Il padre di Cresson: “Pedercini voleva più soldi solo per far correre Haslam”

Il padre di Cresson: “Pedercini voleva più soldi solo per far correre Haslam”

La versione di Didier: "Abbiamo rifiutato Orelac in inverno, Lucio ha rubato la moto e i soldi dello sponsor"

05.05.2022 18:43

Il caso Cresson continua. Le parole di Massimiliano Nejrotti (capotecnico del belga), infatti, non sono passate inosservate agli occhi di Didier Cresson, padre di Loris, che ha deciso di rispondere e raccontare la sua versione dei fatti.

“Avevamo un contratto con il team Pedercini - apre Didier - secondo il quale Loris avrebbe dovuto correre gratis, con un unico contributo monetario da parte di uno sponsor: questo sarebbe arrivato se le cose fossero state a posto, sia dal punto di vista tecnico che organizzativo, ma così non è stato sin dall’inizio, di consegueza tutte le loro lamentele riguardanti i mancati pagamenti sono bugie. La verità che è che il team ha attualmente rubato una moto, per la quale ci siamo rivolti alla polizia. Loris ha corso con tanti team in questi anni, senza avere mai problemi con nessuno, tranne in questa occasione con queste persone poco serie”.

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Cosa è successo ad Aragon?

“Ad Aragon sono stati chiesti nuovi fondi a Loris, o meglio al suo sponsor, ma Lucio (Pedercini ndr) voleva quei soldi per comprare una moto e le parti necessarie per far correre Haslam. Tutte le parti che aveva nel box fino a quel momento sono state acquistate con i soldi dello sponsor di Loris, quindi al momento sono state rubate”.

Cosa vi ha spinto a proseguire con Pedercini dopo la prima stagione insieme?

“Durante l’inverno abbiamo ricevuto un’offerta Orelac, in vista della stagione 2022, con delle condizioni simili a quelle di Pedercini. Loris ha preferito restare con Lucio, ma lui ha rubato i soldi dello sponsor e licenziato Loris senza motivo: hanno tirato in ballo l’assenza di Loris ai meeting tecnici o agli shooting, ma lui c’è sempre stato. Non si può dire lo stesso di altri Max, ad esempio, che il giorno prima dei test di Aragon non era ancora arrivato in pista, e la moto non era assolutamente pronta”.

Cosa vuole rispondere alle parole dell’ex capotecnico di Loris?

“Nel contratto non era scritto che avrei pagato io Max. Gli ho solo detto che se un giorno il team non lo avesse pagato avrei provveduto io, perché lo apprezzavo come capotecnico. Ma il team aveva il budget per pagarlo, grazie allo sponsor, ma non lo ha fatto”.

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