Buon Compleanno Yanagawa, leggendaria bandiera Kawasaki

Buon Compleanno Yanagawa, leggendaria bandiera Kawasaki© GPAgency

Akira, portacolori iconico della Verdona di Akashi, spegne oggi 50 candeline ed ancora è spesso e volentieri in sella ad una Ninja

15.07.2021 ( Aggiornata il 15.07.2021 14:12 )

Oggi è un giorno speciale per Akira Yanagawa, bandiera Kawasaki da sempre e arrivato a quota 50 anni, portati benissimo, perché ancora in sella spesso e volentieri. Nativo di Kagoshima in data 15 luglio 1971, ora residente a Itoshima-shi, il bravo pilota giapponese è stato per Akashi icona e portavoce.

Anzi, lo è tuttora: I suoi corsi di guida sono molto apprezzati in patria e le iscrizioni contano numerosi ragazzi iscritti ad ogni edizione. Ma non solo: per la Casa che ama svolge il ruolo di collaudatore, mettendo a servizio una conoscenza tecnica e filosofica del Marchio senza eguali.

Chi meglio di Yanagawa poteva rappresentare la Ninja nella SBK di fine anni Novanta ed inizio Duemila? Nessuno. Dedizione, lavoro, stile di guida, coraggio e belle parole: Akira era uno "squalo" pronto ad attaccare sempre e comunque e le sue tre gare vinte su 121 partenze sono corredate da 23 podi, due pole position e 6 giri veloci.

Combattente nato e mai fuori posto

Qui sopra vedete Akira nel 2000, duellare con la sua ZX-7RR, moto che ha scritto pagine di storia indelebili, sportive e relative al prodotto di serie. Con il team Eckl, sebbene fosse di stampo teutonico, il nipponico viaggiava forte, tanto da tenersi alle spalle avversari come Colin Edwards su Honda, Troy Corser con l'Aprilia, Troy Bayliss e la Ducati, Aaron Slight e la VTR, Nori Haga e la R7 e la GSX-R di Frankie Chili. Ad esempio.

A motori spenti, tanta simpatia e rispetto per rivali e colleghi. Oltre a dichiarazioni sempre limpide e mai polemiche. Insomma, una pedina perfetta che il contingente di Akashi si è sempre tenuto stretto, tanto da portarselo in MotoGP, classe in cui ha militato, più che da titolare, da lussuosa wild card.

Bella la Regina, ma a Yanagawa piaceva il paddock ruspante delle derivate. Pensate che la sua ultima presenza è datata primavera 2002, quando a Sugo centrò due sesti posti in mezzo ad una concorrenza decisamente più giovane. E lui crede nei giovani: il suo impegno è profuso nel coltivare nuovi piloti in erba, verdi come la moto che più ama.

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