Aprilia 660 Tuono Factory, la modella veneta | The Test

Aprilia 660 Tuono Factory, la modella veneta | The Test

La sigla Factory debutta anche sulla piccola Tuono, rendendola ancora più speciale

13.02.2023 ( Aggiornata il 13.02.2023 10:07 )

“Factory” per Aprilia è una sigla dal gusto speciale. È capace da sempre di fare aumentare la salivazione ai motociclisti, soprattutto quelli più attenti ai dettagli. Sospensioni raffinate, freni più potenti e non soltanto.

Oggi, la sigla Factory arriva anche per la Tuono di media cilindrata, la 660, che così diventa ancora più desiderabile.

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Sospensioni raffinate


La piccola (si fa per dire...) Tuono ora è equipaggiata con raffinate sospensioni completamente regolabili: davanti c’è una forcella a steli rovesciati Kayaba (steli di 41 mm Ø), dietro un ammortizzatore Sachs con serbatoio separato che prevede anche la regolazione separata di alte e basse velocità.

Sempre parlando di ciclistica, la Factory pesa circa 2 kg in meno (181 kg col pieno), grazie a un’inedita batteria al litio. Identico alla standard l’impianto frenante, con pinze anteriori Brembo 4.32 (pompa radiale e dischi da 320 mm Ø; dietro il disco è da 220 mm Ø). Dalla cura Factory non poteva esimersi il motore; ovviamente non si tratta di stravolgimenti.

Il bicilindrico parallelo frontemarcia di derivazione RSV4 (di fatto è metà bancata del 4 cilindri a V) è confermato nella meccanica ma grazie a una differente taratura del software, la potenza sale a 100 CV tondi tondi, erogati a 10.500 giri/’, mentre la coppia massima di 67 Nm viene espressa a 8500 giri/’ (anche se il 90% è già disponibile a 6250 giri/’).

Infine, la rapportatura finale è stata accorciata, con il pignone che scende dai precedenti 17 agli attuali 16 denti. 

Nessuno stravolgimento nel design. Il nuovo corso estetico Aprilia iniziato proprio con le piccole 660, piace e viene confermato anche sulla Factory: faro anteriore a LED con funzione cornering, semi carenature con funzione aerodinamica, coda alta e slanciata, che in questa versione preferisce il monoposto (ma la sella passeggero viene consegnata al momento dell’acquisto).

A differenziarla dalla standard pensa la colorazione Factory Black, con il nero che prevale su tutte le plastiche, enfatizzato da piccoli accenni di rosso.

Una delle critiche mosse alla Tuono 660 era la mancanza, anche optional, di alcuni gadget elettronici ma sulla Factory i detrattori non avranno più nulla da dire. Debutta infatti il completissimo pacchetto APRC con piattaforma inerziale IMU a 6 assi. La suite di aiuti elettronici prevede l’anti-wheelie (AWC), la regolazione del freno motore (AEB), le mappe motore (AEM), il cruise control (ACC), il quickshift bidirezionale (AQS), l’ABS cornering multimappa e le luci con funzione “bending lights” nel faro anteriore. Tutto regolato in automatico attraverso cinque riding mode. A proposito di quickshift, sulla Factory è possibile anche rovesciare il cambio in maniera molto rapida.

Quindi, quanto costa il trattamento Factory? Difficile da credere ma appena 400 euro in più della versione standard:  10.999 euro. L’unico rovescio della medaglia è che non può essere depotenziata per i neo patentati A2 ma per il resto…

Il test tra le curve di Imola


Imola è una pista che mette a dura prova la ciclistica di una moto: è richiesta tanta stabilità, soprattutto quando si arriva in velocità alle violente staccate delle due varianti “artificiali”, ma al tempo stesso serve una moto capace di girare in fretta, altrimenti dai tornanti come la Tosa non si esce. I tecnici non hanno ritenuto necessario modificare l’ergonomia della moto (ci sono giusto i diversi poggia piedi delle pedane, che dovrebbero garantire più luce a terra), e hanno fatto bene.

È la classica posizione da naked sportiva, non esasperata: le gambe sono raccolte, il manubrio è largo correttamente e vicino al busto del pilota. Un ottimo compromesso. Forse, per i cordoli, farebbero comodo delle pedane più arretrate, per spingere come si deve, e una sella leggermente più ampia, ma nulla di grave. A parte questo, guidare in pista moto come la Tuono 660 Factory è un vero toccasana. In un’epoca di supersportive da oltre 200 CV, tornare a spremere una moto da 100 CV con una ciclistica così ben regolata è un piacere di raro gusto.

È un livello di potenza che non richiede le mani di un pilota esperto. Si ha il tempo di pensare, tra una curva e l’altra, e in rettilineo non si viene travolti da mandrie di cavalli; si apprezza una moto comunque veloce che tuttavia non obbliga ad appendersi al manubrio. È una moto guizzante, facile, che non richiede particolari tempi di apprendistato.

Pregi e difetti? Scoprili nella prossima pagina! 

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