Ducati Story: Carlos Checa, l'ultimo Imperatore Rosso

Ducati Story: Carlos Checa, l'ultimo Imperatore Rosso© GpAgency

"Senza Genesio Bevilacqua, non avrei coronato un percorso lungo 18 anni", ci ha raccontato in esclusiva lo spagnolo a proposito del suo titolo iridato SBK

22.03.2022 ( Aggiornata il 22.03.2022 19:29 )

2011, una stagione memorabile


Lo spagnolo, infatti, dopo 18 anni di gare ai massimi livelli conquistò il titolo con il team satellite Althea Racing, creatura di Genesio Bevilacqua, alla guida della Ducati 1198R, dopo che nel 2010 aveva chiuso terzo, dietro al vincitore Max Biaggi e a Leon Haslam. La sostanza c’era, nonostante gli alti e bassi, le basi erano state poste per un risultato tanto desiderato quanto difficile. Quel risultato è arrivato nel 2011, un’annata con numeri impressionanti.

Nel 2011 lo spagnolo si affacciò alla scena iridata consapevole delle proprie potenzialità, e soprattutto con un aiuto importante da parte della Ducati, sebbene la Casa di Borgo Panigale avesse deciso di lasciare la Superbike in forma ufficiale per con centrarsi soltanto sulla MotoGP, che quell’anno viveva la suggestione dell’arrivo di Valentino Rossi. Nel Team Althea arrivarono comunque due ingegneri direttamente dalla Casa, Marco Lozej e Marco Frigerio, che diedero la spinta in più alla squadra che Carlos conosceva già molto bene e con cui si trovava perfettamente.

“Per me fu bellissimo poter continuare con il team con cui avevo iniziato questa avventura, con la tecnologia e la performance della Ducati. Conoscevo i miei rivali, avevo lottato con loro l’anno prima, ero cosciente che sarebbero migliorati, ma sentivo di aver compiuto anch’io uno step. Così facemmo un capolavoro" racconta oggi Checa. Che all’epoca iniziò la stagione a 38 anni suonati, con alle spalle 18 stagioni trascorse tra Motomondiale e Superbike, con lo spartiacque del 1998, quando aveva rischiato la vita. Ma alla sua quarta stagione in Superbike, Checa sentì che era arrivato il momento giusto. Aveva per le mani la grande opportunità della sua vita: "Quell’anno mi sono concentrato al massimo per non perdere nessun dettaglio in nessuna area, sapevo che forse era la mia ultima opportunità di lottare per un Mondiale”.

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