Giancarlo Falappa: un Leone in bilico tra coraggio e follia

Giancarlo Falappa: un Leone in bilico tra coraggio e follia©  GPAgency

Ripercorriamo la storia del Leone di Jesi attraverso le sue imprese più memorabili, i colpi di matto ed anche gli incidenti, dai quali è riuscito a riprendersi, che ne hanno segnato profondamente la carriera

08.04.2021 19:19

Se Giancarlo Falappa ad oggi è ancora uno dei piloti italiani della Superbike più amati e più riconosciuti, lo deve al suo essere sé stesso, ai numeri che ha regalato in pista, alle battaglie (contro Pirovano, Fogarty, Mertens, Russell e tanti altri) ed ai "colpi di matto" (aprire la portiera di Lucchinelli e poi salutarlo scappando via in impennata).

La sua carriera è costellata di aneddoti ai limiti dell'incredibile, ma che non sono solo tutti veri, ma dipingono un amore sposmodico che il Leone di Jesi ha per la moto.

Nei suoi 4 anni di carriera in Superbike ('89-'91-'92-'93) ha regalato tantissime perle, una su tutte la vittoria a Brands Hatch nel '93 sotto l’acqua doppiando praticamente tutti fino al sesto e chiudendo l’ultimo giro in piedi sulle pedane.

Gli inizi - Il cross


Nato il 30 giugno 1963 a Filottrano, poi trasferitosi a Jesi dai 7 mesi di età, la fase iniziale della carriera di Giancarlo Falappa si sviluppa nel cross. Debutta nel 1979 e nell'81 vince il campionato italiano cadetti con Moto Villa. L’episodio del quale si rende protagonista mentre disputa il campionato Interregionale Marche ha dell’incredibile: più di 40 piloti partono tutti insieme. Un gruppo, del quale faceva parte anche Falappa, cade nelle retrovie. Giancarlo si rialza di corsa e prende una moto, quella di Lorenzo Orlando, suo compagno di squadra. Riparte con l’handicap del tempo perso e dopo due giri è già 18°, a fine gara è 6° ma viene squalificato per aver preso la moto di un altro pilota. Dall'82 all'84 disputa poi il Mondiale Motocross 250 come pilota ufficiale Moto Villa.

La svolta - Il passaggio alla pista


Come tanti suoi colleghi che hanno corso prima nel cross passando poi alla pista, lo stesso fa il Leone di Jesi: “I miei amici mi hanno detto di venire a girare in pista nonostante io non ci sia mai andato", racconta come avvenne il salto dal crosso alla velocità. "Uno di loro mi ha prestato la sua moto, un Kawasaki GPZ600, abbiamo girato a Misano e ho realizzato lo stesso tempo suo.” Il test fatto con la moto del suo amico lo convince al passaggio alla velocità in pista. Va al concessionario Suzuki di Fabriano e compra una GSX-R1100, pagata tutta in cambiali (cambiali poi "estinte" con i premi delle vittorie), con la quale fa un test a Misano girando sui tempi del Campione italiano del periodo.

Il 13 settembre 1987  Falappa fa il suo esordio nel Campionato Italiano vincendo la gara a Vallelunga. Bimota si accorge delle sue prestazioni e prodezze e se lo assicura per la stagione '88. In quell’anno si gioca il campionato con Galasso fino all’ultima gara al Mugello. Altro capitolo della Leggenda: cade nel giro di ricognizione alla Scarperia-Palagio, rompe la pedana, rientra ai box e i meccanici gliela sistemano. Torna in pista in tempo per la partenza, resta in testa 4-5 giri, ma cade alla Casanova-Savelli. Galasso campione? No, a terra anche lui. Falappa si ritrova così vincitore e per la stagione successiva si aprono le porte del Mondiale SBK.

Il Mondiale Superbike: debutto con Bimota


Giancarlo è pronto a Donington al via tra le derivate nel 1989. Fa coppia con Fabio Biliotti, ex pilota del Motomondiale passato anche lui in Superbike e titolare di fatto del team. Lo jesino non conosce Donington ed è il suo compagno di squadra a spiegargli la pista il venerdì delle libere. Nelle qualifiche accade l’impensabile: Falappa in pole e Biliotti 24°. Gara-1 chiude 17° mentre gara-2 addirittura la vince.

La stagione di esordio nel Mondiale si chiude con un 6° posto, frutto di tre vittorie e 5 podi totali. Nel mezzo anche un contatto con Mike Baldwin, campione AMA venuto nel Mondiale al posto di Fabio Biliotti, sul Mistral del Paul Ricard mentre i due portacolori Bimota si giocavano la vittoria: Baldwin si sposta verso destra e va a contatto con la YB4 di Giancarlo: semi manubrio sinistro spezzato e Giancarlo che chiude la gara, vinta peraltro, con la mano sulla piastra della forcella. Non fa il giro d’onore, va direttamente al muretto a chiedere ai meccanici (Massimo Braconi e Bruno Leoni, ex meccanici Ducati) di riparare il semi manubrio per gara-2.

La Ducati, la sua vita e la sua famiglia


Nel 1990 viene ingaggiato da Ducati. Come avviene però l’ingaggio di Giancarlo? Succede tutto in autostrada verso Bologna, il 18 dicembre 1989: Marco Lucchinelli, allora team manager Ducati, sta guidando tranquillo quando vede di fianco un pilota in moto che gli apre la portiera a 170 km/h lo saluta e se ne va in impennata. Lucchinelli si prende uno spavento tale che i due poi si fermano in area di servizio Santerno e Lucky sbotta: “Falappa ma sei scemo?” Giancarlo replica: “Marco, è uno scherzo!”.

Marco e Giancarlo andranno poi insieme a Borgo Panigale dove lo jesino firmerà il contratto con Ducati per gli anni successivi. Contratto, come racconterà lo stesso Giancarlo, fatto in 3 minuti davanti all'allora presidente di Ducati.

Trent’anni fa: il podio di Falappa a Jerez

A Donington, secondo round del Mondiale, chiude gara-1 in settima posizione e gara-2, esattamente come l'anno prima, la vince. Prima vittoria in Ducati per il Leone di Jesi.

Purtroppo Giancarlo non completa la stagione '90, vittima del primo dei due gravi incidenti. Già a Mosport, in Canada, si era già fatto male (abrasione al polso sinistro con un sasso che era entrato nella mano) saltando la gara in America. Rientra in Austria con una protezione vistosa alla mano. Durante le prove però, nel tentativo di strappare la pole a Roche, trova un pilota in traiettoria sul curvone a 270 km/h e cercando di evitarlo cade andando a schiantarsi contro un guard rail procurandosi 27 fratture, la rottura dell’arteria femorale e restando in coma per 12 giorni. Al suo risveglio, si rimette subito in pista per riprendersi dall’infortunio facendo tanta fisioterapia e allenamento. Il risultato di questo incidente? Poca mobilità al braccio sinistro (non riuscirà a sollevarlo oltre la spalla) e problemi alla gamba.

1991: il rientro in pista dopo i problemi fisici


La Ducati lo aspetta e nel '91 torna in pista con la meravigliosa 888. La stagione però non va come si vorrebbe, complici i postumi del grave incidente di un anno prima. Chiude nono con 113 punti ed un solo podio all’attivo, terzo in gara-2 ad Hockenheim

1992: la stagione del riscatto


Smaltiti i problemi fisici, riparte più agguerrito che mai per la stagione '92. Al suo fianco c’è l’americano Doug Polen, Campione proprio a fine di quell’anno. Ma in Ducati ci sono anche il francese Raymond Roche e soprattutto un inglese, tale Carl Fogarty, con il quale darà vita ad un bellissimo duello ad Assen vincendo la gara.

La stagione non si apre nel migliore dei modi: un solo podio nei primi tre round. A Spa però si scatena: quarto in gara-1 dopo aver mandato per campi, alla Bus Stop, Polen ed aver provato una staccata impossibile alla Source per prendersi il terzo posto. Chiude poi sul podio gara-2 dietro al compagno di box Polen.

Sulla gara di Spa però aleggia un altro dei famosi aneddoti, il duello con il pilota belga Stephane Mertens. Mertens, partito in testa e rimasto al comando per tutta la gara, verso la fine dell’ultimo giro si fa da parte, Falappa passa e vince. Nel dopo gara lo stesso belga dirà a Giovanni di Pillo: “Quando ti arriva Falappa dietro è bene che tu ti faccia da parte perché lui ti passerà e se non ti sposti lui ti passa sopra. Io volevo almeno finire sul podio e l’ho fatto passare.

Vince entrambe le gare in Austria (simbolica la cosa, là dove ha avuto il primo incidente), gara-2 di Assen dopo un meraviglioso duello con Fogarty e con Roche terzo per una tripletta Ducati. Chiude al quarto posto con 279 punti.

1993: l'anno della verità e la lotta al titolo


Nel '93 è ancora in sella alla 888 (la 916 arriverà a fine anno e debutterà l’anno dopo). Brands Hatch, primo round stagionale. Diluvio universale. Normalmente le gare sul bagnato dovrebbero essere una questione inglese ma…davanti a tutti parte proprio Falappa! Giancarlo comincia a macinare vantaggio: al primo giro chiude con 6” di vantaggio sul secondo, al secondo 18. Fogarty, padrone di casa, vola via rompendosi un polso sbattendo contro la sua stessa moto. Lo jesino non si ferma e li doppia tutti fino al sesto! L’ultimo giro decide di farlo tutto in impennata dato il grande vantaggio sul secondo (Russell) con Di Pillo, all’epoca commentatore, che rimane senza parole. Giancarlo commenta così quella scelta dell’ultimo giro in piedi sulle pedane: “Era giusto, mi divertivo io e avrei voluto far divertire gli spettatori. Loro pagano il biglietto per vedere spettacolo ed è giusto offrirglielo.” 

Poteva essere l’anno buono per Giancarlo per vincere il Mondiale, tanto più che ad un certo punto della stagione era in lotta con Fogarty e Russell ma, essendo un pilota da tutto o niente, sciupa alcune ghiotte occasioni chiudendo la stagione al quinto posto con 255 punti, 7 vittorie e 10 podi complessivi.

SBK: Fogarty-Russell biennio 1993-1994, arbitra Falappa

Honda cerca di contattare Falappa a fine 93 “approfittando” dei contrasti interni al team Ducati per portarlo nel team Castrol ma Giancarlo è un Ducatista vero e troppo riconoscente a Borgo Panigale per averlo aspettato e avergli permesso di tornare dopo il primo incidente. La trattativa quindi sfuma e Giancarlo parte per il 94 al fianco di Fogarty nel team di Virginio Ferrari.

1994: la 916, la vittoria a Misano, l’incidente di Albacete ed il risveglio dal coma


Nel '94 entra in scena la meravigliosa 916 al cui sviluppo contribuisce anche Giancarlo. L’avvio di stagione non è facilissimo, per problemi di ovvia gioventù della moto. Il Leone di Jesi non va a podio ma chiude due volte quarto le prime quattro gare (due a Donington e due ad Hockenheim). Misano, 29 maggio 1994, terzo round stagionale. Nessuno direbbe mai che sarà l’ultimo della carriera di Falappa in Superbike.

La pole è di Russell davanti a Bontempi e Falappa. In gara-1 i protagonisti sono loro, Scott e Giancarlo. Il pilota Kawasaki domina con 14” di vantaggio sulla Ducati #5, che ha rimontato dal settimo al secondo posto, mentre Fogarty si ritira a 8 giri dalla fine.

Gara-2. In partenza Falappa e Russell si agganciano e vanno fuori pista. Sembra tutto finito ma entrambi rimontano. Giancarlo sembra avere la vittoria in pugno quando Russell gli si fa sotto pericolosamente. Falappa vince davanti all’americano con 1 decimo di vantaggio.

Albacete, 11 giugno 1994 test pre gara. Giancarlo ed il team Ducati volano in Spagna una settimana prima della gara. Per aiutarlo visti i problemi alla gamba, Ducati gli fa sperimentare un cambio elettronico sulla sua 916. Qualcosa però va storto, il cambio si inceppa e Giancarlo vola in aria ricadendo pesantemente a terra di nuca. Risultato? Altre fratture e nuovamente in coma, questa volta per 38 giorni.

Se Falappa è ancora qui con noi a raccontare le sue imprese, il merito va alla Clinica Mobile, al Dottor Massimo Corbascio e... Giovanni Di Pillo.
Cosa c’entra Di Pillo Il Dottor Corbascio chiede a Giovanni di registrare una musicassetta con incisa la telecronaca dell’ultima gara vinta da Giancarlo, quella di Misano con Russell alle spalle e con un piccolo messaggio: “Svegliati, svegliati Giancarlo! Russell sta arrivando!” La cassetta viene portata in ospedale dove è ricoverato e fatta ascoltare allo stesso Giancarlo che, dopo 38 giorni, il 20 luglio, si risveglia.

Questo secondo incidente gli fa capire che è il momento per smettere definitivamente con le corse. Racconterà poi Giancarlo anni dopo che ha tentato di tornare in pista nel 97 (tre anni dopo l’incidente quando invece ce ne vorrebbero 5) ma a 220 km/h ha avuto come un blackout.

Oggi è un ambasciatore di Ducati e lo si vede spesso, oltre che nei vari circuiti al seguito o della MotoGP o della Superbike, anche agli eventi Ducati in giro per l’Italia ai quali viene sempre invitato e ai quali lui presenzia volentieri. 

Giancarlo Falappa, il pilota che ha sfidato i grandi, la fisica ed il destino.

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