Da Jerez a casa: l'odissea dello staff GP Project

Da Jerez a casa: l'odissea dello staff GP Project

Ben 45 ore di viaggio dalla Spagna all'Italia, tra auto, nave, bus privato e ancora auto. Oltre a tanti passi a piedi, paura di non farcela e una santa pazienza

 

18.03.2020 18:45

Un gran sbattimento. Come si potrebbe definire altrimenti il viaggio di ritorno del team GP Project, squadra Kawasaki impegnata in Andalusia per test prestagionali e rientrata di fretta e furia in Italia, dopo l'allarme Coronavirus esploso pure in Spagna.

Mentre nei nostri confini nazionali il Covid-19 era già ritenuto, da settimane, un terribile nemico da sconfiggere, a Jerez e dintorni il problema iniziava a diffondersi a velocità luce. I piloti della Supersport 300 stavano per completare le sessioni di prove programmate, leggete cosa ha dovuto fare Bruno Ieraci: "Io e Kevin Sabatucci eravamo pronti a scendere in pista - svela il giovane corridore abruzzese - ci eravamo infilati nelle tute, lui aveva già il casco, io stavo per calzarlo. Ad un certo punto, arriva il responsabile del circuito e ci dice 'ragazzi, il turno è sospeso. Il Governo spagnolo ha bloccato le attività sportive, dobbiamo chiudere il circuito per quindici giorni'. Ecco, in quel momento non potevamo continuare i test. Abbiamo rispettato l'ordine e ci siamo diretti verso Barcellona".

Da lì alla Catalogna, inizia l'odissea di Ieraci e dello staff italiano che, da Jerez a Barcellona, si è mosso su strada per ben 1100 chilometri, forse qualche spanna in più. Una volta arrivati a destinazione, l'incubo non era finito. Anzi: "Con tutti i voli aerei bloccati, l'opzione migliore era rappresentata dalla nave - Bruno continua il racconto - e per fortuna che siamo riusciti a prenderla: c'era gente messa pure peggio. Io e i ragazzi, nonostante lo stress e la paura di non farcela, siamo riusciti a riderci su, facendo anche dei video. Però, diciamo la verità: alla fine è andata bene, ma questa esperienza non la augurerei a nessuno, nemmeno al peggior rivale (ride)".

Esperienza non ancora completata. Giunti a Civitavecchia, sono stati necessari due shuttle a noleggio con conducente. Le auto del team erano rimaste parcheggiate all'aeroporto di Fiumicino e proprio lì andavano recuperate: "Abbiamo avuto la forza di scattare una foto di gruppo - parla Alessio Altai, manager GP Project - partendo da sinistra in alto ci sono Paolo Giacomini, Simone Altai, Riccardo Pucci, Andrea Menozzi, Maurizio Morbidoni, Bruno Ieraci e Mario Conti. Io sono inginocchiato a sinistra, al mio fianco c'è Kevin Sabatucci. Nella foto mancano Alessio Ballini, pure lui protagonista del lungo viaggio, e i due autisti del camion: Stefano Famiano e Roberto Perugini. Eravamo in dodici durante questa dura avventura che, sarà anche stata massacrante, ma ci ha reso più uniti. Ogni cosa ha il suo lato positivo".

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