Esclusiva, Bevilacqua: “Caricasulo è uno dei migliori, merita il titolo”

Esclusiva, Bevilacqua: “Caricasulo è uno dei migliori, merita il titolo”

Il team Althea torna nel Mondiale scommettendo sulla nuova Supersport con la Ducati 955 bicilindrica affidata all'ex vice campione Caricasulo: "Un binomio italiano ha sempre un sapore speciale"

16.01.2022 ( Aggiornata il 16.01.2022 13:46 )

Deve ancora essere svelato il regolamento ufficiale della World Supersport 2022, ma gli assaggi diventati di dominio pubblico hanno fatto tornare l’appetito a Genesio Bevilacqua, che dopo due anni ha deciso di rientrare nelle derivate di serie con il suo Team Althea Racing.

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L'entusiasmo di Genesio: "La Supersport può diventare una categoria di riferimento"


Sventola il tricolore su questo ambizioso progetto nato in una manciata di giorni: oltre alla squadra italiana, la moto non poteva che essere la Ducati, marchio a cui Bevilacqua è legato visceralmente - è con questo team che Borgo Panigale ha vinto l’ultimo titolo SBK, nel 2011 con Carlos Checa - e il pilota è uno degli italiani più interessanti del panorama, Federico Caricasulo.Ritengo che questa nuova Supersport sia una categoria futuribile. Potrebbe essere addirittura una classe di riferimento per i prossimi anni dal punto di vista delle derivate di serie" inizia a raccontare Genesio. Vero è che ora si sta soltanto aspettando il regolamento definitivo che chiarirà la situazione nel campionato con moto di varie cilindrate, ma le sensazioni sono positive: "È una buona formula. La vedo molto bene, è creativa”.

Il prescelto su cui il proprietario della squadra fondata nel 2007 ha deciso di puntare è il ravennate, reduce da un 2021 movimentato (in cui ha cambiato due volte team) ma che ha le carte in regola per viaggiare nelle posizioni che contano: “Conosco Caricasulo, le sue performances e anche la sua professionalità. C’è un range di piloti abbastanza ristretto per puntare a risultati di alto livello, e lui ne fa parte. Mi colpisce il fatto che Federico non abbia ancora realizzato ciò che secondo me merita da tempo, cioè vincere un campionato del Mondo”.

Caricasulo ha sfiorato l’impresa nel 2019, quando ha chiuso secondo per soltanto sei punti alle spalle del vincitore Randy Krummenacher, all’epoca suo compagno di squadra nel Team Yamaha-Bardahl Evan Bros, e ora è arrivato il momento di regolare i conti con il passato: "Federico è uno dei migliori e con una squadra come la nostra potrebbe esprimersi senza grosse pressioni, probabilmente tirerebbe fuori quel pizzico in più necessario per il salto definitivo". E poi c’è la moto, la Rossa, la Panigale 955 V2: “C’è stata una serie di combinazioni, tra queste anche il marchio Ducati. A casa mia è presente in tutti gli angoli. Con tutta questa italianità si immagina un epilogo positivo. Se capita con qualsiasi pilota va bene, ma se succede con un italiano ha un sapore molto speciale. Quindi c’è qualche motivazione in più. Poi sono storicamente molto legato alla Ducati”.

Merito del trionfo di Checa, ma nel 2011 Ducati-Althea fece doppietta trionfando anche nella Superstock 1000 con Davide Giugliano. "Torno convinto di fare finalmente una cosa che mi fa venire la voglia, che mi rimette in moto. Anche se obiettivamente non avevo la necessità di farlo" specifica Bevilacqua. A dettare il ritorno è stata la grande passione per il motociclismo: “Ho capito che c’era una possibilità per poter esprimere di nuovo il nostro potenziale. Sembra uno scenario nel quale può contare di più il valore del team, ma anche la gestione del pilota che fa sempre la differenza. Questi ingredienti sono alla nostra portata in questo momento. Sono tornato perché il nostro DNA è quello di fare le corse”.

Caricasulo: "Althea, opportunità da sfruttare"


“Carica” è la scritta che appare sulla sua tuta, quando il pilota è in carena, un tutt’uno con la moto, nascosto dietro il cupolino. È l’abbreviazione del cognome di Federico Caricasulo. Venticinque anni, sguardo riservato, forse un po’ timido, ma nel momento in cui inizia a parlare emerge la chiara determinazione. Una convinzione che, assieme ai risultati, gli ha permesso di trovare quella che appare come un’ottima occasione. “Ha preso alla sprovvista anche me - dice - il mio manager Alberto Vergani ha chiamato Genesio ed è nato tutto. Abbiamo parlato e ci siamo accordati. Di persona non lo conoscevo, conoscevo soltanto il suo team e la sua reputazione, perché nell’ambito Superbike lui è un’icona”. La sfida più grande sarà conoscere la nuova compagna di viaggio, dopo gli ultimi cinque anni trascorsi alla guida di una Yamaha: “Non so cosa aspettarmi, dopo quattro anni sulla R6 e uno con la R1 nel mondiale Superbike. Ho visto che alla R1 mi sono adattato abbastanza in fretta, penso che anche con la Ducati succederà altrettanto. Dicono tutti che è più facile passare dai quattro cilindri ai due, piuttosto che il contrario. La vivo come un’opportunità di rilancio. In Yamaha, per quanto sono stati anni belli, e quindi parlo con gratitudine, sentivo che il mio percorso si era concluso. Continuare su una R6 non credo mi avrebbe aperto grandi porte per il futuro. Invece qui, facendo bene, qualche porta in più si potrebbe aprire. È un’opportunità che devo sfruttare”.

La particolarità è che Caricasulo non avrà un compagno di team. All’interno del box l’attenzione sarà puntata soltanto ed esclusivamente su di lui: “Quando si ha un compagno, la volta che non si è a posto e lui magari va un po’ meglio, può costituire uno sprone. Però allo stesso tempo essere da solo dà una tranquillità extra che è fondamentale. La concentrazione e il lavoro vanno in una sola direzione e si ottimizza tutto. È la condizione migliore”. L’obiettivo è facile da immaginare: “Migliorare quel secondo posto del 2019…”.

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