SBK Indonesia, Bautista: "Orgoglioso di me, ho ripagato chi ha creduto in me dopo 2 anni bui"

SBK Indonesia, Bautista: "Orgoglioso di me, ho ripagato chi ha creduto in me dopo 2 anni bui"© GPagency

Il neo campione: "Quando ero in MotoGP reputavo il titolo di Checa di seconda fascia, ora ho capito che non è così. Mondiale più bello di quello in 125"

13.11.2022 ( Aggiornata il 13.11.2022 09:12 )

Parla con gli occhi lucidi Alvaro Bautista, e ne ha ben donde. Da nemmeno un’ora del resto ha conquistato il suo primo titolo iridato in Superbike, all’interno di un percorso sembrato prima tremendamente semplice, vedi l’inizio di stagione del 2019, poi tremendamente complesso, vedi la fine di quella stagione ed il successivo biennio in Honda. un biennio che lo spagnolo ricorda spesso, come punto di ripartenza per la sua seconda avventura in Ducati, che oggi a Mandalika si è tinta d’oro.
 
“E’ difficile parlare in questo momento – le prime parole del neo campione del mondo – ma certamente sono al settimo cielo. Dopo due anni difficili tante persone hanno creduto in me, a cominciare da Gigi (Dall’Igna ndr), Paolo (Ciabatti ndr), Stefano (Cecconi ndr) e Serafino (Foti ndr), così sono tornato in Ducati: mi sono sentito bene durante la stagione, cercando di utilizzare l’esperienza per limitare gli errori al minimo. Ho avuto due grandi avversari come Toprak e Rea, e credo che la mia costanza sia stata fondamentale: insieme abbiamo sgretolato tanti record, ma ora posso finalmente festeggiare. Ho iniziato a pensare al titolo sulla griglia di Gara 2: ero nervoso, perché sentivo per la prima volta di avere tutto nelle mie mani, mentre prima dipendevo anche dai risultati degli altri. Mi sono detto “Cavolo, resta concentrato”: nel corso della gara ho fatto qualche errore, così sono rimasto dietro Toprak e ho gestito. Devo davvero ringraziare tutti”.

Bautista: "Una volta in SBK ho scoperto un campionato diverso"


Sei il secondo spagnolo dopo Checa a vincere il titolo SBK. Quanto sei orgoglioso di questo?
 
“Molto. Questo campionato non è molto popolare in Spagna, e ricordo che quando Carlos vinse il titolo molti lo etichettarono con un titolo di seconda fascia: io ero tra quelli, perché quando sei in MotoGP pensi solo a quello, ma una volta in questo paddock ho scoperto un campionato completamente diverso. Non è più o meno qualcosa rispetto alla MotoGP, e spero che con la mia vittoria il campionato acquisti popolarità, visto anche il livello altissimo dei piloti”.
 
Credi che la costanza sia stata la vera chiave del tuo successo?
 
“Penso sia stata una delle chiavi, dato che devi anche essere veloce. Sono stato forte in tutte le piste, dato che ho vinto ovunque a parte qui e Donington. Io ed il team abbiamo voluto ottenere sempre di più, il che è importante per puntare al titolo. Mi sento orgoglioso della mia crescita, sia come pilota che come persona”.
 
Quanto è diverso questo titolo rispetto a quello ottenuto nel 2006 in 125?
 
“Molto, certamente più difficile. Anche nel 2006 ho vinto dopo una stagione difficile, dato che nel 2005 faticai, ma nonostante questo Aspar e Dall’Igna credettero comunque in me. La differenza principale dire che sta negli avversari: nel 2006 ho combattuto con un solo pilota, Mika Kallio, mentre stavolta con 2. All’inizio della stagione Rea è stato davvero veloce, mentre nella seconda parte dell’anno è emerso Razgatlioglu: non ho mai potuto rilassarmi di conseguenza, e posso dire che questo titolo mi soddisfa più dell’altro”.
 
Hai già deciso se utilizzerai il numero 1 o il 19 l’anno prossimo?
 
Per certo vi sarà l’1, poi vedremo se accompagnarlo o meno con il 9”.

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