SBK, Imola 2001: l'omaggio di Ducati e Bayliss a Paul Smart

SBK, Imola 2001: l'omaggio di Ducati e Bayliss a Paul Smart© GPAgency

Già centrato il titolo, il team Infostrada e Troy gareggiarono al Santerno con una 996 dalla livrea argentea, in onore della 200 Miglia 1972 vinta dall'inglese, seguito dall'italiano Bruno Spaggiari

28.10.2021 ( Aggiornata il 28.10.2021 11:12 )

Domenica 30 settembre 2001. Per chiosare degnamente un campionato fantastico, la SBK consumò l'atto finale al Santerno, nel ritorno in azione delle moto derivate di serie accolto dal grande pubblico. Nessun posto meglio di Imola avrebbe potuto sventolare l'ultima bandiera a scacchi della stagione.

Cielo grigio su, foglie gialle giù: l'atmosfera magica dell'Enzo e Dino Ferrari toccò l'apice di intensità quando dal garage Infostrada uscì la 996R numero 21, guidata dal neo iridato Troy Bayliss. Anziché proporre i "soliti" colori, la Rossa dell'australiano era argentea, nel voluto omaggio ad una corsa disputatasi proprio lì, nel 1972.

Quella 200 Miglia di Imola vinta da Paul Smart, deceduto ieri, vincente 49 anni fa, per una doppietta siglata da Borgo Panigale insieme a Bruno Spaggiari. L'inglese e l'italiano trionfarono di fronte ad una folla festante e, per ricordarne la gioia, il Marchio bolognese ebbe più avanti la belissima idea di portare in carrozzeria la moto dell'ex carrozziere di Taree, vestito di nero come si conveniva per la speciale occasione.

Torri Gemelle, piadina e clavicola rotta: l'abbraccio tra Bayliss e Laconi


Tutti noi ricordiamo quel maledetto 11 settembre del 2001. Gli americani più di tutti, comprensibilmente. Sulla griglia di partenza della SBK conclusasi a Imola avevamo Colin Edwards con il quarto crono e Ben Bostrom, quinto. Attorno al texano e al californiano, nomi quali Troy Corser, Neil Hodgson, Pierfrancesco Chili, Akira Yanagawa, Stephan Chambon. Gregorio Lavilla e Alessandro Gramigni.

Prima dello start, il minuto di silenzio. Veloce o infinito, non sapremmo definirlo. Una sirena dettò il tempo, fermatosi improvvisamente, ripresosi senza preavviso. E poi, i motori accesi dagli avviatori a ruota. Il rombo collettivo, l'odore, la piadina con la salsiccia. Lì c'era fame di corse e di vita, Signore & Signori.

La gara, fantastica, più bella di Imola 2002. A battagliare per la vittoria si ritrovarono in tanti, su modelli diversi. Nel gruppo scatenato, Troy Bayliss finì a terra malamente in uscita della Rivazza. La 996R venne centrata in pieno dalla RSV Mille di Regis Laconi, anch'egli giù. Tra i due l'abbraccio, doloroso per l'australiano, che si ritrovò con una spalla spezzata. Massì, tanto il campionato era già suo.

I trionfi di Xaus e Laconi, per la prima volta sulla vetta SBK


Vederlo fare pipì sul muretto che divideva il rettilineo di partenza dalla tribuna centrale, non schifò il pubblico, anzi. Ruben Xaus piaceva così e poi, diciamocelo, chi di non ha mai avuto il richiamo impellente della vescica? Figuriamoci a precedere Gara Uno, già carica per i fatti suoi.

Xaus voleva sbloccarsi, e ci riuscì: la sua 996R aveva entrambe le carene bucate, infatti, alla scritta Infostrada mancava qualche lettera, bruciata nel contatto con cordoli ed asfalto. Il catalano era tutto o niente. Quella domenica fu tutto per lui, sul podio insieme a Corser ed Edwards.

Più tardi entrambi out: tra Troy e Colin uno spaventoso contatto alla Variante Villeneuve, ed il ritiro dalla seconda manche. Il pilota Aprilia rotolò nella sabbia, quello Honda tornò con la VTR ed il numero 1 moscio al box Castrol. Strada quindi aperta per Laconi: Regis era forte e la bicilindrica veneta pure. Il francese salutò tutti dall'alto, in compagnia di Xaus e Tady Okada. I motori si spensero, la piadina era stata mangiata, venne l'ora di tornare a casa.

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