        In un colpo solo Romain Febvre (Kawasaki) &egrave; riuscito a tornare alla vittoria di un Gran Premio, due anni dopo l&rsquo;ultimo successo conquistato a Lommel, a regalare il successo a Kawasaki e a conquistare la seconda posizione in classifica di campionato, diventando di fatto il principale avversario di Jorge Prado (GasGas), sul podio per la nona volta in dieci Gran Premi in questa stagione.  In Indonesia Romain Febvre (3) &egrave; partito per tre volte in testa tra qualifica e manche di gara @P.Haudiquert Al via, terzo hole-shot del fine settimana per Febvre Al via di gara due Febvre conquista il terzo hole-shot del fine settimana indonesiano, curvando davanti a un sorprendente Valentin Guillod (Honda) e a Prado che esita ad attaccare lo svizzero perdendo terreno dalla testa della gara, seguito da Calvin Vlaanderen (Yamaha) e Jeremy Seewer (Yamaha) che dopo poche curve viene in contatto con Ruben Fernandez (Honda) causandone la caduta che coinvolge anche Benoit Paturel (Yamaha) che non riesce ad evitare lo spagnolo. I due ripartono attardati in quattordicesima e quindicesima posizione. Tra il quarto e il quinto giro Guillod crolla e perde quattro posizioni, ritrovandosi sesto, superato da Prado, Vlaanderen, Seewer e Coldenhoff.&nbsp;  Nonostante abbia perso 5 punti su Febvre, Prado ha allungato a +101 in campionato @JP.Acevedo Febvre controlla, Prado segue, Seewer spinge Febvre continua ad allungare, mentre Prado controlla su Vlaanderen che viene avvicinato da un Seewer piuttosto aggressivo che si fa sotto e dopo aver rischiato un contatto, passa il sudafricano, lanciandosi all&rsquo;inseguimento di Prado poco distante. I due duellano sul filo del secondo di distacco per quasi met&agrave; gara ma a tre giri dal termine lo svizzero sferra l&rsquo;attacco decisivo e conquista il secondo posto alle spalle di Febvre, con Prado terzo, Vlaanderen quarto e Coldenhoff, a terra nel finale a causa di un contatto con Vlaanderen, quinto. Ottavo posto alle spalle di Fernandez e Mitch Evans (Kawasaki) per Alberto Forato (KTM), caduto mentre era in lotta con Guillod per il sesto posto.  La classifica del Gran Premio di Indonesia MXGP con Febvre primo Febvre e Kawasaki vincono, Prado allunga a +101 Sul podio Febvre &egrave; primo davanti a Prado e Seewer, con Coldenhoff quarto di giornata davanti a Vlaanderen; Forato &egrave; sesto assoluto davanti a Fernandez, mentre Alessandro Lupino (Beta) caduto violentemente nel finale di gara uno non prende il via nella seconda frazione. In campionato Prado comanda con 101 punti su Febvre ora secondo davanti a Herlings, Fernandez e Seewer. Per Kawasaki &egrave; il quarto successo indonesiano (tutti di piloti francesi) dopo i due firmati da Sebastien Tortelli nel 1995/96, quello di Yves Demaria del 1997 e quello odierno di Febvre.&nbsp;  La classifica del Campionato del Mondo MXGP dopo il decimo Gran Premio       

Il francese torna al successo iridato dopo due anni di digiuno; con la vittoria di gara due il Gran Premio di Indonesia &egrave; suo. Top 10 per Forato, Lupino out

MXGP: il ritorno di Febvre

        Weekend di sole al Circuito Ciclamino di Pietramurata che ha accolto i piloti della MXGP, MX2, EMX125 ed EMX250 per un fine settimana spettacolare. Numerosissimo il pubblico che ha affollato ogni spazio disponibile sulle collinette che circondano il tracciato incastonato tra le splendide Dolomiti.  Scenario unico quello del Gran Premio del Trentino Jorge Prado: 9 Questa volta non totalizza pi&ugrave; punti dei suoi avversari sommando i risultati di sabato e domenica ma finalmente riesce a mettere insieme quelli necessari per salire sul primo gradino del podio e al quarto tentativo vince il sesto Gran Premio della classe regina, il 37&deg; in carriera. Arco gli piace parecchio, qui vinse il primo GP nel 2017 e il quarto nel 2018, ripetendosi nel 2019, cosa far&agrave; allora ad Agueda, in Portogallo, dove si correr&agrave; il prossimo round, avendoci vinto gi&agrave; altre 3 volte? Costante  Jorge Prado ha deluso in qualifica questa volta ma il GP &egrave; stato suo Jeffrey Herlings: 8 Due manche completamente diverse per un verso, identiche per l&rsquo;altro. Jeffrey cade la via di gara uno, riparte praticamente ultimo e rimonta fino al 9&deg; posto ma senza particolari exploit, in gara due scende in pista trasformato; parte nei 10, sembra dormire ancora ma si sveglia improvvisamente e sfodera una prestazione mostruosa che lo porta a vincere il GP e ad agguantare il podio. In sala stampa Renaux e Prado lo definiscono un tornado. Uragano  Jeffrey Herlings salta sulle Dolomiti, l'olandese si &egrave; scatenato in gara 2 Valentin Guillod: 8 E chi se lo apsettava un Guillod cos&igrave;? Ok, in Svizzera aveva fatto vedere belle cose, aveva spinto ma l'aria di casa a volte fa miracoli, lui invece si ripete in Trentino e fa pure meglio. 30 punti in tasca, 11&deg; in campionato e un sacco di duelli tosti e convincenti che sia tornato il Valentin di qualche anno fa? Intanto il suo trainer Demaria si sfrega le mani.&nbsp;Redivivo  Combattivo e spettacolare per tutto il weekend, Guillod ha sorpreso molti Maxime Renaux: 8 Quanta voglia ha questo ragazzo e quant&rsquo;&egrave; bello vederlo correre con tutta la sua grinta. Ad Arco aveva vinto il suo titolo in MX2 nel 2021, ad Arco risale sul podio, portando a casa pi&ugrave; punti di chiunque altro. Non ha vinto il GP, questo un altro discorso ma ha fatto un bel passo avanti in classifica ed &egrave; l&rsquo;unico che ha guadagnato qualcosa su Prado. Coriaceo  Mai domo e sempre grintoso, Renaux &egrave; uno dei protagonisti del 2023 Romain Febvre: 6,5 Sembrava il suo GP, dopo il muso lungo in Svizzera per aver perso il Gran Premio di un soffio davanti al suo capo Kimi Raikkonen, Romain si &egrave; aggiudicato la gara di qualifica (la prima dell&rsquo;anno non vinta da Jorge), mettendo le basi per un weekend indimenticabile. Peccato che il via di gara uno rovini tutto e che anche in gara due Herlings gli faccia andare di traverso la giornata. Sprecone  Ecco come &egrave; iniziato il GP di Febre, vincitore della qualifica al sabato Andrea Adamo: 10 Due secondi posti che valgono oro, nel senso della prima vittoria in carriera in MX2 ma anche il secondo posto in classifica iridata, per Andrea che straripa di felicit&agrave; e fa piangere anche pap&agrave; Nino. Adamo sta crescendo velocemente e dimostra ad ogni manche di essere un gran lottatore, uno di quei piloti disposti a vendere cara la pelle per la posizione in classifica. Per trovare un siciliano sul podio del Trentino bisogna tornare al 2021, (ultimo successo di Cairoli) e che questo ti sia di buon augurio. Mastino  Sventolano i tricolori per Andrea Adamo alla prima vittoria in MX2 Liam Everts: 8 Verrebbe voglia di scrivere 7,2, dato che si tratta del terzo Everts che sale su un podio iridato dopo nonno Harry e pap&agrave; Stefan (Mr.72 appunto) ma Liam comincia a camminare da solo, lo fa seguendo i consigli di Joel Smets e Tony Cairoli e finalmente riesce a mettere insieme due manche buone consecutive. In Trentino il pap&agrave; saliva sul podio 32 anni fa, domenica &egrave; toccato a lui. Il podio era nell&rsquo;aria ma quanta fatica! Novellino  Liam Everts davanti al compagno di squadra Adamo Simon Langenfelder: 7,5 Simon c'&egrave; e lo fa vedere benissimo al sabato, vincendo la gara di qualifica con un gran bel assolo e ripetendosi alla domenica in gara due, altra vittoria, la prima parziale di questo 2023 un po' pi&ugrave; difficile del previsto fin qui. Peccato per gara uno ma la rimonta fatta vedere &egrave; un gran buon segno. La strada &egrave; ancora lunga ma la velocit&agrave; c'&egrave; e pure tanta. Ritrovato  Simon Langenfelder vola tra gli alberi del Trentino, per lui weekend quasi perfetto Lata, Bonacorsi, Zanchi: 10 Ragazzi ma che bello &egrave; vedere tre bandiere italiane sventolare in cima al podio? Queste tre giovani promesse del motocross, anzi, consolidate realt&agrave; ormai, visto che due di loro hanno gi&agrave; vinto il titolo della EMX125 (Bonacorsi nel 2020 e Lata nel 2021), ci fanno sognare un futuro migliore e anche se c&rsquo;&egrave; ancora tanta nostalgia di Cairoli, loro sono il nuovo che avanza. Speranze  Il podio tutto italiano della EMX250, da sx: Bonacorsi, Lata e Zanchi Pubblico: 10 Tanta tanta gente, assiepata ovunque con striscioni, bandiere, fumogeni, cori, trombe e trombette, , insomma una vera festa. Si temeva un flop vista la mancanza di Gajser (in Trentino ci sono sempre tra i 2000 e i 2500 spettatori sloveni per lui), invece tra italiani e svizzeri c&rsquo;&egrave; stato il pienone e dire che per trovare un cartellone in giro o un volantino bisognava cercare davvero con cura. Festoso  La "curva Gajser" questa volta trasformata in "curva Seewer" Circuito: 7 Nulla da dire, le gare sono state belle ma se non fosse stato per una bella vittoria di Adamo e Lata e per un Herlings strepitoso in gara 2, non avremmo poi visto moltissimo. Il senso di marcia invertito non piace molto, ne ai piloti, ne ai fotografi e la partenza &egrave; davvero molto caotica, forse la peggiore del mondiale insieme a quella di Kegums. Contromano  La pi&ugrave; classica delle scene alla prima curva del Trentino, una 180&deg; a sinistra che non perdona       

Il quarto fine settimana della stagione 2023 ha regalato gare entusiasmanti e duelli stellari: chi sono i promossi e i rimandati di Pietramurata?

MXGP del Trentino: le pagelle

        Nel Medioevo furono eretti in Europa centinaia di castelli, per permettere ai feudatari di difendersi dagli attacchi provenienti dall&rsquo;esterno. Nel motociclismo, invece, i Castelli servono per andare all&rsquo;attacco, conquistando l&rsquo;intero globo. La storia di Lucio e Massimo Castelli   Lo dimostrano Lucio e Massimo Castelli, da Gorla Minore (Varese), artefici rispettivamente di 17 titoli mondiali piloti in pista e otto nel Motocross. Lucio compir&agrave; 90 anni il 30 giugno, ma &egrave; ancora lucidissimo e non si perde i raduni di Moto d&rsquo;Epoca, a cui presenzia con una delle sue MV Agusta: &ldquo;Lavoravo in officina da Mario Colombo, lui conosceva il Conte, Domenico Agusta, nel 1954 mi port&ograve; in azienda e venni assunto. Stavo in officina e quando, nel 1964, venne riaperto il Reparto Corse, Arturo Magni mi chiam&ograve; perch&eacute; mi occupassi della ciclistica. Essendo assunto, quando nel 1976 il Reparto Corse chiuse, restai alla MV, ho fatto da autista al conte Corrado fino alla pensione, nel 1989&rdquo;. Rispetto al padre, Massimo, che la settimana scorsa ha festeggiato 62 anni, ha avuto un percorso lavorativo pi&ugrave; tortuoso: &ldquo;Iniziai nel 1978 all&rsquo;Aspes come garzone, aiuto meccanico: imparavi lavando e smontando le moto, chiaramente senza responsabilit&agrave;. Dopo la pausa per il Militare, nel 1982 andai alla Cagiva, restando fino al 1991, quando Michele Rinaldi mi propose di aggregarmi a lui&rdquo;. Il cambio di casacca non fu accolto favorevolmente in famiglia: &ldquo;Pap&agrave; si arrabbi&ograve; molto perch&eacute; secondo lui la Cagiva, essendo una ditta, mi garantiva un lavoro sicuro come operaio, ma non mi andava di stare in catena di montaggio. Il Reparto Corse stava chiudendo, mi dissi &lsquo;un treno cos&igrave; non passa pi&ugrave;&rsquo; e andai da Rinaldi a Parma, per rimanerci dal 1992 al 1999. Passai al Team Freetime Yamaha Skittles di Reggio Emilia per cui correvano Yves Demaria e Pit Beirer. Dopo due anni aprii un&rsquo;officina e conobbi Giacomo Gariboldi che nel 2005 diede vita al suo team, un po&rsquo; per gioco&rdquo;. Da quell&rsquo;istante Massimo Castelli non ha pi&ugrave; cambiato casacca, diventando uno dei capisaldi della formazione di Arsago Seprio, fino a occupare il ruolo di responsabile tecnico: &ldquo;Il team fu messo insieme per aiutare i giovani: partimmo con il Regionale lombardo, poi l&rsquo;Italiano. Nel 2009 vincemmo l&rsquo;Europeo 250 con Christophe Charlier ma poco dopo la Yamaha ci abbandon&ograve;. Con un colpo di fortuna, o forse perch&eacute; siamo stati bravi, siamo stati chiamati in HRC ed &egrave; arrivato Tim Gajser, con cui abbiamo vinto cinque Mondiali: nel 2015 in MX2, nel 2016, 2019, 2020 e 2022 in MXGP&rdquo;. Oltre alle superfici di gara, anche i compiti dei due Castelli si discostano non poco come racconta Lucio: &ldquo;Io facevo il telaista, guardavo tutta la ciclistica, forcella, ammortizzatori, ruote, freni, filo del gas. Avevo un libretto che indicava ogni quanti chilometri erano obbligatorie le sostituzioni. I freni, anche se erano ancora quasi nuovi, dopo tre gare andavano cambiati. Le gomme ce le portavamo noi, erano soltanto di due tipi, da asciutto e da bagnato. A volte si restava svegli il sabato notte per sistemare la moto dopo una rottura. I motori di scorta erano quattro, due per cilindrata e durante l&rsquo;anno li ripristinavamo, mettendo a posto albero motore, pistoni, testa&rdquo;. Lucio e Massimo Castelli, dalla pista all'off-road   Vedendo il padre in azione in garage insieme allo zio Edoardo, anch&rsquo;egli dipendente Cagiva, l&rsquo;erede si &egrave; innamorato delle moto fin dalla tenera et&agrave;: &ldquo;Anch&rsquo;io come pap&agrave; cominciai come telaista, ma dopo, avendo la passione, ho imparato altre cose. Mi occupavo dei motori in Yamaha da Rinaldi e tutt&rsquo;ora &lsquo;faccio&rsquo; il motore di Gajser, sono responsabile del team a livello tecnico. Sopra di me ci sono Gariboldi, come team manager, e Marcus Freitas, che da anni &egrave; uomo HRC, il general manager che mantiene i contatti tra noi e il Giappone. Il lavoro &egrave; cambiato perch&eacute; in Cagiva dovevi montare le gomme, revisionare la forcella, facevi proprio tutto. Adesso invece c&rsquo;&egrave; chi ti porta il motore, la Pirelli fornisce le gomme, c&rsquo;&egrave; un tecnico giapponese per le sospensioni e un altro tecnico nipponico che si occupa soltanto dell&rsquo;elettronica. Lui fa la mappatura alla moto e noi inseriamo la schedina nella centralina. Anche per questo la gestione &egrave; pi&ugrave; rapida, non si lavora pi&ugrave; di notte come ai tempi della Cagiva&rdquo;. Persino l&rsquo;incidenza dell&rsquo;uomo appare agli antipodi, almeno a detta di Massimo: &ldquo;Ai tempi di pap&agrave;, le moto della 500 erano pi&ugrave; difficili da gestire e il pilota contava parecchio. Credo che nella Velocit&agrave; attuale il 70 percento lo faccia la moto, nell&rsquo;off-road le percentuali sono invertite. Le moto nel Cross si equivalgono pi&ugrave; o meno tutte, almeno considerando le ufficiali. Gajser pu&ograve; vincere ovunque, come era per Tony Cairoli. Il pilota &egrave; ancora molto pi&ugrave; importante della moto, anche se chiaramente, se guida un &lsquo;cancello&rsquo; non puoi pretendere che vinca&rdquo;. A differenza di Lucio, che ha conquistato sei titoli della 350 e 11 consecutivi della 500, dal 1964 al 1974 con Mike Hailwood (due), Giacomo Agostini (tredici) e Phil Read (gli ultimi due), il figlio ha trionfato in classi e con team differenti: &ldquo;I primi due Mondiali li ho vinti in 125 con la Cagiva, nel 1985 e nel 1986 con Pekka Vehkonen e Dave Strijbos. Con la Casa varesina ho fatto pure un anno nella Velocit&agrave;, nel 1990 con Randy Mamola, Ron Haslam e Alex Barros, e in inverno la Parigi-Dakar vinta da Edi Orioli. Nel 1992 in 250 ho conquistato il mondiale Cross con Donnie Schmit, al primo anno con Rinaldi, anche se non conoscevo nessuno e parlavo pochissimo l&rsquo;inglese&rdquo;. Un&rsquo;incombenza che il padre non ha mai avuto: &ldquo;Non parlavamo lingue straniere &ndash; conferma Lucio &ndash; ci pensava Magni, sia per confrontarsi con Hailwood e Read che per le trasferte&rdquo;. D&rsquo;altra parte lavorava per un&rsquo;azienda italiana, mentre Massimo ha a che fare con i giapponesi: &ldquo;Da un lato lavori bene perch&eacute; hai tutto ci&ograve; che serve, se ti dicono che domani arriveranno cinque motori stai sicuro che li avrai. Ma per far loro capire le cose serve tempo, il loro tempo di reazione &egrave; lungo&rdquo;. La possibilit&agrave; che la serie vincente continui con la terza generazione &egrave; per&ograve; esclusa, sentendo Massimo a cui pesano sempre di pi&ugrave; le lunghe attese in aeroporto: &ldquo;Ho un figlio che va in moto, ha passione e ha voluto provare a fare l&rsquo;aiuto meccanico. Alla fine ha scoperto che non &egrave; il suo mondo, troppi sacrifici, mentre i coetanei sono in giro a divertirsi: ha deciso di smettere e fa l&rsquo;operaio&rdquo;. Alla domanda su cosa serva per fare a lungo il meccanico in squadre cos&igrave; importanti, invece, i Castelli rispondono quasi all&rsquo;unisono, usando la stessa parola chiave: &ldquo;Se non hai passione&hellip; non ce la fai&rdquo;. Francesco Faraldo, l'inventore d'Oltremanica | Storie Italiane       

Due generazioni di pluricampioni del mondo dietro le quinte: Lucio ha trionfato 17 volte con MV Agusta, Massimo ha prevalso nell'off-road

Lucio e Massimo Castelli, i meccanici vincitutto | Storie Italiane

        Che bello leggere i nomi di Cairoli, Lupino e Guadagnini in cima a questa impressionante sfilza di campionissimi di tutti i tempi, da McGrath a Helrings, passando per Everts, Chiodi, Carmichael, Stewart, Villopoto, Roczen e Musquin. Gli States guidano la classifica degli ultimi 25 anni con 9 successi, seguiti dalla Francia con 6 e dal Belgio con 5; 3 vittorie per l&rsquo;Italia, con Germania e Olanda a quota 1.  Il terzo titolo in 25 anni, per l'Italia &egrave; festa nel 2021 2014 / 2018 da Kegums a RedBud nel segno dei bleu 2021&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Italia Antonio Cairoli / Alessandro Lupino / Mattia Guadagnini 2020&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;NO MXdN 2019&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Olanda Jeffrey Herlings / Glenn Coldenhoff / Calvin Vlaanderen 2018&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Francia Gautier Paulin / Jordi Tixier / Dylan Ferrandis 2017&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Christophe Charlier / Romain Febvre 2016&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Beno&icirc;t Paturel / Romain Febvre 2015&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Marvin Musquin / Romain Febvre 2014&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Dylan Ferrandis / Steven Frossard  Terza e decisiva manche del 2018 a RedBud, Paulin capitano a segno per la quinta volta, qui davanti a Herlings e Cairoli 2005 / 2011 gli ultimi 7 titoli USA 2013&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Ken De Dycker / Jeremy Van Horebeek / Cl&eacute;ment Desalle 2012&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Germania Maximilian Nagl / Ken Roczen / Marcus Schiffer 2011&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Blake Baggett / Ryan Villopoto 2010&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Trey Canard / Andrew Short 2009&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Jake Weimer / Ivan Tedesco 2008&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA James Stewart, Jr. / Ryan Villopoto / Tim Ferry 2007&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Ryan Villopoto / Tim Ferry 2006&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA James Stewart, Jr. / Ryan Villopoto / Ivan Tedesco 2005&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Kevin Windham / Ivan Tedesco  Jeffrey Herlings sar&agrave; il grande assente di RedBud, quin nel 2018 mentre si allinea sotto lo sguardo attento di Cairoli 1986/ 2004 da Maggiora &nbsp;a Lierop: Belgio, Francia e Italia, contro gli americani 2004&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Stefan Everts / Steve Ramon / Kevin Strijbos 2003&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Stefan Everts / Steve Ramon / Jo&euml;l Smets 2002&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Italia Andrea Bartolini / Alessio Chiodi / Alessandro Puzar 2001&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Yves Demaria / Luigi Seguy / David Vuillemin 2000&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Ryan Hughes / Travis Pastrana 1999&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Italia Andrea Bartolini / Alessio Chiodi/ Claudio Federici 1998&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Marnicq Bervoets / Patrick Caps / Stefan Everts 1997&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Marnicq Bervoets / Stefan Everts / Jo&euml;l Smets 1986&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;USA Jeremy McGrath / Jeff Emig / Steve Lamson  Max Anstie in gara nel 2018 con il butt patch "God Save The Queen", gli inglesi non hanno mai vinto negli ultimi 25 anni       

Un lungo elenco di Nazioni e di piloti che si sono susseguiti in cima al podio pi&ugrave; prestigioso del motocross mondiale negli ultimi 25 anni. A RedBud americani in caccia di un successo che manca da 11 anni.

25 anni di Nazioni: i vincitori dal 1986 a oggi

        Tim Gajser: 10 Ogni commento &egrave; superfluo, ogni voto scontato: che valutazione si pu&ograve; dare a uno che centra la terza doppietta consecutiva e che vince&nbsp; sul duro in Trentino, sulla sabbia in Lettonia e sul fango a Maggiora? Peccato che sia proprio stato lasciato solo a giocarsi questo mondiale, perch&eacute; con un Gajser cos&igrave; ci saremmo divertiti di pi&ugrave; con tutti gli altri top rider in gara. Bella vita.  Tim Gajser continua la sua marcia indisturbata verso l'iride 2022 &nbsp; Jeremy Seewer: 8,5 Bentornato Jeremy! Lo svizzero in grande difficolt&agrave; a Kegums, si rivede sul podio in Italia e con una guida spettacolare e al limite del freestyle, centra due belle manche e 44 punti pesanti in ottica campionato. Prossimo obbiettivo? Renaux, ovviamente. Cacciatore.  Dopo qualche gara difficile si &egrave; rivisto nelle posizioni di vertice &nbsp; Calvin Vlaanderen: 8 Olandese uguale sabbiaiolo e questo vale da sempre per tutti i piloti che vengono dai Paesi Bassi, Vlaanderen incluso che sin qui ha ottenuto i suoi migliori risultati proprio sulla familiare sabbia. Calvin questa volta per&ograve; si supera e porta a casa il quarto posto del GP di Maggiora e un hole-shot. Chapeau.  Vlaanderen a Maggiora ha stupito per la velocit&agrave; sul duro &nbsp; Ben Watson: 7,5 Primo hole-shot in carriera in MXGP, prima top ten della stagione e un piccolo passo avanti nella classifica di campionato, il fine settimana piemontese del pilota factory Kawasaki &egrave; andato decisamente meglio i primi sei. Ritrovato?  Ben Watson ha centrato la prima performance positiva della stagione &nbsp; Alessandro Lupino: 7 Finalmente la stagione 2022 del viterbese &egrave; iniziata! Reduce da innumerevoli e inenarrabili vicissitudini che lo hanno visto affrontare solo sei partenze su 14, Alessandro ora pu&ograve; guardare al resto della stagione con maggior serenit&agrave;. Bentornato.  Resiliente: Alessandro Lupino non ha perso la sua grande grinta &nbsp; Glenn Coldenhoff: 5 Glenn, Glenn, che succede? Ok, la Yamaha lui non l&rsquo;ha ancora digerita del tutto, ma cos&igrave; non va; decimo del GP e terzo dei tre piloti factory della casa dei tre diapason, quinto e anche questa volta ultimo dello squadrone ufficiale in campionato. Quest&rsquo;anno non &egrave; arrivato neanche un podio, mentre i suoi compagni ci sono saliti ben sei volte. Attardato.  Coldenhoff ancora non ha trovato la totale confidenza con la sua Yamaha &nbsp; Stephen Rubini: 8 Il primo podio non si scorda mai, se poi arriva in una giornata particolarmente impegnativa e su una pista iconica come quella di Maggiora, vale ancora di pi&ugrave;. Stephen, ex enfant prodige della 125 e gran talento transalpino, questa volta fa sorridere tutti attorno a lui, il suo trainer Yves Demaria per primo. Felice.  Primo podio in carriera per Rubini a Maggiora &nbsp; Liam Everts: 7,5 Finalmente si rivede un Everts nella top ten! Liam, alla quarta gara in carriera nel mondiale MX2 (e questo &egrave; bene ricordarlo), centra un quarto posto in gara uno e per giunta nelle condizioni di pista pi&ugrave; tecniche e difficili. La stoffa c&rsquo;&egrave;, la pressione pure e forse anche troppa ma a Maggiora lui se la cava piuttosto bene. Sotto pressione.  Liam Everts a Maggiora ha centrato il miglior risultatro in carriera in MX2 &nbsp; Jan Pancar: 5 Lo sloveno arriva a Maggiora con la prima vittoria in carriera nel Campionato Italiano Prestige MX2, carico a molla, Jan fa segnare il sesto miglior tempo nelle prove libere, poi addirittura il quinto nelle cronometrate. Dopo un buon nono posto nella qualifica del sabato il meteo cambia e lui naufraga nel fango domenicale, 2 punti in gara uno e dieci nella seconda, per un quattordicesimo che per una volta gli va strettino. Occasione persa.  Prove ottime, gare meno, Pancar sta comunque crescendo nelle ultime settimane       

Da Gajser primo della classe a qualche bella sorpresa, senza dimenticare i rimandati a Riola, ecco tutti i voti del Gran Premio pi&ugrave; glamour della stagione.

MXGP: le pagelle di Maggiora

Quello di Rossi con la moto da enduro &egrave; il terzo infortunio di una carriera lunghissima, perci&ograve; Valentino deve ritenersi fortunato. Quest&rsquo;ultimo incidente arriva dopo la lesione del tendine sovraspinoso, del capolungo e l&rsquo;infrazione alla cartilagine della cercina glenoidale subiti nell&rsquo;aprile del 2010; e dopo la frattura di tibia e perone della gamba destra subita sempre nel 2010. &nbsp;  VIGILIE SFORTUNATE - &Egrave; curioso notare che a distanza di sette anni, Valentino si &egrave; procurato lo stesso tipo di frattura nella medesima gamba. Ma &egrave; ancora pi&ugrave; interessante rilevare che quest&rsquo;anno si &egrave; procurato due infortuni alla vigilia delle due gare di casa: in maggio ha trascorso una notte in ospedale dopo aver colpito il torace cadendo mentre si allenava sulla pista di motocross di Cavallara; i postumi di quel colpo lo hanno condizionato al Mugello. Poi c&rsquo;&egrave; stato l&rsquo;ultimo infortunio, molto pi&ugrave; importante, alla vigilia del GP di Misano. &nbsp;  SENZA CONTROLLO - Questa per&ograve; &egrave; statistica, vi sono invece altre situazioni che vanno valutate. La cosa pi&ugrave; inquietante &egrave; che Valentino &egrave; finito in ospedale due volte in soltanto tre mesi, e sempre a causa di cadute in fuoristrada. Ma a ben vedere, anche nel 2010 la lesione alla spalla fu causata da una caduta con la moto da cross (accadde in aprile, lui scelse di farsi operare in novembre). Significa allora che molti danni, Valentino, se li &egrave; procurati facendo fuoristrada. Questa considerazione non punta a demonizzare l&rsquo;off road, ma a sottolineare che forse Valentino si ostina a fare cose che non riesce a padroneggiare al meglio. &nbsp;  PERCHE&rsquo; RISCHIARE IN FUORISTRADA? - A questo punto &egrave; recidivo. La botta presa sulla pista di motocross di Cavallara nello scorso maggio, a causa di un capottamento in avanti, lo ha spinto evidentemente a fare rotta sull&rsquo;Enduro ma questa scelta si &egrave; rivelata pessima: Valentino si &egrave; fatto male in un tratto in discesa, quando il piede destro &egrave; rimasto impigliato in una pietra e lo sforzo ha provocato la frattura. E&rsquo; necessario chiedersi due cose. La prima: perch&eacute; ha continuato a rischiare in allenamento, in una fase cos&igrave; delicata della stagione, dopo che aveva gi&agrave; rischiato alla vigilia del Mugello? La seconda: perch&eacute; continua a ostinarsi ad allenarsi in fuoristrada? &nbsp;  COSA CERCA? - Premesso che ognuno &egrave; libero di fare ci&ograve; che pi&ugrave; gli piace, che gli episodi sfortunati possono capitare a chiunque, che ci si pu&ograve; fare male ovunque; e, infine, valutando che anche i professionisti del fuoristrada possono farsi male in allenamento (ma almeno questo &egrave; il loro mestiere), bisogna chiedersi cosa stia cercando Valentino nel fuoristrada. A 38 anni, cio&egrave; dopo avere visto tutto ci&ograve; che si pu&ograve; vedere in questa professione. Evidentemente cerca una variante al Flat Track, che pratica sulla sua pista privata, soltanto che il fuoristrada &egrave; molto diverso: Motocross e Enduro, o li sai fare bene, oppure li devi lasciare perdere. Su asfalto e ghiaia possono andarci tutti (o quasi), ma tra buche e canali, sui salti e nelle discese, invece no. &nbsp; &nbsp; SE NON CI NASCI&hellip; - A meno che non si abbia la formazione di Andrea Dovizioso, Maverick Vi&ntilde;ales, Marc Marquez, Marco Melandri, Julian Simon; cio&egrave; piloti di velocit&agrave; che si possono considerare crossisti veri perch&eacute; da bambini volevano diventare piloti di motocross e hanno corso e vinto gare di minicross e motocross prima di spostarsi sull&rsquo;asfalto. Restando poi sempre attivi nel cross, aggiornando la tecnica di guida anno dopo anno. Dunque soltanto per questi tipi di piloti non vale una sentenza pronunciata da Yves Demaria, tre volte iridato nel cross che si occup&ograve; della preparazione atletica del suo amico Randy De Puniet. Commentando un infortunio di De Puniet con la moto da cross, Demaria disse: &laquo;I piloti di velocit&agrave; si fanno male facendo motocross perch&eacute; non sanno farlo. Avendo l&rsquo;abitudine alla velocit&agrave;, credono che si debba andare sempre veloci anche su terreni in cui il concetto di velocit&agrave; &egrave; molto diverso; ma non hanno la tecnica per riuscirci&raquo;. &nbsp; 

Un trauma toracico aveva messo a repentaglio la presenza di Rossi al Mugello, poi &egrave; arrivata la &ldquo;botta&rdquo; alla gamba. Perch&eacute; Valentino si ostina a girare in off-road per allenarsi?

Rossi e gli infortuni: perch&eacute; continua con il fuoristrada?

        Davanti ad un pubblico di 50.000 appassionati, lo storico tracciato di Maggiora ha ospitato la settantesima edizione del Cross delle Nazioni. Ed era da un po' che non si vedeva un'edizione cos&igrave; combattuta.&nbsp; E' stata la Francia a conquistare la vittoria: la prima volta era stata 2001, a Namur, in Belgio, e allora erano stati Yves Demaria, Luigy Segy e David Vuillemin i piloti protagonisti. Questa &egrave; la terza vittoria consecutiva della Francia che, il trio Febvre &ndash; Paturel &ndash; Paulin ha conquistato il successo con 29 punti davanti all&rsquo;Olanda (Coldenhoff &ndash; Bojers - Herlings) a quota 30 e agli Stati Uniti (Webb &ndash; Martin &ndash; Anderson), saliti sul podio con 33 lunghezze. Quarto il Belgio (Strijbos &ndash; Van Horebeek &ndash; Van Doninck, 36 pt.) mentre l&rsquo;Italia ha chiuso la top 5 con 44 punti. Antonio Cairoli ha vinto la classifica individuale MXGP, Samuele Bernardini ha chiuso in 5&deg; piazza quella della MX2 e Michele Cervellin in 6&deg; la MX Open. Antonio Cairoli, all&rsquo;undicesima presenza in carriera con la maglia azzurra, ha come di consueto dato il 100%, senza risparmiarsi, per portare il tricolore assieme ai compagni di squadra Cervellin (Open-Honda) e Bernardini (MX2-TM), il pi&ugrave; in alto possibile nella classifica finale. &nbsp;&ldquo;Il fine settimana era cominciato bene, con delle buone prove ed un ottimo avvio di qualifica che mi vedeva tranquillamente primo, quando sono caduto violentemente a terra", spiega Cairoli, vincitore della classe MXGP. "La mattina dopo al risveglio ho sentito che i postumi della caduta piuttosto forti, con il collo bloccato ed una coscia dolorante, al punto che non sapevo se ce l&rsquo;avrei fatta a correre. Stringendo i denti sono comunque riuscito a fare due ottime gare delle quali sono molto soddisfatto. In entrambe le manche mi sono avvicinato nelle fasi finali di gara alla testa, con una buona velocit&agrave; ma mi manca ancora qualcosa per fare la differenza. Il risultato &egrave; comunque ottimo e vincere le due manche non avrebbe fatto differenza ai fini della classifica finale per l&rsquo;Italia. Gareggiare davanti a questo pubblico oggi &egrave; stata una grandissima emozione e anche se siamo finiti lontani dal podio sono contento dell&rsquo;impegno mostrato da tutti nel dare il massimo.&rdquo;       

Sullo storico tracciato di maggiora l'Italia si piazza al quinto posto. Tony Cairoli vince la MXGP.

Motocross Nazioni: vince la Francia

La caduta di Antonio Cairoli in gara 1 ha deciso il destino dell&rsquo;Italia al cross delle nazioni che si &egrave; corso a Kegums, in Lettonia. la vittoria &egrave; andato alla Francia prima con dieci punti di vantaggio (con Paulin, Frossard e Ferrandis) dopo tredici anni (2001: Vuillemin, Seguy, Demaria), pur senza Tixier fresco campione del mondo MX2, Belgio secondo, pur con l&rsquo;esordiente Lieber in MX2, e Stati Uniti terzi, a pari punti con la Gran Bretagna, quarta. Quinta la Germania che piange il rifiuto di Roczen, e sesta l&rsquo;Italia, che &egrave; costretta a cominciare a guardare al futuro, ai giovani che non arrivano.  L&rsquo;episodio decisivo per le sorti dell&rsquo;Italia &egrave; avvenuto al decimo giro della prima manche, quando Cairoli (che si &egrave; appena confermato campione del mondo leggi QUI) e che correva con la 250 (leggi QUI) nell&rsquo;affrontare uno dei salti in successione, si &egrave; trovato con un piede via dalla pedana, ed &egrave; praticamente volato con le gambe fuori dalla moto proprio nell&rsquo;atterraggio della gobba successiva. Brutta caduta, che in un primo momento ha preoccupato tutti, perch&eacute; Cairoli &egrave; rimasto per qualche secondo fermo a terra. Poi si &egrave; spostato di fianco alla pista, ma tenendosi il ginocchio destro nelle mani. La vittoria di manche va al francese Paulin con 3&rsquo;&rsquo;732 su Dungey e 4&rsquo;&rsquo;814 sul tedesco Nagl. Guarneri &egrave; 10&deg;, Cairoli viene classificato 40&deg; e ultimo.  Con il ginocchio gonfio, Cairoli, grazie anche ad antidolorifici, si &egrave; presentato al cancelletto di gara 2, neanche dopo un&rsquo;ora. Partenza sbagliata (ha provato ad anticipare ed ha urtato il cancelletto) e soprattutto tanto dolore nei primi giri, dove &egrave; finito con gli ultimi. Poi pian piano gli antidolorifici hanno fatto effetto e il ginocchio gli ha permesso di rimontare fino alla diciannovesima posizione.  Sul traguardo il belga Strijbos precede di 3&rsquo;&rsquo;329 Frossard e di 21&rsquo;&rsquo;875 il britannico Dean Wilson. Philippaerts chiude 12&deg;, Cairoli 19&deg; a 1&rsquo; 45&rdquo;.  Gara 3 si conclude con la vittoria di Paulin con 2&rsquo;&rsquo;146 su Van Horebeek e 4&rsquo;&rsquo;36 su Tomac. Guarneri &egrave; 14&deg;, Philippaerts 18&deg;.  Per quanto riguarda gli altri componenti della squadra italiana,&nbsp; Davide Guarneri ha chiuso 10&deg; in gara 1 e 14&deg; nella manche MX1 + Open. David Philippaerts ha ottenuto un 12&deg; posto nella seconda prova e un 18&deg; nell'ultima manche di giornata, rimontando in seguito ad una caduta provocata da un avversario.  

In gara 1 il campione siciliano &egrave; caduto e si &egrave; fatto male al ginocchio

Cross Nazioni. Cairoli infortunato, Francia campione

  Cambia il calendario del Campionato Mondiale&nbsp;Motocross&nbsp;MX3. Purtroppo salta la tappa italiana di&nbsp;Faenza, che si sarebbe dovuta tenere il 4 luglio. La gara &egrave; stata spostata in Spagna, e pi&ugrave; precisamene a La Beneza, in Castiglia.  Il tracciato emiliano, quest&rsquo;anno, non vedr&agrave; quindi al via nessuna tappa iridata del mondiale Cross, dopo aver celebrato i titoli di Demaria nella MX3 nel 2007, quello del nostro Philippaerts nella MX1 nel 2008 e aver visto al via la stagione del campionato iridato 2009.      Vai ai calendari di MX1, MX2 e MX3  

Il Motocross, il 4 luglio, andr&agrave; in Spagna

MX3: salta la gara di Faenza

  Una volta era la massima cilindrata, la regina del Cross, quella dove correvano i migliori e dove le Case profondevano risorse ed energie. La classe 500 si &egrave; corsa dal 1957 fino al 2003. Non a caso l'ultimo vincitore di questa e vera epopea del Motocross che avuto il suo apice negli anni ottanta, &egrave; stato un mito come Joel Smets, il belga  erede di una gloriosa tradizione.   Dopo il riassetto delle regole, la 500 &egrave; diventata MX3 riservata a moto con motori a due tempi da 290 a 500 cm&sup3; oppure da 475 a 650 cm&sup3; con motorizzazioni a quattro tempi. Ha sempre corso con un calendario separato dalla MX1 e dalla MX2 e questo le ha tolto carisma e soprattutto visibilit&agrave;. A vincere il primo titolo 2004 fu il francese Demaria in sella ad una KTM seguito l'anno dopo dal belga Breugelmans sempre su KTM.   Demaria si &egrave; poi rifatto vincendo nelle stagioni 2006 e 2007, una volta su KTM e l'altra con la Yamaha. Nel 2008 si ritira Demaria e Breugelmans (KTM) riconquista il mondiale dopo un bel duello con il nostro Beggi. Nel 2009 la vittoria va al francese Renet nonostante le molte speranze riposte nel nostro Salvini con la Husqvarna.  table td {font-size:0.9em; line-height:30px;border:1px solid #DDDDDD;} .testa_tab{ font-weight:bold; }                    Anno        Pilota        Casa - Moto                    2010        Jimenez Campano - Spagna        Yamaha YZ 450F                    2009        Pierre Renet - Francia        Suzuki - RM-Z 450                    2008        Sven Breugelmans - Francia        KTM - SX-F 505                    2007        Yves Demaria - Francia        Yamaha - YZ-F 477                    2006        Yves Demaria - Francia        KTM - 540 SX-F                    2005        Sven Breugelmans - Francia        KTM - 540 SX-F                    2004        Yves Demaria - Francia        KTM - 540 SX-F              &nbsp;          Vai all'albo d'oro della classe 500  

Il dominio francese: tutti i campioni da Demaria a Renet

Motocross: albo d'oro classe MX3

Dopo l&rsquo;ultimo GP d&rsquo;Inghilterra sul tracciato di Donington Park che ha visto Randy De Puniet ottenere un grandioso terzo posto dietro a Andrea Dovizioso e Colin Edwards, i piloti ed i team del MotoGP si prendono una pausa di due settimane prima del GP della Repubblica Ceca il prossimo 16 Agosto. Nonostante la pausa estiva per&ograve; il pilota del Team LCR Honda MotoGP ha deciso di proseguire il suo programma di allenamento e Sabato scorso &egrave; uscito per allenarsi in sella alla moto da cross ad Aix en Provence dove risiede il suo personal trainer Yves Demaria (ex pilota di Motocross). Sfortunatamente il 28-enne &egrave; caduto all&rsquo;entrata di una curva urtando pesantemente la gamba sinistra sul terreno. Randy &egrave; stato portato all&rsquo;ospedale e i raggi X hanno subito evidenziato la frattura della caviglia sinistra. Il pilota &egrave; stato subito sottoposto ad un intervento chirurgico per inserire una vite alla caviglia ed ha lasciato l&rsquo;ospedale oggi. Nei prossimi giorni verr&agrave; visitato dallo Staff della Clinica Mobile per essere di nuovo in pista a Brno. De Puniet: &ldquo;Yves ed io abbiamo pianificato un programma di allenamento specifico per migliorare la mia performance in pista quest&rsquo;anno. Questo programma mi ha aiutato molto sino ad ora e, nonostante la pausa estiva, non potevo saltare gli allenamenti per due settimane. Cos&igrave; abbiamo deciso di uscire con la moto da cross per fare alcun giri ma purtroppo sono caduto all&rsquo;entrata di una curva e l&rsquo;impatto con il terreno mi ha procurato una frattura alla caviglia sinistra. Sono molto dispiaciuto per questo inconveniente ma l&rsquo;allenamento &egrave; fondamentale per essere preparati in pista. Far&ograve; del mio meglio per essere in pista a Brno e confido molto nell&rsquo;aiuto della Clinica Mobile&rdquo;.&nbsp;

Il francese si &egrave; infortunato con la moto da cross. In forse il GP di Brno

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