TheTest: Aprilia Tuono 660, molto più che una naked

TheTest: Aprilia Tuono 660, molto più che una naked

Biicilindrico in linea di media cilindrata, poche carene. Sulla carta, sembra una naked entry level. Nella sostanza, è molto di più, perché i dettagli sono curati e la guidabilità è sorprendente. Tutto questo, però, ha un prezzo

09.05.2021 ( Aggiornata il 09.05.2021 20:48 )

Forse ci metterà un po’ a farsi comprendere, perché fermandosi alle apparenze - due cilindri, 659 cm3 - in molti potrebbero credere di trovarsi davanti alla “solita” media entry level. E invece, prima di giudicarla, questa Tuono 660, va assolutamente provata. Una moto che su strada la usi tutta, fino in fondo, tarata alla perfezione per divertire e dare il massimo, fino al limite oltre il quale ogni cosa diventa inutile e irragionevole. Motore, ciclistica, immediatezza, efficacia, e un sorrisone a 32 denti stampato sotto al casco, sono senza dubbio le sue doti migliori. Caratteristiche che affiancano trattabilità, facilità e un impegno psico-fisico mai eccessivo. Un modello “furbo”, quindi, che traccia un nuovo, trasversale, solco nel segmento delle nude di media cubatura. Una moto che saprà rosicchiare consensi, tanto tra chi guarda a mezzi d’accesso sotto i 700 cc (Yamaha MT-07, Triumph Trident, Honda CB650R, soltanto per citarne alcune), quanto tra chi sogna cavalcature più pepate (come ad esempio Triumph Street Triple o KTM 890 Duke) grazie a una dotazione tecnica e a una resa complessiva capaci di ingolosire anche i più esperti. Attenzione però, pure il prezzo guarda alle grandi: 10.550 euro la cifra necessaria a metterla in garage.

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Alta la qualità, alto il prezzo


Un costo elevato (in parte) giustificato dalla componentistica premium utilizzata. Ma procediamo con ordine e mettiamo sul piatto qualche dato in più: 183 kg di peso in ordine di marcia, 95 CV di potenza massima. Valore, quest’ultimo, davvero interessante per un due cilindri di media cubatura. Un parallelo frontemarcia con il carattere tipico di un bicilindrico a V grazie alla fasatura a 270°. Lo stesso gioiellino di ingegneria già assaggiato sulla cugina carenata RS 660, che qui perde qualche cavallo, ma trattiene la stessa apprezzata esplosività. 

La ciclistica


Non meno raffinata è la ciclistica. Rispetto alla RS le quote, ritoccate, favoriscono manovrabilità e agilità: 1370 mm l’interasse e 24,1° l’inclinazione del cannotto di sterzo. Il telaio in alluminio a doppia trave sfrutta il motore come elemento portante (diversamente dalla RS 660, i punti di ancoraggio sono due invece di tre, per una rigidità maggiormente “da naked”). Alla leggerezza complessiva del mezzo, contribuiscono il forcellone infulcrato direttamente nel motore (un elemento monoblocco caratterizzato da una discreta lunghezza, utile a migliorare la trazione), e il montaggio dell’ammortizzatore regolabile senza l’interposizione di un leveraggio, risparmiando così ulteriore peso. Il comparto sospensioni è completato da una forcella Kayaba con steli rovesciati di 41 mm e regolazioni in un unico stelo (estensione e precarico molla), mentre la frenata marcata Brembo, è gestita all’anteriore da una coppia di dischi morsi da pinze ad attacco radiale.

Ricco anche il pacchetto elettronico: riding mode (sono cinque, 3 per l’utilizzo stradale e 2 per la pista), acceleratore Ride-by-Wire, traction control, Wheelie Control, Cruise Control, controllo regolabile del freno motore. In optional (a 450 euro) c’è la piattaforma inerziale a sei assi (Kit IMU), che abilita funzioni come il “Cornering” dell’ABS multimappa e il “bending lights” delle luci (per aumentare la visibilità in piega); optional anche il Quick Shift bidirezionale (219 euro). Entrambi i sistemi sono invece di serie sulla Aprilia RS 660.

Giù la visiera. Pronti... Via! Il tempo necessario a fare amicizia con questa naked è lo stesso che serve a ingranare la prima e partire. La sensazione in sella è di naturale sportività; cioè, capace di stimolare una postura “active” in maniera spontanea e senza forzature. Si sta col busto leggermente piegato in avanti. Le braccia “sentono” costantemente l’avantreno. Il corpo è inserito alla perfezione nel mezzo. La seduta, più che al comfort, punta al sostegno, e lo fa in maniera eccellente; anche la forma è azzeccata, con una rastrematura nella zona di congiunzione con il serbatoio, che favorisce i movimenti del corpo rendendo ancora più efficace la guida tra le curve. Per quanto riguarda il passeggero, poche storie: nonostante le maniglie inglobate, lo spazio a disposizione è risicato. Pratica, invece, è la soluzione di nascondere, sotto al sellino posteriore removibile, un utile portapacchi per fissare una borsa. 

Comportamento sportivo


L'immediatezza disarmante della Tuono resta tale anche quando si smette di passeggiare per iniziare a fare sul serio. E se da un lato l’erogazione del due cilindri conquista subito con frustate di carattere lungo tutto l’arco del contagiri (... e che allungo!), altrettanto in fretta ci si innamora di una ciclistica chirurgica, capace di incidere traiettorie precise, lasciando sempre margine per le correzioni. Le sospensioni hanno una taratura di base giustamente sportiva, orientata a sostenere anche la guida più aggressiva; ciononostante, non soffrono particolarmente le disomogeneità del manto stradale, riuscendo a copiare - ma soprattutto, a comunicare - sempre bene quel che accade sotto alle ruote. Inappuntabile la frenata (efficace e modulabile). Preciso negli innesti il cambio. Soltanto il Quick Shift presente sull’esemplare in prova (ma andrà verificato meglio in future occasioni) è apparso a tratti poco fluido in scalata. 

Tra i Riding Mode uso strada - Commute, per tutti i giorni, il customizzabile Individual e lo sportivo Dynamic - è quest’ultimo ad esaltare al meglio lo spirito della Tuono 660. Una moto che scende in piega veloce, cambia traiettoria altrettanto rapidamente, e in percorrenza mantiene le linee in maniera rocciosa, per poi sostenere, senza sbavature, il bel calcio nel di dietro quando si spalanca il gas in uscita di curva. Insomma, c’è poco da scherzare, si va davvero forte. Il tutto, senza millemila cavalli spesso inutili su strada, dove piuttosto, conta il modo in cui sono distribuiti, insieme alla curva coppia. Il cupolino e la piccola carena garantiscono una certa protezione aerodinamica, che si fa apprezzare rispetto a nude “più nude”. Un piccolo appunto, invece, va al selettore delle modalità di guida, che avrebbe goduto di una migliore operatività se inserito nel blocchetto di sinistra, anziché su quello di destra. 

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