        Ci sono davvero quasi tutti: amici, colleghi, ex piloti o addetti ai lavori ad unirsi a dar forza a Danilo Petrucci dopo lo spaventoso incidente in cui &egrave; rimasto coinvolto mentre si allenava con la moto da cross. SBK, PETRUCCI: "HO TEMUTO DI NON POTERLO RACCONTARE, VOGLIO FARCELA PER MISANO" Quanto affetto per il Petrux Che Danilo sia uno dei piloti pi&ugrave; amati non &egrave; certo una sorpresa, il suo essere sempre genuino e puro lo fa sembrare &ldquo;umano&rdquo; in un modo che purtroppo delle volte sembra irraggiungibile. Da quando ha lasciato la MotoGP per correre, con successo, la Dakar e poi passare alle derivate di serie &ldquo;the handyman&rdquo; come si era soprannominato durante l&rsquo;avventura americana, la sua popolarit&agrave; &egrave; aumentata. Cos&igrave; quando si &egrave; venuto a sapere del terribile incidente avvenuto mentre si allenava con la moto da cross, dimesso ieri dopo l&rsquo;operazione alla clavicola ed alla scapola (che ha fatto seguito a quella alla mandibola, la prima ad essere eseguita appena dopo la caduta), Danilo ha ringraziato tutti per il supporto con un video su Instagram. Un modo per tranquillizzare e ringraziare tutti quelli che hanno speso un minuto del proprio tempo per fargli un in bocca al lupo, tra questi tantissimi campioni della MotoGP e della SBK come Fabio Quartararo, i piloti Aprilia Aleix Espargaro e Maverick Vinales ma anche Luca Marini, Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi. Tra i colleghi delle derivate di serie invece il sei volte iridato Jonathan Rea, Scott Redding, Alex Lowes e Xavi Vierge. Si sono uniti anche tantissimi campioni del passato come Loris Capirossi e Marco Melandri oltre che i fuoristradisti Ivan Cevantes, Kevin Benavides, Antonio Cairoli e tanti altri piloti.        

Il ternano &egrave; stato finalmente dimesso dall&rsquo;ospedale dopo il terribile incidente della scorsa settimana, sui social tanti colleghi gli hanno augurato pronta guarigione

Superbike: tutto il paddock da forza a Danilo Petrucci

        Il debutto di CFMOTOnel mondiale Moto3 &egrave; avvenuto nel 2022 quando il team PrustelGP si &egrave; presentato al via della stagione del motomondiale con due KTM RC250GP marchiate con il brand cinese. Da quest&rsquo;anno, dopo il burrascoso divorzio consumato a Valencia, le CFMOTO sono passate in mano al team Aspar che con David Alonso ha conquistato gi&agrave; due successi in questo inizio di campionato. MOTOGP, BATMAN VINALES FA LA STORIA CON APRILIA: "LA MIA GARA MIGLIORE" Un po&rsquo; cinese, un po&rsquo; austrica, un po&rsquo; italiana CFMOTO &egrave; un brand relativamente giovane, &egrave; nato infatti nel 1989 ad Hangzhou, una delle citt&agrave; pi&ugrave; prosperose della Cina fin dall&rsquo;inizio dello scorso secolo. Dopo i primi anni dentro le &ldquo;mura&rdquo; cinesi il brand ha iniziato ad espandersi cercando partner commerciali in occidente. I primi ad appoggiare la causa di CFMOTO sono stati gli austriaci di KTM. La casa di Mattighofen, per&ograve;, contrariamente a quanto fatto con Husqvarna prima, GasGas poi e solo pochi mesi fa MV Agusta, ha stretto solamente una partnership commerciale: il marchio cinese resta dunque autonomo e non controllato da KTM, come invece accade per gli altri marchi del Pierer Mobility Group. Anzi, &egrave; proprio CFMOTO attraverso una societ&agrave; chiamata CKM di cui &egrave; azionista di maggioranza a possedere una piccola percentuale del Pierer Mobility Group. Il primo accordo risale addirittura al 2011, mentre dal 2017 CFMOTO con una joint venture tra i due marchi distribuisce le moto austriache in Cina con il brand KTMR2R. Questa partnership &egrave; andata negli anni rafforzandosi tanto che da qualche anno KTM fa produrre i motori bicilindrici LC8c proprio in Cina dove viene anche assemblata interamente sia la KTM 790 Duke che la KTM 790 Adventure, nella stessa linea dove vengono prodotte le 800NK e le 800MT dopo il suo ritorno in listino nel 2023. In CFMOTO per&ograve; c&rsquo;&egrave; anche un po&rsquo; d&rsquo;Italia, infatti se in Cina vengono prodotte le moto austriache, in Italia vengono progettate e disegnate tutte le ultime nate del brand cinese. La sede del R&amp;D Europeo del brand &egrave; a Rimini nello studio Modena 40 di Carles Solsona, designer spagnolo dal passato in moltissimi brand italiani come Aprilia, Benelli, Ducati e MV Agusta &egrave; diventato Designer Director di CFMOTO. Tutte le nuove moto a partire dalle sportive 450SR passando per la naked 800NK alla classica 700CLX sono nate in Italia in un piccolo capannone nella &ldquo;Motor Valley&rdquo; a Rimini.   Un brand &ldquo;racing&rdquo; senza impegno Negli ultimi anni i marchi cinesi stanno prendendo possesso anche del mondo racing, una volta terra di conquista solo per case europee e giapponesi. Dalla passata stagione Kove ha schierato la propria piccola 321RR nel mondiale Supersport 300, oltre alla 450 Rally alle ultime due Dakar, mentre dal round di Barcellona &egrave; arrivata anche QJ Motor con la propria SSP ed un piano per arrivare in SBK tra pochi anni. Quest&rsquo;ultima nelle ultime stagioni ha il proprio brand sulle Kalex Moto2 del team Gresini Racing e in questo 2024 ha deciso di fare il grande passo schierando una propria moto in gara. Per ora CFMOTO si limita a dare il proprio brand alle KTM RC250GP schierate nel mondiale Moto3 ma chiss&agrave; che questo non sia da stimolo per per scendere in pista con una propria moto. Magari proprio la 450SR, gi&agrave; vista in configurazione racing alla presentazione stampa ad Istanbul e all&rsquo;ultima edizione di EICMA, nel WorldSSP300 dando vita ad un duello con la Kove.  strapi:podcast:11       

Grazie ai successi di David Alonso, il marchio del &ldquo;grande impero&rdquo; dopo i successi commerciali inizia a farsi conoscere anche nel mondo racing

CFMOTO: la “cinese” della famiglia KTM che vince in Moto3

        L&rsquo;edizione 2024 &egrave; stata l&rsquo;ultima, almeno per il momento, a cui la classe quad ha potuto partecipare, lo scarso numero di iscritti e le difficolt&agrave; logistiche sia di trasporto che assistenza hanno fatto decidere gli organizzatori per la cancellazione della classe per l&rsquo;edizione 2025. FESTA HONDA, IL RALLY DEL PORTOGALLO VA A SCHAREINA Pi&ugrave; moto e pi&ugrave; sicurezza &Egrave; innegabile che negli ultimi anni la classe quad abbia vissuto un progressivo disimpegno sia da parte delle case che dei piloti privati tanto che nell&rsquo;ultima edizione al via della Dakar si sono presentati solo 10 quad, di cui solo 7 sono arrivati al traguardo. Secondo gli organizzatori sono troppo pochi per giustificare la loro presenza alla Dakar e dunque almeno per il 2025 hanno deciso di non accettare l&rsquo;iscrizione dei mezzi a quattro ruote: &ldquo;Dopo pi&ugrave; di 30 anni come parte della famiglia, la Dakar 2025 non preveder&agrave; una gara in quad. Ringraziamo e facciamo i complimenti a tutti i concorrenti che hanno preso parte a questa avventura. La Dakar si concentrer&agrave; ora sulla popolarissima categoria motociclistica. Lavoreremo duramente per mettere a punto la procedura di selezione e aumentare la sicurezza dei corridori.&rdquo; &Egrave; innegabile che dall&rsquo;arrivo della Dakar in Arabia Saudita, la gara abbia ripreso interesse anche da parte del grande pubblico e sempre pi&ugrave; piloti vogliano partecipare. La decisione di chiudere le porte ai quad e privilegiare le due ruote &egrave; da un lato un peccato per i partecipanti a questa classe, da un altro uno stimolo a continuare sulla linea gi&agrave; tracciata in questi ultimi anni dall&rsquo;organizzatore. L&rsquo;obiettivo &egrave; dunque quello di aumentare il numero di moto in gara potendo anche fornire pi&ugrave; aiuti e assistenza a tutti i partecipanti.        

Rivoluzione nella gara pi&ugrave; dura al mondo che dal prossimo anno punter&agrave; principalmente sulle due ruote, migliorandone sicurezza e organizzazione

La Dakar dopo oltre 30 anni saluta i quad

        Il giovane spagnolo non &egrave; solo uno dei piloti del futuro del mondo del Rally Raid, sta diventando una certezza anche del presente. Dopo la conquista della Desafio 40 (nonostante non fosse iscritto al mondiale) a fine 2023, Tosha Schareina &egrave; tornato al successo nei Rally Raid imponendosi in Portogallo. MXGP: PRADO CONQUISTA ANCHE LA SARDEGNA Schareina torna al successo Il valenciano ha da poco compiuto 29 anni ma corre nei Rally da sole quattro stagioni e ciononostante &egrave; gi&agrave; stato in grado di imporsi sia nel Rally d&rsquo;Andalusia alla stagione di debutto. Alla Dakar ha gi&agrave; sfiorato la top10 in due occasioni prima di essere costretto al ritiro nell&rsquo;ultima edizione disputata. In Portogallo, Tosha Schareina ha conquistato la vittoria di tre stage su sei (considerando anche il prologo) lasciando agli avversari solo le restanti tre tappe. Dopo un ottimo inizio che lo ha visto prendere subito il comando della gara nel Day2 ha perso un po&rsquo; di terreno da Sebastian Buhler che con la Hero ha conquistato la sua prima vittoria di tappa, nonch&eacute; il primo successo per un pilota tedesco nel FIM World Rally Raid Championship. Scattato per sesto nel terzo giorno, il valenciano si &egrave; nuovamente confermato il pi&ugrave; veloce. Nel penultimo giorno di gara da segnalare la vittoria del padrone di casa Antonio Maio che riporta la Yamaha al successo in una tappa del W2RC. Nell&rsquo;ultimo e decisivo giorno, Tosha ha potuto amministrare la gara tagliando la fine della speciale con 15&rdquo; di ritardo dal compagno di squadra Adrien Van Beveren finito per&ograve; gi&ugrave; dal podio del Rally per 12 minuti di penalit&agrave;. &ldquo;Abbiamo conquistato la vittoria, sono super felice per la mia prima vittoria nel W2RC sia arrivata qui perch&eacute; gran parte del nostro staff &egrave; portoghese, non vedo l&rsquo;ora di volare in Argentina per la prossima gara&rdquo; ha commentato al termine della settimana Tosha Schareina. Con la penalizzazione del francese a terminare in seconda posizione il BP Ultimate Rally Raid &egrave; stato il tedesco Sebastian Buhler sulla Hero, che mantiene la leadership del campionato, terzo assoluto il portoghese Bruno Santos, vincitore della classe Rally2.&nbsp; Mentre a chiudere il podio della RallyGP &egrave; stato il connaizonale Antonio Maio.  MX2: ANCHE A RIOLA &Egrave; SEMPRE DE WOLF       

Terzo appuntamento del W2RC si &egrave; concluso con il successo del giovanissimo alfiere della casa giapponese, Branch e la Hero leader del mondiale

Festa Honda, il Rally del Portogallo va a Schareina

        Da venerd&igrave;, parte il Campionato Mondiale EnduroGP Enduro nel Distretto di Vila Real dalla cittadina di Fafe nel nord del Portogallo. Subito la settimana successiva, ci si sposter&agrave; di un centinaio di chilometri a Valpa&ccedil;os, quest&rsquo;ultima gi&agrave; sede dei GP del Portogallo 2019 e 2023.  A met&agrave; maggio dopo diversi anni si ritorner&agrave; in Romania a Bacau, mentre a fine giugno sar&agrave; la volta dal GP d&rsquo;Italia a Bettola-Ponte dell&rsquo;Olio (PC).A met&agrave; luglio l&rsquo;EnduroGP far&agrave; tappa in Slovacchia a Gelnica con un agosto senza ferie perch&eacute; la prima settimana si andr&agrave; in Galles a Rhayader per poi concludersi a met&agrave; settembre in Francia a Brioude.Saranno sei mesi di full immersion, riempiti dalle gare dei campionati nazionali in un po&rsquo; tutte le varie nazioni d&rsquo;Europa. Il tutto praticamente senza mai fermarsi; a met&agrave; ottobre, infatti, ci poi la Sei Giorni in Galizia in Spagna, chiudendo successivamente il 2024 a fine ottobre con gli ultimi appuntamenti dei campionati nazionali, tra cui anche quello degli Assoluti d&rsquo;Italia a Sanremo. In Portogallo i primi di Gran Premi accenderanno motori e riflettori su una stagione tutta da seguire, quanto a attese ed equilibrio dei valori in campo. Dal punto di vista sportivo, sono almeno una dozzina i piloti sicuri protagonisti della Classifica Assoluta EnduroGP pronti a rendere la vita difficile al nove volte iridato campione in carica, Steve Holcombe.Gi&agrave; nel round d&rsquo;apertura degli Assoluti a Cavagli&agrave;, insieme a un super Holcombe, Andrea Verona in grande spolvero e Josep Garcia a giocare a nascondino, abbiamo visto la tanta voglia di riscatto dello sfortunato Brad Freeman. Numeri alla mano la &ldquo;top 15&rdquo; dell&rsquo;Assoluta comprende Nathan Watson, Hamish MacDonald, Samuele Bernardini, Matteo Cavallo, Lorenzo Macoritto, Matteo Pavoni, Albin Norrbin, Morgan Lesiardo, Axel Semb, Wil Ruprecht, Kevin Cristino. Della partita mancher&agrave; purtroppo Thomas Oldrati che prima di Pasqua in una caduta in allenamento ha picchiato forte a terra il ginocchio sinistro procurandosi una lesione ai legamenti. Un vero peccato per il tredici volte campione italiano che dopo aver lavorato duro in inverno &egrave; stato bersagliato dalla sfortuna. A piloti sopra citati aggiungiamo Zach Pichon, Theo Espinasse, Roni Kytonen, Davide Soreca. Tutti pronti a graffiare.Diversi gli spunti su cui riflettere in un Mondiale, che vedr&agrave; assegnare 7 titoli iridati di Categoria: Assoluta EnduroGP, Women, Junior Assoluta e Youth; 2 FIM World Cup: Junior EJ1 e Junior EJ2; a cui aggiungere 4 Coppe Open. I motivi di interesse sono talmente tanti da entusiasmare tifosi e appassionati per le diverse sfide generate dalle novit&agrave; del motomercato, cambi di classi, team rinnovamenti e al debutto, conferme, propostiti di rivincite e rinunce al mondiale, quest&rsquo;ultima con Daniel Milner ritornato in Australia per correre sempre con la KTM dopo le opache esperienze Fantic e TM-Boano del 2022 e 2023.  Spettacolo nello spettacolo; davanti a tutti e tutto, il nove volte iridato Seve Holcombe passato al team Honda Racing RedMoto World. Holcombe dopo aver vinto nel 2023 il Mondiale EnduroGP, la E2 e fatto tris con il terzo Tricolore negli Assoluti, ha gi&agrave; debuttato agli Assoluti d&rsquo;Italia in una prova maiuscola sulla nuova CRF 250RX Enduro. L&rsquo;attenzione non sar&agrave; per&ograve; catalizzata solo sulla sfida della EnduroGP tra Holcombe, il vice iridato Josep Garcia e Andrea Verona, terzo lo scorso anno.  Se questa dimensione regna sovrana, non vanno dimenticati altri sicuri protagonisti: Wil Ruprecht, Hamish MacDonald, Brad Freeman, tutti e tre desiderosi di riscattarsi dagli infortuni del 2023 a cui aggiungere Nathan Watson, i giovani svedesi Albin Norrbin, Axel Semb, Max Ahlin, l&rsquo;inglese Jed Etchells, il tedesco Luca Fischeder, il finlandese Roni Kytonen, il francese Leo Le Quere. Della partita anche la pattuglia tricolore guidata da Samuele Bernardini, Thomas Oldrati, Matteo Cavallo, Morgan Lesiardo, Matteo Pavoni, Davide Soreca, Lorenzo Macoritto e gli Junior Kevin Cristino, Enrico Rinaldi, Manolo Morettini.  Nell'anno delle super sfide, difficile azzardare previsioni anche se Verona si ripropone tra i grandi protagonisti dopo il cambio di classe del 2023, quando &egrave; passato dalla GASGAS 250 4T alla 350 4T, finendo secondo nel Mondiale E2 e terzo nella EnduroGP. Novit&agrave; di poche settimane anche fa l&rsquo;accordo tra Zach Pichon e il&nbsp;Team Sherco-CH Racing guidato da Fabrizio Azzalin&nbsp;che ha messo a tacere le voci di mercato che volevano&nbsp;il giovane talento francese lasciare la Sherco con le&nbsp;parti che sono riuscite a trovare l&rsquo;accordo per permettere a Pichon di continuare nel 2024 con la Sherco SE 250 2T nel Mondiale E1 dopo la quarta posizione del 2023 e aver dominato nel 2022 l&rsquo;Assoluta Junior e EJ1.  Se il Mondiale EnduroGP &egrave; al via, nei prossimi mesi non si cosa potr&agrave; riservare nel 2025. Potrebbero, infatti, aggiungersi altri clamorosi colpi di mercato legati a top riders e giovani Junior italiani e svedesi ormai pronti al salto nella EnduroGP? Se lo scenario di case e team presenti quest&rsquo;anno nell&rsquo;enduro ha visto Honda-RedMoto pianificare con il massimo impegno l&rsquo;ingaggio di una leggenda come Holcombe, non dobbiamo dimenticare gli investimenti dei team Beta, Sherco, KTM, GASGAS, Fantic, TM-Boano, Yamaha e le filiali italiane GASGAS, Husqvarna e Kawasaki a supportare squadre satellite. Poi nel 2025 arriver&agrave; Triumph a cui si dovrebbe aggiungere Ducati nel 2026 e probabilmente anche Aprilia con una monocilindrica 450 4T per ritornare alle gare di enduro e debuttare alla Dakar, dove sono ammesse al via solo moto monocilindriche e non bicilindriche come la 660 Tuareg vincitrice della Eco Africa Race con Jacopo Cerutti. &nbsp;BUONGIORNO ITALIAVa comunque sottolineiamo che oltre l&rsquo;80% dei principali team del Mondiale EnduroGP sono "Made in Italy".Team Beta (Rignano sull'Arno): Brad Freeman (E3), Nathan Watson (E2),&nbsp;Maxime e Clement Cluzier (Youth).Team Sherco CH Racing (Varese): Zach Pichon (E1), Wil Ruprecht (E2), Hamish MacDonald (E3), Antoine Magain e Jeremy Sydow (E3).  Da sottolineare il ritorno ufficiale di Kawasaki con il team MGR-Kawasaki-ASI (Novi Ligure) con Soreca (250 4T-E1), Herman Ask (300 4T-EJ2), Aleksander Bracic (300 4T-EJ2). TM-Boano Factory (Cuneo-Caraglio): Matteo Cavallo (E3), Leo Le Quere (E2), Lorenzo Macoritto (E1), mentre la formazione Junior-Costa Ligure: Alberto Elgari e Gabriele Giordano in EY, Samuli Boano (EJ1). Il Team Jet-Zanardo (Piacenza) con il supporto di Husqvarna Italia: Matteo Pavoni (E2), Morgan Lesiardo (E3), Luca Colorio (EY).  KTM Pro Racig Sport (Bergamo): Max Ahlin (EJ), Manuel Verzeroli (EY). Fantic Factory (Treviglio): il Campione Mondiale 2023 della EY Kevin Cristino (EJ1), Axel Semb (EJ2), Jed Etchlles (E1), Albin Norbbin (E3); il Fantic Junior (Crespano del Grappa): Pietro Scardina e Valentino Corsi (EY) e l&rsquo;iridata Women, Jane Daniels. GASGAS-Motogamma Contec S.p.A.-Lunigiana (Brescia): Enrico Rinaldi (EJ1), Luca Fischeder (300 2T-E3).   Osellini-Husqvarna (Piacenza): Riccardo Fabris (EJ1), Lucas Bergstr&ouml;em (EJ2), Alexander Bracik (EY), Carla Scaglioni (EW). Entrophy Beta Junior (Perugia): Samuli Puhakainen (EJ2), Hermanny Hajallala (E1), Mei, Luca Piersigilli (EY), Aurora Pittaluga (Women). Team Althea-Husqvarna (Civita Castellana), Lucas Vagberg (E2). 9 i piloti supportati dal Progetto Pata Talenti Azzurri FMI al Mondiale; gli Junior: Morettini, Rinaldi, Cristino; Youth: Elgari, Corsi, Scardina, Verzeroli, Colorio; Women: Nocera.  Quattro gli azzurrini per l&rsquo;Europeo: Mei, Cagnoni, Pasquato, Bastiani. Queste le squadre &ldquo;Made in Europa&rdquo;. Spagna, KTM WP Aug&eacute;: Albin Elowson (Husqvarna-E2), Jaume Betriu (KTM-E3), l&rsquo;inglese Sam Davies, il cileno Juan Pablo Clericus, il tedesco Inbar Zelinger (EJ1), gli spagnoli Albert Fontova (EJ2), Raul S&aacute;nchez (EY). Dalla Gran Bretagna il Team Paul Edmondson con Husqvarna, Jamie McCanney (E1) e Mikael Persson (E2), con Beta Harry Edmondson (EJ1). Il Team svedese Johansson MPE-Yamaha avr&agrave; Roni Kytonen (E1), Sans Soria (E2), Kyron Bacon (EJ). La francese Beta Oxmoto: Th&eacute;o Espinasse (E1), L&eacute;o Joyon (EJ), Luc Fargier (E3), Antoine Alix (EJ). La spagnola Rieju, Loic Larrieu (E3), l&rsquo;italiano Lorenzo Bernini (EJ), la spagnola Mireia Badia (Women). &nbsp;&nbsp;CALENDARIO MONDIALE ENDUROGPGP Portogallo-1, Fafe: 5-7 aprileGP Portogallo-2, Valpa&ccedil;os: 12-14 aprileGP Romania, Bacau: 10-12 maggioGP Italia, Bettola (PC): 21-23 giugnoGP Slovacchia, Gelnica: 12-14 luglioGP Galles, Rhayader: 2-4 agostoGP Francia, Brioude: 13-15 settembre &nbsp;98&deg; Sei Giorni: Spagna, Silleda, 14-19 ottobre &nbsp;&nbsp;       

Al via in Portogallo il Mondiale EnduroGP con una doppia trasferta di due Gran Premi consecutivi in una stagione tutta da seguire caratterizzata dalla presenza dell&rsquo;80 % dei team Made in Italy pronti per essere grandi protagonisti &nbsp;

Enduro GP 2024, inizia il mondiale in Portogallo

        Il fine settimana lungo di Pasqua &egrave; stato all'insegna delle corse per Andrea Dovizioso, il quale si &egrave; messo in gioco nel motocross prendendo parte al secondo round del Trofeo Marche UISP andato in scena sul crossodromo di Ponzano di Fermo. Un'esperienza trionfale per l'ex-protagonista del Motomondiale (e Hall of Famer), presente nella classe MX2 Agonisti alla guida di una Yamaha. Rally Raid, Hero perde la sua bandiera: si ritira Joaquim Rodrigues Un primo ed un secondo posto per &ldquo;Dovi&rdquo; a Ponzano  La passione di Andrea Dovizioso per il motocross non &egrave; certamente un segreto, visto che dallo scorso anno il forlivese &egrave; anche proprietario di un crossodromo, lo &ldquo;04 Park &ndash; Monte Coralli&rdquo;, e ha manifestato in pi&ugrave; occasioni il proprio amore per la celebre disciplina off-road, specialmente dopo aver appeso il casco al chiodo per quanto riguarda la velocit&agrave;. A Ponzano di Fermo ha deciso di mettersi alla prova in un vero e proprio weekend di gara e, tra le MX2, ha brillato in entrambe le manche. In Gara 1 &egrave; riuscito a transitare davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi precedendo Samuele Ghetti e Jacopo Traini, con quest'ultimo che in Gara 2 &egrave; poi riuscito a vincere proprio davanti a Dovizioso, secondo, e a Federico Biserni. E dopo una prestazione del genere, non ci sarebbe da stupirsi rivedendo &ldquo;Dovi&rdquo; ai cancelletti di partenza in altre occasioni. SX450: Eli Tomac torna a brillare a Saint Louis       

Con un primo ed un secondo posto ottenuti in sella ad una Yamaha, Andrea si &egrave; assicurato il trionfo a Ponzano dimostrando la propria competitivit&agrave; anche nell'off-road

Pasqua racing per Dovizioso: vittoria in MX2 nel Trofeo Marche

        Uno dei veterani della Dakar dice stop, in 2024 fin qui sembra essere l&rsquo;anno degli addii. Dopo quello di Toby Price e KTM &egrave; arrivato quello tra Honda ed il cileno Jos&eacute; Ignacio Cornejo ed ora l&rsquo;addio alle competizioni di Joaquim Rodrigues. RALLY RAID, TOBY PRICE E KTM SI SEPARANO DOPO 10 ANNI DI SUCCESSI Il primo pilota Hero Joaquim Rodrigues ha deciso di appendere il casco al chiodo, nato il 6 dicembre 1981 ha compiuto 42 anni pochi mesi, il portoghese &egrave; stato il primo a credere nel progetto Hero Motosports nel 2016 portando la casa indiana al successo in uno stage alla Dakar nel 2022. La carriera di Rodrigues &egrave; iniziata nel motocross dove ha anche debuttato nel mondiale prima di trasferirsi negli States e cimentarsi nell&rsquo;AMA Supercross. Nel 2016 partecipa al Rally du Maroc ed al Merzouga Rally dove chiude nono, da qui inizia la sua avventura con Hero nei rally raid. Diventa presto il punto di riferimento in casa Hero insieme al connazionale Paulo Goncalves che purtroppo nel corso della Dakar 2020 viene a mancare. Per Joaquim che aveva nel campione portoghese molto pi&ugrave; di un compagno di squadra fu un durissimo colpo, torn&ograve; alle gare nel 2021 conquistando anche il quarto posto nel mondiale Rally Raid, suo miglior piazzamento in carriera nel mondiale di categoria. Nel corso della Dakar 2022 infine il primo successo di tappa nella gara pi&ugrave; dura al mondo seguita da altre due vittorie e terminando la gara in quattordicesima posizione. Purtroppo le ultime due esperienze in Arabia Saudita non sono state altrettanto fortunate con il ritiro dopo sole quattro tappe del 2023 e quello dopo soli 82km del primo giorno di gara nel 2024. Con il ritiro di Rodrigues si chiude il primo ciclo di vita di Hero MotoSports che quest&rsquo;anno ha dimostrato con Ross Branch di poter lottare fino all&rsquo;ultimo per la vittoria finale della Dakar.  DAKAR, BRABEC: &ldquo;LA VITTORIA DI QUEST'ANNO? PI&Ugrave; BELLA DI QUELLA DEL 2020&rdquo;       

Il portoghese &egrave; stato il primo pilota della casa indiana nei rally raid e dopo l&rsquo;ultima sfortunata Dakar terminata dopo soli 82km dice addio all&rsquo;attivit&agrave; agonistica

Hero perde la sua bandiera: si ritira Joaquim Rodrigues

        Un anno fa il marchio KOVE debuttava nel WorldSSP300 con il cinese Shengjunjie Zhou ad Assen concludendo ultimo e lontano quasi 8 secondi dalla pole position di Matteo Vannucci. Oggi, solo un anno dopo con lo spagnolo Julio Garcia Gonzalez ha conquistato la prima pole cinese della storia dei mondiali a due ruote. SSP300 BARCELLONA: GARCIA FIRMA LA SUPERPOLE, VANNUCCI IN PRIMA FILA L&rsquo;Impero colpisce ancora Non stiamo parlando ovviamente della pellicola del 1980 di George Lucas ma di quello che una volta era famoso come il &ldquo;Grande Impero&rdquo;. La Cina negli ultimi anni sta diventando sempre pi&ugrave; importante nell&rsquo;economia delle due ruote, moltissimi brand hanno iniziato a portare in Europa i propri prodotti e addirittura molte case producono proprio in Cina parte dei propri prodotti. Dalla passata stagione, soprattutto grazie al marchio Kove anche il mondo &ldquo;racing&rdquo; ha iniziato ad avere a che fare con i brand cinesi. La casa fondata da Zhang Xue solo pochi anni fa (e che lo stesso Zhang ha lasciato poche settimane fa) ha debuttato da prima alla Dakar 2023 riuscendo a portare a termine con tutte e tre le moto la gara pi&ugrave; dura del mondo, e pochi mesi dopo ha debuttato nel WorldSSP300 con la 321RR. L&rsquo;inizio fu poco significativo, anzi, i vari piloti cinesi che si sono susseguiti nelle prime gare dell&rsquo;anno non avevano il passo e l&rsquo;esperienza per competere nel mondiale. Cos&igrave; a met&agrave; stagione la decisione di mettere sotto contratto Marc Garcia, gi&agrave; campione del mondo WorldSSP300. Il cambio di pilota ha fatto bene al progetto che &egrave; diventato in poche gare competitivo e permettendo allo spagnolo di lottare per le prime posizioni della classifica.  SBK, IL PANNONIA RING SI CANDIDA A SOSTITUIRE BALATON. LAVILLA: "CORRERE IN UNGHERIA &Egrave; IL PIANO A" Com'&egrave; fatta la KOVE 321RR La KOVE 321RR ha un motore bicilindrico parallelo di 321cc dalla potenza dichiarata di 42cv nella versione stradale ed una ciclistica sofisticata per la categoria. A iniziare dalla forcella a steli rovesciati con pinza Brembo ad attacco radiale per finire con un forcellone monobraccio, una vera chicca per moto di questa cilindrata. Nella versione da gara le forcelle ed il mono sono fornite da YSS Suspension, realt&agrave; thailandese che per&ograve; ha nella R&amp;D italiana uno dei principali asset per il mondo racing, qui trovate l&rsquo;intervista a Mr. Pinyo CEO del brand. Alla prima gara della stagione del WorldSSP300 2024 a Barcellona Julio Garcia Gonzalez chiamato ad affiancare Marc Garcia nel KOVE Racing Team ha siglato il nuovo record della pista di Barcellona per la classe in 1&rsquo;55&rdquo;313. Kawasaki, Yamaha e KTM sono avvisate, la Cina &egrave; arrivata e ora &egrave; della partita.  LA CINA ENTRA IN SSP, A BARCELLONA IL DEBUTTO DELLA QJ MOTOR       

Julio Garcia Gonzalez a Barcellona si regala la prima partenza al palo della carriera e nel contempo scrive un nuova pagina della Superbike mettendo un marchio cinese davanti a tutti

Prima pole per la Cina nel mondiale, la KOVE scrive un pezzo di storia

        Dopo un lungo inverno, con i test ufficiali andati in scena al Misano World Circuit Marco Simoncelli ha preso ufficialmente il via la stagione 2024 del Campionato Italiano Velocit&agrave;. Una due giorni in larga parte segnata da un meteo non particolarmente favorevole, ma in cui i piloti hanno comunque avuto il tempo di prendere confidenza con le numerose novit&agrave; di quest'anno, come l'arrivo di Dunlop in tutte le classi e la nuova PreMoto3. Fatte le doverose premesse, andiamo per&ograve; a vedere quali sono stati i centauri pi&ugrave; veloci nelle varie categorie. Leopard e Roc'n'DeA uniscono le forze: insieme nel CIV PreMoto3 SBK: Aprilia in grande spolvero  Con Michele Pirro assente nella seconda giornata per via di impegni con la MotoGP, a fare la &ldquo;voce grossa&rdquo; in SBK sono stati i piloti del team Nuova M2 Racing. In sella alle Aprilia RSV4 1100, Luca Bernardi e Samuele Cavalieri hanno infatti chiuso rispettivamente in prima e in seconda posizione mostrando un significativo passo in avanti dal punto di vista prestazionale rispetto al 2023. Podio virtuale di giornata per Alessandro Delbianco con la Yamaha del DMR Racing, terzo nonostante una scivolata nel turno pomeridiano. Incoraggiante anche l'esordio di Roberto Mercandelli con la Ducati Panigale V4 R del team Broncos Racing, quarto e gi&agrave; altamente competitivo nonostante il passaggio dalla Supersport di cui era ormai uno specialista, mentre a chiudere la Top 5 troviamo Kevin Manfredi con l'inconfondibile Suzuki del team Penta Motorsport. Qualche problema tecnico ha rallentato invece la Honda di Luca Vitali, atteso comunque nelle posizioni di vertice nel weekend di gara, mentre la miglior BMW &egrave; stata quella di Jarno Ioverno. Abe: "CIV diverso dal mondiale, ma ottimo per crescere" | Esclusiva Ottaviani leader in SSP, Bartolini velocissimo in Moto3   Passando alla Supersport, Luca Ottaviani &egrave; stato il pilota pi&ugrave; in luce nel corso di queste due giornate, visto che con la MV Agusta F3 dell'Extreme Racing Service ha girato sia sul bagnato che sull'asciutto mostrando immediatamente un ottimo spirito di adattamento alle mescole Dunlop. Alle spalle di &ldquo;Otta&rdquo; troviamo invece due Ducati Panigale V2, ovvero quella di Andrea Mantovani e quella di Marco Bussolotti. In Moto3, l'esperienza nella categoria ha permesso ad Elia Bartolini di fare la differenza: con i colori del Lucky Racing Team, il campione 2021 ha chiuso davanti allo spagnolo Marcos Ruda (nuova punta del GP Project 2WP, squadra campionessa in carica) e a Cristian Lolli. A conferma della &ldquo;fame&rdquo; di Elia, che questo weekend sar&agrave; anche impegnato a Barcellona per l'inizio del mondiale SSP300. Infine, sia la PreMoto3 che la Supersport 300 hanno visto i colori spagnoli davanti a tutti. Nella prima, troviamo davanti a tutti David Gonzalez con la NSF250R dell'AC Racing Team seguito da Lorenzo Pritelli e Gionata Barbagallo, mentre nella seconda il pi&ugrave; rapido &egrave; stato Jos&egrave; Luis Perez Gonzalez, il quale ha preceduto Manuel Cazzaniga e Chris Wright. In entrambe le classi, per&ograve;, &egrave; lecito aspettarsi una gran bagarre nel primo weekend di gara, che sar&agrave; il 6-7 aprile proprio sul circuito romagnolo. Rally Raid: Toby Price e KTM si separano dopo dieci anni di successi       

Nonostante un meteo poco clemente, i piloti sono scesi in pista per prepararsi al meglio in vista dell'inizio di stagione: ecco chi ha chiuso con il miglior crono nelle varie classi

CIV, Test Misano: Bernardi al top in SBK, Bartolini leader in Moto3

        Si chiude la carriera in KTM per una vera e propria &nbsp;bandiera e leggenda dei Rally Raid ed in particolare della Dakar. Toby Price ha debuttato nella gara pi&ugrave; dura al mondo nel 2015 vincendo uno Stage e terminando la sua prima Dakar in terza posizione. L&rsquo;australiano &egrave; stato uno dei punti di riferimento delle ultime &ldquo;Dakar d&rsquo;oltre oceano&rdquo;, conquistando due successi ed altrettanti podi in cinque apparizioni. DUCATI: UN DEBUTTO PROMETTENTE Dal debutto all&rsquo;impresa del 2019 Dopo aver debuttato nel 2015 salendo sul podio, alla sua seconda Dakar, Toby Price ha subito centrato il bersaglio grosso. Cinque successi di tappa e vittoria alla Dakar 2016 con un distacco d&rsquo;altri tempi: 39&rsquo;41&rdquo; su Stefan Svitko secondo al traguardo di Rosario. Il 2016 &egrave; probabilmente il migliore della carriera di Price che oltre alla Dakar si impone anche nel Rally del Marocco e all&rsquo;Abu Dhabi Desert Challenge. L&rsquo;anno successivo dopo aver vinto la seconda tappa &egrave; costretto a ritirarsi dopo meno di una settimana dal via della sua terza Dakar che lo vedeva nuovamente come favorito a causa di una caduta che gli &egrave; costata la frattura del femore. Il ritorno nel 2018 &egrave; positivo, torna sul podio alla Dakar ed alla vittoria in Marocco conquistando a fine stagione il titolo FIM World Rally Raid Championship. Purtroppo per l&rsquo;australiano tra la gara del Marocco e la Dakar nel corso di un allenamento cade riportando la frattura dello scafoide della mano destra. Un infortuno abbastanza &ldquo;scomodo&rdquo; a poche settimane dal via dell&rsquo;evento pi&ugrave; importante dell&rsquo;anno. Toby Price per&ograve; stringe i denti e prende parte alla Dakar 2019 con lo scafoide rotto ed operato solo pochi giorni prima del via. Gestendo gara e dolore Price &egrave; sempre tra i migliori ad ogni tappa, senza per&ograve; riuscire mai a conquistare il successo. Ci&ograve; nonostante la classifica paga ed &egrave; lui a presentarsi a Lima come vincitore della Dakar e riuscendo nell&rsquo;ultima giornata di gara anche a vincere uno stage che mette la ciliegina sulla torta a una delle imprese pi&ugrave; incredibili della Dakar degli ultimi anni.  RALLY RAID: AARON MAR&Egrave; CONQUISTA L'ABU DHABI DESERT CHALLENGE Il passaggio in Arabia e l&rsquo;addio Dopo aver lasciato il Sud America per l&rsquo;Arabia Saudita, la Dakar ha cambiato completamente terreni e percorsi, Price &egrave; probabilmente il pilota che pi&ugrave; ha risentito di questo cambio di paesaggio. Nel 2020 alla prima Dakar saudita Price chiude nuovamente a podio ma lontano quasi 25&rsquo; da Ricky Brabec che con la Honda ufficiale rompe la striscia di successi di KTM che proseguiva dal 2001. Nel 2021 dopo due successi di tappa arriva il ritiro mentre nel 2022 chiude con un solo successo di tappa in decima posizione. La Dakar 2023 sar&agrave; ricordata a lungo come una delle pi&ugrave; incerte con Toby Price e Kevin Benavides, compagni di squadra a giocarsi il successo sul filo dei secondi. Alla fine a festeggiare sar&agrave; l&rsquo;argentino che terminer&agrave; la corsa con un margine di soli 43&rdquo; su oltre 44 ore di gara! Quello &egrave; stato l&rsquo;ultimo acuto di Toby Price, nella Dakar di questa stagione, tutte le KTM non sono mai parse realmente in possibilit&agrave; di lottare con le Honda per la conquista della gara pi&ugrave; dura al mondo. Un po&rsquo; a sorpresa, nonostante gi&agrave; durante la Dakar si parlasse di &ldquo;ultima Dakar per Price&rdquo; &egrave; arrivata la notizia della separazione tra la casa austriaca a quello che &egrave; stato il suo pilota di punta negli ultimi due lustri. Un addio che lascia l&rsquo;amaro in bocca, anche allo stesso Price che nonostante le 37 primavere si sente ancora competitivo.        

Il due volte vincitore della Dakar con un post sui social ha comunicato la decisione della casa austriaca di non rinnovargli il contratto

Rally Raid, Toby Price e KTM si separano dopo 10 anni di successi

        Pochi mesi fa, James Hillier aveva reso noto il proprio approdo nel team WTF Racing Honda per il Tourist Trophy 2024. Con una CBR1000RR-R prender&agrave; infatti parte alle classi Superbike, Superstock e Senior TT (e con la medesima squadra correr&agrave; anche la Dakar 2025), ma per quanto riguarda la Supersport ci sar&agrave; un vero e proprio &ldquo;ritorno a casa&rdquo; per il pilota inglese. BSB, primi giri con la CBR per Bridewell: "Devo abituarmi a tanti aspetti" Ritorno in Kawasaki per Hillier  Nella classe riservata alle sportive di media cilindrata, James difender&agrave; i colori del team Bournemouth Kawasaki come accaduto per tutto lo scorso decennio, andando a portare in gara una Ninja 636 con una colorazione speciale che richiamer&agrave; i 40 anni del modello e, soprattutto, puntando a quelle posizioni da podio su cui &egrave; gi&agrave; salito in numerose occasioni proprio con la &ldquo;verdona&rdquo; della Casa di Akashi. Quello tra Hillier e Kawasaki &egrave; stato un rapporto duraturo e ricco di soddisfazioni sul Mountain Course dell'Isola di Man, dove ha ottenuto ben quattordici piazzamenti a podio (compresa una vittoria nel 2011 tra le Lightweight) ed almeno una Top 3 in ogni edizione dal 2013 al 2019, oltre ad aver guidato anche la Ninja H2R in un giro di esibizione sfiorando i 350 km/h sul Sulby Straight. Il ritorno in sella ad una &ldquo;verdona&rdquo; permetter&agrave; al road racer dell'Hampshire di lottare ancora una volta per le prime posizioni in SSP? GP Project e 2WheelsPoliTO puntano su Ruda e Da Lio nel CIV Moto3       

James difender&agrave; nuovamente i colori della Casa di Akashi in Supersport sull'Isola di Man, come accaduto per tutto lo scorso decennio

TT 2024, ritorno “in verde”: Hillier in SSP con Bournemouth Kawasaki

        Con la Dakar ancora impressa nella mente, i piloti del mondiale Rally Raid sono tornati in azione per l'Abu Dhabi Desert Challenge, secondo appuntamento della stagione 2024 del W2RC. Seppur con diverse assenze importanti, tra cui quelle dello squadrone HRC, tra le impegnative dune degli Emirati Arabi non sono mancate n&eacute; le emozioni n&eacute; le sorprese, a partire dal vincitore assoluto. A conquistare il trionfo dopo sei giorni di gara &egrave; stato Aaron Mar&egrave; con i colori del team Hero MotoSports; un risultato inaspettato, visto che il pilota sudafricano &egrave; stato chiamato all'ultimo minuto per sostituire l'ancora indisponibile Sebastian Buhler, facendosi comunque trovare pronto e scrivendo un'importante pagina di storia. Si tratta infatti della prima vittoria mondiale per la Casa indiana, ma anche della prima affermazione all'ADDC per un pilota sudafricano, arrivata dopo aver firmato il miglior crono in due prove speciali e mantenendo la leadership per quattro giorni consecutivi. David Salvador riparte dalla SSP300: al via con il team MS Racing Ross Branch nuovo leader del mondiale   Sul podio insieme a Mar&egrave; hanno chiuso il polacco Konrad Dabrowski ed il francese Jean-Loup Lepan, entrambi con le KTM del DUUST Racing Team e rispettivamente primo e secondo della classe Rally2. A festeggiare &egrave; stato per&ograve; anche Ross Branch, quarto assoluto e secondo tra le RallyGP, il quale &egrave; passato cos&igrave; al comando della classifica iridata diventando a sua volta il primo pilota Hero ad occupare la prima piazza in un campionato mondiale. Prima posizione che &ldquo;The Kalahari Ferrari&rdquo; cercher&agrave; di difendere nel prossimo round, ovvero il BP Ultimate Rally Raid in programma in Portogallo dal 2 al 7 aprile, che rappresenter&agrave; anche il giro di boa della stagione 2024 e che vedr&agrave; al via numerosi volti noti assenti in questo appuntamento di Abu Dhabi, rendendo la lotta al vertice decisamente pi&ugrave; incerta. Cuore brasiliano: l'omaggio di Eric Granado ad Ayrton Senna       

Il sudafricano, presente in qualit&agrave; di sostituto nel team Hero MotoSports, ha centrato una grande vittoria nel secondo round stagionale. Branch nuovo leader di campionato

Rally Raid: Aaron Marè conquista l'Abu Dhabi Desert Challenge

        L&rsquo;Africa ti rimane nel cuore. Ti lascia segni profondi e ricordi indelebili, da custodire per il resto dell&rsquo;esistenza. Lo sa bene Marco Aurelio Fontana, reduce dall&rsquo;esperienza all&rsquo;Africa Eco Race, Rally Raid che attraversa Marocco, Mauritania e Senegal ripercorrendo le rotte che furono della Parigi-Dakar. Una gara che il trentanovenne brianzolo ha affrontato a viso aperto, con la voglia di scrivere pagine importanti della sua carriera motociclistica dopo aver fatto incetta di titoli in bici, tra MTB e Ciclocross. Fino a conquistare una storica medaglia di bronzo ai Giochi olimpici di Londra nel 2012. Anche in quel caso, nel Fuoristrada, la specialit&agrave; Cross-Country. Andrea Riva, campione "per caso" | Storie Italiane Marco Aurelio Fontana, "Bronzana" anche all'Africa Eco Race  Un terzo posto ripetuto nella classe 450 dell&rsquo;Africa Eco Race (sesto assoluto nella gara vinta da Jacopo Cerutti con l&rsquo;Aprilia), destreggiandosi tra dune e pietre, con la sua Honda CRF450 Rally preparata da RS Moto Factory. &ldquo;Con la terza posizione di classe all&rsquo;Africa Eco Race ho tenuto fede al soprannome &lsquo;Bronzana&rsquo; che mi ero guadagnato dopo le Olimpiadi" ha scherzato Fontana, soddisfatto per il risultato conquistato ma soprattutto per aver vinto quella che riteneva una sfida personale. "Il mio intento non era soltanto partecipare, ma centrare un buon piazzamento. Non avevo un obiettivo dichiarato in termini di classifica, anche se speravo di rimediare meno di un&rsquo;ora al giorno dal vincitore. Ho tagliato il traguardo accusando la met&agrave; del distacco preventivato, quindi sono felice&rdquo;. La tua carriera &egrave; legata indissolubilmente ai risultati in bicicletta, ma non hai mai nascosto il tuo animo da motociclista: da dove nasce la passione per le moto? &ldquo;&Egrave; una passione che mi porto dentro grazie a mio padre e ai numeri di Motosprint letti nell&rsquo;adolescenza. Ricordo ancora quando mio padre mi portava a Monza per seguire Superbike e Formula 1: il mio cuore vibrava assieme all&rsquo;accensione dei motori nella corsia dei box. La mia prima moto fu un&rsquo;Italjet monomarcia: rimasi stregato, e da allora non mi sono pi&ugrave; fermato&rdquo;. Cosa ti ha colpito della tua prima maratona nel deserto? &ldquo;L&rsquo;Africa Eco Race &egrave; una gara difficile perch&eacute; ti porta a essere rallista 24 ore su 24, dalla colazione fino alla sera, sia in gara che fuori. Inoltre, l&rsquo;ambiente che ti circonda non &egrave; certo il pi&ugrave; ospitale: il Marocco &egrave; difficile da affrontare ma non quanto la Mauritania, dove i passaggi sono stati ancor pi&ugrave; duri visti i tanti pericoli non segnalati. Insomma, devi farti strada tra mille insidie&rdquo;. Hai affrontato 12 tappe infernali, completando oltre 6000 km: qual &egrave; stata la singola difficolt&agrave; pi&ugrave; difficile da superare? &ldquo;Dormire in tenda, in mezzo ai generatori accesi in piena notte. In pi&ugrave;, aggiungiamoci che mi sono ammalato praticamente subito: ho avuto la febbre, inconveniente che mi ha tolto parecchie ore di sonno. Gareggiare in quelle condizioni &egrave; stato un incubo perch&eacute; sudavo e avevo freddo al tempo stesso. Situazioni non paragonabili ad altre gare&rdquo;. Quanto ti ha aiutato il tuo background sportivo in un Rally Raid cos&igrave; insidioso? &ldquo;L&rsquo;esperienza pregressa mi ha sicuramente aiutato, perch&eacute; sulla sabbia, sia in bici che in moto, si viaggia a velocit&agrave; costante. Inoltre, la mia mentalit&agrave; da atleta mi ha aiutato a mantenere la concentrazione 24 ore su 24&rdquo;.  L'emozione di Fontana  Hai debuttato in Africa, ma non &egrave; stato il tuo primo Rally. &ldquo;Esatto, all&rsquo;Eco Race ci sono arrivato per gradi. Da quando ho smesso di fare il ciclista ho partecipato a diversi Rally in Sardegna e poi alla Sei Giorni di Enduro 2021 nell&rsquo;Oltrepo pavese. Tagliando il traguardo del Lago Rosa di Dakar, ho coronato un sogno che coltivavo da tempo&rdquo;. Se dovessi paragonare Mountain Bike e Rally, quali similitudini e differenze rintracceresti tra le due discipline? &ldquo;Parliamo di bici da una parte e moto dall&rsquo;altra: sono mezzi a due ruote, ma completamente diversi. Io la metto sul piano delle emozioni: il rombo della moto &egrave; qualcosa che &lsquo;senti&rsquo; nella pancia, ma indossando tuta e casco sei isolato rispetto a ci&ograve; che accade attorno a te. La bici ti permette di essere tutt&rsquo;uno con te stesso e la natura che ti circonda. In sostanza: trasmettono entrambe sensazioni di velocit&agrave;, ma non paragonabili&rdquo;. Ti sei emozionato di pi&ugrave; tagliando il traguardo delle Olimpiadi di Londra 2012 o quello del Lago Rosa? &ldquo;La differenza sembra sottile, ma &egrave; sostanziale. In bici correvo per divertirmi e vincevo per emozionarmi, mentre in moto &egrave; stato l&rsquo;esatto opposto. In Africa, ti emozioni semplicemente pensando che stai correndo nel deserto mentre la tua famiglia &egrave; a casa, sei consapevole che stai rischiando la tua vita. Ti emozioni pensando a tua moglie e ai tuoi figli che ti aspettano a casa e sperano di rivederti, mentre tu gareggi e piangi sotto al casco pensando a loro. All&rsquo;arrivo, ti emozioni perch&eacute; sei ancora vivo&rdquo;. Hai mai avuto paura? &ldquo;No. Ho pianto, ma non ho mai avuto paura durante la gara. Se ce l&rsquo;hai durante la competizione, ti blocchi e non vai pi&ugrave; avanti. Ero cosciente del pericolo, ma ho cercato di conviverci&rdquo;. Adesso sogni di correre la Dakar? &ldquo;La Dakar mi affascina, quindi il richiamo c&rsquo;&egrave;, ed &egrave; forte. Dopo questa maratona nel deserto, per&ograve;, ho deciso che non parteciperei alla Dakar soltanto per fare numero, ma lo farei soltanto con le garanzie tecniche di far bene, come all&rsquo;Eco Race. Sono molto ambizioso. Vedremo&rdquo;. Ti piacerebbe gareggiare anche nella Velocit&agrave;? &ldquo;Servirebbe tanta preparazione. Ho partecipato a sessioni nelle giornate in pista organizzate dalla Honda e da Lucio Cecchinello (patron del Team LCR impegnato in MotoGP, nde), ne ho approfittato per carpire qualche segreto di guida. Ho girato anche con Dakota Mamola, pilota professionista e figlio del grande Randy, seguendolo ho imparato tanto. Ma la Velocit&agrave; non puoi &lsquo;inventarla&rsquo;, bisognerebbe focalizzarsi su questo progetto e allenarsi tanto. Mi piacerebbe partecipare alle gare Endurance pi&ugrave; famose: la 24 Ore di Le Mans e il Bol d&rsquo;Or. Sono contesti con un fascino incredibile. Ma questo &egrave; soltanto un desiderio, per il momento&rdquo;. La straordinaria avventura di Alex Belometti | Storie Italiane       

"Un&rsquo;esperienza indimenticabile: dormire in tenda, la febbre durante la gara, i pericoli non segnalati, e l&rsquo;emozioneal traguardo per essere... ancora vivo"

Marco Aurelio Fontana è ancora "Bronzana": "Africa Eco Race, che emozione"

"La mia attivit&agrave; imprenditoriale non mi ha impedito di coltivare la passione per il Fuoristrada, nata grazie alla Parigi-Dakar"

Guerrino Zanardo, il "nonno" della Sei Giorni | Storie Italiane

        Il 34enne inglese dopo il terribile infortunio rimediato alla North West 2023 che lo ha obbligato a saltare la scorsa edizione del Tourist Trophy, torna sull&rsquo;Isola di Man con la Honda CBR 1000RR-R SP del team Ashcourt Racing. Dominic Herbertson che nel TT 2023 ha sfondato per la prima volta il muro delle 130 miglia orarie nella gara della Superstock passa nel team Burrows Engineering di RK Racing, orfano di Mike Browne. HILLIER PASSA A HONDA PER NW200 E TT, CON LA DAKAR 2025 NEL MIRINO Lee Johnston: &ldquo;Ritorno anche se non sono al 100%&rdquo; Il pilota 34enne lascer&agrave; la BMW con cui ha corso negli ultimi anni per passare alla Honda del team Ashcourt Racing, Lee ritorna al Tourist Trophy dopo un anno di assenza a causa dell&rsquo;infortunio rimediato alla North West 200 lo scorso anno. L&rsquo;infortunio &egrave; stato molto grave e ha messo a rischio non solo la carriera ma anche la vita dell&rsquo;inglese, ci&ograve; nonostante Lee Johnston non molla e al TT 2024 vuole esserci anche se non &egrave; ancora al massimo della sua condizione: &ldquo;Direi che in questo momento sono all'80% circa della forma fisica.&nbsp;&Egrave; fantastico considerando dove mi trovavo e mi sento davvero bene.&nbsp;Certo, alcuni giorni sono peggiori di altri, ma mi sento positivo e cercher&ograve; di vincere alcune gare nel 2024. Dopo gli infortuni che ho subito l'anno scorso, molte persone pensavano che avrei lasciato, ma non sta a loro dirlo perch&eacute; non sanno cosa significano le corse per me, e una cosa che ho imparato guardando dal divano l'anno scorso &egrave; che non ho ancora finito con le corse.&nbsp;C&rsquo;&egrave; ancora molta vita e molte gare in me&rdquo;. Per Johnston sar&agrave; un anno di apprendistato, infatti a parte l&rsquo;Aprilia RS660 con cui correr&agrave; nella Supertwin e che gi&agrave; ha utilizzato nel 2023, la Honda CBR1000RR-R SP sar&agrave; tutta da scoprire giro dopo giro. Lee ne &egrave; consapevole ed infatti prender&agrave; con la dovuta calma la prima settimana di prove: &ldquo;Non &egrave; mai bello perdere un anno al TT, ma lo &egrave; ancora di pi&ugrave; quando il tempo era bello come l'anno scorso.&nbsp;La quantit&agrave; di tempo trascorso in pista e l'enorme numero di giri completati hanno fatto avanzare notevolmente il gioco.&nbsp;Devi fare pi&ugrave; di 130 miglia all'ora per vincere una gara Supersport, il che &egrave; irreale. Sono realista al riguardo.&nbsp;Questo sar&agrave; un anno di ricostruzione, ma non vedo l&rsquo;ora di tornare in sella alla mia moto al TT.&nbsp;Ovviamente voglio fare il meglio possibile, in particolare nelle gare Supersport e Supertwin, ma voglio anche divertirmi&rdquo;.  ROAD RACES: CANCELLATO (DI NUOVO) L'ULSTER GRAND PRIX 2024 Herbertson passa a Burrows Engineering di RK Racing Classe 1991, ha debuttato al Tourist Trophy nel 2014 ed ha gi&agrave; concluso dodici volte in top10, di cui ben nove nelle ultime due edizioni. Nel 2024 una nuova sfida attende il pilota nativo di Hexham nel Northumberland, pochi chilometri ad ovest di Newcastle, che si unisce al Burrows Engineering by RK Racing. Heberstson che nell&rsquo;ultima edizione del TT ha sfondato per la prima volta il muro dei 130mph con le &ldquo;big bike&rdquo; e delle 125mph con la Supersport, avr&agrave; il compito di non far rimpiangere Mike Browne autentica rivelazione del Tourist Trophy 2023. Dominic correr&agrave; con la BMW M1000RR nella RST Superbike, RL360 Superstock e nel Milwakee Senior TT, mentre nelle due gare della Monster Energy Supersport sar&agrave; al via con una Yamaha YZF-R6. Dom scherza sulla sua passata vita da potatore: &ldquo;Quando John ha preso il telefono e mi ha chiamato, mi aspettavo solo che volesse abbattere alcuni alberi. Ci &egrave; voluto del tempo per capire che mi stava offrendo un posto in uno dei team pi&ugrave; competitivi del mondo da corsa". Herbertson ha poi continuato: &ldquo;Sono stato nella posizione molto fortunata di lavorare con la squadra in passato e non solo hanno macchine competitive, ma hanno anche un perfetto equilibrio tra professionalit&agrave; e divertimento sia dentro che fuori pista. Devo ringraziare cos&igrave; tante persone per avermi portato a questo punto della mia carriera agonistica e senza di loro non avrei visto il 2024 diventare un anno incredibilmente emozionante per me!&nbsp;Non vedo l&rsquo;ora di iniziare e cogliere questa opportunit&agrave;&rdquo;.         

Negli ultimi giorni sono arrivate due conferme importanti per quanto riguarda gli iscritti al Tourist Trophy 2024

Lee Johnston torna sull’Isola di Man, Herbertson passa a Burrows Engineering

        Dopo la &ldquo;rivoluzione&rdquo; vissuta nel 2023 con l'apertura alle varie squadre e la spettacolare lotta per il titolo vinto all'ultima gara da Edoardo Colombi, il Trofeo Aprilia RS 660 &egrave; ora proiettato verso la stagione 2024. Aprilia e BK Corse hanno infatti reso noto il calendario per quest'anno, che sar&agrave; composto da sei appuntamenti sui principali circuiti italiani. Si partir&agrave; nel weekend del 25-26 maggio dall'Autodromo Piero Taruffi di Vallelunga in concomitanza con il Campionato Italiano Velocit&agrave;, mentre a met&agrave; giugno la serie sar&agrave; nuovamente impegnata con il mondiale Superbike a Misano, pista su cui si torner&agrave; anche ad agosto. Due anche i round al Mugello, mentre il gran finale sar&agrave; all'Enzo e Dino Ferrari di Imola nel fine settimana del 28 e 29 settembre. Promesse italiane: Jacopo Hosciuc, talento tricolore made in Roma | Esclusiva Il calendario 2024 del Trofeo Aprilia RS 660  25-26 maggio: Vallelunga 15-16 giugno: Misano 1 (con SBK) 22-23 giugno: Mugello 1 3-4 agosto: Misano 2 31 agosto-1 settembre: Mugello 2 28-29 settembre: Imola Dakar, Brabec: "La vittoria di quest'anno? Pi&ugrave; bella di quella del 2020"       

La quarta edizione del monomarca riservato alla sportiva di media cilindrata della Casa di Noale sar&agrave; composta da sei round, di cui uno con il mondiale SBK

Trofeo Aprilia RS 660: ecco il calendario per la stagione 2024

        A few days has passed since the conclusion of the 46th edition of the Dakar, which was won by Ricky Brabec following a hard-fought battle with Ross Branch. This is the American Honda rider&rsquo;s second career win in the world&rsquo;s toughest and most important Rally Raid but, with respect to his 2020 victory (in what was the first Saudi edition of the race), this year&rsquo;s edition posed much more of a challenge, considering the very close racing and the complexity of the route. Brabec: &ldquo;Just seconds separated Branch and me&rdquo; The American was keen to highlight both the challenges and the satisfaction of winning: &ldquo;It&rsquo;s always great to start the year with a win, especially in a race as prestigious as the Dakar. Both Ross Branch and my team-mates put up a really great fight, which continued all the way to the end. This is my second win, but it&rsquo;s definitely a lot sweeter this time&rdquo;. &ldquo;In 2020, I had a much bigger lead right from the early stages&rdquo;, continues Brabec. &ldquo;But this time, Branch and I were just seconds apart for a long while and, in the end, the gap separating the top three came down to ten minutes. A really close thing, considering we covered thousands of miles of special stages, but it tells you a lot about the level this year&rdquo;. &ldquo;9 is my new lucky number&rdquo; As for the toughest section, Ricky cites Stage 11: &ldquo;The eleventh special was the hardest for me, because Branch started behind me and I knew that, if he reached me, I&rsquo;d lose my lead just before the final stage. Fortunately that&rsquo;s not how it went and now, considering I won after using the number 9 for the first time, I&rsquo;ll have to keep it forever, as it&rsquo;s become my lucky number.&rdquo;       

The American has won the world&rsquo;s toughest Rally Raid for the second time: &ldquo;It was a real battle right to the last stage. Now I need to keep number 9 forever&rdquo;

Dakar, Brabec: “This year’s win? Better than that of 2020”

E&#39; passato ormai qualche giorno dalla conclusione della quarantaseiesima edizione della Dakar, conclusa con la vittoria di Ricky Brabec dopo un acceso duello nella classifica generale con Ross Branch. Per lo statunitense di casa Honda si &egrave; trattato del secondo successo in carriera nel Rally Raid pi&ugrave; importante e complicato al mondo, ma rispetto a quella del 2020 (prima edizione svolta in Arabia Saudita), la vittoria di quest&#39;anno &egrave; stata decisamente pi&ugrave; &ldquo;sofferta&rdquo; visto il contenutissimo divario tra i protagonisti assoluti e la complessit&agrave; del percorso.  Ducati Desmo 450 MX: l&#39;arma per il cross di Borgo Panigale  Brabec: &ldquo;Io e Branch abbiamo lottato sul filo dei secondi&rdquo;   Parlando del proprio trionfo, il pilota a stelle e strisce ha evidenziato sia le difficolt&agrave; incontrate, sia soprattutto la soddisfazione provata ottenendo questo grande successo: &ldquo;E&#39; sempre bello iniziare l&#39;anno con una vittoria, specialmente in una gara cos&igrave; prestigiosa come la Dakar. Sia Ross Branch che i miei compagni di squadra mi hanno dato parecchio filo da torcere ed &egrave; stata una gran lotta fino alla fine. Si tratta della mia seconda vittoria in carriera, ma penso che questa sia decisamente pi&ugrave; bella&rdquo;.  &ldquo;Nel 2020, il mio vantaggio sugli avversari &egrave; stato importante fin dalle prime tappe&rdquo;, prosegue Brabec. &ldquo;Questa volta, invece, io e Branch ci siamo ritrovati a lottare per diversi giorni sul filo dei secondi e alla fine il divario tra i primi tre &egrave; stato di circa dieci minuti. Un gap davvero ristretto se si pensa che abbiamo percorso migliaia di chilometri di prove speciali, ma che rende bene l&#39;idea di quanto fosse alto il livello quest&#39;anno&rdquo;.    &ldquo;Il 9 &egrave; il mio nuovo numero fortunato&rdquo;   Parlando del momento pi&ugrave; complicato, Ricky ha indicato la Tappa 11: &ldquo;L&#39;undicesima speciale &egrave; stata la pi&ugrave; dura per me, perch&eacute; Branch sarebbe partito dietro di me e sapevo che, se mi avesse raggiunto, avrei perso la leadership appena prima dell&#39;ultima giornata di gara. Per fortuna non &egrave; andata cos&igrave; e adesso, visto che ho vinto con il numero 9 utilizzandolo per la prima volta, dovr&ograve; tenerlo per sempre essendo diventato il mio numero fortunato&rdquo;.  Promesse italiane: Jacopo Hosciuc, talento tricolore made in Roma | Esclusiva 

Lo statunitense ha trionfato nel Rally Raid pi&ugrave; duro al mondo per la seconda volta: &ldquo;E&#39; stata una gran lotta fino all&#39;ultima tappa. Ora dovr&ograve; tenere il numero 9 per sempre&rdquo;

Dakar, Brabec: &ldquo;La vittoria di quest&#39;anno? Pi&ugrave; bella di quella del 2020&rdquo;

        Pensando ad Althea Racing vengono in mente subito i successi di Carlos Checa in SBK o quelli di Davide Giugliano e Raffaele De Rosa in Superstock 1000. La squadra di Genesio Bevilacqua &egrave; abituata a lottare per il vertice per questo chiusa l&rsquo;esperienza con le Superbike, il manager romano ha scelto di ripartire dalla nuova Supersport, dopo due stagioni con Federico Caricasulo, Althea ha puntato su Niccol&ograve; Antonelli e Piotr Biesiekirski. DALLA VISITA IN FABBRICA ALL'UNVEILING: PRESENTAZIONE IN GRANDE STILE PER BMW Non chiamateli rookie A via del mondiale Supersport per il team di Genesio Bevilacqua ci saranno Niccol&ograve; Antonelli e Piotr Biesiekirski, due debuttanti nel WorldSSP ma che possono vantare un curriculum ricco ed importante. Niccol&ograve; Antonelli arriva in Supersport dopo tanti anni di motomondiale e una stagione nel campionato europeo Moto2 dove &egrave; riuscito a salire sul podio all&rsquo;Estoril. Per Piotr invece si spalancano le porte della SSP dopo diverse stagioni nella Moto2 europea, classe 2001 il polacco avr&agrave; modo di crescere accanto a &ldquo;Nelli&rdquo; ed insieme confermare la bont&agrave; della Panigale V2 del team Althea Racing che la passata stagione ha conquistato una vittoria, sei podi ed una pole position. Niccol&ograve; Antonelli: &ldquo;Sono molto contento di essere qui in uno dei team che ha fatto la storia della Superbike e della Supersport con dei grandi risultati. Questo mi spinger&agrave; a dare il 200% tutte le volte che scender&ograve; in pista. Finalmente oggi c'&egrave; la presentazione e non vedo l'ora di mettermi al lavoro&rdquo;.&nbsp; Piotr Biesiekirski: &ldquo;Per me &egrave; una nuova categoria e un nuovo campionato e quindi sono un po' curioso perch&eacute; non so cosa aspettarmi esattamente. La Ducati &egrave; una moto diversa da quelle che ho sempre guidato e quindi avr&ograve; bisogno di un po' di apprendistato. E' un bene che l'abbia gi&agrave; provata per prendere le misure.Adesso non mi resta che mettermi al lavoro insieme alla squadra.&nbsp;Dopo essere venuto in Italia e aver provato la moto con il team, tutti i miei dubbi sono svaniti. Mi sono innamorato dello stile di guida della 955 e il team ha superato tutte le mie aspettative. Sono sicuro che abbiamo un pacchetto straordinario, sia dal punto di vista tecnico che umano. Ora sono concentrato nel prepararmi al meglio e non vedo l&rsquo;ora di iniziare la stagione a Philip Island!&rdquo;  L&rsquo;HONDA CHE VINCE: RICKY BRABEC FA SUA LA DAKAR 2024 Non solo asfalto La presentazione all&rsquo;interno del museo &ldquo;Moto dei Miti&rdquo; &egrave; stata l&rsquo;occasione anche per presentare un nuovo progetto del team Althea nel fuoristrada. La squadra di Genesio Bevilacqua infatti nel 2024 sar&agrave; impegnata anche nel mondiale Enduro GP con lo svedese Lucas V&aring;gberg. Il ventiquattrenne sar&agrave; al via della top class con una Husqvarna FE 450 2024 lottando coi migliori piloti del mondo affiancato da una squadra di altissima competenza gestita da Moreno Coppola. Lucas V&aring;gberg: &ldquo;Ringrazio Genesio per questa grande opportunit&agrave; e sono sicuro che con il suo e il loro aiuto potr&ograve; regalare soddisfazioni in questa stagione. Far&ograve; del mio meglio, non vedo l&rsquo;ora di iniziare a tutto gas!&rdquo; MOTOCROSS: CAIROLI "SVELA" LA SUA DUCATI       

La squadra di Genesio Bevilacqua sar&agrave; al via del mondiale Supersport con una squadra a due punte, interamente rinnovata

SSP, Althea riparte da Niccolò Antonelli e Piotr Biesiekirski

        Having run a consistent race, Ricky Brabec won just one stage, which came with the tenth special, to secure his second Dakar Rally victory. A frontrunner right from the start, the American benefited from almost 20&rsquo; of time adjustments that helped him to achieve his second win in Saudi Arabia. Honda back to winning ways after two years At the start of the millennium, the Dakar was dominated by KTM for almost twenty years, the Australian manufacturer winning every year from 2001 to 2019, in both Africa and the South America editions. But things have changed in recent years, the race now staged in Saudi Arabia. In 2020, the first &lsquo;Arab&rsquo; Dakar was won by Ricky Brabec with the Honda CRF 450 Rally while 2021 saw Kevin Benavides score another victory for the Japanese manufacturer. KTM took the following two editions, with Sam Sunderland (riding the GasGas, a KTM brand) and Kevin Benavides, who had switched to the Austrian manufacturer. Now in its fifth edition, the Arabian Dakar is back in Japanese hands. The Tokyo-based manufacturer has dominated this year&rsquo;s race to place two bikes on the final podium. And the 2024 Dakar could have been even more triumphant for the manufacturer had Jos&eacute; Ignacio Cornejo Florimo not had problems on the final day of the race, missing out on fourth place and finishing sixth behind the factory KTMs. Another rider to put in an impressive performance was Tosha Schareina, winner of the Prologue before having to retire, while Stage 5 winner could have done much more had he not run out of fuel in one of the final stages, losing more than an hour as a result. In a sea of Hondas, the only man to fight to the last against Ricky Brabec was Hero Motosports rider Ross Branch. The Botswanan led the way during the first days of the Dakar, before ultimately being passed by Brabec, though the American had just a one second advantage over the African at the end of stage nine. Despite not winning, Hero and Ross Branch have enjoyed their best ever Dakar, the rider&rsquo;s previous best a thirteenth-place finish in the 2019 edition, which was his first Dakar. Adrien Van Beveren also reaches the final podium for the first time. Despite winning two stages, one more than his team-mate, the Frenchman finished 15 minutes behind Brabec. The KTM platoon Not the Dakar that the Austrian troops expected, with the factory KTM, Husqvarna and GasGas riders never really in the running. Able to take just three Stage wins, all at the hands of Kevin Benavides, it was not enough to be able to fight for the final podium, with the 2023 winner placing fourth this time around. He was followed by Toby Price, with Luciano Benavides seventh on the Husqvarna and Daniel Sanders eighth with the RedBull GasGas Factory Racing. Historic Rally2 victory for Harith Noah With Italian Paolo Lucci out of the running, the overall Rally2 win went to Sherco TVS Rally Factory rider Harith Noah, who brings India its first ever Dakar victory. The Rally2 class battle was frenetic, with Harith, who moved into the lead with just two stages to go, ultimately closing 4&rsquo;57&rdquo; ahead of Romain Dumontier, with Bradley Cox placing third (6&rsquo;28&rdquo;).       

The American rider repeats his 2020 win in the world&rsquo;s toughest Rally Raid, beating Branch with the Hero

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