        Dopo il buon debutto in Qatar, dove ha sfiorato il podio e colto il quarto posto di classe, Valentino Rossi &egrave; atteso nel weekend dalla 6 Ore di Imola, secondo impegno stagionale del WEC. La leggenda della MotoGP sta affrontando l&rsquo;impegno automobilistico con la meticolosit&agrave; che ha contraddistinto tutta la sua carriera e l&rsquo;obiettivo &egrave; migliorare costantemente, e centrare un buon risultato davanti al pubblico di casa sarebbe un buon modo per bagnare la sua prima stagione nel Mondiale Endurance. "Correre in Italia non &egrave; mai facile per me perch&eacute; devo gestire la pressione e tutti i tifosi che mi circondano &ndash; le parole del Dottore ai canali ufficiali del FIA WEC &ndash; Imola &egrave; una pista che mi piace, sar&agrave; una grande sfida&rdquo;. Valentino Rossi: vent'anni fa la storica vittoria con Yamaha Valentino Rossi, dalla MotoGP al WEC  Il nove volte titolato nel Motomondiale ha poi parlato della sua seconda parte di carriera, iniziata a fine 2021 dopo il ritiro dalla classe regina. &ldquo;Ho sempre sognato di correre tra le auto, e nel corso della mia carriera ho cercato di capire in quale contesto farlo &ndash; ha ricordato Valentino &ndash; ho provato i rally, ma poi ho capito che il posto giusto erano le GT3. Sono vetture veloci, con tempi sul giro simili alla MotoGP, divertenti da guidare. All&rsquo;inizio della nuova avventura ho parlato con pi&ugrave; Case, ma il WRT &egrave; stato il team che mi ha convinto maggiormente. Quando il capo Vincent Vosse mi ha detto che sarei diventato un pilota ufficiale BMW, ero davvero felice: esserlo &egrave; uno stimolo per crescere&rdquo;. Rossi ha poi messo a paragone due e quattro ruote. &ldquo;In MotoGP sei da solo, mentre nell&rsquo;endurance lavori di squadra, condividi l&rsquo;auto con altri piloti, ti confronti molto con loro. Inoltre, in top class lotti nelle prime curve e poi spingi al massimo fino alla fine; invece nell&rsquo;endurance c&rsquo;&egrave; da gestire strategie, gomme e tanti altri fattori. Sotto altri punti di vista sono discipline molto simili, e i miei punti di forza in moto sono gli stessi che riesco a sfruttare in auto. L&rsquo;anno scorso ho vinto una gara a Misano, e la sensazione avvertita all&rsquo;ultimo giro era la stessa che sentivo quando vincevo in MotoGP&rdquo;.  Il Dottore ha compiuto 45 anni, ma non ne vuole sapere di appendere il casco al chiodo. &ldquo;Era tempo di smettere con le moto, ma senza gareggiare mi annoierei. Mi piace essere un pilota totale ed essere in grado di guidare qualsiasi mezzo. La mia ambizione &egrave; questa &ndash; ancora Rossi &ndash; negli anni ho partecipato al Rally di Monza e a diverse gare con le GT3 perseguendo questa finalit&agrave;. Purtroppo adesso sono vecchio (ride, ndr), ma miglioro anno dopo anno. Il mio obiettivo &egrave; diventare veloce con i piloti PRO della categoria&rdquo;.        

Alla vigilia della 6 Ore di Imola, il Dottore ha parlato del suo passaggio dalle due alle quattro ruote: "Vincere regala le stesse sensazioni"

MotoGP e WEC, Valentino Rossi: "Voglio essere un pilota totale"

        A essere protagonista nel GP delle Americhe &egrave; stata s&igrave; una marca italiana, ma non la Ducati. Un po&rsquo; inaspettatamente le Desmosedici GP hanno faticato, chiudendo dietro all&rsquo;Aprilia (di Maverick Vinales) e anche alla KTM (di Pedro Acosta). Come l&rsquo;ha vissuta il direttore generale di Ducati Gigi Dall&rsquo;Igna? Ecco il commento sui suoi piloti. Classifica piloti MotoGP "Bastianini si &egrave; confermato tra i protagonisti"  L&rsquo;unico a tenere alta la bandiera della Casa bolognese &egrave; stato Enea Bastianini, che &egrave; salito sul terzo gradino del podio. Il romagnolo ha firmato il suo secondo podio consecutivo e l&rsquo;ingegnere veneto ha amesso: &ldquo;Per Enea &egrave; un podio importante, &egrave; la conferma di essere fra i protagonisti in pista, gara per gara, con una costanza che sta progressivamente ritrovando. &Egrave; La prima Ducati all&rsquo;arrivo, chiude con un finale in crescendo dopo un avvio incerto, ed &egrave; ora secondo nel mondiale. Ci&ograve; che gli serviva era una maggiore continuit&agrave;, e questo &egrave; un altro tassello essenziale messo nella giusta direzione&rdquo;.  Valori diversi nella squadra ufficiale Ducati  Ha deluso le aspettative il Campione in carica Francesco Bagnaia, solo quinto al traguardo dopo una prova decisamente opaca: &ldquo;La gara di Pecco ha un altro sapore, al contrario di Enea ha avuto un buon spunto nel primo terzo di gara mentre poi il suo passo &egrave; stato meno performante e ha dovuto perci&ograve; difendersi e portare a casa un quinto posto che non pu&ograve; certo soddisfarlo. Un bottino assai esiguo fra Sprint e GP, senza podio, e un week end da lasciare scorrere pensando gi&agrave; al prossimo impegno&rdquo;. Marc "promosso" nonostante l'epilogo  A dominare la gara per qualche giro &egrave; anche stato Marc Marquez, con la Ducati del team Gresini: &ldquo;Anche se poi &egrave; caduto, Marc &egrave; stato uno straordinario interprete della corsa, ha girato anche al comando e questo la dice lunga sulla sua bravura ed esperienza al pari della sua determinazione ed entusiasmo&rdquo;.  Il collaudatore Pirro al lavoro per aiutare i piloti ufficiali  I rivali ci sono e sono forti e bisogna continuare a lavorare per non perdere di vista l&rsquo;obiettivo: &ldquo;Il Campionato &egrave; lungo, difficile e non mancheranno i saliscendi, per tutti. Dobbiamo adoperarci a testa bassa per dare ai nostri piloti la possibilit&agrave; di esprimersi al meglio&rdquo;. Ed &egrave; gi&agrave; pronto il prossimo step: &ldquo;Sar&agrave; importante il prossimo test con Michele (Pirro) a Barcellona nel quale dovremo provare alcune modifiche al setup della moto che poi potremo riconfermare con i piloti ufficiali durante le prove fissate per il giorno successivo al gran premio di Jerez&rdquo;. Proprio sulla pista spagnola l&rsquo;anno scorso Francesco Bagnaia si impose nel GP, dopo il secondo posto nella Sprint, e con questi buoni ricordi Ducati si presenter&agrave; in Andalusia. Calendario MotoGP       

Il direttore generale di Ducati Gigi Dall&rsquo;Igna ha detto la sua su quanto Ducati ha raccolto nell&rsquo;ultimo GP, analizzando i piloti e il lavoro da fare

MotoGP, Dall’Igna: “Bastianini sta ritrovando costanza. Mentre Bagnaia...”

        Il 18 aprile non &egrave; una data come le altre per il motomondiale e pi&ugrave; specificatamente per la MotoGP. Esattamente vent'anni fa, sul circuito di Welkom, in Sudafrica, andava in scena una delle gare pi&ugrave; iconiche, simboliche e intense della storia della classe regina, tra i due piloti pi&ugrave; importanti di quell'epoca, Valentino Rossi e Max Biaggi, protagonisti di una delle rivalit&agrave; pi&ugrave; dure e sane del motorsport. Una serrata battaglia a suon di sorpassi che si protrasse dall'inizio alla fine della corsa. Ci&ograve; che rese memorabile quell'evento furono i protagonisti coinvolti e le loro narrazioni, uno scontro epico tra due personalit&agrave; rivali e contrastanti, ciascuna con uno stile di guida unico, su moto storicamente concorrenti come Yamaha e Honda. Il Gran Premio di Welkom del 2004 &egrave; rimasto impresso nella memoria come una delle corse pi&ugrave; entusiasmanti di sempre, in virt&ugrave; anche di due personalit&agrave; cos&igrave; diverse nella loro sostanza ma cos&igrave; uguali in relazione alla spasmodica ricerca della vittoria. Vittoria mancante in MotoGP dal 2022: Jerez chiama la KTM Il duello che segn&ograve; un'epoca Valentino Rossi, dopo aver lasciato la Honda alla fine del 2003 dopo tre titoli mondiali consecutivi, si un&igrave; alla Yamaha con l'obiettivo di dimostrare di poter vincere anche su una moto considerata inferiore. Sebbene il suo talento non fosse mai stato messo in discussione, pochi si aspettavano ci&ograve; che avvenne a Welkom. A rendere leggendaria la vittoria del nove volte iridato, la prima in sella alla Yamaha, fu il valore aggiunto che diede il duello con Max Biaggi. La gara fu una celebrazione del talento dei due piloti, che si sfidarono strenuamente isolandosi dagli altri per creare un capolavoro sportivo. Gli ultimi giri rimarranno nella storia dello sport, con Rossi che alla fine prevalse per appena 210 millesimi. Una delle immagini pi&ugrave; iconiche del motomondiale Nel raccontare la sua storia nel motomondiale Valentino Rossi non ha mai nascosto che la sua vittoria preferita tra le 115 ottenute in carriera &egrave; proprio quella di Welkom. Questa vittoria, per il significato che racchiude, conferm&ograve; le convinzioni di Rossi sul ruolo predominante del pilota rispetto alla moto per la vittoria, nonostante l'avanzamento della tecnologia. Il passaggio dalla competitiva Honda alla meno performante Yamaha simboleggiava questa consapevolezza, e vincere proprio al debutto contro la moto giapponese segn&ograve; in modo indelebile questa visione delle corse. Iconica &egrave; divenuta nel tempo anche l'immagine di Rossi seduto accanto alla sua M1 dopo aver tagliato il traguardo per primo. L'immagine del dottore mentre "bacia" il suo "46" giallo, &egrave; diventata un simbolo non solo per i tifosi italiani, ma per gli appassionati di motociclismo in generale.  Pedro Acosta sempre pi&ugrave; faro della MotoGP: altri due record infranti        

Il 18 aprile 2004 and&ograve; in scena una delle gare pi&ugrave; belle ed iconiche del motomondiale, tra le pi&ugrave; importanti della carriera del 9 volte iridato

MotoGP, rewind: vent'anni fa la storica vittoria di Valentino Rossi in Yamaha

        Il Circuit of The Americas costituiva novit&agrave; assoluta per Pirelli, Casa che fornisce le coperture alle classi Moto3 e Moto2. Approdare negli Stati Uniti, in considerazione delle caratteristiche climatiche e tecniche, era una sfida particolare per la "P Lunga", come spiegato da Giorgio Barbier: "Anzitutto, una cosa" sottolinea "la pista &egrave; bellissima, selettiva, ricca di situazion differenti. Si passa da punti velocissimi a lenti e viceversa, ci sono curvoni e tornanti, le variazioni di pendenza e ritmo rendono la guida veramente impegnativa. E pure gli pneumatici hanno il loro bel daffare, specialmente nei ripetuti cambi di piega. Ecco perch&eacute; mi ritendo soddisfatto, in virt&ugrave; di quanto registrato". Leggi anche: Bradl sfida Pedrosa e Savadori: wild card nella MotoGP in Spagna Moto3 da record e non solo: Pirelli positive ad Austin La leggera e agile categoria d'accesso al mondiale &egrave; particolarmente seguita dalla Pirelli, che ha contribuito nuovamente alla riscritta dei riferimenti su passaggio secco e lunga distanza: "Esatto" ancora Giorgio "record sul giro singolo e record nell'arco della gara, dalla quale sono stati tolti qualcosa come quasi 23 secondi dal computo totale. Immaginavo che avremmo potuto fare bene, ma il dato &egrave; comunque soddisfacente". Nulla di scontato su un manto cos&igrave; tormentato: "Infatti, all'inizio siamo rimasti attenti ai turni di prove: il tracciato presentava tra differenti superfici, tra parte vecchia, nuova e bordo creatosi tra le due. Nonostante la promiscuit&agrave; descritta, le coperture hanno risposto perfettamente, anche perch&eacute; team e piloti stanno cominciando a capirle". Comprendere, ovvero, imparare a sfruttarle: "Oltre ai test prestagionali, in parte inficiati dal meteo, abbiamo completato tre appuntamenti di calendario. Squadre e corridori si sentono sempre pi&ugrave; sicuri, come abbiamo visto in Texas. Le soluzioni SC1 morbida e SC2 media si sono rivelate eccellenti e affidabili, come descritto dal secondo e sei decimi in meno tolti dai riferimenti 2023".  Moto2 con almeno 8 protagonisti da podio Anche la pi&ugrave; pesante e prestante categoria di mezzo iridata nutre di cure particolari da parte della Pirelli, contenta per mezzo di Barbier. "Con pi&ugrave; chili da mettere in conto e maggior numero di cavalli da scaricare a terra, la sfida si presentava notevole. E l'abbiamo superata a ottimi voti, come evidenziato dai 17 secondi tolti alla contesa domenicale, con un secondo al giro in meno per singolo passaggio". Anche il record assoluto ha sub&igrave;to una limatura, inoltre: "Record nel Time Attack, certo. Mi piace l'idea di aver sempre diversi team e piloti nelle posizioni di vertice. Questo significa equilibrio prestazionale e medesima possibilit&agrave; di fare risultato. Ci metto almeno 8 protagonisti di classe in grado di riuscirci". Boscoscuro, Kalex e Forward. Sono tre i telai iscritti, settati alle soluzioni portate: "SC0 Soft dietro, SC2 Medium davanti. Ma avevamo pure SC1 e SC3. La stragrande maggioranza ha optato per la SC0 e, in generale, mi &egrave; piaciuto assistere alla spettacolarit&agrave; della gara. Abbiamo raggiunto velocit&agrave; e durata, obiettivi primari in questa fase di campionato".  Holgado, ottimo esempio per Pirelli, Rookies Cup fondamentale Quando il Responsabile della Casa milanese cita nome e cognome di un pilota, c'&egrave; sempre un valido perch&eacute;: "Daniel Holgado" lo spagnolo ha calcato il secondo gradino del podio "in un certo momento, era costretto a recuperare terreno da chi lo precedeva e, con metodo e intelligenza. Ha usato polso destro e testa, consapevole che non avrebbe potuto esagerare. Rimanendo lucido e veloce, ha sfruttato le qualit&agrave; delle gomme, performanti dal primo all'ultimo passaggio, se ben trattate. Questa gestione &egrave; essenziale in entrambe le classi, come lo &egrave; in MotoGP. Amministrare grip &egrave; la stessa cosa di motore, sospensioni e trasferimenti di carico". Il filone sottinteso da Barbier ha una logica: "Lo vediamo: nella massima serie prototipale i protagonisti devono gestire: spingono, s&igrave;, ma previo costrutto della squadra e strategia in pista. A volte fanno raffreddare le coperture, in altre attaccano. Fa parte del Gran Premio. Cos&igrave;, da quest'anno si deve fare anche in Moto3 e Moto2, ora formative sotto ogn aspetto". Nel weekend di Jerez de la Frontera scatter&agrave; la Red Bull Rookies Cup, monomarca spinto dalla bibita energetica ed equipaggiato KTM:&nbsp;"Importantissimo, in quanto anticamera alla JuniorGP, quindi del mondiale. I test sono andati benisimo, non vediamo l'ora di cominciare. Questi campionati portando al paddock iridato, creano talenti di oggi e del futuro. Imparare l&igrave;, significa portarsi le nozioni per la carriera a venire".         

Giorgio Barbier: "La capacit&agrave; di gestione delle gomme prepare alla classe regina: ad Austin velocit&agrave; e durata conciliavano"

Pirelli su Moto3 e Moto2: "classi ora formative per team e piloti"

        Nel 1999 si schierava per la prima volta in griglia di partenza del GP di Imola, un giovanissimo Alex De Angelis pronto a fare della sua passione il suo lavoro. Da quel momento di acqua ne &egrave; passata sotto i ponti, con tante soddisfazioni raccolte, qualche delusione, l&rsquo;arrivo tanto atteso in MotoGP, dove a Indianapolis ha anche assaporato il gusto godurioso del podio. Alex De Angelis ospite di "Appuntamento al parco chiuso"  L&rsquo;ex pilota sammarinese ha raccontato la sua bella carriera sportiva nel quarto episodio del podcast &ldquo;Appuntamento al parco chiuso&rdquo;. Una carriera che si &egrave; snodata tra le classi minori 125 e 250, per poi arrivare in MotoGP. A quel punto Alex &egrave; poi tornato in Moto2, prima di assaggiare anche la Superbike e perch&eacute; no, pure la MotoE. La sua storia &egrave; stata variegata, colma di tante esperienze diverse che l&rsquo;hanno portato oggi a mettersi al servizio dei talenti pi&ugrave; giovani. Ascoltate qui la nostra chiacchierata: strapi:podcast:12 Calendario MotoGP 2024        

Ex pilota del Mondiale, collaudatore e oggi al fianco dei pi&ugrave; giovani: il sammarinese si &egrave; raccontato a 360&deg;

Appuntamento al parco chiuso con… Alex De Angelis

        Avevamo da poco pubblicato il pezzo sulle wild card presenti nella MotoGP di Spagna, e ne spunta una terza. Sar&agrave; Stefan Bradl a portare in pista la Honda evoluzione, nel bisogno primario di verificare l'efficacia delle nuove parti, con relativi dati da analizzare. Il tedesco, pi&ugrave; o meno, far&agrave; quanto assegnato ai colleghi di KTM e Aprilia Bradl torna in gara: mancava da Motegi 2023 Tra una situazione e l'altro, il nativo di Augusta ha disputato sei Gran Premi completi nel 2023, prendendo punti a Jerez, Assen, Buddh e Motegi. Proprio la tappa nipponica ha rappresentato l'ultima presenza per Bradl, poi coinvolto volte e volte nel suo canonico ruolo di tester. Noterete livree diverse tra foto di copertina e scatto qui in basso: per lui la difesa dei colori HRC e LCR, tra wild card e sostituzioni. Stefan macina chilometri a bordo della RC213 V, attualmente la MotoGP con pi&ugrave; fatiche del lotto. Godere delle Concessioni sta aiutando poco il Marchio dell'Ala Dorata, che cerca prime risposte positive in Andalucia. Grazie alla presenza di carte selvagge KTM e Aprilia e l'ulteriore quattro cilindri di Tokio, l'entry list presenta 25 nomi.        

Oltre a Dani e Lorenzo per KTM e Aprilia, Stefan prender&agrave; il via con la Honda: tre piloti in pi&ugrave; sulla griglia di Jerez

Bradl sfida Pedrosa e Savadori: wild card nella MotoGP di Spagna

        In un fine settimana ricchissimo di gare al Misano World Circuit Marco Simoncelli, tracciato su cui scatter&agrave; la stagione 2024 sia per il FIM JuniorGP che per l'Aprilia Sport Production, prender&agrave; il via anche il National Trophy 1000. Tra i piloti al via della serie organizzata dal Motoclub Spoleto (con regolamento Open e gomme Pirelli) ci sar&agrave; anche Matteo Ciprietti, pronto a debuttare tra le moto di massima cilindrata alla guida di una Ducati Panigale V4 R schierata dal team ZPM Racing dopo aver passato svariati anni in sella alle &ldquo;medie&rdquo; tra Europeo Moto2, National Trophy 600 e CIV Supersport ad alto livello. Gli abbiamo chiesto qualcosa in pi&ugrave; in vista di questa nuova sfida tra le "big bikes": ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva. Nuova avventura per Tamburini: correr&agrave; nel MotoAmerica SSP Ciprietti: &ldquo;Ho bei ricordi nel National, spero di crearne altri&rdquo;  Matteo, sei pronto per affrontare questa nuova sfida? &ldquo;Non vedo l'ora di cominciare questa nuova avventura, decisa davvero all'ultimo minuto. Ero molto indeciso sul campionato da disputare quest'anno, ma alla fine ho optato per correre nel National Trophy 1000 con il team ZPM Racing, cos&igrave; pur trattandosi di una categoria nuova per me, effettuo lo step con una squadra che conosco gi&agrave; molto bene avendoci gi&agrave; corso insieme per diversi anni in Supersport. Sar&agrave; bello rimettersi in gioco&rdquo;. Come mai hai optato per il National Trophy 1000? &ldquo;Nel National ci sono le gomme Pirelli, con cui mi trovo molto bene, e questo ha aiutato molto nella scelta di prendere parte alla stagione. Inoltre, proprio nel National Trophy ho vinto il titolo ai tempi della Big Supersport diventando il primo campione della Supersport con una Ducati Panigale V2, perci&ograve; ho dei bellissimi ricordi a cui spero di poterne affiancare di nuovi quest'anno&rdquo;. Moto2: un GP da top rider per Foggia ad Austin, ma ora serve costanza &ldquo;Con le 1000 c'&egrave; meno respiro. L'obiettivo? Essere il miglior esordiente&rdquo;   Dopo tanti anni in SSP, com'&egrave; stato passare ad una SBK? &ldquo;Passare alle Superbike non &egrave; uno step semplice, ma non volevo correre di nuovo in Supersport e ho gi&agrave; avuto modo di provare la Panigale V4 R. Purtroppo l'ho utilizzata soltanto nei test che si sono svolti nella giornata successiva a quelli ufficiali del CIV e ho potuto percorrere una manciata di giri, perci&ograve; questo primo round a Misano sar&agrave; quasi come un ulteriore test pi&ugrave; che vero e proprio weekend di gara&rdquo;. Hai notato tante differenza dal punto di vista della guida? &ldquo;La sensazione in sella &egrave; davvero molto diversa rispetto a quando si guida una Supersport, perch&eacute; la potenza che si ha a disposizione &egrave; tantissima occorre tempo per adattarsi. Per fare un esempio, durante i test il rettilineo prima del Curvone a Misano mi sembrava molto pi&ugrave; breve, c'&egrave; meno respiro con un 1000. Ho comunque preso anche una Panigale V4 R per allenarmi, come ho annunciato direttamente sulla pista di minimoto in cui lavoro (a Giulianova, ndr)&rdquo;. Qual &egrave; il tuo obiettivo per questa stagione? &ldquo;Difficile pormi un obiettivo particolare per questa stagione visti i grandi cambiamenti che dovr&ograve; affrontare. Non penso di poter puntare fin da subito alla vittoria assoluta visto che ci sono piloti di grande esperienza che si giocheranno il titolo, ma visto che avremo anche una classifica riservata agli esordienti, stare davanti e crescere ad ogni round potrebbe essere un bel risultato per me. Detto ci&ograve;, non vedo l'ora di cominciare&rdquo;. Ascolta la nuova puntata di Motosprint Caf&egrave; Podcast       

Dopo diverse stagioni tra le medie cilindrate, questo weekend Matteo debutter&agrave; con la Ducati Panigale V4 R: ecco cosa ci ha raccontato a riguardo, in esclusiva

Ciprietti pronto per il National Trophy 1000: “Voglio rimettermi in gioco”

        Jerez &egrave; occasione speciale per la MotoGP, che proporr&agrave; "lotta selvaggia" tra wild card d'eccezione. In occasione del Gran Premio di Spagna (ri)entreranno in azione Dani Pedrosa e Lorenzo Savadori, rispettivamente tester scelti da KTM e Aprilia. La griglia di partenza della classe regina conter&agrave; ulteriori RC16 e RS-GP. Leggi anche: Ducati, ha senso privarsi di questo Bastianini? MotoGP di Spagna: chi "far&agrave; meglio" tra Pedrosa e Savadori? Cosa significa "fare meglio"? Dipende dai punti di vista e, soprattuto, dalle esigenze delle Case che schierano i due collaudatori. Chiaramente, pi&ugrave; in alto si pongono i nomi dei propri rappresentanti, pi&ugrave; si &egrave; felici. Ma, in una fase di "sviluppo in corsa", a volte &egrave; privilegiato lo sviluppo stesso. E, quando si vuole capire a quanto ammonti la bont&agrave; dello sviluppo, occorre spingere al massimo. Ecco il motivo per cui sono importanti le carte selvagge sparata da Mattighofen e Noale, con lo spagnolo e l'italiano richiamati all'ordine. Il nativo di Sabadell conta l'ultima presenza a Misano 2023, il cesenate ha disputato Valencia della medesima stagione. Superbike Assen: gli orari tv e la programmazione Concessioni MotoGP: battaglia nascosta, ma evidente Al momento, Honda e Yamaha stanno godendo dei benefici offerti dalle Concessioni, concetto tecnico-sportivo atto a ad aiutare le MotoGP in difficolt&agrave;, di conseguenza penalizzante per chi non ne pu&ograve; fruire. KTM e Aprilia si trovano in mezzo ai marchi giapponesi e l'italiana Ducati, quindi, con possibilit&agrave; di apportare modifiche e sfruttare le wild card. Cosa che non pu&ograve; fare la Rossa, infatti impegnata nei prossimi giorni al Catalunya Circuit con Michele Pirro, s&igrave; abilitato a portare avanti lo sviluppo della Desmosedici, per&ograve; escluso dalla possibilit&agrave; di correre ufficialmente. A meno che non si registrino infortuni, nella conseguente sostituzione. Sperando di no. RC213 V e M1 si palesano veramente indietro, se messe a confronto con RC16 e RS-GP. Sono stati completati tre appuntamenti - Lusai, Portimao e Austin - senza intravedere spiragli di luce per l'Ala Dorata e tre diapason. Male. Mentre, invece, formazione arancione e squadra nera si fanno valere. Soprattutto l'Aprilia.        

Duello tra collaudatori KTM e Aprilia in Spagna: RC16 e RS-GP in continua evoluzione, alla caccia della Ducati

Lotta tra wild card nella MotoGP di Jerez: Pedrosa Vs Savadori

        Lo straripante successo di Maverick Vinales ad Austin, impreziosito dalla conquista della pole position e anche della vittoria della Sprint, non ha minimamente oscurato, a riprova della specialit&agrave; del pilota di Mazarron, la splendida prestazione di Pedro Acosta, ancora una volta sugli scudi. Il campione del mondo in carica della Moto2 &egrave; stato in lotta per la prima vittoria di carriera in MotoGP, alla sola terza gara in campionato ed in sella, ricordiamo, alla KTM del team GasGas, non la squadra ufficiale della casa austriaca. Ad impressionare, ancora una volta, &egrave; stato tanto lo stile di guida quanto l'approccio da veterano del giovane spagnolo, analitico, freddo e sicuro nella scelta della gomma da montare e mai titubante quando si trattava di portare attacchi complessi e sorpassare piloti ben pi&ugrave; quotati ed esperti. La sensazione, sempre pi&ugrave; netta, &egrave; che l'appuntamento con il gradino pi&ugrave; alto del podio sia solo rinviato, &egrave; che il record di precocit&agrave; di Marquez sia sempre pi&ugrave; in bilico. Se, infatti, Acosta dovesse vincere entro il GP del Sachsenring ruberebbe al connazionale di Cervera, il recordo di pilota pi&ugrave; giovane si sempre a vincere un GP in top class.  Bagnaia ed un altro inizio di campionato difficile, ma l'esperienza aiuta Altri due record per Pedro Acosta Nell'attesa di provare a battere il record del pi&ugrave; blasonato connazionale, Acosta pu&ograve; "accontentarsi" di altri due record appena ottenuti. Ad Austin, infatti, il 19enne di Mazarron &egrave; diventato il pilota pi&ugrave; giovane di sempre della MotoGP a guidare la corsa, oltre che il pi&ugrave; giovane in 33 anni in top class (se considerata anche l'epoca della "500"). Inoltre, all'et&agrave; di 19 anni 325 giorni Acosta &egrave; diventato il pi&ugrave; giovane di sempre a salire sul gradino del podio per due gare consecutive, superando lo stesso a Marquez, che all'et&agrave; di 20 anni e 63 giorni era salito sul podio nelle sue prime due apparizioni in MotoGP nel 2013, terminando in terza posizione nella gara d'esordio in Qatar alle spalle di Jorge Lorenzo e Valentino Rossi e vincendo proprio ad Austin sopravanzando Daniel Pedrosa e Jorge Lorenzo. Duello per l'eredit&agrave;: ancora Acosta vs Marquez Gi&agrave;, proprio il duello con Marc Marquez si &egrave; riproposto non solo sui libri dei record del motomondiale, bens&igrave; anche in pista. I due connazionali, che gi&agrave; si erano scontrati in bagarre in Qatar e a Portimao, si sono ritrovati pi&ugrave; volte faccia a faccia ed in lotta per la leadership della corsa. Un ulteriore momento sembrato tanto simbolico quanto anticipatorio di un passaggio di consegne che sembra sempre pi&ugrave; vicino, e per di pi&ugrave; avvenuto sulla pista preferita dell'otto volte iridato. Cosi come fu per Marquez nel 2013, anche Acosta sta sorprendendo fan e addetti ai lavori per mentalit&agrave; e stile di guida, sfoderando delle staccate incredibili che hanno tenuto con il fiato sospeso gli stessi avversari. In molti vedono adesso il pilota di Mazarron come un possibile candidato per la vittoria del titolo mondiale, oltre che un possibile contender alla vittoria gi&agrave; in vista del prossimo appuntamento di Jerez.  SBK, Assen: gli orari e la programmazione SKY e TV8        

Il rookie spagnolo ha impressionato anche ad Austin, sfiorando la prima vittoria e conquistando il secondo podio consecutivo

Pedro Acosta sempre più faro della MotoGP: altri due record infranti

        Se la situazione di entrambe le Case giapponesi coinvolte in MotoGP, Yamaha e Honda, &egrave; piuttosto complicata, quella della Casa alata appare un po&rsquo; pi&ugrave; drammatica. A dirlo, ovviamente, sono i risultati. Entrambe hanno bisogno di una ristrutturazione profonda per tornare a essere competitive e in Honda appaiono piuttosto in alto mare. Basti pensare che qui l&rsquo;anno scorso Alex Rins vinse, e nella gara di domenica l&rsquo;unica RC213V arrivata al traguardo l&rsquo;ha fatto in ultima posizione a oltre trenta secondi dal vincitore. Dopo tre GP Joan Mir ha ottenuto sette punti iridati  Il paragone tra il 2023 e il 2024 &egrave; notevole e sottolinea il momento buio che Honda sta vivendo, mentre &egrave; gi&agrave; stato disputato il terzo GP. Dopo il ritiro di Johann Zarco e la caduta di Takaaki Nakagami, i due piloti del team LCR, &egrave; stata poi la volta di Joan Mir che ha perso il controllo della sua Honda. Lui che &egrave; alla sua seconda stagione con i colori del team Repsol Honda e che dopo tre GP lo troviamo con appena 7 punti conquistati. Nonostante l'esperienza maturata gi&agrave; da tempo, il maiorchino Campione del mondo con Suzuki nel 2020 continua a faticare enormemente.  "Abbiamo solo bisogno di tempo"  A portare a termine la gara &egrave; stato Luca Marini, che ha centrato l&rsquo;obiettivo del momento: raccogliere quanti pi&ugrave; dati possibili per gli ingegneri. Il pesarese, che proprio su questa pista l&rsquo;anno scorso calcava il secondo gradino del podio, non si lascia scoraggiare e anzi, ha ben chiaro in mento il percorso che lo attende con la marca pi&ugrave; vincente. Marini ha ammesso: &ldquo;Penso che la direzione sia abbastanza chiara, abbiamo solo bisogno di tempo&rdquo;. Non &egrave; ancora il momendo di guardare i progressi, ma bisogna focalizzarsi sullo sviluppo, sui dati, sulle prove e sulle sensazioni con la fiducia giusta che li accompagner&agrave; nella scalata della montagna. Si spera nel pi&ugrave; breve tempo possibile. Calendario MotoGP 2024       

Era appena l&rsquo;anno scorso quando la Casa alata vinse con Alex Rins sul circuito delle Americhe, mentre quest&rsquo;anno il risultato &egrave; stato proprio opposto

MotoGP, disastro Honda ad Austin: dalla vittoria all’ultima posizione nel giro di un anno

        Nonostante un inizio di stagione decisamente complicato per i piloti italiani della Moto2, in occasione del Gran Premio delle Americhe disputato in Texas lo scorso weekend si &egrave; vista finalmente la proverbiale luce in fondo al tunnel. Se per Tony Arbolino e Celestino Vietti Ramus il 2024 sembra ancora decisamente in salita, per Dennis Foggia &egrave; infatti arrivata una prestazione sontuosa in sella alla Kalex del team Italtrans, con cui ha vissuto quello che, per il momento, &egrave; il suo miglior fine settimana in carriera nella classe intermedia. Moto2, Joe Roberts: il podio "in casa" gli aprir&agrave; le porte della MotoGP? Un weekend da grande protagonista al COTA  Dopo aver occupato le posizioni di alta classifica nel corso delle prove e aver centrato una incoraggiante settima piazza in griglia di partenza, &ldquo;The Rocket&rdquo; &egrave; scattato alla grande inserendosi fin da subito nella lotta per il podio, tenendo testa per parecchi giri ad un vero e proprio asso della categoria come Fermin Aldeguer. Una volta assestate le posizioni, Dennis &egrave; poi rimasto in quarta piazza a lungo, lasciando strada ad Alonso Lopez e a Marcos Ramirez nel finale soltanto per via di un eccessivo consumo della gomma anteriore. Un sesto posto che sarebbe quindi altamente positivo in linea teorica, ma che sta quasi stretto al centauro tricolore, il cui obiettivo in vista del ritorno in Europa non pu&ograve; che essere il primo podio nella classe intermedia. Specialmente ora che, oltre ad una maggior consapevolezza nei propri mezzi, inizia ad essere uno degli italiani di punta della categoria. Moto3, Angel Piqueras gi&agrave; sul podio ad Austin: porter&agrave; Leopard al top? Foggia: &ldquo;Abbiamo fatto un bel passo in avanti&rdquo;  &ldquo;In questo weekend di Austin abbiamo effettuato un gran bel passo in avanti e sono molto contento della gara che ho disputato, visto che l'obiettivo ormai &egrave; il podio e ci sono arrivato davvero vicino&rdquo;, ha commentato il giovane romano dopo il fine settimana texano. &ldquo;Purtroppo spingendo cos&igrave; tanto all'inizio, negli ultimi giri la gomma anteriore mi ha abbandonato e non sono riuscito a mantenere la posizione, ma sono comunque felice e voglio ringraziare tutto il team Italtrans sia per l'ottimo lavoro svolto, sia per il loro continuo supporto&rdquo;. Nuova avventura per Tamburini: correr&agrave; nel MotoAmerica SSP       

In Texas, Dennis &egrave; stato di gran lunga il pilota italiano pi&ugrave; competitivo, lottando con i migliori e chiudendo non distante dal podio, che ora deve essere l'obiettivo principale

Moto2: un GP da top rider per Foggia ad Austin, ma ora serve costanza

        &Egrave; un inizio di stagione a due facce per il box Ducati sponsorizzato Lenovo. Se da parte c&rsquo;&egrave; un Pecco Bagnaia che gioca in difesa&nbsp;in attesa di ritrovare lo smalto visto nel Gran Premio inaugurale del Qatar, dall&rsquo;altra c&rsquo;&egrave; un Enea Bastianini silenzioso e concreto, finalmente vicino ai livelli visti nel 2022 quando difendeva ancora i colori Gresini. Calendario MotoGP Bastianini &egrave; tornato  Dopo un 2023 flagellato dagli infortuni, e illuminato solo dall&rsquo;affermazione nella gara lunga di Sepang, il riminese ha lavorato duramente nel corso dell&rsquo;inverno per tornare al top della condizione fisica e allo stesso tempo trovare la quadra tecnica in sella alla sua Ducati. Un lavoro su due fronti che ha richiesto pazienza e impegno, ma che sta portando i suoi frutti: "Bestia" ha inanellato due podi consecutivi tra Portimao e Austin e non ha mai fatto peggio del 6&deg; posto, piazzamento colto sia nella Sprint qatariota che in quella texana. Risultati che si possono racchiudere in una sola parola: costanza. E infatti il numero 23 &egrave; adesso secondo nel Mondiale con 59 punti, a -21 da Jorge Martin, leader del Mondiale e forte candidato a occupare nel 2025 proprio la sella factory posseduta da Enea.&nbsp; Solidit&agrave;, velocit&agrave;, precisione. Tutte qualit&agrave; rintracciabili nell&rsquo;inizio di stagione del romagnolo, a cui &egrave; mancato solo il colpo di reni necessario per puntare alla vittoria. "Abbiamo lavorato molto bene ad inizio anno, la nostra base &egrave; molto buona, ma so che mi manca ancora un po' di esplosivit&agrave; &ndash; l&rsquo;ammissione di Bastianini dopo il GP delle Americhe &ndash; cercher&ograve; di colmare questa lacuna il prima possibile, perch&eacute; faccio ancora troppa fatica nelle gare Sprint". La riscossa del campione del Mondo 2020 della Moto2 passa anche per il ritrovato feeling con il prototipo di Borgo Panigale: &ldquo;La GP24 mi piace molto come lavora in inserimento di curva ed in frenata, a differenza della GP23, con cui non potevo sfruttare alcuni punti di forza&rdquo;.  MotoGP Austin: le pagelle Enea e il "grattacapo" Ducati  Prestazioni che certamente aiutano Bastianini in ottica 2025, e che pongono un quesito: &egrave; davvero necessario per la compagine factory privarsi di questo Enea? Le ombre del gi&agrave; citato Martin, sempre velocissimo ma che Bastianini ha dimostrato di saper battere nel finale di Austin, e Marc Marquez, che non ha perso lo smalto dopo gli anni bui in Honda, sono sempre pi&ugrave; minacciose. Ma Bastianini non si lascia scomporre dalle voci di mercato e continua a lavorare silenziosamente, convinto che il meglio debba ancora venire. "Ad Austin mi sarebbe piaciuto vincere ma posso essere contento. Sono tornato!&rdquo; ha concluso Enea. Un&rsquo;esclamazione che racchiude tutto: felicit&agrave;, senso di rivalsa, desiderio di continuare su questa strada. Centrare il primo successo stagionale, e quindi rosicchiare ulteriori punti a Martin, rappresenterebbe un buon viatico per porre qualche grattacapo in pi&ugrave; ai vertici Ducati e puntare alla riconferma al fianco di Bagnaia.  Vinales: la sua rinascita e il feeling speciale con Aprilia       

Enea &egrave; secondo nel Mondiale a -21 da Jorge Martin e si sta mostrando solido, veloce e concreto. Manca "solo" il guizzo per la vittoria

MotoGP: Ducati, ha senso privarsi di questo Bastianini?

Il weekend perfetto di Maverick Vinales caratterizza il GP Americhe, terza tappa della MotoGP: l&#39;Aprilia interrompe il predominio Ducati a un passo dal record (nell&#39;era MotoGP) di 12 successi consecutivi della Honda. Il record lo firma proprio Vinales, che dopo il trionfo nella Sprint diventa il primo pilota a vincere una gara dell&#39;era MotoGP con tre costruttori differenti, nel suo caso Suzuki, Yamaha e Aprilia.&nbsp;  Weekend da sogno: Vinales fa la Storia e Acosta segna un nuovo record  Da record &egrave; anche Pedro Acosta, che a poche settimane dal 20&deg; compleanno guida a lungo la gara e diventa il pi&ugrave; giovane a conquistare due podi consecutivi nella classe regina, un primato strappato a Marc Marquez, finito a terra dopo i primi metri in testa a un GP con la Ducati. La caduta dello specialista di Austin caratterizza il weekend ducatista, con Jorge Martin in calo (ma sempre leader del Mondiale) e soprattutto Pecco Bagnaia in difficolt&agrave;. In ascesa, invece, Enea Bastianini, a sua volta al secondo podio consecutivo.&nbsp;  Moto2 e Moto3 premiano Sergio Garcia con la Boscoscuro - nuovo leader del Mondiale - e David Alonso, con la CFMoto di Aspar. Il colombiano torna a -2 dal leader Dani Holgado, capace di salvare la leadership con il sorpasso finale sul rookie Angel Piqueras.&nbsp;    Le pagelle della MotoGP  Off-road, dal Trentino Alto Adige&nbsp;al Portogallo  La MXGP invece vive ad Arco di Trento una nuova tappa caratterizzata dal primato di Jorge Prado: nonostante l&#39;inconveniente nella manche di qualifica - quando lo spagnolo perde la sella della sua GASGAS - nelle manche domenicali il campione del Mondo si conferma al top.&nbsp;  In MX2 prevale invece il figlio d&#39;arte Liam Everts, in un fine settimana nel quale Andrea Adamo si aggiudica la manche di qualifica mentre Andrea Bonacorsi va sul podio di Gara 2. L&#39;Italia sorride soprattutto nell&#39;Europeo: nella 125 le manche vanno a Mancini e Bellei, mentre nella 250 Valerio Lata rafforza il primato in classifica con una nuova doppietta.&nbsp;  L&#39;EnduroGP vive la seconda tappa stagionale, sempre in Portogallo. Stesso Paese, stessi protagonisti della prima, con Josep Garcia e Steve Holcombe vincitori delle due giornate, e con Andrea Verona sempre sul podio. Da segnalare anche la doppietta di Manuel Verzeroli tra gli emergenti della Youth.&nbsp;  Tutto riaperto nel Supercross, dove nella seconda gara consecutiva Cooper Webb recupera otto lunghezze a Jett Lawrence, e lo aggancia al vertice della classifica. A Foxborough, il pilota Yamaha precede Chase Sexton e Ken Roczen, mentre Lawrence chiude soltanto quinto. 

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        Uno dei grandi protagonisti del Gran Premio delle Americhe della Moto2 andato in scena lo scorso fine settimana sul tracciato texano di Austin &egrave; stato Joe Roberts, nelle posizione di vertice in buona parte delle sessioni di prove ed altamente competitivo in gara con la Kalex del team American Racing, al via del GP di casa con una livrea speciale a stelle e strisce. Un weekend che potrebbe rivelarsi decisivo in vista di un eventuale passaggio in MotoGP per il 2025: andiamo a vedere perch&eacute;. Moto3, Angel Piqueras gi&agrave; sul podio ad Austin: porter&agrave; Leopard al top? Un Roberts di livello mondiale  Quello visto in Texas &egrave; stato un Roberts solido, in grado di tenere testa ai migliori della categoria sia in prova che, soprattutto, in gara. Il secondo posto sotto la bandiera a scacchi &egrave; arrivato al termine di una corsa in cui sono state davvero poche le sbavature commesse, nonostante le numerose insidie del Circuit of the Americas che hanno messo in difficolt&agrave; diversi big, ma non solo: Joe &egrave; stato anche l'unico pilota Kalex sul podio, visto che sia Garcia che Aldeguer erano invece alla guida delle Boscoscuro, ormai divenute le moto da battere nell'era Pirelli. Il centauro di Malib&ugrave; ha cos&igrave; dato continuit&agrave; all'ottimo inizio di stagione, visto che dopo una incoraggiante settima piazza in Qatar (alla prima gara con l'American Racing, in cui &egrave; tornato dopo la parentesi in Italtrans) &egrave; salito per due volte di fila sul secondo gradino del podio tra Portimao ed Austin ritrovandosi a soli due punti dalla leadership in campionato occupata al momento da Sergio Garcia.  CF Moto: la "cinese" della famiglia KTM che vince in Moto3 Un pilota americano di nuovo in MotoGP?  Certamente queste prestazioni, soprattutto quella &ldquo;in casa&rdquo; sotto agli occhi di fan e addetti ai lavori, potrebbero favorire l'approdo di Roberts nella classe regina per il 2025, ma non solo. Con l'arrivo di un team statunitense come Trackhouse, avere in MotoGP l'unico pilota americano presente nel paddock a tempo pieno sarebbe un bel colpo, soprattutto ora che &egrave; arrivata Liberty Media a gestire il tutto. La &ldquo;sliding door&rdquo; del 2020, con il passaggio in Aprilia rifiutato per restare in Moto2, sembrava aver chiuso le porte a Joe, che ora &egrave; tornato ad essere un pezzo pregiato del mercato piloti. Tourist Trophy 2024, l'ordine di partenza dei big: Bonetti con il 12 tra le Twins       

Lo statunitense ha sfiorato il successo ad Austin con i colori a stelle e strisce dell'American Racing, confermandosi in gran forma e, forse, pronto per la classe regina

Moto2, Joe Roberts: il podio “in casa” gli aprirà le porte della MotoGP?

        Come cambiano le cose rispetto all&rsquo;inizio di stagione dello scorso anno, con Bagnaia gi&agrave; primo in classifica nonostante un passo falso nella gara lunga in Argentina e il brutto errore mentre era al comando del Gran Premio di Austin. Come ha ribadito lo stesso campione del mondo in carica, l&rsquo;inizio del 2024 ricalca quello del 2022, cortesia di una GP24 cambiata sia nel motore che nella distribuzione dei pesi, oggi pi&ugrave; carica sul davanti.&nbsp; Se lo scorso anno Bagnaia si &egrave; portato a casa solamente 12 punti vincendo la Sprint, quest&rsquo;anno Pecco ne ha portati in totale 13 (2 della Sprint e 11 della gara lunga), un solo punto in pi&ugrave; rispetto al 2023, costringendo il campione del mondo a correre in difesa per cercare di incamerare il pi&ugrave; possibile in queste prime gare per poi cambiare passo nelle tappe europee. Dal lato di Bastianini invece sorridono un po&rsquo; di pi&ugrave;, considerando che l&rsquo;anno scorso non era presente alla gara per via dell&rsquo;infortunio in Portogallo. Enea ha raccolto 20 punti, quindi 7 pi&ugrave; di Bagnaia, ed al momento &egrave; in piena lotta per il titolo (anche se sono passati appena tre weekend di gara).&nbsp; Leggi anche: Bagnaia ed un altro inizio di campionato difficile, ma l'esperienza aiuta Tardozzi: &ldquo;Quattro Ducati dietro Vinales ed Acosta, come moto confermata la performance&rdquo;  Del momento attuale di Ducati ufficiale ne ha parlato a Sky Davide Tardozzi, che ha tre GP24 factory in fila alle spalle di Vinales ed Acosta: &ldquo;Onore a Vinales ed Acosta, hanno fatto la differenza nel weekend. Mi fa piacere vedere che dietro c&rsquo;&egrave; il gruppo Ducati, dal terzo al sesto posto, come moto abbiamo confermato la performance. Dobbiamo lavorare per migliorare ancora e dare pi&ugrave; prestazioni ai nostri piloti.&rdquo; Sulla competitivit&agrave; di Vinales e Acosta spiega: &ldquo;Vinales &egrave; un talento, ha avuto degli alti e bassi nella sua carriera, &egrave; riuscito a vincere con tre marche diverse. Acosta sar&agrave; uno dei piloti che si giocher&agrave; il mondiale in futuro e temo per noi che possa farlo anche quest&rsquo;anno. Sono supportati da buone moto e stanno facendo la differenza. Ducati continua ad avere piloti molto competitivi, abbiamo il campione del Mondo, Martin in testa al campionato, Bastianini secondo in classifica, non ci buttiamo certo gi&ugrave; per una gara andata benissimo perch&eacute; non abbiamo vinto, ci sono altre 36 gare e il campionato &egrave; ancora lungo.&rdquo; Per quanto riguarda le scelte delle gomme Tardozzi dice: &ldquo;La scelta della gomma per Ducati &egrave; stata assolutamente centrata, lo dice il 2&rsquo;03&rdquo;2 di Enea all&rsquo;ultimo giro. Poi se altre moto hanno caratteristiche diverse, consumano di pi&ugrave; le gomme e non possono permettersi la soft in gara quello &egrave; un altro discorso. La media l&rsquo;hanno usata moto che hanno altre caratteristiche, per quanto ne sappiamo la Soft di Acosta nella Sprint era molto consumata. Credo che se KTM ed Aprilia avessero usato la soft l&rsquo;avrebbero consumata pi&ugrave; di noi, fossi stato in Vinales avrei scelto la media perch&eacute; con il potenziale dimostrato poteva vincere la gara, come ha fatto, con una gomma meno performante.&rdquo;        

Bagnaia ha raccolto meno di quanto si aspettava mentre Bastianini esce da Austin con il solo podio della gara lunga

MotoGP, Tardozzi: "Non ci buttiamo giù, il campionato è ancora lungo"

        Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe stato un non-VR46 Academy a risollevare il fine settimana texano del team VR46? Ebbene, &egrave; successo proprio questo ad Austin, Di Giannantonio ha chiuso la gara lunga al sesto posto, convincendo per il passo gara mostrato nella seconda parte della stessa e risultando la prima moto 23 al traguardo. Di Giannantonio meglio in gara che nella Sprint  In queste prime gare lunghe della stagione Di Giannantonio sta dimostrando il perch&eacute; &egrave; stato scelto dal team VR46 (che sta per rinnovare l'accordo con Ducati) facendo seguito alla grande seconda parte di stagione 2023 culminata con la vittoria in Qatar davanti a Bagnaia. Sembra strano dirlo ma al momento &egrave; lui il &ldquo;faro&rdquo; della squadra diretta da Uccio Salucci viste le difficolt&agrave; di Bezzecchi con una moto ancora non perfettamente nelle sue mani.&nbsp; Diggia &egrave; stato bravo in gara a recuperare le posizioni perse in partenza e stabilirsi in sesta posizione, risultato poi portato al traguardo con un buon passo negli ultimi giri. &ldquo;Sono contento perch&eacute; abbiamo fatto un buon weekend ma abbiamo faticato un po&rsquo;, non mi sentivo proprio al 100% dopo il warm up, ero un po&rsquo; preoccupato del davanti e invece abbiamo fatto una bella gara. Sono partito bene ma poi sono stato &ldquo;mangiato&rdquo; dagli altri, mi sono messo l&igrave; con il mio ritmo ed ero anche piuttosto veloce. Sono contento, torno a casa con un sesto posto e la prima moto 23 in griglia tra le varie case. Stiamo spingendo al massimo, tutte le moto nuove vanno veramente forte e stiamo faticando un po&rsquo;, ma stiamo facendo un gran lavoro ed eravamo abbastanza vicini.&rdquo;&nbsp; Poi aggiunge: &ldquo;Il livello &egrave; altissimo e quest&rsquo;anno tutte le moto nuove hanno alzato ulteriormente il livello e vanno ancora pi&ugrave; forte. Stiamo cercando di migliorare ma la moto &egrave; quella e spesso ci troviamo a guidare pi&ugrave; impiccati, fa parte del gioco. La Sprint Race &egrave; ancora pi&ugrave; importante, si raccolgono molte informazioni per la gara lunga ed &egrave; importante farla. Purtroppo abbiamo fatto solo 5 giri in tre Sprint, dobbiamo raddrizzarle e penso che ci siamo. Stiamo mantenendo la velocit&agrave; dell&rsquo;anno scorso, &egrave; una crescita che faremo quest&rsquo;anno.&rdquo;  Bezzecchi ottavo con riserva  Dall&rsquo;altra parte del box VR46 non si fanno certo i salti di gioia. Marco Bezzecchi, terzo nel Mondiale lo scorso anno, chiude in ottava posizione dietro ad Aleix Espargar&ograve;. Un weekend tutt&rsquo;altro che positivo.&nbsp; Se la Q2 diretta al termine delle Practice poteva far presagire qualcosa di buono per il Bez, la decima posizione in griglia del #72 non era il risultato desiderato, e partendo nella pancia del gruppo pu&ograve; succedere di tutto, come &egrave; effettivamente accaduto nell&rsquo;avvio della Sprint. Bezzecchi si &egrave; prodotto in una buona rimonta, chiusa con la tredicesima posizione finale ma fuori dai punti. Nella gara lunga non &egrave; andato poi tanto lontano, chiudendo ottavo un weekend ancora abbastanza problematico a causa di un feeling non perfetto con la GP23 che ha caratteristiche in frenata diverse dalla GP22 utilizzata lo scorso anno.        

Il pilota romano chiude al sesto posto la gara lunga risollevando il fine settimana texano della squadra diretta da Uccio Salucci, sempre pi&ugrave; vicina alla riconferma con Ducati

GP Austin: Di Giannantonio salva il weekend VR46

        Piero Taramasso esibiva un sorriso a 32 denti, contento del rendimento garantito dalle gomme Michelin nella MotoGP di Austin, emozionato dalla dose di show ammirato nella gara domenicale. Il Responsabile della Casa francese stila un sunto del weekend americano, partendo prorprio dal Gran Premio: "La corsa domenicale &egrave; stata fantastica, divertentissima. Nonostante ad Austin si veda raramente superare, abbiamo contato tantissimi sorpassi e manovre non comuni. Lo spettacolo ha funzionato, come hanno funzionato le nostre gomme nel toto della contesa. La media rappresentava la scelta giusta, per un ottimo stato di usura sulla spalla sinistra, con stabilit&agrave; e tenuta molto buone. Maverick Vinales e Pedro Acosta ne hanno tratto vantaggio, vincendo e arrivando secondo". Leggi anche:Bagnaia ed un altro inzio di campionato difficile, ma l'esperienza aiuta CoTA beffardo, ma "aucun probl&egrave;me" per la Michelin Taramasso espone una breve analisi del terzo appuntamento d'annata: "Questa &egrave; una pista strana, caratterizzata da fondo sconnesso, differenza di grip tra asfalto vecchio e nuovo, pi&ugrave; levigature dove si &egrave; formata una frangia sensibile alle gomme. Affrontare il CoTA non &egrave; semplice, ma le soluzioni portate hanno funzionato bene". Torniamo alla Sprint: come &egrave; andata? "Ogni pilota ha scelto anteriore media e posteriore soft e, con vento e condizioni poco ottimali, i commenti ricevuti sono stati diversi. Nessuna lamentela per l'opzione montata davanti, mentre per il pneumatico usato dietro, a qualcuno &egrave; piaciuto di pi&ugrave;, ad altri meno. Malgrado l'assenza di uniformit&agrave; dei commenti, la Sprint si &egrave; rivelata pi&ugrave; veloce di 7 secondi rispetto al 2023. Il ritmo era elevatissimo, senza dimenticare il record ridefintio in qualifca". Passiamo alla gara domenicale. Sei soddisfatto? "Temperature di aria ed asfalto alte, perci&ograve; si temeva che i valori delle pressioni sarebbero saliti alle stelle. Invece, durante il Gran Premio, il vento del sabato era meno fastidioso, la pista era pi&ugrave; gommata, abbiamo registrato commenti omogenei da parte dei piloti. Tempi sul giro velocissimi, basti pensare che Maverick Vinales abbia siglato il miglior riferimento peronale al quattordicesimo passaggio, e al diciannovesimo ha fatto un crono veramente notevole Cosa hai annotato di particolare? "Ben 14 piloti hanno usato la soft al posteriore, 8 la media. Anteriore media senza particolare problemi e, come dicevo, sfruttando i dati accumulati nella Sprint, i tecnici hanno potuto affinare gli assetti delle moto. La media rappresentava la scelta giusta, per un ottimo stato di usura sulla spalla sinistra, con stabilit&agrave; e tenuta molto buone. Maverick Vinales e Pedro Acosta ne hanno tratto vantaggio, vincendo e arrivando secondo".  Leggi anche: Vinales fa la Storia con Aprilia: "Il mio risultato migliore" Noia pressione gomme, quella sconosciuta Avete sentito lamentele o appunti su pressione gomme non aderente al regolamento e relative penalizzazioni? Noi noi, Taramasso neppure: "No. In effetti, della questione relativa alla pressione della gomma anteriore non se ne &egrave; parlato in Texas, nemmeno a Lusail e Portimao. I team hanno trovato accorgimenti tecnici per migliorare questo aspetto. Come si sa, abbiamo abbassato il valore minimo da rispettare, ma i valori raccolti sono gli stessi dello scorso anno. E non perch&eacute; abbiamo abbassato la soglia di tolleranza". Si cammina pi&ugrave; sereni, nel paddock. "Eh b&egrave; (ride) i piloti sono tranquilli, si divertono di pi&ugrave;, hanno capito come gestire l'eventuale problema: quando lo pneumatico si surriscalda, escono dalla scia e, se occorre, frenano con meno violenza. Della pressione anteriore non se ne parla pi&ugrave;. Io controllo i grafici di tutte le moto, notando che ognuno di loro rientri nella media prevista, tra 1.8 e 2 bar." Cosa prevedi per i prossimi Gran Premi? Si dice che "il vero campionato" comincer&agrave; da Jerez. "A me sembra iniziato dal Qatar (ride nuovamente). Gi&agrave; nei test prestagionali ho intravisto numerosi piloti in grado di battersi per il podio; ce ne sono almeno 10 super motivati che credono in loro stessi e nella moto che guidano. La riprova &egrave; spiegata dagli ordini di arrivo: in diversi possono aspirare a vincere, e tante marche". Ducati sta attraversando un momento di difficolt&agrave;? "No, Austin &egrave; un episodio. La Desmosedici &egrave; sempre competitiva. Semmai, era l'Aprilia ancora pi&ugrave; competitiva. E mettiamoci la KTM, guardate Pedro Acosta. Penso che lo spagnolo potrebbe vincere a Jerez, &egrave; fortissimo e mica si tira indietro, anzi". Insomma, la MotoGP 2024 ti piace. "E' veramente uno spettacolo, in cui Marc Marquez &egrave; finalmente tornato al top, Enea Bastianini anche, senza dimenticare Pecco Bagnaia e Jorge Martin. Sar&agrave; un campionato combatutto sino alla fine e, ne sono certo, arriveranno anche Honda e Yamaha. Il gap c'&egrave;, ma so che fanno parecchi test, dovendo loro fornire le gomme (ride). Honda e Yamaha provano cose inedite, diverse, per step migliorativi che giungeranno durante la stagione. Sono sicuro che RC123 e M1 cresceranno. recupearando presto terreno".          

Piero Taramasso, Responsabile in MotoGP: "Tecnici e piloti hanno capito come evitare eventuali penalizzazioni, divertendosi. Acosta? Potrebbe vincere a Jerez"

MotoGP, la parola a Michelin: "Non si parla più della pressione gomme"

        Sembra passato un secolo dai test per stagione di Sepang e Lusail, cos&igrave; come dal primo appuntamento della stagione proprio nel deserto del Qatar, invece &egrave; passato solo un mese, eppure il mondo di Pecco Bagnaia ha decisamente cambiato faccia.&nbsp;Dall&rsquo;euforia e dalla convinzione dell&rsquo;inverno e del primo Gran Premio stagionale, con un Bagnaia in grande spolvero ed una GP24 in grado di innestare la marcia giusta sin da subito, si &egrave; infatti rapidamente passati ad una fase di stallo, di difesa, tanto che nel post gara di Austin lo stesso campione del mondo in carica ha ammesso come &ldquo;questo non sia il momento di attaccare, ora serve raccogliere il massimo in termini di punti, in attesa di poterlo fare&rdquo;. Sachsenring 2022 - oggi: Bagnaia maestro nel rialzarsi Il rischio di un altro inizio di stagione turbolento sembrava scongiurato, invece nulla da fare, con lo stesso Pecco ad ammettere come la situazione attuale sia simile &ldquo;al 2022, quando nelle prime gare ho pensato principalmente ad ottenere punti in ottica futura&rdquo;. Il problema a voler ben vedere sembra pi&ugrave; legato alla GP24 che al solo Pecco, con problemi di varia natura &ndash; a cominciare dalle vibrazioni &ndash; apparsi in Qatar ed oramai sempre pi&ugrave; fastidiosi, ma la classifica testimonia come Pecco sia il pilota pi&ugrave; attardato &ndash; escludendo Franco Morbidelli &ndash; tra quelli in possesso dell&rsquo;ultima nata di Borgo Panigale, nonostante i punti in meno rispetto al 2023 siano solo 3.&nbsp;Il momento dunque &egrave; delicato, ma Pecco pu&ograve; fare affidamento su un insieme di fattori, tra i quali spicca certamente l&rsquo;esperienza. Il Bagnaia versione 2024 infatti pu&ograve; contare su quanto vissuto nelle ultime 2 stagioni, con altrettanti inizi complicati ed altrettanti titoli mondiali conquistati. Nella fattispecie quello del 2023 ha un peso specifico maggiore, perch&eacute; ottenuto contro un avversario che &ndash; oltre ad essere lo stesso di ora &ndash; ha vissuto una seconda parte di stagione in crescendo, a differenza di Fabio Quartararo nel 2022.&nbsp;Se Bagnaia sembrava non potersi rialzare dopo lo zero del Sachsenring nel 2022, oggi invece sappiamo che da situazioni come quella Pecco si &egrave; gi&agrave; rialzato molteplici volte, grazie al lavoro con la squadra e soprattutto alla calma che &ndash; quasi sempre &ndash; lo contraddistingue. Troppo presto dunque per decretare la fine del regno di Pecco, che gi&agrave; in quel di Jerez &ndash; pista a lui da sempre congeniale &ndash; potrebbe mettere in atto una prima riscossa. MotoGP, Vinales in lacrime ad Austin: "Nel 2021 ho pensato al ritiro"       

Dopo il Qatar sono iniziati i problemi per Pecco, oramai per&ograve; abituato a rialzarsi dopo momenti difficili. Le lezioni del 2022 e del 2023 possono essere la chiave di volta

Bagnaia ed un altro inizio di campionato difficile, ma l'esperienza aiuta

        Nel 2021 e negli anni successivi in molti avevano dato per finito Maverick Vinales. Lo spagnolo era stato protagonista di un gesto spiacevole con Yamaha, con cui il divorzio &egrave; stato immediato, senza aver retto alla pressione in un momento di difficolt&agrave;. A quel punto nella sua vita e nella sua carriera si &egrave; affacciata Aprilia. La Casa di Noale gli ha dato tutto quello di cui aveva bisogno, fuori dalla pista in primis: sicurezza, calore umano, fiducia, grinta. Da l&igrave; &egrave; cominciata la sua rinascita, fino ad arrivare ad oggi. Classifica MotoGP attuale Tutto quello che c&rsquo;&egrave; dietro a questo successo grandioso  Davanti alle telecamere spagnole di Dazn Vinales non ha retto all&rsquo;emozione ed &egrave; scoppiato a piangere, ammettendo: &ldquo;&Egrave; stato molto difficile arrivare fino a qui. Ho sofferto molto, la mia famiglia lo sa bene&rdquo;. Le difficolt&agrave; vissute con la Casa di Iwata, l&rsquo;impotenza di non poter esprimere il proprio potenziale, l&rsquo;ipotesi del ritiro che ha accarezzato il suo pensiero. Poi l&rsquo;arrivo in Aprilia con una moto che ha avuto bisogno di crescere, ma che gli ha ridato la confidenza necessaria per sentirsi comodo e di conseguenza veloce.  Vinales &egrave; tornato in Texas per restare  Da l&igrave; &egrave; cominciato un nuovo capitolo della sua carriera, che ha raggiunto l&rsquo;apice ad Austin. Dove ha vinto tutto: pole position, Sprint e GP. Il risultato &egrave; stato incredibile, sembrava di rivedere quel Maverick di tanti anni fa, sicuro sulla moto, con traiettorie pulite e decise, nessuna sbavatura, un piacere vederlo guidare. Ha gestito le gomme e la lunghezza della corsa e ha fatto una magia. In campionato lo troviamo in seconda posizione, grazie agli ultimi risultati che sono arrivati con una certa costanza. Quella che gli &egrave; mancata negli ultimi anni e che ora dovr&agrave; puntare a mantenere. Con la moto ha un feeling incredibile, ma anche con il suo capotecnico di cui ha detto a Sky Sport: &ldquo;Ci capiamo con uno sguardo. Questa connessione ce l&rsquo;ho solo con lui, oltre che con mia moglie&rdquo;. E proprio questi sono i dettagli e le piccole grandi cose che aiutano un pilota a esprimersi al meglio. Austin lo conferma. Calendario MotoGP       

Lo spagnolo ha scritto una pagina di Storia domenica in Texas, tornando a vincere dopo tre anni grazie all'alchimia perfetta con Aprilia

Vinales: la sua rinascita e quella sintonia speciale con Aprilia

        Nella domenica esplosiva di Austin in tanti hanno sorriso, a cominciare da Maverick Vinales e proseguendo con Pedro Acosta, ma c&rsquo;&egrave; anche chi &egrave; stato costretto a leccarsi le ferite. Parliamo ovviamente di Marc Marquez, l&rsquo;uomo pi&ugrave; atteso al COTA, che in poche curve &egrave; passato dal toccare con un dito il trionfo &ndash; oltre 900 giorni dopo l&rsquo;ultima volta &ndash; allo sprofondare letteralmente e non nella ghiaia, per una banale quanto decisiva perdita di anteriore.&nbsp;Una perdita di anteriore della poi lo stesso Marc ha chiarito la dinamica, con un problema alla leva del freno e tutto quello che ne &egrave; scaturito nel momento della caduta, con lo spagnolo costretto a pinzare due volte e repentinamente finito a terra. Il tema caldo del giorno dopo per&ograve; non &egrave; tanto l&rsquo;esito della corsa, quanto la dimostrazione che Marc sia oramai tornato. Passo dopo passo lo spagnolo &egrave; tornato a mostrare sprazzi del vero s&eacute; stesso: sprezzante del pericolo, funambolico, concentrato, e soprattutto in lotta per la prima posizione. Marquez, la riscossa ed il futuro  Le parole di circostanza della vigilia hanno lasciato spazio domenica alla voglia di riscattarsi. In pochi nel corso della gara hanno pensato che Marc stesse correndo per il podio, quanto invece per tornare al successo: del resto Austin era chiaramente uno dei terreni fertili per il ritorno sul primo gradino del podio, dunque la voglia di rischiare era pi&ugrave; che comprensibile, e resta indubbiamente l&rsquo;amaro in bocca relativamente a come sarebbe terminato un eventuale duello con Vinales.&nbsp;Dall&rsquo;altra parte della barricata per&ograve; ci sono i fatti. La caduta infatti rappresenta il secondo zero nelle ultime 2 gare domenicali, e al di l&agrave; dell&rsquo;eventuale corsa per il titolo &ndash; 44 punti sono tanti ma nulla di irrecuperabile nell&rsquo;era dei 37 punti disponibili a weekend &ndash; a Marc servono risultati per solidificare il suo status ed ottenere ci&ograve; che cerca nel 2025. Il riferimento &egrave; ovviamente ad una sella ufficiale: il sogno resta probabilmente quella rossa del team Ducati Lenovo, per la quale per&ograve; la concorrenza si fa giorno dopo pi&ugrave; spietata, dato che Enea Bastianini &ndash; l&rsquo;attuale proprietario del posto &ndash; ha dimostrato anche ad Austin di non voler lasciare senza lottare.&nbsp;Marc ha pi&ugrave; volte ribadito di volere ritrovare in primis il sorriso in questa stagione, e l&rsquo;operazione sembra gi&agrave; procedere a gonfie vele, ma una volta completata non rester&agrave; che &ndash; ancora pi&ugrave; che adesso &ndash; andare a caccia di risultati e punti in ottica futura. Il fenomeno Marquez &egrave; dunque in bilico, tra la voglia di riscattarsi il prima possibile &ndash; andando magari oltre i propri limiti - e la necessit&agrave; di conquistare piazzamenti di rilievo &ndash; magari accontentandosi talvolta &ndash; utili per costruirsi un 2025 solido. Ma se c&rsquo;&egrave; un pilota in grado di danzare tra possibile ed impossibile, tra saggezza e follia, quello &egrave; proprio Marc. Vinales in lacrime ad Austin: "Nel 2021 ho pensato al ritiro"       

Ad Austin Marquez ha cercato di tornare al successo, incassando per&ograve; uno zero che non fa bene a classifica e status. Vincere subito o costruire il proprio 2025: questo &egrave; il dilemma&nbsp;

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