Sabatucci: “La Supersport 300? Sembra la battaglia di Pearl Arbor”

Sabatucci: “La Supersport 300? Sembra la battaglia di Pearl Arbor”© GPAgency

Kevin spiega quanto sia particolare ed impegnativa la categoria: "Siamo in tanti, ci si deve qualificare per le gare e mai avere paura. Per il 2021 ho varie proposte, ma vorrei rimanere in GP Project"

30.10.2020 13:42

Descrivendo la Supersport 300, soprattutto osservandone le dinamiche di inizio stagione, l'avevamo paragonata ad una guerra - sportiva, ovviamente - nella quale ogni mossa doveva essere calcolata, in cui era meglio colpo ferire che perire. In pratica, contando l'impressionante numero di iscritti, la Entry Class delle derivate sembrava lo sbarco in Normandia.

Sarà per la "tattica" messa in pista da alcuni piloti, simili a soldati pronti a tutto, sarà anche dalle dinamiche viste nei round 2020. La piccola cilindrata appartenente al paddock SBK facile da interpretare non è, competerci ad alto livello è altresì difficile. 

Lo spiega un pilota nostrano, ascolano per la precisione. Ha il numero 85, è simpatico, va forte con la Kawasaki e gli piace parlare di corse. Ecco a voi Kevin Sabatucci: "Siamo solo d'accordo - attacca convinto - la Supersport 300 è una classe molto particolare, da intepretare nei giusti modi. Ci pensavo attentamente: le situazioni che succedono durante i weekend sono tante, oguna di queste importante. Innanzitutto, occorre strategia e sangue freddo. Solo usando il cervello e rimanendo calmi si evitano guai o figuracce. La competizione è salita di livello quest'anno, me ne sono accorto subito".

Mai avere paura


Alcuni giovani corridori hanno ammesso di avere paura. Perché la 300, soprattutto nel primo giro e nell'ultimo di ciascuna manche, qualche timore lo arreca. Kevin ha un suo modo di affrontare i momenti: "Chiaro, mica andiamo a giocare - conferma - anzi... altro che giochi! Siamo in tanti e facciamo tutti sul serio, partendo proprio dal venerdì. Poi, secondo me, è fondamentale qualificarsi bene. Meglio partire abbastanza avanti, altrimenti ci si trova in una selva micidiale".

Selva che somiglia ad un combattimento. Alcune manovre sono state punite dalla Race Direction, anche quando si trattava di siglare un giro valevole per le gare in programma: "Sì, infatti sono volate le sanzioni - conferma - perché succedeva che ci fossero rallentamenti in pista, utili a cercare e sfruttare le scie altrui. Come in Moto3, pure peggio. Io penso alla mia guida, esattamente come in gara. L'importante è non aver paura e fare le proprie traiettorie. Incrociando le dita".

Capita spesso che entrino in curva 5 o 6 moto affiancate. Forse di più. Un attacco aereo, in pratica: "Certo, come la battaglia di Pearl Arbor - scherza - un po' pericoloso ma divertente. Penso di essermi difeso egregiamente quest'anno, ho migliorato alcuni aspetti e ho tenuto alta la testa. In alcuni tratti sono stato sfortunato, in altre situazioni mi sono giocato risultati importanti, come a Magny - Cours ed Estoril. Adesso, però, devo pensare al 2021".

Cambiare o rimanere?


Kevin ha diverse opzioni. Alcune squadre gli hanno messo gli occhi addosso e lui sta valutando il da farsi: "Mi sono arrivate diverse proposte - Sabatucci sarà in pista anche nel 2021, vedremo dove - che sto vagliando. Potrei correre nella Moto2 del CEV, ad esempio. Onestamente, mi piacerebbe rimanere con GP Project: con loro mi trovo bene e darei continuità al mio percorso. Dico che insieme, l'anno prossimo. faremmo grandi cose nella 300 iridata".

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