SBK Donington, Bautista sbaglia, Razga vince Gara 1: mondiale riaperto

SBK Donington, Bautista sbaglia, Razga vince Gara 1: mondiale riaperto© GPAgency

Alvaro e la Ducati finiscono a terra come nel 2019, Toprak e la Yamaha fuggono e convincono come nel 2021. Guardingo Rea che, con la sua Kawasaki, mangia punti al leader di classifica Alvaro. La classifica è ora cortissima

16.07.2022 ( Aggiornata il 16.07.2022 16:11 )

Strategie, esigenze e desideri. Termini diversi per spiegare il copione messo in atto nella SBK di Donington Park dai tre protagonisti 2022. Toprak Razgatlioglu e il team Pata Yamaha with Brixx sono partiti con l'idea di interporre tra la R1 del campione e i rivali più moto possibili. Alvaro Bautista, consapevole dei tribolamenti patiti con la Ducati Aruba voleva placcare la Kawasaki di Johnny Rea, primo inseguitore in classifica. Il sei volte iridando, sapendo che il turco e lo spagnolo avrebbero provato a fare quanto descritto, ha tirato staccate furibonde, nella speranza di raggiungere chi stava davanti, e seminare chi ne teneva la scia. Bello, ma chi ha vinto la corsa? Vi anticipiamo solo una cosa: Bau Bau ha 220 punti, il Cannibale 204, Razga 166.

Razga "si sblocca davvero": primo successo nella manche lunga


Partenza cattiva (ovvero, aggressiva) dalla terza casella, doppio sorpasso nell'ingresso della Red Gate, frenata micidiale nella "esse" Fogarty, fuga verso il primo vero successo stagionale. Perchè "primo"?! In realtà, Razga ha anche trionfato a Misano, tuttavia nella corta Superpole Race. Fantastico, ma arrivare davanti a tutti nella manche canonica è anche meglio.

Per i punti, certo, 25. Per far capire ai rivali che pure lui c'è. E c'è, eccome: approfittando anche della caduta patita da Alvaro Bautista, Toprak ha festeggiato il gradino più alto, recuperando il gap sofferto nei confronti di Johnny Rea, risalendo la strada che porta al titolo. Perché lo "zero" di Bau Bau è cosa brutta ed evitabile.

Ahiahiai Bau Bau: a terra come visto nel 2019


Lo spagnolo non l'ha evitata, finendo a terra con una dinamica vista nel 2019. Chiusura repentina dell'avantreno, atteggiamento visto più volte proprio tre anni arsono. Quando ha provato a spingere, nella voglia di mantenere il passo espresso dalla ZX-10RR del Cannibale, il numero 19 e la Panigale V4 R hanno toccato l'asfalto.

La generosità messa in pista è da apprezzare, la domanda da fare è questa: Alvaro non avrebbe potuto accontentarsi del - in quel momento - terzo posto? Avrebbe preso 16 punti, non zero, delusione e, magari, cattive sensazioni apparentemente archiviate. No, lo spagnolo voleva di più, niente ha ottenuto.

Rea, zitto zitto... recupera su Alvaro


Che altro dovremmo dirvi, se non la verità? Johnny è sempre il più oculato, misurato e intelligente. Poche storie. Perdendo terreno nelle decisive battute iniziali, ritrovatosi quinto, poi a seguito di terrificanti staccate terzo, ha incontrato in traiettoria una "certa" V4 R. Sì, la Rossa di Alvaro.

Duella di qua, duella di là, niente da fare: troppo superiore il motore Ducati, Rea ha dovuto ottimizzare il potenziale della Ninja. Facendo bene: in fin dei conti, mica lo ha ordinato il nordirlandese di cadere allo spagnolo. Venti punti per Jonathan, spazio tra lui e Bau Bau in parte ridotto. Missione compiuta e podio numero 500 per la Casa di Akashi, in cui il nativo di Ballymena crede profondamente.

Bassani, quando la moto ufficiale?


Ah, chissà. Perché è buono il podio colto (finalmente) da Alex Lowes, tuttavia guardate Axel, duro come un mulo, forte come un ariete: Bassani e la Ducati Motocorsa meritano il ruolo di miglior compagine Indipendente e, forse entrambi gli elementi, una moto ufficiale. Scott Redding ce l'ha, in parte rinsavito dalle modifiche apportate da BMW.

Pacchetto "factory", che meraviglia. Cosa in possesso di Michael Ruben Rinaldi, ancora una volta a rintuzzare, gestire, parzializzare. Oppure, "Rino" ha dato tutto, bravo, ma non sufficiente. Gli altri hanno fatto meglio, cioè, vittoria e gradini occupati. Gli altri (ancora), invece, hanno guardato tutti dal basso verso l'alto. 

SBK di Donington: arrivo di Gara Uno


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