Bassani ospite di Zona Podio: “Sarò per sempre un onesto lavoratore del manubrio”

Bassani ospite di Zona Podio: “Sarò per sempre un onesto lavoratore del manubrio”

Intervenuto del nostro format di interviste, Axel si è raccontato parlando a 360 gradi delle gare, del futuro e di un mondo che predilige l’apparire all’essere

20.07.2023 ( Aggiornata il 20.07.2023 14:45 )

“Sono un pilota vero ma non faccio niente di speciale”

Anche grazie all’ottimo weekend, Axel è entrato ancora di più nel cuore dei tanti appassionati italiani di SBK: “È bello vedere che alla gente piaci. Non faccio niente di speciale, faccio quello che mi piace e cerco di fare il meglio possibile. Dico quello che mi passa per la testa, non tutto perché altrimenti mi sgridano, vedo che piaccio e fa piacere vedere quando tutti gridano il tuo nome”. L’aria che si respirava tra gli appassionati era quella della SBK di inizi 2000 quando Edwards e Bayliss si contendevano il titolo proprio sul Santerno: “Io sono nato nel 99 quindi non so come era, però mi piace vedere le gare di quegli anni, anche la 500 degli anni 80/90, erano veri. Dicevano le cose come stavano, poi in pista se le davano e fuori amici come prima. A me non piace tanto il mondo di adesso, tutto finto: foto, sei figo, ecc… Sei bravo se metti le foto e hai tanti follower. A me non interessa tanto, a me piace andare in moto e basta. Dire quello che provo e che sento, penso che una volta fosse così, adesso sembra bello in televisione poi scopri cose che non vorresti scoprire e ci resti male".

Axel però non crede di essere l’unico così tra i piloti. Anzi crede che tanti, anche insospettabili, in realtà siano così: “Toprak è uno tranquillo, si fa gli affari suoi e mi piace. Johnny che è il re della SBK per me, poi ci sono gli altri “vecchi”, però ce ne sono anche di giovani che sono abbastanza tranquilli: Gerloff, Loka è uno che sembra timido ma poi ti fa sbragare dal ridere. Bisogna che ci lascino dire quello che pensiamo senza pensare alle conseguenze. Ci sono tanti piloti che potrebbero essere simpatici ma devono stare sempre attenti a quello che fanno e che dicono”.

L’artefice di tutto questo è senza dubbio Lorenzo Mauri, suo team manager che gli lascia carta bianca: “Io devo ringraziare Lorenzo che mi fa dire un po’ quello che voglio poi mi sgrida se esagero, però mi ha sempre lasciato la mia libertà se sbaglio si arrabbia, me lo dice, lo fa capire e fine. Penso che la libertà di espressione sia una delle cose più belle che ci siano. È per questo che è sempre un po’ agitato quando faccio le interviste”. Axel ha poi chiuso il discorso: “Stiamo andando in moto, non stiamo salvando l’umanità. Devi fare divertire la gente facendo quello che ti piace, non sei un astronauta, deve essere bella la moto e certi la fanno troppo seria. A Misano mi chiedevano se non ero agitato e rispondevo che non sto andando a lavorare in minera, sto andando a girare in moto. Vado male? Mi arrabbio e spacco tutto ma sono in moto è bello”.

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“Non è importante con che moto, conta il progetto”

Axel è sicuro di se e sa che nonostante le prestazioni in pista questo potrebbe non bastare per raggiungere la sella accanto ad Alvaro Bautista. Non chiude quindi le porte a nessuno: “Io ho sempre detto che sono disponibile a valutare tutto. Dipende dal pacchetto che mi viene offerto e dal progetto che c’è dietro. Se mi viene detto questa è la moto e questi i soldi vai e gira no, voglio sapere nei prossimi anni cosa verrà fatto, gli obiettivi, che persone ci sono che lavorano nel team perché non è tanto la moto, fa tanto le persone che ci lavorano. Puoi anche avere una moto mai fatta così bene che è una bestia ma se c’è gente che non ci sa lavorare non puoi fare niente. Oggi giorno basta una persona all’interno del team che non lavora in sintonia con la squadra e tu non puoi più fare risultato. Il livello è altissimo, tutto perfetto, dalle gomme, meccanico, capotecnico, telemetrista e elettronico. Io sono sempre libero a valutare non ho le palette come i cavalli ma bisogna valutare”.

Si parla ovviamente di Fantamercato, se però dovessero arrivare offerte dall’altro paddock quello del motomondiale? “Io sto bene in SBK, mi piace qui e voglio vincere qui. Penso sia casa mia, dall’altra parte ci sono già stato per poco e forse per come sono fatto io non mi è piaciuto. Sono concentrato qui e voglio rimanere a casa”. Axel è uno da pochi fronzoli, un vero appassionato che ama andare in moto ma che si è sudato tutto quello che ha avuto: “Io sarò per sempre un onesto lavoratore del manubrio, un giorno spero di vincere un mondiale ma sarò sempre Axel quello che va in moto normale. Non sarò mai Dio in terra perché so guidare una moto. Facciamo quello che ci piace, sono altri quelli che fanno i miracoli e le cose importanti noi facciamo spettacolo, c’è quello bravo e quello meno ma siamo tutti ragazzi che ci divertiamo”.

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Sogno Schwantz e di correre al Mugello

Chiudiamo con un po’ di aspetti un po’ più personali, il numero 47 da cosa arriva? “L’ho scelto nel 2008, perchè c’erano Valentino Rossi e Jorge Lorenzo in Yamaha con il 46 e il 48 e io mi sono messo in mezzo. Mi piace e mi ha sempre portato fortuna, toccando ferro”. Una scelta importante quella di mettersi tra due campioni del mondo come Rossi e Lorenzo ma che la dice lunga sulla voglia di emergere le pilota veneto. Anche per quanto riguarda le piste preferite ha le idee chiare: “Phillip Island per il posto è un posto incredibile, non ci sono protezioni c’è solo prato vedi la gente la e sembra che venga in pista, ci sono le oche che vengono in pista è veloce ed emozionante. Assen perché è Assen, per me vincere ad Assen dev’essere una cosa impressionante, una volta di più ma anche adesso è bellissima. E poi l’Argentina, non mi piace arrivarci perché è un viaggio eterno ma la pista mi piace molto. Fuori dal calendario invece il Mugello, per me è la pista più bella di tutte".

Si è detto tanto nell’ultimo anno del tuo modo di affrontare le gare in furgone, anche questa una scelta un po’ “old style”: “Il viaggio in furgone è normale, siamo in tanti che lo fanno è per comodità, così puoi dormire direttamente in pista. Quest’anno abbiamo il camper e siamo ancora più comodi, metti su la tua roba e fai il tuo viaggio vedendo un po’ di posti mi piace”. Mentre anche a una domanda complicata come chi vorresti essere tra i piloti del passato, Axel non ha dubbi: “Kevin Schwantz, non l’ho mai conosciuto, ho visto solo video di quello che faceva e non ho dubbi era di un altro pianta, lui tutta la vita”.

Questo è solo un piccolo estratto dell’intervista ad Axel Bassani che potete trovare per intero qui:

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