Dalla velocità di Bautista alla rapidità di apprendimento di Aegerter e Petrucci, fino alle difficoltà di BMW
La prima due giorni di test del 2023 per la Superbike è ufficialmente passata gli archivi, e gli spunti da questa regalati certamente non mancano. Tra conferme e novità infatti alcuni piloti ed alcune case hanno rispettato le previsioni, mentre altri hanno dimostrato di dover ancora lavorare in vista della nuova stagione, pronta a scattare tra circa un mese in Australia.
Chi ha certamente passato l’esame Jerez è il binomio campione del mondo, formato da un Alvaro Bautista già in forma campionato e da una Ducati Panigale V4R che, senza inutili rivoluzioni, pare essere riuscita a migliorare ulteriormente, per buona pace degli avversari. Le modifiche al motore – per renderlo più dolce – ed il nuovo scarico allungato e posto sotto il codone – per migliorare la potenza ai bassi regimi – sembrano aver convinto tutto il plotone Ducati presente in Andalusia, a cominciare dal capitano Alvaro.
Quest’ultimo non ha conquistato la prima piazza, cosa importante più per il morale che per altro, ma sul passo gara si è dimostrato già il riferimento. La serie di 1’39 basso messa in piedi nel pomeriggio di ieri è un chiaro messaggio ai rivali, che già l’anno scorso hanno dovuto soccombere contro la velocità e la gestione degli pneumatici mostrata dallo spagnolo, decisamente a caccia del bis.
I debuttanti di lusso erano una delle attrazioni principali del test andaluso, e si può tranquillamente dire che, seppur con modalità diverse, nessuno ha deluso le aspettative. Guardando la classifica il più brillante è stato Dominique Aegerter, il cui merito principale è stato quello di sfruttare immediatamente il potenziale della SCQ, cosa meno banale di quanto possa sembrare, non riuscita ad esempio a Danilo Petrucci.
Il ternano infatti ha comandato a lungo la classifica dei debuttanti, ma una volta arrivato il momento di attaccare il cronometro non è riuscito a migliorare il proprio crono quanto sperato. Poco male ad ogni modo, a fronte di un debutto in Superbike molto positivo, nonostante – come confermato dallo stesso Danilo – la perfetta simbiosi tra moto e pilota debba ancora arrivare. Bene anche Remy Gardner, probabilmente il meno preparato dei tre debuttanti di lusso, capace di chiudere in top ten la due giorni, con buone sensazioni.
Oltre al già citato Petrucci, la pattuglia italiana a Jerez ha certamente brillato. Michael Ruben Rinaldi è stato l’unico pilota in grado di avvicinarsi ai tempi dei big three, mostrando anche un passo non troppo lontano da quello del compagno di squadra Bautista. Un buon inizio quello del romagnolo, alla ricerca dell’ultimo tassello per lottare continuativamente per il podio.
Obiettivo che condivide con Andrea Locatelli, anch’egli veloce e sulla buona strada, magari pungolato anche dall’arrivo in blu di due piloti come Aegerter e Gardner, che certamente costituiranno per lui un primo metro di paragone. Non va dimenticato poi il debutto di Lorenzo Baldassarri, lontano per il momento in classifica ma impegnato nella conoscenza di moto e categoria, con un team – GMT94 – anch’egli al debutto in categoria.
Chi invece pare – tra le case – necessitare ancora di tempo è il duo BMW – Honda, ossia i due marchi abilitati ad utilizzare le super concessioni. La casa alata ha portato in Spagna un telaio modificato, un nuovo forcellone ed una nuova pinza freno, ma – prestazione sul singolo giro a parte – i progressi non sembrano sufficienti, come in parte manifestato anche da Iker Lecuona.
Peggio ancora è andata a BMW, bocciata in pieno dal suo capitano Scott Redding. La futuristica – dal punto di vista aerodinamico – M1000RR infatti pare avere essenzialmente gli stessi problemi della precedente versione, come del resto testimoniato dalla classifica finale dei test. La casa bavarese nella passata stagione era riuscita a compiere dei passi avanti round dopo round, e la speranza per il 2023 pare debba essere la stessa.
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