SSP300, la Professora Carrasco all'attacco di Assen

SSP300, la Professora Carrasco all'attacco di Assen© GPAgency

Nell'Università delle due ruote, la spagnola Ana arriverà super allenata: l'obiettivo della portacolori Kawasaki è di riacciuffare in classifica Booth-Amos e Huertas. La campionessa 2018 è la più esperta della categoria

21.07.2021 17:32

Considerando l'età dei suoi protagonisti, la Supersport 300 conta tantissimi "alunni" iscritti alla serie che, di fatto, propone piloti ancora frequentanti le scuole dell'obbligo. Nella "Università" di Assen, si terrà un appello molto importante - il terzo stagionale - a seguito della breve pausa rispettata dopo l'appuntamento di Misano.

Giovane ma non ragazzina, esperta (più di tutti nella entry class delle derivate), già campionessa: sì, Ana Carrasco è il personaggio maggiormente atteso al Van Drenthe, pista richiedente manico e sensibilità. La spagnola ha tutto questo nel proprio repertorio, in aggiunta ad una squadra eccellente.

Il KRT Provec, formazione Kawasaki che schiera un certo Jonathan Rea in Superbike. Benissimo. La titolata 2018 ha continuato ad allenarsi duramente, scendendo girando diverse volte in circuito: per esempio, al Catalunya Circuit, suo tracciato di casa. Per vincere in Olanda, la Pink Warrior userà ogni nozione da lei maturata. 

Carrasco, matura già da anni. Bruno Ieraci, miglior italiano del lotto


Dall'impresa datata 2018 sono passati tre anni. Pochi o tanti, decidete voi. Diciamo che, nelle corse, tre stagioni non sono poche, perché di anno in anno gli scenari possono cambiare repentinamente. Ciò che è rimasto invariato si nota nella voglia della Carrasco, nel frattempo cresciuta da ogni punto di vista, rimasta desiderosa di vincere.

Lei è la "matura" della 300, classe piena di piloti spericolati. In effetti, il leader Adrian Huertas è tra coloro ad aver usato, oltre al polso destro, un minimo di sale in zucca. Anche Tom Booth-Amos lo ha fatto, figurando secondo in classifica. Poi c'è Ana, a pari punti con il nipponico Yuta Okaya.

E gli italiani? Il migliore è Bruno Ieraci, bravissimo, tuttavia in undicesima posizione. Il nostro contingente potrebbe fare di più e - nostra impressione - sembra a volte "spaventato" dall'aggressività del gruppo rivale. In effetti, diversi rappresentanti tricolori lo hanno ammesso: "Qui si fa poca tattica e molta confusione. Occorre stare attenti a tutto e tutti".

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