        Cinquant&rsquo;anni fa la Yamaha lanci&ograve; i suoi primi modelli da Motocross della serie YZ. Nello stesso anno, l&rsquo;azienda vinse il suo primo campionato del Mondo con Hakan Andersson, in sella a una YZM250 ufficiale. Kawasaki punta ancora sulla ZX-6R La celebrazione Yamaha  Per celebrare i 50 anni di Racing da quando i primi modelli YZ Yamaha hanno lasciato il segno nel mondo delle gare di Motocross, la gamma 2024 includer&agrave; gli esclusivi modelli YZ250F, YZ450F, YZ250 e YZ125 dell&rsquo;edizione 50&deg; anniversario, versioni caratterizzate da scocche bianche, selle viola, cerchi neri e grafiche viola/rosa, in stile r&eacute;tro. La moto che ha avuto le maggiori attenzioni degli ingegneri &egrave; stata la quarto di litro con motore quattro tempi: la nuova generazione della YZ250F, infatti, &egrave; equipaggiata con un inedito telaio in alluminio, che &egrave; stato testato sull&rsquo;ultima YZ450F. Il piantone dello sterzo &egrave; stato posizionato 15 millimetri pi&ugrave; in basso; anche i montanti, di conseguenza, sono posizionati pi&ugrave; in basso e presentano un nuovo profilo a U, pensato per controllare meglio la flessibilit&agrave; del telaio, garantendo stabilit&agrave; ma anche comfort sulle buche. La Yamaha YZ250F  Notevoli passi avanti anche sull&rsquo;ergonomia. La YZ250F 2024 &egrave; 50 millimetri pi&ugrave; stretta nella parte anteriore, pertanto per il pilota &egrave; pi&ugrave; facile spostare il peso in avanti. Merito anche della nuova sella senza cuciture, che &egrave; pi&ugrave; stretta di sei millimetri e anche pi&ugrave; piatta. Inoltre, la differenza di altezza tra la parte anteriore e quella posteriore &egrave; stata ridotta di 15 millimetri. Le sospensioni sono fornite dalla KYB e hanno tarature riviste nella parte idraulica, con l&rsquo;obiettivo di avere una risposta migliore sulle buche. Il tubo del freno posteriore &egrave; meno rigido, per assicurare una migliore modulabilit&agrave;. A livello di motore, cambia la cassa filtro: l&rsquo;aria ora entra attraverso un inedito sistema di condotti posteriori, come quello della YZ450F vincitrice delle gare MXGP e AMA SX. Questa novit&agrave;, unit&agrave; alla nuova taratura della ECU, contribuisce a migliorare l&rsquo;allungo, mantenendo invariato il tiro ai regimi intermedi. La YZ250F 2024 &egrave; dotata di un inedito controllo della trazione, che offre due livelli di assistenza, una funzione di disattivazione e il controllo tramite la nuova app Power Tuner, che &egrave; stata semplificata. Infine, c&rsquo;&egrave; il nuovo launch control con funzione &ldquo;Rev limit&rdquo;, che offre al pilota la possibilit&agrave; di impostare un regime massimo compreso tra 6000 giri/min e 11.000 giri/min, in incrementi di 500 giri/min. Il launch control permette al pilota di concentrarsi sull&rsquo;holeshot, spalancando completamente il gas. Stop alla rimozione selvaggia dei Db-Killer | Cose di Case       

Grafiche celebrative, ergonomia inedita, telaio ereditato dalla YZ450F, motore con pi&ugrave; allungo e tanta elettronica

I 50 anni Yamaha nel Motocross con la YZ250F | Cose di Case

        &Egrave; una favola troppo breve quella di Jarno Saarinen, l&rsquo;ingegnere dal sorriso triste, il bravo ragazzo che incendiava i tifosi. La sua carriera nel Motomondiale dur&ograve; appena cinque anni e 19 giorni, lo spazio di un &ldquo;Amen&rdquo;. Eppure sono bastati a lanciarlo nel mito. Poi l&rsquo;orribile groviglio di Monza, nel GP Nazioni 1973, che si port&ograve; via in un colpo solo lui e Renzo Pasolini, due dei piloti pi&ugrave; amati dal pubblico. Loris Capirossi: "Vi racconto la mia 250" &nbsp; Marziano d'altri tempi   Non era un divo Jarno, era &ldquo;soltanto&rdquo; un marziano. Il primo, quando ancora non era nata la stella di Kenny Roberts, il marziano per antonomasia. Quando ancora un pilota poteva viaggiare in furgone, dormire in tenda, fare l&rsquo;autista e il meccanico, accompagnato soltanto dalla moglie che gli esponeva le segnalazioni dai box, con panni stesi e motori smontati sull&rsquo;asfalto del paddock. &Egrave; a gente come lui che aveva pensato la Yamaha il giorno in cui aveva deciso di sospendere l&rsquo;impegno ufficiale nei Gran Premi, alla fine del 1968. Si era ritirata dalle corse come gi&agrave; avevano fatto Honda e Suzuki, ma aveva continuato a essere presente pi&ugrave; che mai con le sue bicilindriche 250 e 350: il cavallo di battaglia dei privati per antonomasia, modelli che chiunque poteva comprare, semplici da tenere in ordine e soprattutto vincenti. Tanto pi&ugrave; che dal Giappone non lesinavano pezzi speciali agli uomini migliori. Con quelle moto private si potevano vincere dei Mondiali se in sella c&rsquo;era qualcuno con il pelo sullo stomaco. &nbsp; La carriera di Jarno  Come Rod Gould nel 1970 e Phil Read nel 1971. Come Saarinen, che alla Yamaha ha legato tutta la sua storia iridata. Esord&igrave; nel Motomondiale con una YDS3 250 nel GP di casa e non sfigur&ograve;: 11&deg; al traguardo. Era il 1968 e lui aveva 22 anni, tanti al giorno d&rsquo;oggi, il giusto allora, in tempi in cui non si mettevano in sella i ragazzini. L&rsquo;anno successivo Jarno acquist&ograve; una Yamaha 250 SD5 usata e la modific&ograve; profondamente nel telaio e nel motore, perch&eacute; studiava ingegneria e tecnicamente era molto preparato; nel Mondiale corse saltuariamente ma bast&ograve; per farsi conoscere e benvolere da tutti, indipendentemente dai risultati poco signifi cativi. Doveva ancora imparare e non era una cosa tanto semplice sui circuiti di allora, fra i muri di Brno, le rocce di Abbazia, il passaggio sulle rotaie di Imatra e i guard-rail di Salisburgo. Fu il 1970 l&rsquo;anno della svolta, per lui e per Soili. Gi&agrave;, perch&eacute; non si pu&ograve; parlare di Jarno senza parlare di Soili Karme. Fidanzata prima, moglie poi, dolce compagna sempre. Cuoca, infermiera, cronometrista, aiuto meccanico e manager. Bellissima e nemmeno lo sapeva. Lo seguiva ovunque, era la sua ombra e il suo team. Si sposarono nella cattedrale della loro citt&agrave;, Turku, l&rsquo;ultimo giorno del 1970, e la mattina successiva erano gi&agrave; in viaggio per Graz, Austria, dove in inverno Saarinen lavorava alla Puch. Quell&rsquo;anno fu decisivo: ad aprile si era laureato in ingegneria meccanica, poi finalmente si era comprato un furgoncino destinato soltanto alle corse, e una Yamaha TD2 250 con la quale ottenne i primi punti iridati e fin&igrave; il campionato al quarto posto; corse anche nella 125 con una Puch Tunturi modificata da lui stesso, e a dicembre si spos&ograve;. Nel 1971 con l&rsquo;appoggio di Arwidson &amp; Co., importatore finlandese della Yamaha, ottenne le prime vittorie iridate: Cecoslovacchia e Italia nella 350, classe che lo vide concludere il campionato al terzo posto, mentre nella 250 vinse in Spagna, dove fu anche secondo nella 50, schierato dalla Kreidler. &nbsp; Veloce, sempre   Aveva dei &ldquo;numeri&rdquo; il ragazzo, gi&agrave; si vedeva bene. Andava forte con qualsiasi cosa avesse le ruote nonostante una squadra che nemmeno si poteva definire tale: soltanto lui e Soili in giro per l&rsquo;Europa con il camper, all&rsquo;inizio per risparmiare mangiavano cibo in scatola portato da casa, che scaldavano su un fornello da campeggio. Come tutti gli uomini Jarno cedeva raramente il volante alla moglie, e quando arrivavano si trasformava in meccanico e poi in pilota. Instancabile, o quasi. Eppure con con quell&rsquo;organizzazione da zingaro Jarno divent&ograve; campione del Mondo della 250, protagonista di un finale di stagione travolgente: nelle ultime sei gare realizz&ograve; uno score da paura, quattro vittorie e un secondo posto; l&rsquo;ultima la salt&ograve; per ch&eacute; era gi&agrave; matematicamente campione. Correva l&rsquo;anno 1972, sembra lontanissimo ma ti accorgi che non &egrave; cos&igrave; quando incontri qualcuno sulla cinquantina che si chiama come lui: Jarno come l&rsquo;ex pilota di Formula 1 Jarno Trulli, come tanti altri che portano quel nome prima mai sentito, in Italia. &nbsp; Amato dai tifosi   In quei pochi anni Saarinen aveva fatto breccia nel cuore degli appassionati. Aveva sconvolto tutte le logiche, con il suo stile che faceva storcere il naso ai puristi: &ldquo;scomposto&rdquo; lo definivano allora, petto schiacciato sul serbatoio e ginocchia cos&igrave; spalancate da dare ogni tanto una pelatina all&rsquo;asfalto, quando ancora si piegava con le gomme scolpite. Jarno aveva un senso del limite pazzesco e un segreto che affondava le origini nelle sue prime gare. Quelle su fondo innevato disputate nella natia Finlandia, dove si imparava a controllare la sbandata come poi avrebbero appreso Roberts nel Dirt Track, e tutta la banda dei piloti VR46 nel ranch di Valentino Rossi. Il guaio era che la Yamaha dalla fine degli Anni Sessanta aveva cessato l&rsquo;impegno ufficiale e si limitava a dare un appoggio esterno ai suoi piloti pi&ugrave; talentuosi: Read, Kent Andersson e Jarno, che da privato vinse il titolo iridato 250. In quello stesso 1972 fece anche un&rsquo;apparizione con le Benelli 350 e 500 in un GP internazionale a Pesaro e vinse entrambe le gare davanti a Giacomo Agostini. Sarebbe stato bello averlo sulle quattro cilindri italiane l&rsquo;anno dopo. Ma non ci fu un seguito. Aveva le idee chiare il finlandese volante, che amava le corse, Soili e le moto, voleva vincere tanto e presto per ritirarsi presto a vita privata, fare l&rsquo;ingegnere e godersi la famiglia. Senza spocchia, campione della porta accanto che non temeva di sporcarsi le mani. C&rsquo;&egrave; da stupirsi se era amatissimo? C&rsquo;&egrave; da stupirsi se la Yamaha volle proprio lui quando decise che nel 1973 avrebbe ripreso l&rsquo;impegno diretto nel Motomondiale? &nbsp; Un 1973 da leggenda, poi la tragedia   Ingaggiato come uomo di punta della squadra ufficiale, Saarinen volle che il secondo pilota fosse il suo amico dai lunghi baffoni Teuvo Lansivuori, lui pure finlandese. Jarno cominci&ograve; il 1973 all&rsquo;insegna della leggenda, aggiudicandosi sia la 200 Miglia di Daytona che quella di Imola con una 350, contro moto che arrivavano al limite massimo imposto dal regolamento di 750 cm&sup3;. Erano le due gare internazionali pi&ugrave; importanti dell&rsquo;anno. Ma erano in arrivo altre sorprese nel Mondiale, dove i giapponesi fecero debuttare la YZR 500 OW19 a quattro cilindri. Saarinen nella mezzo litro non aveva mai corso ma vinse subito le prime due gare, in Francia e in Austria, battendo il campionissimo Agostini e l&rsquo;invincibile MV Agusta. Al Paul Ricard addirittura Ago cadde cercando di riprenderlo. Nel terzo Gran Premio della stagione, in Germania Ovest, Jarno ruppe la catena, mentre nella 250 non sbagli&ograve; un colpo vincendo tutte e tre le gare. Poi l&rsquo;apocalisse di quel 20 maggio a Monza, quarto appuntamento del Motomondiale, quando Pasolini gripp&ograve; al primo giro della 250 e vol&ograve; via, incolpevole, innescando la tragica carambola. Jarno, che era nato l&rsquo;11 dicembre 1945, aveva appena 27 anni. &ldquo;Paso&rdquo; 34. La Yamaha, in lutto per la morte del suo campione, si ritir&ograve; dalle corse per tutto il resto della stagione. Gli appassionati, quasi mezzo secolo dopo, ne conservano ancora vivo il ricordo e continuano a scambiarsi le sue foto su Facebook, nel gruppo dedicato a lui e a Soili. Ce ne sono tante, bellissime. Una pi&ugrave; di tutte le altre: Jarno, ancora in sella, abbraccia la moglie sotto la pioggia dopo la prima vittoria in un Gran Premio, in Cecoslovacchia. &ldquo;Amo questa immagine pi&ugrave; di tutte le altre &ndash; ha commentato lei &ndash; mi regala ancora la sensazione di un ricordo bellissimo&rdquo;. Duelli da leggenda: le imprese di Gramigni e Rainey nel 1992       

Il campione che veniva da lontano seppe incantare con il suo stile di guida innovativo e la semplicit&agrave; fuori dalla pista, dove lui e la moglie Soili costituivano l'intero team. Divenne Campione del Mondo prima di incontrare il destino assieme a Pasolini nella carambola di Monza

Yamaha Mondiale: la favola triste di Jarno Saarinen

        Conteggiando anche il 2020, in 72 stagioni del Motomondiale sono addirittura 84 i titoli iridati assegnati all&rsquo;ultimo Gran Premio. La categoria che ha fatto registrare il maggior numero di arrivi in volata &egrave; la 250, con 24 edizioni, seguita dalla 125 con 21, dalla 500 con tredici e dalla 50 con 12. Sebbene sia stata introdotta nel 2010, due anni prima della Moto3, soltanto nel 2020 la Moto2 ha fatto attendere l&rsquo;ultima gara stagionale per attribuire la corona iridata. Al contrario, invece, per la Moto3 esistevano gi&agrave; tre precedenti, anche se nessuno nel quadriennio 2016-2019, prima di quello di quest&rsquo;anno. Duelli da leggenda: Max Biaggi e l'indimenticato Ralf Waldmann Le statistiche  In cinque stagioni, nel 1950, 1971, 1980, 1982 e 1989, furono ben tre i titoli assegnati al GP conclusivo: nei primi due casi le classifiche erano per&ograve; complesse perch&eacute; il regolamento prevedeva lo scarto di alcuni risultati, formula abbandonata negli anni Ottanta. Sia nel 1950 che nel 1989 si correvano quattro classi, mentre nel 1971, 1980 e 1982 le categorie erano cinque. Nel 1971 i soli titoli assegnati con largo anticipo furono quelli della 350 e 500, entrambi conquistati da Giacomo Agostini con l&rsquo;MV Agusta: per il principio degli scarti, ad Ago bast&ograve; vincere i primi sei GP stagionali della classe regina e sei dei primi otto della 350 per allungare la sua striscia in cima al Mondo. Nel 1980 invece festeggiarono in anticipo Pier Paolo Bianchi con la MBA in 125 e Anton Mang con la Krauser in 250. Quell&rsquo;anno, a una gara dal termine lo stesso Mang e Jon Ekerold erano a pari punti nella classifica della 350: trionf&ograve; il sudafricano grazie alla vittoria nel GP Germania Ovest con poco pi&ugrave; di un secondo su Mang che pure giocava in casa. Due piloti in testa a pari punti a un GP dalla conclusione del campionato: non &egrave; un&rsquo;eventualit&agrave; cos&igrave; rara come si potrebbe immaginare. Sono nove i precedenti, tuttavia l&rsquo;ultimo risale al 1989. Dopo cinque dei sei appuntamenti della 80 al comando c&rsquo;erano Peter &Ouml;ttl (Krauser) e Manuel Herreros (Derbi) con 75 punti: il tedesco aveva vinto tre volte mentre lo spagnolo aveva ottenuto al massimo tre secondi posti. In lizza c&rsquo;era pure Stefan D&ouml;rflinger (Krauser) con 69 punti. Un degno epilogo per la classe 80 che proprio con la gara di Brno, il 27 agosto, and&ograve; definitivamente in archivio. Vinse la Krauser sbagliata, quella di Herri Torrontegui con quasi 19 secondi su Herreros, soltanto quinto in griglia, che fu scortato sul podio dall&rsquo;altra Derbi di Jorge Martinez. Pur scattando dalla pole, D&ouml;rflinger fin&igrave; quinto, mentre &Ouml;ttl cadde. Senza conquistare un solo GP, Herreros vinse il titolo con 12 punti sullo svizzero e 17 sul tedesco. Negli anni Duemila, invece, in quattro occasioni &ndash; 2006, 2013, 2015 e quest&rsquo;anno &ndash; due titoli sono stati assegnati all&rsquo;ultimo GP. Nei primi tre casi un alloro &egrave; stato vinto dal pilota che inseguiva in classifica: 14 anni fa in MotoGP era stato Nicky Hayden, che prima del GP Valencia doveva recuperare otto punti a Valentino Rossi. Arrivi in volata  Nel 2013 invece in Moto3 a una gara dalla fine c&rsquo;era un terzetto in lizza per il titolo: Luis Salom con 300 punti, Maverick Vi&ntilde;ales con 298 e Alex Rins con 295. Il vincitore di Valencia sarebbe diventato campione, a prescindere dai risultati altrui: nell&rsquo;ipotesi di successo di Rins e secondo posto di Salom i due sarebbero saliti entrambi a 320 punti e sette vittorie, ma il primo avrebbe avuto la meglio grazie al numero di secondi posti. Fin dalle prime battute il quintetto con i tre pretendenti al titolo pi&ugrave; Jonas Folger e Jack Miller aveva preso il largo. Al 15&deg; giro per&ograve; Salom &egrave; uscito di scena per una caduta, imitato poi dall&rsquo;australiano. Gara e Mondiale si sono decisi in volata con Vi&ntilde;ales vincitore per 186 millesimi su Folger e 187 su Rins. Tre sono invece i piloti diventati campioni del Mondo pur non figurando nelle prime due posizioni in classifica a una gara dalla fine. Nel 1966, il campionato della 50 era articolato su sei GP, con i migliori quattro piazzamenti validi per la classifica. Dopo il quinto GP le Honda di Luigi Taveri e Ralph Bryans avevano 26 punti, ma Hans-Georg Anscheidt con la Suzuki seguiva a 25, e si aggiudic&ograve; gara, in Giappone, e Mondiale.  Nel 1969 invece nella 50 Angel Nieto aveva 64 punti, Barry Smith 69 e Aalt Toersen 75 ma lo spagnolo aveva soltanto cinque risultati validi a differenza dei rivali che dovevano scartare dei punteggi. All&rsquo;iberico bast&ograve; il secondo posto ad Abbazia per essere campione. In contemporanea nella 250 Santiago Herrero aveva 83 punti, Kent Andersson e Kel Carruthers 82, con quest&rsquo;ultimo terzo per il minor numero di quarti posti. Ma l&rsquo;australiano della Benelli vinse gara e titolo, con cinque punti sullo svedese e sei sullo spagnolo. Duelli da leggenda: la vittoria del privatissimo Tournadre       

Parit&agrave; risolte soltanto nel GP conclusivo, rimonte impossibili e sorpassi ai danni di due rivali in una sola gara: il Motomondiale ha vissuto ogni tipo di epilogo in extremis

Duelli da leggenda: quando il titolo è stato assegnato all'ultima curva

Trent&#39;anni fa. Il 18 marzo del 1990, per la precisione. La SBK scendeva in pista per il primo round iridato di 13 appuntamenti complessivi, debuttando sulla pista andalusa di Jerez, in una domenica di sole.  Folta la griglia di partenza, con nomi di alto livello. Il due volte campione del mondo Fred Merkel partiva per difendere il titolo con la sua Honda RC 30 Rumi, Ducati schierava Raymond Roche nel team Lucchinelli dotato di 851, al fianco del francese c&rsquo;era Giancarlo Falappa, il &ldquo;leone di Jesi&rdquo;.  Italiani ben rappresentati anche da Fabrizio Pirovano. Il &ldquo;Piro&rdquo; guidava la Yamaha OW01 750 messa in pista da Belgarda, poi c&rsquo;erano Baldassarre Monti con la Honda, Davide Tardozzi su 851, Stefano Caracchi sempre su una Rossa, Piergiorgio Bontempi, ancora su Ducati.  Gli azzurri avrebbero dovuto fare attenzione, oltre all&rsquo;americano con il numero 1, ad avversari quali Mertens, Andersson, Rymer, Baldwin, Phillis, Slight. McElnea e Polen. Insomma, lo schieramento di iscritti era ricco e nutrito, i gommisti coinvolti nella sfida quattro - Michelin, Dunlop, Pirelli e Metzeler - e in ogni gara la minaccia delle wild card era seria e competitiva.  RRR - Rocket Raymon Roche   Lo scatto dalla pole era appannaggio di Raymond Roche, siglata in 1&#39;51&rdquo;410.   La prima fila era completata da Merkel, Rymer e Falappa. Tenete presente che presero parte alla competizione ben 36 piloti, suddivisi in quattro per ogni fila.  Roche, dopo battute iniziali di gruppo, riusc&igrave; a prendere metri e secondi di vantaggio nel finale, gestendo perfettamente le coperture, dosando la coppia offerta dal bicilindrico desmodromico, il pi&ugrave; esuberante del lotto ai regimi medio-bassi. Raymond, ex 500, era uno specialista nel controllare il posteriore, specialmente quando le gomme calavano. Questa sua caratteristica gli regal&ograve; il successo nella prima manche, con un buon vantaggio sulla Honda di Merkel. Il terzo gradino del podio &egrave; stato calcato da Mertens, che regol&ograve; per un soffio Phillis.  Falappa e Pirovano giunsero quinto e sesto. Per Fabrizio una rimonta dalla diciassettesima casella.   &nbsp;Marco Lucchinelli festeggi&ograve; la prima affermazione nelle vesti di manager, ma per Lucky la celebrazione non fin&igrave; l&igrave;: nella seconda partenza di giornata, Roche - ex rivale e compagno di scorribande nel tempo libero - decise di portare nel garage del boss ed amico un&rsquo;altra coppa da primo classificato.  RI - Repetita Iuvant   Infatti, &egrave; ancora il pilota numero 3 a trionfare. Oltre sei i secondi di vantaggio di Raymond, Parecchie le sportellate condivise con Falappa, che si accontent&ograve; del gradine centale, meglio di Merkel, su quello pi&ugrave; basso. Giancarlo e Frede erano entrambi in lizza per il titolo di fine anno, entrambi battuti dalla furia transalpina: &quot;Mi chiedi se sono contento - rispose Roche ad un giornalista nel paddock - tu non lo saresti al posto mio?! Vengo qui in Spagna, vinco due volte... come altro potrei sentirmi?&quot; Aveva pienamente ragione.  Poca gloria per Pirovano e Monti, anche se va precisato che, gi&agrave; entrare nei migliori 15, nella SBK dell&rsquo;epoca era una vera impresa. Personaggi come Fogarty, Whitham, Papa e Burnett non riuscirono a tagliare il traguardo.  &nbsp;Con un computo di 40 punti (al vincitore ne venivano assegnati 20) il francese salut&ograve; Jerez da leader e Ducati, all&#39;epoca non pi&ugrave; azienda di regime parastatale, bens&igrave; rientrante nella propriet&agrave; Cagiva,&nbsp;cominci&ograve; a pregustare il sapore di un piatto che, weekend dopo weekend, si apprestava a divenire sempre pi&ugrave; ricco e prelibato: le quattro cilindri setteemmezzo vennero sconfitti dal pompone pi&ugrave; e pi&ugrave; volte.  Alex Lowes: &ldquo;Arriveranno gare fantastiche&rdquo; 

Nel round inagurale 1990 a Jerez, Raymond riusc&igrave; a battere tutti in entrambe le manche, portando la 851 sulla strada dell&#39;alloro finale, il primo per Borgo Panigale nelle derivate

Trent&#39;anni fa: Roche e Ducati, doppietta antipasto di titolo SBK

Sabato 27 e domenica 28 maggio si disputer&agrave; il GP d&rsquo;Italia Enduro 3570.it Citt&agrave; di Spoleto valido come terza prova del Campionato del Mondo EnduroGP 2017. Il GP d&rsquo;Italia Enduro 2017 sar&agrave; dunque la gara pi&ugrave; attesa, voluta, cercata, gi&agrave; preparata nei mimimi particolari dal Moto Club Spoleto dopo la splendida edizione del round dei Campionati Assoluti d&rsquo;Italia organizzati nel 2015 nella cittadina umbra. Un&#39;evento ricco di storia e significati per tutto il circus del Campionato Mondiale, per i suoi piloti e per gli appassionati. Il GP d&rsquo;Italia Enduro si materializzer&agrave; a Spoleto (PG), per transitare da luoghi destinati ad entrare nella storia dell&#39;enduro &quot;Made in Italy&quot;, proprio nell&#39;anno del dopo terremoto che ha colpito questa zona del Centro Italia nell&rsquo;agosto 2016. Anche per il Mondiale Enduro il GP d&rsquo;Italia &egrave; un riabbracciarsi con aspre mulattiere e passaggi difficoltosi e spettacolari come saranno tutte le tre differenti prove speciali: Enduro Test, Cross, Test, Extreme Test, oltre alla speciale prologo della serata di venerd&igrave; tracciata all&rsquo;interno dello Stadio che sar&agrave; disputata prima dell&rsquo;arrivo delle moto al parco chiuso.    ORGANIZZAZIONE &ldquo;MONDIALE&rdquo; - &ldquo;Gi&agrave; da oltre ani anno stiamo lavorando per questo GP d&rsquo;Italia 2017 di Spoleto confermando l&rsquo;impegno del Moto Club Spoleto nell&rsquo;organizzare una gara &quot;mondiale&quot; in grado di richiamare piloti da tutto il mondo e dai quattro continenti della terra &ndash; spiega Daniele Cesaretti, presidente del M.C. Spoleto - spero in un risultato positivo per i piloti italiani anche se per tutti noi del Moto Club Spoleto e per il nostro pilota Tommaso Montanari. La vittoria pi&ugrave; bella l&rsquo;abbiamo gi&agrave; ottenuta nel poter organizzare con la collaborazione di tutti i Comuni interessati, e dai vari Enti quella che potremmo definire una super gara che il nostro staff tecnico sta ancora definendo. Il nostro staff comprender&agrave; circa trecento persone addetti ai vari servizi, oltre alle varie Forze dell&#39;Ordine, volontari della Protezione Civile e altri ancora, tutti insieme per assicurare il perfetto svolgimento della gara&quot;.  Speranze, motivazioni, consapevolezza d&rsquo;essere tra i migliori sei piloti della classifica del Campionato Mondiale Enduro. Questo lo stato d&rsquo;animo di Giacomo Redondi (Honda-RedMoto), miglior pilota italiano della nuova classe EnduroGP e dei giovani Davide Soreca (Honda-RedMoto) e Andrea Verona (TM), questi ultimi al comando delle classi EJ ed EY, alla vigilia del GP d&rsquo;Italia Enduro 3570.it Citt&agrave; di Spoleto che prender&agrave; il via venerd&igrave; 26 maggio con la disputa della speciale prologo in programma dalle 18.00 presso lo Stadio di Calcio di Spoleto.  REDONDI E SALVINI PUNTE DI DIAMENTE AZZURRE IN ENDUOGP - Insieme a Redondi nella EnduroGP &egrave; atteso a una grande prova l&rsquo;iridato E2 del 2013 Alex Salvini (Beta) che rientrer&agrave; alle gare da un infortunio alla spalla destra patito nel precedente GP di Spagna. Altro pilota della &ldquo;pattuglia tricolore&rdquo; da seguire nella EnduroGP, sar&agrave; Deny Philippaerts (Beta-Boano). Da segnalare purtroppo l&rsquo;assenza per la frattura della clavicola destra del ternano Tommaso Montanari (Beta-Boano). &ldquo;Pilota del Moto Club Spoleto che abita a una ventina di chilometri dalla citt&agrave; umbra, Montanari ha sperato fino all&rsquo;ultimo di poter essere al via di questa gara di casa ma alla fine ha dovuto arrendersi all&rsquo;evidenza dell&rsquo;impossibilit&agrave; di gareggiare. Redondi, Salvini e Philippaerts dovranno fare i conti con un agguerrito gruppo di avversari capitanati dall&rsquo;australiano Matthew Phillips (Sherco), iridato 2016 delle classi E2 ed EnduroGP e attualmente leader della EnduroGP. Tra i sicuri avversari di Phillips figurano l&rsquo;inglese Steve Holcombe (Beta), il finlandese Antti Helsten (Husqvarna), i due francesi Loic Larrieu (Yamaha 450 4T) e Christophe Nambotin (KTM).  ENDURO2 TUTTI CONTRO REMES - Nella classe Enduro2 &egrave; il finlandese Eero Remes (TM) ad indossare le vesti di favorito. Due volte iridato nelle ultime due stagioni con la pesarese TM 250 4T e vincitore di tre delle quattro giornate di gara disputate fino a ora, Remes ha gi&agrave; dimostrato di essere un pilota polivalente, in grado di essere velocissimo e aggressivo su ogni tipo di terreno e prova speciale. Nel GP d&rsquo;Italia Enduro 3570.it di Spoleto, Remes dovr&agrave; sicuramente vedersela con il giovane spagnolo Josep Garcia (KTM), l&rsquo;inglese Jamie McCanney (Yamaha) e l&rsquo;austriaco Raucheneker (Husqvarna). Obiettivo &ldquo;Top Five&rdquo; per il bergamasco Thomas Oldrati (Husqvarna), ora ottavo nella classifica provvisoria di questa classe, mentre sono attesi a riscattare la sfortuna patita nei precedenti due GP di Finlandia e Spagna, Manuel Monni (TM) e Davide Soreca (Honda-RedMoto). Stesso discorso per gli altri due azzurri Rudy Moroni (KTM) e Gianluca Martini (Suzuki-Valenti).  EJ, DAVIDE SORECA ALL&rsquo;ATTACCO - Occhi puntati nella EJ sul pilota di Bordighera, Davide Soreca (Honda-RedMoto) primo in classifica con l&rsquo;obiettivo di confermare la propria leadership in questa classe davanti agli inseguitori Persson (Yamaha) e Mirabet (Sherco). Tra gli avversari pi&ugrave; temibili di Soreca, figura soprattutto l&rsquo;inglese Freeman (Beta-Boano), mentre ci si attende una buona prova dal piemontese Matteo Cavallo (Beta-Boano) vincitore della classifica assoluta nell&rsquo;ultima prova dei Campionati Assoluti d&rsquo;Italia di aprile a Viverone.  EY. ANDREA VERONA SPERANZA AZZURRA - Nella EY 125 2T riservata ai giovani &ldquo;Under 21&rdquo; &egrave; il vicentino Andrea Verona (TM) a far sperare gli appassionati dell&rsquo;enduro italiano. Verona, infatti, ha vinto tutte le giornate di gara disputate in Finlandia e Spagna, confermando le proprie aspirazioni di puntare veramente in alto quest&rsquo;anno.  WEEK-END RICCO - l programma del Gran Premio d&rsquo;Italia 3570.it Citt&agrave; di Spoleto non &egrave; solo legato al Mondiale perch&eacute; a tutti i licenziati FMI &egrave; stato riservato il trofeo MBE Enduro World, una vera a propria gara nazionale di enduro con la differenza, rispetto al Mondiale, di essere disputata su 2 giri anzich&eacute; 3 per un totale di due gare da correre sabato 27 e domenica 28. L&rsquo;Arena sar&agrave; aperta tutti i giorni, dal pomeriggio, per spettacoli di cabaret cui si potr&agrave; assistere pagando un biglietto dal prezzo fisso e basso, voluto per consentire a tutti di partecipare e allo stesso tempo all&rsquo;organizzazione di recuperare, almeno in parte, le ingenti spese sostenute, mentre sabato sera uno spettacolo pirotecnico illuminer&agrave; il cielo sopra la Chiesa di San Pietro &nbsp; Programma Ufficiale&nbsp; &nbsp; Mercoled&igrave; 24 maggio Ore 15.00 Apertura area Paddock Gioved&igrave; 25 maggio Ore 9.00 Apertura area paddock&nbsp; Ore 10.30 Apertura area expo Ore 14.00 Apertura Headquarters Ore 14.00 Apertura area Training 0re 14.00 Apertura sala Stampa Ore 18.00 Chiusura area Training Ore 18.00 Meeting organizzatori e Race Director &nbsp; Ore 19.00 Aperitivo di benvenuto area paddock Hospitality MCS1921 Venerd&igrave; 26 maggio Ore 9.00 1st Race Direction Meeting Ore 11.00 Apertura controlli amministrativi Ore 11.30 Apertura controlli tecnici e amministrativi Ore 14.00 Chiusura controlli tecnici e amministrativi Ore 14.30 2nd Race Direction Meeting Ore 16.00 Briefing Piloti Ore 18.00 Super Test (Stadio comunale BPS Arena) Ore 21.00 Fine super test&nbsp; Ore 21.30 Spettacolo Free Style Motocross Daboot (Stadio comunale BPS Arena) Ore 22.00 Alvaro Vitali e Stefania Corona in&rdquo; Puzzle Sound &ldquo;(Stadio comunale BPS Arena) Ore 22.30 Gianni Cinelli Live Show Ganjaman (Stadio comunale BPS Arena) Ore 23.00 Spettacolo Free Style Motocross Daboot (Stadio comunale BPS Arena) Sabato 27 maggio Ore 9.00 Partenza gara 1 Ore 10.00 Apertura area Expo Ore 11.00 Apertura KTM Baby Motor Park Ore 16.00 Circa Super test Fine gara 1 (Stadio Bps Arena diretta Tv) Ore 17.00 Premiazioni gara 1 (Stadio Bps Arena) Ore 17.15 3rd Race Direction Meeting Ore 19.00 Radio Pinky &nbsp;(Stadio Bps Arena) Ore 19.30 Spettacolo Hip Hop (Stadio Bps Arena) Ore 21.00 Spettacolo Free Style Motocross Daboot (Stadio comunale BPS Arena) Ore 22.00 Dario Ballantini Live Show (Stadio comunale BPS Arena) Ore 23.00 Spettacolo Free Style Motocross Daboot (Stadio comunale BPS Arena) Ore 23.50 Spettacolo Pirotecnico (Paddock) Domenica 28 maggio Ore 9.00 Partenza gara 2 Ore 10.00 Apertura area expo Ore 10.30 Apertura KTM Baby Motor Park Ore 16.00 Circa Super test Fine gara 1 (Stadio Bps Arena diretta Tv) Ore 17.30 Premiazioni Gara 2  CLASSIFICHE DI CAMPIONATO DOPO I PRIMI DUE GP DI FINLANDIA E SPAGNA&nbsp; Classe EnduroGP: 1. Phillips (Aus-Sherco), punti 88; 2. Holcombe (GBR-Beta), 80; 3. Hellsten (Fin-Husqvarna), 74; 4, Larrieu (Fra-Yamaha), 61; 5. Nambotin (Fra-KTM), 55; 6. Redondi (Ita-Honda-RedMoto), 53; 7. Watson (GBR-KTM), 51; 8. Charlier (Fra-Husqvarna), 50; 9. Tarkkala (Fin-Beta), 38; 10. Guerrero (Spa-Yamaha), 36; 11. Philippaerts (Ita-Beta-Boano), 35; 14. Salvini (Ita-Beta), 20.&nbsp; Classe Enduro2: 1. Remes (Fin-TM), punti 95 ; 2. Garcia (Spa-KTM), 79; 3. McCanney &nbsp;J. (GBR-Yamaha), 75; 4. Raucheneker (Aut-Husqvarna), 67; 5. Stigell (Fin-Husqvarna), 62; 6. Sanders (Aus-KTM), 52; 7. McCanney D. (GBR-Husqvarna), 49; 8. Oldrati (Ita-Husqvarna), 45; 9. Barragan (Spa-Gas Gas), 39; 10. Guarneri (Ita-Honda-RedMoto), 38; 15. Monni (Ita-TM), 23; 17. Moroni (Ita-KTM), 18; 20. Martini (Ita-Suzuki-Valenti), 15. Classe EJ: 1. Soreca (Ita-Honda-RedMoto), punti 89; 2. Persson (Ewe-Yamaha), 77; 3. Mirabet (Spa-Sherco), 66; 4. Hanninen (Fin-Husqvarna), 57; 5. Pohjola (Fin-Husqvarna), 50; 6. Freeman (GBR-Beta), 47; 7. Olenius (Fin-Honda-RedMoto), 43; 8. Cavallo (Ita-Beta), 38; 9. Olsen (Swe-KTM), 34; 10. Andersson (Swe-KTM), 32; 18. Spandre (Ita-Suzuki), 21; 24. Facchetti (Ita-TM), 12. Classe EY: 1. Verona (Ita-TM), punti 80; 2. Svard (Fin-Husqvarna), 73; 3. Haljala (Fin-Husqvarna), 47; 4. Barbosa (Chi-Husqvarna), Le Quere (Fra-TM), 42. 6. Iscla (Spa-KTM), Ahtila (Fin-KTM), 36; 8. Toukola (Fin-KTM), 34; 9. Tomas (Spa-Husqvarna), 32; 10. Kalle (Fin-Husqvarna), 28. 

Sbarca in Umbria l&rsquo;appuntamento iridato pi&ugrave; atteso dagli appassionati italiani della specialit&agrave; &nbsp;

Mondiale Enduro: tutto pronto a Spoleto per il 3570.it GP d&rsquo;Italia

  Vera classe di mezzo non solo per la cilindrata ma anche per la data dell'inizio del campionato del mondo, la 250 ha sempre combattuto con la 500 per il titolo di classe pi&ugrave; combattuta ed interessante del Cross. Per questo in questa categoria si sono forgiati campioni poi diventati veri miti del Motocross.  I suoi inizi sono datati 1962 con la vittoria di Torsten Hallman in sella alla Husqvarna. L'accoppiata tutta svedese si ripete anche l'anno successivo per poi cedere lo scettro ad un giovane di nome Joel Robert che porta al successo la rustica ma efficace moto cecoslovacca CZ. Dopo altri due titoli di Hallman, Robert inizia un filotto di cinque titoli dal 1968 al 1972.   Nel 1973 la vittoria va ad un altro nordico Hakan Andersson che porta al successo una rivoluzionaria Yamaha con sospensione posteriore Monocross! Poi sono gli anni mitici di Moiseev, il russo dell'Armata Rossa e dei suoi duelli epici con il favoloso Falta, pilota cecoslovacco. Il loro confronto  varcava i confini sportivi per entrare in quelli politici come nel 1974 con la discussa vittoria del russo dopo un dubbia squalifica di Falta.  In questa cilindrata sono venuti fuori miti come Carlqvist (1979), Job&egrave; (1983), Kinigadner ('84 e '85) e poi ancora Bayle nel 1989. La prima vittoria italiana arriva nel 1991 con Alex Puzar poi arriver&agrave; il tris iridato di Stefan Everts (95, 96 e 97) con l'acerrimo nemico Tortelli che vince nel 1998 e poi gli anni di Bolley e Pichon. Nel 2003 vince ancora Everts, l'anno dopo la classe diventa MX2 lanciando fra i grandi Ben Townley.          Vai all'albo d'oro della classe MX1    table td {font-size:0.9em; line-height:30px;border:1px solid #DDDDDD;} .testa_tab{ font-weight:bold; }                    Anno        Pilota        Nazionalit&agrave;        Moto                    2003        Stefan Everts        Belgio        Yamaha - YZ 250                    2002        Mickael Pichon        Francia        Suzuki - RM 250                    2001        Mickael Pichon        Francia        Suzuki - RM 250                    2000        Frederic Bolley        Francia        Honda - CR 250                    1999        Frederic Bolley        Francia        Honda - CR 250                    1998        Sebastien Tortelli        Francia        Kawasaki - KX 250                    1997        Stefan Everts        Belgio        Honda - CR 250                    1996        Stefan Everts        Belgio        Honda - CR 250                    1995        Stefan Everts        Belgio        Kawasaki - KX 250                    1994        Greg Albertyn        Sudafrica        Suzuki - RM 250                    1993        Greg Albertyn        Sudafrica        Honda - CR 250                    1992        Donnie Schmit        Stati Uniti        Yamaha - YZ 250                    1991        Trampas Parker        Stati Uniti        Honda - CR 250                    1990        Alessandro Puzar        Italia        Suzuki - RM 250                    1989        Jean Mickael Bayle        Francia        Honda - CR 250                    1988        John Van Den Berk        Paesi Bassi        Yamaha - YZ 250                    1987        Eric Geboers        Belgio        Honda - CR 250                    1986        Jacky Vimond        Francia        Yamaha - YZ 250                    1985        Heinz Kinigadner        Austria        KTM - 250 MX                    1984        Heinz Kinigadner        Austria        KTM - 250 MX                    1983        Georges Job&egrave;        Belgio        Suzuki - RM 250                    1982        Danny Laporte        Stati Uniti        Yamaha - YZ 250                    1981        Neil Hudson        Regno uniti        Yamaha - YZ 250                    1980        Georges Job&egrave;        Belgio        Suzuki - RM 250                    1979        Hakan Carlqvist        Svezia        Husqvarna - CR 250                    1978        Guennady Moisseev        Russia        KTM - 250 MX                    1977        Guennady Moisseev        Russia        KTM - 250 MX                    1976        Heikki Mikkola        Finlandia        Husqvarna - CR 250                    1975        Harry Everts        Belgio        Puch - 250                    1974        Guennady Moisseev        Russia        KTM - 250 MX                    1973        Hakan Andersson        Svezia        Yamaha - YZ 250                    1972        Joel Robert        Belgio        Suzuki - RM 250                    1971        Joel Robert        Belgio        Suzuki - RM 250                    1970        Joel Robert        Belgio        Suzuki - RM 250                    1969        Joel Robert        Belgio        CZ                    1968        Joel Robert        Belgio        CZ                    1967        Torsten Hallman        Svezia        Husqvarna - CR 250                    1966        Torsten Hallman        Svezia        Husqvarna - CR 250                    1965        Viktor Arbekov        Russia        CZ                    1964        Joel Robert        Belgio        CZ                    1963        Torsten Hallman        Svezia        Husqvarna - CR 250                    1962        Torsten Hallman        Svezia        Husqvarna - CR 250            

Dal 1962 al 2003, tutti i campioni della classe 250 di Cross

Motocross albo d'oro classe 250

  La classe 125 ha visto la luce nel 1949 &egrave; attualmente la categoria con la cilindrata pi&ugrave; piccola del Motomondiale.  Dal 1988 &egrave; stato creato un regolamento che prevede un limite massimo di peso complessivo di 132 kg con il pilota e 70 kg solo per la moto. Possono partecipare a questo campionato piloti con un&rsquo;et&agrave; compresa tra i 15 e i 28 anni.  Questa categoria &egrave; trampolino di lancio per tutti i piloti che poi correranno nella massima categoria e lo &egrave; stata in passato per campioni storici come ad esempio: lo spagnolo Angel Nieto, Carlo Ubbiali, Pierpaolo Bianchi, Eugenio Lazzarini e Fausto Gresini.  Tra le case motociclistiche che si sono date battaglia in questa categoria: la Derbi, la Minarelli, la MBA e la Garelli, ma anche la MV Augusta. Negli ultimi anni hanno fatto il loro ingresso anche la giapponese Honda e le italiane Aprilia e pi&ugrave; recentemente la Gilera.  L&rsquo;Aprilia dal suo ingresso &egrave; sempre stata ai vertici delle classifiche consacrandosi insieme alla Honda leader nella produzione di moto da corsa di piccola cilindrata.      Vai All'Albo d'oro della MotoGP        Vai All'Albo d'oro della classe 250        Vai All'Albo d'oro della classe 500    &nbsp;  table td {font-size:0.9em; line-height:30px;border:1px solid #DDDDDD;} .testa_tab{ font-weight:bold;  }                    Anno        Pilota        Scuderia                    1949        Nello Pagani - Italia        Mondial                    1950        Bruno Ruffo - Italia        Mondial                    1951        Carlo Ubbiali - Italia        Mondial                    1952        Cecil Sandford - Regno Unito        MV Agusta                    1953        Werner Haas - Germania Ovest        NSU                    1954        Rupert Hollaus - Austria        NSU                    1955        Carlo Ubbiali - Italia        MV Agusta                    1956        Carlo Ubbiali - Italia        MV Agusta                    1957        Tarquinio Provini - Italia        Mondial                    1958        Carlo Ubbiali - Italia        MV Agusta                    1959        Carlo Ubbiali - Italia        MV Agusta                    1960        Carlo Ubbiali - Italia        MV Agusta                    1961        Tom Phillis - Australia        Honda                    1962        Luigi Taveri - Svizzera        Honda                    1963        Hugh Anderson - Nuova Zelanda        Suzuki                    1964        Luigi Taveri - Svizzera        Honda                    1965        Hugh Anderson - Nuova Zelanda        Suzuki                    1966        Luigi Taveri - Svizzera        Honda                    1967        Billy Ivy - Regno Unito        Yamaha                    1968        Phil Read - Regno Unito        Yamaha                    1969        Dave Simmons - Regno Unito        Kawasaki                    1970        Dieter Braun - Germania Ovest        Suzuki                    1971        Angel Nieto - Spagna        Derbi                    1972        Angel Nieto - Spagna        Derbi                    1973        Kent Andersson - Svezia        Yamaha                    1974        Kent Andersson - Svezia        Yamaha                    1975        Paolo Pileri - Italia        Morbidelli                    1976        Pierpaolo Bianchi - Italia        Morbidelli                    1977        Pierpaolo Bianchi - Italia        Morbidelli                    1978        Eugenio Lazzarini - Italia        MBA                    1979        Angel Nieto - Spagna        Minarelli                    1980        Pierpaolo Bianchi - Italia        MBA                    1981        Angel Nieto - Spagna        Minarelli                    1982        Angel Nieto - Spagna        Garelli                    1983        Angel Nieto - Spagna        Garelli                    1984        Angel Nieto - Spagna        Garelli                    1985        Fausto Gresini - Italia        Garelli                    1986        Luca Cadalora - Italia        Garelli                    1987        Fausto Gresini - Italia        Garelli                    1988        Jorge Martinez - Spagna        Derbi                    1989        Alex Criville - Spagna        JJ Cobas                    1990        Loris Capirossi - Italia        Honda                    1991        Loris Capirossi - Italia        Honda                    1992        Alessandro Gramigni - Italia        Aprilia                    1993        Dirk Raudies - Germania        Honda                    1994        Kazuto Sakata - Giappone        Aprilia                    1995        Haruchika Aoki - Giappone        Honda                    1996        Haruchika Aoki - Giappone        Honda                    1997        Valentino Rossi - Italia        Aprilia                    1998        Kazuto Sakata - Giappone        Aprilia                    1999        Emilio Alzamora - Spagna        Honda                    2000        Roberto Locatelli - Italia        Aprilia                    2001        Manuel Poggiali - San Marino        Gilera                    2002        Arnaud Vincent - Francia        Aprilia                    2003        Daniel Pedrosa - Spagna        Honda                    2004        Andrea Dovizioso - Italia        Honda                    2005        Thomas Luthi - Svizzera        Honda                    2006        &Aacute;lvaro Bautista - Spagna        Aprilia                    2007        Gabor Talmacsi - Ungheria        Aprilia                    2008        Mike di Meglio - Francia        Derbi                    2009        Julian Simon - Spagna        Aprilia                    2010        Marc Marquez - Spagna        Derbi                    2011        Nicolas Terol - Spagna        Aprilia            

Dal 1949 ad oggi, l'elenco dei vincitori della 125, la classe pi&ugrave; longeva del Motomondiale

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