia. Il tedesco ha battuto tutti in Moto3 difendendo i colori KTM ed ha bissato l’impresa in Supersport sulla R6 del team Kallio.

Potremmo elencare altri nomi capaci di calcare i podi più alti del Motomondiale e della SBK, ma limitati a successi di tappa o titoli in una o nell’altra serie. Per quanto riguarda Rabat, ha già sulla bacheca il trofeo Moto2; rimarrà il solo o sarà affiancato dall’alloro di una nuova vita agonistica?

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