Petrucci: "In Ducati provavamo cose che non capivamo, ora si vedono i risultati" | esclusivo

Petrucci: "In Ducati provavamo cose che non capivamo, ora si vedono i risultati" | esclusivo© Marzio Bondi

Danilo racconta: "Hanno sempre innovato, non sono nè pro nè contro l'aerodinamica. La mia stagione? Miglioro, e cerco il podio"

20.03.2023 18:35

Danilo Petrucci è l’eroe dei due – anzi tre – mondi, di conseguenza è possibile toccare con lui qualunque latitudine del pianeta moto. Dalla MotoGP alla Superbike il ternano parla con cognizione di causa, nonché con quello spirito che in tutti i paddock del mondo lo ha reso un personaggio, nell’accezione più positiva e genuina del termine. Impossibile dunque non partire dalla MotoGP, che tra pochi giorni darà il via al proprio 2023.
 
Danilo, come giudichi la deriva aerodinamica presa dalla MotoGP?
 
“Oramai l’aerodinamica è un fattore, ed anche in questo caso ad aprire la strada è stata Ducati: del resto sono stati i primi a mostrare il cucchiaio, le alette ed il resto. In generale si sta estremizzando molto la categoria, ma se ci si pensa il parallelo della MotoGP è la Formula 1, dove le auto sono del tutto diverse da quelle che si utilizzano in strada. Essendo il campionato del mondo dei prototipi dunque è comprensibile la situazione: non sono né pro né contro, mi piace l’evoluzione tecnologica quando ha un senso. Nei test è giusto provare un po’ tutto, anche perché ora in un secondo vi è tutta la griglia, quindi si devono esplorare tutte le aree alla ricerca del dettaglio che possa aiutarti”.
 
Tu hai vissuto le prime fasi di questa nuova tendenza.
 
“Assolutamente. Ducati come detto ha sempre innovato, venendo prima criticata e poi copiata: ora sta raccogliendo i frutti del “mio” periodo, quando in alcuni test non capivamo nemmeno cosa stessimo provando. Adesso, purtroppo per gli altri, stanno raccogliendo i frutti. Gigi (Dall’Igna ndr) è stato bravo sin dall’inizio”.
 
Hai sperimentato anche la convivenza nel box con un altro italiano come Dovizioso. Come vedi la coppia Bastianini – Bagnaia?
 
“Pecco ed Enea sono due talenti, che vogliono avere la meglio sull’altro. Quando io condividevo il box con Andrea c’era Marquez da battere, e né la Honda né la Ducati erano le moto di adesso, inoltre Marc era in una forma tale da fare primo o secondo in ogni gara, quindi tutto serviva per tentare di batterlo. Ora vi sono tanti piloti da tenere d’occhio, a partire da Enea e Pecco. Spero che l’equilibrio non si rompa, ma certamente non sarà facile: uno vuole confermarsi, l’altro dimostrare di saper vincere, spero non sia un lavoro troppo grande per Tardozzi (ride ndr)”.

Petrucci e la SBK: cresce il feeling 

Passiamo al tuo presente. Prima di iniziare la stagione in SBK eri elettrizzato. Ora come ti senti?
 
“Mi sento molto bene. Ho affrontato i primi due round senza particolari aspettative, affrontando tanti elementi nuovi e tanti piloti con i quali non avevo mai corso. Non posso dire di essere contento, dato che vorrei fare di più, ma per un pilota diverso fisicamente come me ci vuole qualcosa di diverso, e di conseguenza la moto va esplorata: nei test di Jerez le cose sono andate bene, a Portimao per nulla, di conseguenza sono arrivato in Australia con tanti punti interrogativi. In Indonesia io ed il team abbiamo messo in pratica quanto imparato in precedenza, e sin da subito le cose sono migliorate. Nel complesso posso ritenermi abbastanza soddisfatto, ma attendo il podio, anche se vi sono almeno 5 piloti in grado di poterselo giocare con costanza”.
 
Cosa ti ha sorpreso e cosa no del campionato?
 
“Mi ha sorpreso la gestione del weekend dei piloti: mi aspettavo fossero più calmi, invece sfruttano l’intero potenziale di moto e gomme sin dai primi giri delle prime prove, cosa che in MotoGP non puoi fare. Di conseguenza in Superpole ho faticato, così come in Superpole Race”.

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