SBK: Chaz Davies, ora serve il Cuor di leone!

SBK: Chaz Davies, ora serve il Cuor di leone!© GpAgency

L’inizio di Davies con Go Eleven non è stato facile: il gallese lascerà la Ducati?

Carlo Baldi

01.07.2021 ( Aggiornata il 01.07.2021 19:38 )

Era il maggio del 2002 e mi occupavo delle sponsorizzazioni in un’azienda di caschi. Ero in partenza per il Mugello per le gare della MotoGP quando ricevetti una telefonata: “Prendi anche due caschi per un ragazzino inglese che corre in 125 nel Team Matteoni. Si chiama Chaz Davies”. È così che ho conosciuto il gallese, una conoscenza che ho poi avuto modo di approfondire dal 2009 in poi.

Una carriera da girovago


Nella sua carriera il pilota di Knighton ha corso in numerosi campionati in giro per il Mondo: CEV 125, Mondiale 125 e 250, AMA Supersport e Superbike, MotoGP, Supersport e Superbike iridate. In quest’ultima categoria si è espresso al massimo, diventando “Cuor di leone”. Dopo essersi laureato campione del mondo Supersport nel 2011 con il Team ParkinGO, Davies è passato alla classe maggiore sempre con la squadra italiana e con un’Aprilia RSV4. L’anno successivo è stato ingaggiato dalla BMW, ma la svolta è avvenuta nel 2014 quando è entrato nel team ufficiale Ducati. Una stagione di apprendistato e poi tra Chaz e la Panigale V2 è iniziato un rapporto di amore-odio durato fino al 2018. Amore perché il gallese guidava come nessuno, e in quattro anni ha chiuso tre volte secondo e una terzo, con 65 podi e 25 vittorie di manche. Odio, perché la bicilindrica aveva limiti che diventavano evidenti su alcuni circuiti, e il gallese si è reso conto che con quella moto non si poteva vincere il titolo.

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Ducati, amore e odio


Nel 2019 la Ducati lo ha accontentato, con una moto apparentemente in grado di sconfiggere il binomio Rea-Kawasaki. Purtroppo però il feeling tra Chaz e la V4 non è stato immediato, e in due anni sono arrivate soltanto tre vittorie. Il resto è storia recente con il divorzio, non senza qualche polemica, dal team ufficiale Ducati, ma poi grazie allo sponsor Aruba è salito ancora su una V4 R factory, affidata al Team Go Eleven. In un ambiente familiare, circondato dalla stima e dall’affetto della famiglia Ramello, Chaz poteva tornare a essere Cuor di leone. Il calendario gli è stato favorevole, perché la stagione è iniziata su due piste che ama: Aragón ed Estoril. Dopo un primo round positivo (5° e 4°) concluso però con una caduta in Gara 2, in Portogallo dopo due gare non esaltanti è salito sul podio. A Misano chi si aspettava di vederlo proseguire nel trend positivo è rimasto deluso: il suo è stato un weekend da dimenticare, con tre ritiri (nella foto). Una caduta alla Curva 4 lo ha fermato in Gara 1, mentre nella Superpole Race ha percorso soltanto una curva, cadendo a causa del contatto con Lucas Mahias e infortunandosi a una spalla. In Gara2 ha provato a gareggiare, ma il dolore lo ha costretto al ritiro. Era da Imola 2015 che Davies non conquistava nemmeno un punto, ed era addirittura da Portimao 2012 che non portava a conclusione nemmeno una gara.

Siamo soltanto al terzo round ed è presto per parlare di delusione o crisi, di certo però l’inizio di stagione del gallese non è stato quello sperato. Al suo terzo anno sulla Panigale V4 ci si aspettava di rivedere il Davies coriaceo che si era messo in luce sulla V2, galvanizzato inoltre dalla voglia di dimostrare che in Ducati si sono sbagliati a preferirgli Michael Ruben Rinaldi. Invece se si esclude il podio dell’Estoril, agevolato dalle cadute di Rinaldi, Garrett Gerloff e Scott Redding, Chaz non ha mai lottato al vertice. Pesa poi da sempre sulle sue prestazioni la scarsa propensione alla Superpole, che lo costringe a partire dalle retrovie, per intraprendere rimonte che difficilmente si possono tramutare in vittorie, prendendo rischi che possono causare delle cadute. Chaz è una persona educata e disponibile, e per la stima che nutro nei suoi confronti spero ovviamente di sbagliarmi, ma il timore è che nemmeno con il Team Go Eleven riuscirà a sfruttare tutto il potenziale della V4. Dopo tanti anni in Ducati probabilmente avrebbe fatto meglio a cambiare aria: non è escluso che questo avvenga il prossimo anno, dato che Honda e BMW lo accoglierebbero a braccia aperte.

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