Carl Fogarty e i quattro titoli leggendari | Ducati Story

Carl Fogarty e i quattro titoli leggendari | Ducati Story© GpAgency

L'inglese è l'uomo dei record per Ducati: quattro titoli e 55 manche conquistate. "Ma senza il passaggio in Honda, avrei vinto", ammette

Gordon Ritchie

07.02.2023 09:29

I successi in sella alle creature bolognesi


Il 1992 coincise soprattutto con il primo successo iridato nella Superbike, a Donington, con la Ducati 888. “Era una moto privata, vincere con un mezzo non ufficiale in mezzo a quei piloti fu una soddisfazione incredibile” dice Fogarty, che in Gara 1 era stato al comando prima di cadere, poi in Gara 2 fu perfetto dall’inizio alla fine.

I grandi successi arrivarono però con la 916 e la 996, all’interno di quattro titoli differenti tra loro: nel 1994, per esempio, per conquistare il primo alloro dovette lottare fino all’ultima tappa, in Australia, mentre l’anno successivo il dominio fu schiacciante, chiudendo con 139 punti di vantaggio su Troy Corser e chiudendo già ad Assen, con due round interi ancora da disputare.

Dopo l’anno non troppo soddisfacente con la Honda, il 1996 che lo stesso Foggy ha definito “un errore”, pur lottando per il titolo fino all’ultimo, ecco il ritorno a Borgo Panigale, coinciso con il secondo posto nel 1997 ma con una moto più difficile del previsto. Queste difficoltà si trascinarono nel 1998, dove in un campionato combattuto l’inglese conquistò il titolo più improbabile all’ultima tappa, a Sugo. Fogarty partiva sfavorito, preceduto da Corser e Aaron Slight, ma l’australiano cadde nel warm up e dovette saltare le due manche, uscendo improvvisamente di scena. Il neozelandese, invece, si ritrovò a fare i conti con problemi di gomme (e non soltanto con guai di quel genere) e venne scavalcato da Fogarty, a cui bastarono un terzo e un quarto posto di manche per tornare sul tetto del Mondo per appena 4,5 punti.

Il 1999, anche in quel caso con una leadership netta, portò King Carl all’ultimo trionfo, ottenuto a Hockenheim, nel giorno dell’ultima vittoria in SBK. Un successo fortuito, dato che Slight e la Honda apparivano decisamente superiori. “E di brutto” ricorda Foggy, che invece venne favorito dalla chiusura anticipata per l’esposizione della bandiera rossa.

Il ducatista, infatti, vinse in qualità di primo pilota transitato sul traguardo al termine dell’ultimo giro completato da tutti. “Ricordo che mi bastava chiudere quella manche davanti a Corser e Colin Edwards per essere campione con tre manche d’anticipo. Quando vidi risalire Slight così forte, pensando al campionato mi dissi: ‘non mi metterò a battagliare con lui’. Ero pronto ad accettare il secondo posto, poi venne esposta la bandiera rossa, che nemmeno vidi, e mi ritrovai vincitore… La mia ultima vittoria”.

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