SSP300, Alessio Altai: “Il vero ostacolo? I nomi dei nostri piloti”

SSP300, Alessio Altai: “Il vero ostacolo? I nomi dei nostri piloti”

Il manager del team GP Project scherza e fa notare una cosa: "Alessandro Zanca, Alex Carrion, Alex Diez. Se aggiungo me, potremmo chiamarci tutti 'Ale', ma non sarebbe semplice distinguerci. Lo faremo nelle classifiche del campionato"

16.02.2021 ( Aggiornata il 16.02.2021 18:12 )

Alessio Altai è un manager giovane e giovanile. Al timoniere del team GP Project piace dare "del tu" ai propri collaboratori, mantenendo sempre un atteggiamento rispettoso. Parlando coi piloti, spesso ragazzini, il professionista umbro è ancora più diretto, senza veli, tranquillo.

Questo modo di fare, crea una squadra in cui il contatto umano è fondamentale. Era così l'anno scorso, per una Supersport 300 diversa dal solito, nella quale la battaglia in pista si è consumata in ogni round: "Penso sia stata dura - le parole di Alessio - ma altrettanto bella. Dopo il lockdown, abbiamo avuto un calendario compatto, con due gare a weekend, per uno schedule ristretto ed intenso. Tra un round e l'altro, il tempo per ricaricare le batterie non bastava mai, ho notato che tutti i partecipanti arrivavano col fiatone".

Però, tutti voi avevate energia.

"Sì, questo grazie ad un grande lavoro di preparazione. Bruno Ieraci, Kevin Sabatucci ed Alfonso Coppola si sono difesi benissimo, considerando anche un aspetto da sottolineare: la Supersport 300, nata come Entry Class delle derivate, sta crescendo di livello. Piloti e moto sono ora tutti all'altezza di un campionato mondiale, ed il numero di iscritti è impressionate".

Molti iscritti non hanno preso parte alle gare.

"Questo perché la Last Chance Race escludeva i meno veloci e faceva da accesso alle due manche per i migliori. Poi, le due corse erano una vera battaglia. I nostri tre ragazzi hanno dato il massimo, a volte cogliendo quanto meritavano, altre no. Un pizzico di fortuna in più non sarebbe guastata, ed è ciò che auguro ad ognuno di loro. Le nostre strade professionali si sono separate, tuttavia, siamo rimasti in ottimi rapporti umani".

Ale, Ale, Ale, Ale... come fare? L'importante sarà vedere i cognomi in alto


Alessio parla dei suoi tre nuovi innesti. Tutti giovani, forti e promettenti: "Alessandro Zanca, Alex Carrion ed Alex Diez. Un italiano e due spagnoli. Credo che sapranno trovarsi bene con la nostra Ninja. Stiamo lavorando per affinare alcuni dettagli, perché vogliamo arrivare pronti. Abbiamo un trio completo ed ognuno di loro si è già dimostrato veloce sia in ambito nazionale che internazionale".

Come sempre, seguirati tutto con l'ennesima concentrazione.

"Certamente, l'obiettivo è che tutti e tre, almeno una volta, finiscano nella top five di giornata. Se poi, e lo speriamo, arrivasse qualcosa di più, meglio. Come il podio che centrò Ieraci a Losail nel 2019. Fu merito di Bruno, ovviamente, però la nostra moto era buona. Deve esserlo ancora e mi sento pronto. C'è solo una cosa che mi mette paura".

Cosa sarebbe?

"Abbiamo tre piloti con nomi simili. Alessandro, Alex e Alex. Gli spagnoli lo hanno addirittura uguale. E poi ci sono io: Alessio. Prova ad immaginare: 'Ale, mi passi il casco? Ale, hai visto i miei guanti? Ale, tra poco si gira". Ale di qui, Ale di là. Potrei numerarli, me compreso (ride). A parte gli scherzi, troverò soprannomi originali. La cosa importante sarà vedere i loro cognomi nelle zone alte delle classifiche di una stagione che promette spettacolo".

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