SBK, aria di crisi nel box di Redding: serve un reset?

SBK, aria di crisi nel box di Redding: serve un reset?© GPAgency

Nell'ultimo fine settimana Scott ha raccolto solo un quarto posto, allungando la striscia di gare senza podio. Gli errori di strategia ed in pista lo stanno condannando, ma c'è il tempo per recuperare 

06.07.2021 ( Aggiornata il 06.07.2021 18:28 )

Solo quattro round della stagione 2021 del mondiale Superbike sono andati in archivio, ma i primi spunti interessanti e (forse) decisivi per il proseguo dell’annata sono già arrivati. E tralasciando i promossi, tra i quali ovviamente svetta un Toprak Razgatlioglu formato mondiale, tra i bocciati non può che esserci Scott Redding, alle prese con il momento più difficile della sua (per ora) breve carriere in Superbike.

A raccontarlo non vi sono strane congetture, bensì i numeri. Dopo i primi quattro round del 2020, ossia la stagione di debutto in SBK per Redding dopo il successo nel BSB Scott aveva racimolato 179 punti, frutto di tre vittorie ed un totale di nove podi, che nella classifica attuale lo manterrebbero in terza piazza, ma a soli quattro punti dalla vetta. I punti da recuperare invece in questo 2021 sono 66, a fronte di un -62 alla voce punti guadagnati, con due vittorie e soli tre podi totali, un terzo dunque di quelli dell’anno passato.

Scelte errate e pressione


Dietro ai freddi numeri ci sono ovviamente delle spiegazioni, di vario genere. Scott ha iniziato la stagione con l’obbligo, mai celato dallo stesso inglese, di fermare Jonathan Rea in quella che sarebbe dovuto essere l’anno della consacrazione, dopo un 2020 di debutto in cui aveva preso le misure alla categoria. Queste mirabolanti aspettative però hanno finora giocato contro il numero 45, che (forse) anche per questo ha già commesso più errori (di vario genere) rispetto alla stagione scorsa.

Ai comprensibili (vedi Rea) errori in pista, come la scivolata in Gara 2 ad Estoril nel tentativo di inseguire proprio il campione in carica o quella di Gara 1 a Donington su pista umida, si sono aggiunti gli evitabili errori di strategia, che in due occasioni hanno terminato la gara di Scott ancor prima dello spegnimento dei semafori. Parliamo delle Superpole Race di Aragon e Donington, dove una errata scelta di gomme lo ha portato a raccogliere due punti sui 24 disponibili.

A tutto questo si aggiunge una velocità che pare non essere all’altezza del podio, almeno negli ultimi due round. A Misano Scott ha dovuto assistere da spettatore al monopolio sul podio di Razgatlioglu, Rea e soprattutto Rinaldi, per un fine settimana prima guida indiscussa, mentre nella sua gara di casa non è bastata la quarta posizione di Gara 2 a rendere sufficiente un weekend più che nero.

Analizzando le possibili cause, alla pressione si aggiungono altri due fattori, di diversa natura. Il primo è tecnico, e risiede nelle maggiori difficoltà che l'inglese sta riscontrando in sella: Scott si lamenta di una moto peggiorata rispetto al 2020, o perlomeno meno facile ed altrettanto meno incline a perdonare una sbavatura, a fronte del miglioramento delle moto rivali. Il secondo fattore è morale, e non può che riguardare Rinaldi: la presenza del romagnolo, e le sue recenti vittorie in Italia hanno tolto un po' di luce a Redding, il cui ruolo di capitano resta, ma vacilla. 

Ed ora?


A questo punto occorre ribadire una cosa: siamo come detto solo al quarto dei tredici round previsti, dunque il tempo per rimediare non manca, ma rischia di mancare qualche altro ingrediente. Scott infatti nelle ultime gare è apparso leggermente fuori focus, forse a causa di quella eccessiva pressione sopra citata, con i conseguenti errori che al momento lo pongono quasi fuori dalla lotta titolata.

Inutile dire che serva quindi un cambio di marcia, prima mentale e poi di risultati. Queste due settimane di stop potrebbero aiutarlo a sgombrare nuovamente la mente, per poter tornare a concentrare tutte le energie nel polso destro, con l’obiettivo di restare un serio candidato per quel titolo tanto agognato. Poi occorrerà anche parlare di futuro, ma questa è un’altra storia.

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