Promesse italiane: Mirko Gennai, il pugile della Supersport 300

Promesse italiane: Mirko Gennai, il pugile della Supersport 300

Il diciassettenne toscano proviene dalla boxe ed oggi è protagonista nel campionato mondiale, che ha gareggiato con il team BR Corse e Yamaha color arancione, ottenendo punti iridati

26.12.2020 ( Aggiornata il 26.12.2020 18:07 )

Al suo primo anno di esperienza nella Supersport 300 Mondiale, il rookie Mirko Gennai è stato bravo, perchè capace di conquistare 7 punti in classifica. Sembra facile da dire, ma non è così: la classe di ingresso delle derivate è insidiosa, selettiva, non regala niente nemmeno ai chi ci corre già da tempo.

Ecco perché il diciassettenne fiorentino, dotato di Yamaha R3 color arancione, guarda la sua stagione con occhi analitici:Non è stato un campionato affatto facile - spiega - però divertente, istruttivo, utile. Eravamo in tantissimi piloti iscritti ad ogni round, già solo qualificarsi per le due manche si rivelava ogni volta una piccola impresa. I momenti più duri per me, durante le prime prove libere del venerdì: se quelle andavano bene, il weekend prendeva una piega favorevole. Altrimenti...”

Però te la sei cavata egregiamente.

Devo dire di sì, specialmente considerato che il 2020 fosse per me la prima volta in un team dotato di acquisizione dati e tecnico preposto alla mansione. E poi, c’erano le pista da imparare, gli avversari da conoscere e i segreti della categoria. In ogni turno scoprivo qualcosa di nuovo, capendo di trovarmi bene insieme al BRCorse, tanto che insieme ci presenteremo al via anche nel 2021”.

Potrai fare un ulteriore salto di qualità.

Infatti mi sto già allenando con grande intensità. Pratico motocrossi, ideale per affinare riflessi e sensibilità e molto divertente. A corpo libero, prediligo le attività da lavoro aerobico, perché mi danno la resistenza necessaria per affrontare tutto il weekend iridato. Tra turni di prove e due gare in programma, occorre essere agili, reattivi, esplosivi. I movimenti in sella devono risultare elastrici, veri e propri automatismi che non devono lasciare fiato ai rivali".

Parli come se tu fossi sul ring.

È vero (ride) il pugilato è stato il primo sport da me praticato. In effetti, le gare di moto ed i guantoni, in un certo senso, si somigliano. Tuttavia, credo che la boxe sia più pericolosa, insidiosa. Nel motociclismo in pista i colpi e le botte potrebbero arrivare, mentre sul ring sai già che li riceverai di sicuro. Lassù non si ha scampo, invece tra i cordoli si può... fare zig zag tra un avversario e l’altro. Sempre che loro si trovino d’accordo”.

Libri, ferro, dati e traiettorie


Mirko è un ragazzino e, giustamente, frequenta ancora le scuole. La sua scelta si è, forse non a caso, orientata su discipline tecniche:Anzi, meccaniche - precisa - dato che studio metalmeccanica. Consiste nella materia stessa, cioè, la formazione di un tecnico che sappia realizzare parti, oggetti, cose. Anche parti di motore, per esempio. Si inizia dallo studio di codici, programmi e numeri, si finisce con mettere tutto in pratica su macchine utensili a controllo numerico dotate di trapani, frese, bareni e punte".

Sono codici facile da memorizzare?

“Insomma... come in ogni cosa, ci vuole pazienza e testa, un po’ come quando si legge l’acquisizione dati di una moto da corsa. Non saprei dire quali fogli siano più complicati, in entrambi i casi ci vuole la giusta dose di concentrazione. Altrimenti, si và a sbattere con l’utensile meccanico, oppure, si esce di pista durante un turno cronometrato”.

Hai scelto la moto e sei un pugile nell’anima: il tuo idolo è Rocky?

Sinceramente no, però l’ho visto, perché è un film bello, proveniente dalla vecchia scuola e imperdibile. Però io preferisco Creed, che rappresenta il nuovo. Sì, penso che Creed sia il miglior film dedicato al pugilato. Solo a guardarlo mi circola forte l’adrenalina nelle vene”.

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