        Dove va un team svizzero per fare la presentazione della stagione sportiva se non a Milano? E cos&igrave; &egrave; stato anche quest&rsquo;anno per il team Forward, che ha scelto una location gi&agrave; usata un paio di anni fa, il 55 Milano, per svelare quelli che sono i programmi della stagione 2024 ed il nuovo title sponsor della squadra, Klint, che porta nuovi colori &ldquo;sociali&rdquo; alla squadra. Al contempo la squadra svizzera ha voluto festeggiare due anniversari importanti: i 15 anni nel Motomondiale (l&rsquo;inizio nel 2009 come Hayate, la squadra che gestiva la Kawasaki di Marco Melandri) e i 10 anni dalla vittoria del primo ed unico titolo Open della storia MotoGP con Aleix Espargar&ograve; su una Forward-Yamaha. Una stagione, la 2024, che vedr&agrave; la squadra capitanata da Giovanni Cuzari giocare su tre tavoli diversi: Moto2, JuniorGP e MotoE. Se quello dello JuniorGP rappresenta un ritorno nei programmi della squadra con base ad Agno, la MotoE &egrave; la vera novit&agrave; di questa stagione. L&rsquo;ingresso nella categoria elettrica &egrave; stato possibile dopo aver rilevato la struttura dell&rsquo;ex team RNF mantenendo quindi gli stessi meccanici, Ramon Forcada ed Andrea Mantovani protagonisti di due vittorie nella scorsa stagione.&nbsp; Al termine della presentazione ufficiale &egrave; stato lasciato anche spazio ai giornalisti accreditati di porre delle domande al management della squadra ed ai piloti. Cuzari ha voluto glissare sui risultati finali dei suoi piloti, un po&rsquo; scaramanticamente visto quanto capitato in Moto2 lo scorso anno soprattutto con Alex Escrig, out per infortunio per quasi tutta la stagione e autore solo delle ultime sei prove. Moto2: la rinascita di Escrig ed il rookie Artigas   Come diceva ieri sul palco Rosario Triolo, il 2024 di Alex Escrig &egrave; all&rsquo;insegna della rinascita dopo un 2023 veramente sfortunato dal punto di vista fisico. Lo spagnolo nei test di Valencia &egrave; andato subito molto forte con la nuova moto e le gomme Pirelli e spera di poter lottare per le prime posizioni durante la stagione. Diversa invece la situazione del connazionale Xavi Artigas, &ldquo;catapultato&rdquo; a sua sorpresa in Moto2 nonostante avesse firmato con PruestelGP prima che la squadra tedesca optasse per la chiusura, lasciando a piedi i piloti. Fisicamente inadatto per la Moto3, Artigas si &egrave; calato subito bene nella sua nuova realt&agrave; e la 2024 sar&agrave; una stagione importante per il rookie spagnolo della Middle Class. JuniorGP: Jorge Navarro e Chanon Inta  Per il ritorno nello JuniorGP di Forward Racing dopo l&rsquo;esperimento di due anni fa, &egrave; stata chiamata una vecchia conoscenza del Motomondiale, ovvero Jorge Navarro, oggi pilota del Mondiale Supersport con il team Triumph. Con la sua esperienza, Jorge aiuter&agrave; nello sviluppo della moto e far&agrave; anche qualche apparizione come wild card durante la stagione della Moto2, giusto per tenersi in allenamento viste le &ldquo;poche&rdquo; gare che disputa in Supersport. Navarro sar&agrave; affiancato in questa sua nuova avventura dal pilota thailandese Chanon Inta. MotoE: Mantovani e Maria Herrera  &nbsp; La vera novit&agrave; di tutta la presentazione di Forward Racing, ovvero l&rsquo;ingresso nella MotoGP elettrica. Un ingresso reso possibile &ldquo;grazie&rdquo; all&rsquo;aver rilevato la struttura del team RNF e mantenendo in toto la squadra che ha portato Andrea Mantovani a conquistare due successi la scorsa stagione.&nbsp; Cos&igrave; come &egrave; stato confermato anche il capotecnico di Andrea Mantovani, quella leggenda vivente del paddock del Motomondiale che &egrave; Ramon Forcada, vincitore di mondiali con Jorge Lorenzo e un titolo sfiorato con Franco Morbidelli.&nbsp; Al fianco di Andrea Mantovani ci sar&agrave; Maria Herrera, una veterana del paddock elettrico. La spagnola rientra con il team Forward dopo l&rsquo;esperienza nella Supersport nazionale in sella alla MV Agusta.        

La formazione di Giovanni Cuzari giocher&agrave; su tre tavoli: Moto2 con Escrig ed il rookie Artigas, JuniorGP con Jorge Navarro e Chanon Inta ed in MotoE con Mantovani e Maria Herrera

Triplo impegno per il Forward Racing 2024

        Con poche righe sui social, Marc e Alex Marquez hanno salutato nonno Ramon, col quale avevano un forte legame che era emerso anche nel documentario &ldquo;Marc Marquez: All in&rdquo;. Proprio in quell&rsquo;occasione Ramon aveva consigliato a Marc di ritirarsi vedendolo soffrire troppo al braccio, il classe 1993 per&ograve; gli promise che dopo l&rsquo;operazione non avrebbe pi&ugrave; sofferto e che sarebbe tornato alla vittoria. PEDRO ACOSTA METTE IN RIGA LA MOTOGP A SEPANG: "MA POSSO MIGLIORARE" Un legame insolubile La notizia della morte di nonno Ramon ha sorpreso Marc e Alex dall&rsquo;altra parte del mondo che purtroppo non hanno potuto stare accanto al nonno nelle sue ultime ore. I piloti del team Gresini infatti si trovano gi&agrave; nel sudest asiatico dove marted&igrave; inizieranno i test per la stagione MotoGP ormai sempre pi&ugrave; imminente. Poche parole, in catalano, sui social per salutare l&rsquo;amato nonno: &ldquo;Molte grazie per esserti preso cura di noi e per quello che ci hai insegnato. Riposa in pace. Ti vogliamo bene&rdquo;. Cos&igrave; Marc e Alex hanno salutato pubblicamente il nonno ricevendo conforto da tanti colleghi piloti e tifosi.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Marc Ma?rquez (@marcmarquez93)            

La triste notizia &egrave; arrivata a Marc ed Alex mentre si trovavano dall&rsquo;altra parte del mondo in attesa di iniziare i test a Sepang

Lutto per i fratelli Marquez, se n’è andato l’amato nonno

        If you look in the dictionary under &ldquo;dean of motorcycling&rdquo; you&rsquo;d probably find his name. Ramon Forcada is a real institution in the MotoGP paddock, primarily for having worked &ndash; and won &ndash; with phenomenal riders of the caliber of Jorge Lorenzo and Casey Stoner, but that&rsquo;s not all. To understand the Spanish technician&rsquo;s profound level of knowledge and experience, you need simply to listen to some of his reflections on the past, present and future of the two-wheeled world. Ramon, the MotoGP paddock has changed a lot since you first arrived. For better or worse, do you think? &ldquo;It depends on the area. In terms of humanity, it&rsquo;s got worse, in that we were all friends and both the work and travel were very different. Everything became more professional when Dorna came in, which helped in many ways of course &ndash; it would have been impossible to continue until now with the same modus operandi we had in the 80s, as the world has progressed and motorcycling needed to do the same&rdquo;. Do you miss MotoGP? &ldquo;I miss MotoGP, but I don&rsquo;t miss going (he laughs). Now I watch on TV and realise that I&rsquo;m on the other side of the world sometimes and I&rsquo;m fine with that. After 35 years in the paddock, I think I&rsquo;m fine with that.&rdquo; Forcada and today&rsquo;s MotoGP If you could create a team in MotoGP today, which manufacturer would you choose? &ldquo;It depends on the plans each constructor has for the immediate future. We know the current situation of course, but I wouldn&rsquo;t just run to Ducati &ndash; I&rsquo;d first want to speak with other constructors, to understand, and then decide based on that. There&rsquo;s no doubt that the winning bike right now is the Ducati&rdquo;. Do you think the Ducati domination can last? &ldquo;I wouldn&rsquo;t know, also because it doesn&rsquo;t depend so much on Ducati but on the other manufacturers. The Japanese are in difficulty right now, but not technically or in terms of investment, rather it has more to do with character and mentality. The Japanese need time to do things, and they&rsquo;re behind right now. To take a step forward, they&rsquo;ll need time. When I was at Yamaha and wanted to make a change, a plan was needed and then it would have to be approved before being put into practice months later. At Ducati or Aprilia they&rsquo;re able to do all that in a week, and if the new thing doesn&rsquo;t work they abandon it, no problem. It&rsquo;s all very different.&rdquo; Forcada, Bagnaia and his champions You&rsquo;ve seen and worked with many champions, like Rossi and Stoner. Aside from Marquez, do you see a another real phenomenon of their caliber? &ldquo;In the past there were four or five riders of that caliber but now riders have another problem, in that the aerodynamics have made the bikes faster but less safe. If a bike goes 10 km/h slower it makes no difference to the audience, but it is easier to overtake with. Now everyone&rsquo;s working to take the tyres to the limit and the final result is that the difference between the bikes and riders is truly minimal. How could this be improved? If we went back to having bikes without aerodynamics. The current situaiton means that it&rsquo;s hard to say who&rsquo;s a real champion. If you look at speed, Pecco seems to be the best, but he&rsquo;s sometimes not finished races, and I understand him when he says he doesn&rsquo;t know why he crashed.&rdquo; What do you mean? &ldquo;If you have a tyre that starts to slide because the load it has is not supported by the grip, you feel it. If you then add aerodynamic load that creates artificial grip, and then you lose it for some reason, the load on the tyre compared to the grip it has is nothing, and so you crash and can&rsquo;t understand why. You&rsquo;re dealing with a force that suddenly disappears&rdquo;. Considering the strengths of the riders with whom you&rsquo;ve worked, how would you make up your perfect rider? &ldquo;That&rsquo;s very different. I&rsquo;d take the hammer down pace of Jorge, Stoner&rsquo;s sensitivity and Barros&rsquo; confidence, but all fast riders have one great strength.&rdquo;       

INTERVIEW &ndash; The veteran crew chief talks past and present: "I understand Bagnaia when he says he crashes and doesn&rsquo;t know why. The perfect rider? Sensitive like Stoner or hammer down like Lorenzo"

Forcada: "I’d do away with aerodynamics, the paddock is less human now”

        Dopo soli due round, si &egrave; concluso il sodalizio tra Adrian Cruces e il team Laglisse nel Mondiale Junior Moto3. Il giovane talento dai trascorsi nella Cu&ntilde;a de Campeones e la squadra spagnola plurititolata (vincitrice di ben 27 campionati nella propria storia sportiva) non hanno trovato la quadra in questi primi appuntamenti, a tal punti da interrompere la propria collaborazione ancora prima di arrivare all'appuntamento di Jerez de la Frontera. Proprio a partire dal fine settimana del 2-4 giugno in cui si svolgeranno le gare sul tracciato intitolato ad Angel Nieto, Cruces si presenter&agrave; con altri colori, diventando il terzo pilota di un'altra squadra di vertice: il Finetwork MIR Racing Team. Andr&agrave; infatti ad affiancare David Almansa e Marcos Ruda in una compagine di alto livello, che vanta al suo interno nomi importanti quali Ramon Forcada (qui la nostra intervista in esclusiva) e Alonso Lopez, quest'ultimo coach dei suoi giovani connazionali. JuniorGP, Tiezzi stoico a Valencia: zona punti sfiorata con una frattura Cruces gi&agrave; carico in vista di Jerez  Adrian non ha nascosto il proprio entusiasmo in vista di questa avventura, con cui cercher&agrave; di ripartire dopo un inizio di 2023 complicato: &ldquo;Sono davvero orgoglioso di potermi unire al Finetwork MIR Racing Team, visto che si tratta di una squadra che punta molto sui giovani e sul loro futuro. In un team del genere, sono sicuro di poter finalmente mostrare tutto il mio potenziale e non vedo l'ora di correre a Jerez per iniziare a lavorare con loro. Ci toglieremo delle belle soddisfazioni tutti insieme&rdquo;. SBK: chi affiancher&agrave; Bautista nel 2024? Dall'Igna prende tempo       

A partire dal prossimo round del &ldquo;mundialito&rdquo;, il talento spagnolo non sar&agrave; pi&ugrave; al via con il team Laglisse, ma con una terza moto schierata dal MIR Racing

FIM JuniorGP, Moto3: cambio di team per Adrian Cruces a Jerez

Se cercaste sul vocabolario, alla voce &ldquo;decano del motociclismo&rdquo;&nbsp;trovereste probabilmente il suo ritratto. Ramon Forcada &egrave; un&rsquo;autentica istitituzione nel paddock MotoGP, in primis per il fatto di aver lavorato &ndash; e vinto &ndash; con fenomeni del calibro di Jorge Lorenzo e Casey Stoner, ma non solo. Per capire quanto profonda sia la conoscenza e l&rsquo;esperienza del capotecnico spagnolo d&rsquo;altronde basta ascoltare un paio di sue riflessioni tra passato, presente e futuro del mondo a due ruote. &nbsp; Ramon, il paddock MotoGP &egrave; cambiato tanto da quando vi sei entrato per la prima volta. In meglio o in peggio secondo te? &nbsp; &ldquo;Dipende sotto quale aspetto. Per quanto concerne l&rsquo;umanit&agrave; &egrave; peggiorato, dato che tutti erano amici e sia il lavoro che gli spostamenti erano molto diversi. Con l&rsquo;arrivo di Dorna tutto &egrave; diventato pi&ugrave; professionale, il che certamente ha aiutato sotto tanti punti di vista: sarebbe stato impossibile continuare fino ad oggi con il modus operandi degli anni &rsquo;80, dato che il mondo &egrave; progredito ed il motociclismo ha dovuto fare lo stesso&rdquo;. &nbsp; Ti manca la MotoGP? &nbsp; &ldquo;Mi manca la MotoGP, ma non mi manca andarci (ride ndr). Ora la guardo alla tv, e mi rendo conto che a volte sono dall&rsquo;altra parte del mondo, cos&igrave; penso &ldquo;va bene cos&igrave;&rdquo;. Dopo 35 anni nel paddock credo che vada bene cos&igrave;&rdquo;.  Prossime gare MotoGP  Forcada e la MotoGP attuale&nbsp;    Se dovessi creare oggi un team in MotoGP, quale costruttore sceglieresti? &nbsp; &ldquo;Dipende dal progetto che ogni casa ha per l&rsquo;immeditato futuro. La realt&agrave; attuale la conosciamo, ma non andrei di corsa da Ducati: vorrei prima parlare con altri costruttori, per capire, ed in seguito decidere. E&rsquo; indubbio che oggi la moto vincente sia la Ducati&rdquo;. &nbsp; Credi che il dominio della Ducati possa durare a lungo? &nbsp; &ldquo;Non saprei, anche perch&eacute; non dipende da Ducati bens&igrave; dalle altre case. I giapponesi ora sono in difficolt&agrave;, ma non per la tecnica o gli investimenti, bens&igrave; per il carattere e la mentalit&agrave;: ai giapponesi serve tempo per fare le cose, ed ora sono rimasti indietro. Per fare uno step in avanti necessiteranno di tempo: quando ero alla Yamaha e volevo attuare un cambiamento serviva un progetto, che in seguito sarebbe stato approvato e, dopo mesi, messo in pratica. In Ducati o in Aprilia sono capaci di comprimere tutto questo in una settimana, e se la novit&agrave; non funziona la si scarta senza problemi. E&rsquo; tutto molto diverso&rdquo;.  Classifica piloti MotoGP  Forcada, Bagnaia ed i suoi campioni    Tu hai visto e lavorato con tanti campioni, come Rossi o Stoner. Oltre a Marquez vedi un reale fenomeno di questo calibro? &nbsp; &ldquo;In passato vi erano 4 o 5 piloti di tale calibro, ma ora i piloti devono fare i conti con un problema: l&rsquo;aerodinamica ha reso le moto pi&ugrave; veloci ma meno sicure. Se una moto va 10 km/h pi&ugrave; lenta non importa alla gente, ma diventa molto pi&ugrave; facile compiere sorpassi. Ora poi tutti stanno lavorando per portare le gomme al limite, ed il risultato finale &egrave; che la differenza tra le moto ed i piloti &egrave; davvero minima. Come migliorare tutto questo? Tornando ad una moto senza aerodinamica. La situazione attuale fa s&igrave; che sia difficile dire chi &egrave; un vero campione: guardando la velocit&agrave; Pecco sembra il migliore, ma gli &egrave; capitato di non finire le gare, e lo capisco quando dice che non sa perch&eacute; &egrave; caduto&rdquo;. &nbsp; Cio&egrave;? &nbsp; &ldquo;Se tu hai una gomma che inizia a scivolare perch&eacute; il carico che ha non &egrave; supportato dall&rsquo;aderenza, lo senti. Se tu ci aggiungi un carico aerodinamico che crea un&rsquo;aderenza artificiale, e per qualche ragione la perdi, il carico che va sulla gomma in confronto all&rsquo;aderenza che ha &egrave; nullo, cos&igrave; finisci a terra e non capisci perch&eacute;. Ti trovi a fare i conti con una forza che sparisce di colpo&rdquo;.  &nbsp; Traendo il meglio dai piloti con i quali hai lavorato, come comporresti il pilota perfetto? &nbsp; &ldquo;Molto difficile. Pensandoci sul momento prenderei il passo martellante di Jorge, la sensibilit&agrave; di Stoner e la fiducia di Barros, ma tutti i piloti veloci hanno un grande punto forte&rdquo;.  Arbolino: &quot;Non sono ossessionato dalla MotoGP&quot; 

INTERVISTA - Lo storico capotecnico tra passato e presente: &quot;Capisco Bagnaia quando dice che cade e non sa perch&egrave;. Pilota perfetto? Sensibile come Stoner e martello come Lorenzo&quot;

Forcada: &quot;L&#39;aerodinamica la eliminerei, ora il paddock &egrave; meno umano&quot;

        Franco Morbidelli tiene banco nel mercato piloti. S&igrave;, lo fa, ma in ambito derivate di serie, perch&eacute; la MotoGP potrebbe fare a meno del bravo italo-brasiliano. Se non porter&agrave; nel box Monster Energy i risultati cercati da s&eacute; stesso e sperati dalla Casa dei tre diapason, Yamaha gli toglier&agrave; la M1, guidata dal 2020 al presente. In quel caso, il futuro si chiamerebbe SBK. Calendario MotoGP 2023: date, orari tv e dove vederla Morbidelli "a piedi" dalla MotoGP se...  QUARTARARO E MORBIDELLI, COMPAGNI DI BOX YAMAHA: I RISULTATI PENDONO A FAVORE DEL FRANCESE Non &egrave; un segreto che Iwata e dirigenti siano poco soddisfatti dei risultati ottenuti sin'ora da Franco, come non &egrave; un segreto che Franco voglia di pi&ugrave; dal suo campionato 2023. Desidera di pi&ugrave; anche Fabio Quartararo, oggettivamente parlando prima punta M1 e, sempre da tenere a mente, campione del mondo 2021. Il suo accordo scadr&agrave; nel 2024. Il numero 21 le carte in regola per risollevare la situazione, ovvero, talento, esperienza, velocit&agrave; e voglia di riuscirci. Tuttavia, se la situazione si rivelasse uguale alla 2022 e se dovesse andare avanti come visto a Portimao nel primo Gran Premio stagionale, le parti si separerebbero. La Yamaha &egrave; ambita da tanti, tra cui Jorge Martin. Pedro Acosta &egrave; una soluzione attendibile.&nbsp; Quindi, per rimanere nella classe regina a due ruote, cosa dovrebbe fare Morbidelli? Posti disponibili all'orizzonte non ce ne sono: Ducati ha Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini, Pramac punta a Marco Bezzecchi e Toprak Razgatlioglu, Gresini conta su Alex Marquez e, qualora Fabio Di Giannantonio faticasse, la squadra avrebbe la fila alla porta. In Honda Marc Marquez e Joan Mir resteranno in Repsol, Alex Rins in LCR, Takaaki Nakagami verr&agrave; sostituito per un altro nippo o da un attuale titolare presente in griglia. KTM e Jack Miller sono a posto, Brad Binder ha il contratto sino al 2024, Tech3 GASGAS... ecco, augurando una pronta guarigione a Pol Espargar&ograve;, il posto &egrave; suo. Augusto Fernandez avr&agrave; tempo per crescere. Ducati SBK per Morbidelli. Perch&eacute; no?!  IN SBK, TUTTI I PILOTI VORREBBERO GUIDARE UNA DUCATI PANIGALE V4 R ARUBA Siamo convinti che il Morbido abbia mantenuto le qualit&agrave; gi&agrave; ampiamente mostrate in anni di carriera. Su tutte: titolo Moto2 edizione 2017, tre vittorie e tre podi in MotoGP. Per&ograve;, da circa 2021 in avanti, la sua luce si &egrave; spenta, per vari motivi.&nbsp; L'infortunio rimediato a met&agrave; anno, l'allontamento dal box del capotecnico Ramon Forcada, un adattamento alla M1 ufficiale non sempre facile e accomodante. Sicch&eacute;, cosa sta succedendo? Succede che il suo nome &egrave; nella parte bassa delle classsifiche. Sappiamo che Franco meriti la parte alta ma, come scritto sopra, MotoGP libere per lui non ce ne saranno, almeno questa &egrave; l'attualit&agrave;. Invece, una ottima Superbike potrebbe esserci, magari una fiammante Ducati Panigale V4 R. E magari tinta dai colori Aruba, perch&eacute; no? Stiamo sparando a caso? Ne riparleremo presto.       

Senza una M1 prototipo, Franco potrebbe migrare nel paddock delle derivate di serie: una Panigale V4 R ufficiale sembra l'opzione numero uno

Addio Yamaha MotoGP: Morbidelli ha in "testa" la Ducati SBK?

        L&rsquo;ottavo posto di Quartararo e il 14esimo dell&rsquo;italiano Morbidelli nella gara domenicale restituiscono una visione pi&ugrave; che chiara di ci&ograve; che sta succedendo in casa Yamaha. Tra il team giapponese e le altre moto c&rsquo;&egrave; quindi un divario importante che continuando cos&igrave; non consentirebbe a Fabio di conquistare il titolo neanche nel 2023.  Fabio Quartararo e il problema competitivit&agrave;&nbsp; Nel 2022 sul circuito dell&rsquo;Algarve Fabio Quartararo ha concluso addirittura sul primo gradino del podio, partendo dalla quinta casella, ma quest&rsquo;anno &egrave; andata in modo differente. Nel Gran Premio del Portogallo, gi&agrave; da venerd&igrave; il campione francese non &egrave; riuscito ad andare oltre il sesto posto e i risultati non sono migliorati nella giornata di sabato, dove nella Sprint race &egrave; rimasto fuori dalla zona punti accaparrandosi la decima posizione, a causa di problemi con il launch control allo start. Nella main race domenicale, al primo passaggio sul traguardo Quartararo si piazza in 15esima posizione, recuperando una casella, ma passa sotto la bandiera a scacchi portando a casa l'ottavo posto. La condizione della sua M1 &egrave;, ovviamente, fondamentale: Yamaha non riesce a reggere il confronto con le Ducati e Aprilia a causa dei problemi in accelerazione in uscita curva, penalizzando il francese che non riesce a performare come vorrebbe. El Diablo &egrave; legato con il Monster Energy Racing Team fino al 2024, dopo il rinnovo di due stagioni avvenuto nel 2022. Al momento della firma Fabio veniva da un bel periodo tanto da dichiarare "Non &egrave; stata una decisione banale, ma la Yamaha ha voglia di vincere e credo nel progetto. Li ringrazio perch&eacute; hanno creduto in me dall'inizio", sar&agrave; ancora cos&igrave; o nella prossima stagione lo vedremo in sella ad un&rsquo;altra moto? GP Argentina: orari tv e dove vederla Passa alla prossima pagina per continuare a leggere l'analisi di Yamaha &nbsp; Franco Morbidelli: per salvare l'italia  La situazione per il pilota italiano non &egrave; delle pi&ugrave; rosee perch&eacute; anche per Franco il weekend portoghese non &egrave; andato come sperato. Il quattordicesimo posto ottenuto sia nella Sprint che nella gara della domenica mettono a rischio il pilota romano che gi&agrave; non era in una posizione ottima a causa degli scarsi risultati del 2022 e la scadenza del contratto a fine anno. Certamente per&ograve; alle prestazioni del portacolori Yamaha, compagno di Fabio, si aggiungono le pessime specifiche tecniche della M1 che non rendono la vita facile neanche a Morbido. Anche Ramon Forcada - ex capotecnico di Morbido, oggi direttore del team RNF MotoE - sostiene l'italiano pubblicando un tweet in cui scrive:&nbsp;&ldquo;Vorrei sapere che c*** stanno facendo nel box di Morbidelli&ldquo;. Queste dichiarazioni fanno capire, da un uomo interno al paddock, che c'&egrave; molta disorganizzazione nel team Yamaha. Franco inoltre &egrave; supportato dalla VR46 Academy, specialmente da Uccio e Valentino Rossi che puntano molto sul pilota romano: "La Academy e Vale si concentrano al momento il 60% su Franco Morbidelli e al 40% sugli altri piloti, stiamo lavorando molto con lui, puntiamo tanto su Franco." (Uccio a Motorsport.com) Il posto di Morbidelli &egrave; a rischio se non fa bene quest'anno, visto che il team giapponese ha posato gli occhi su Alonso Lopez ed inoltre &egrave; da segnalare anche un possibile trasferimento dalla SBK alla MotoGP di Toprak Razgatlioglu. L'italiano dovr&agrave; dare il tutto per tutto anche se il prototipo non &egrave; competitivo. Calendario MotoGP 2023&nbsp; La Yamaha M1  La moto 2023 &egrave; stata aggiornata, anche se non a sufficienza: nella parte aerodinamica con un cupolino nuovo e appendici pi&ugrave; grandi, come abbiamo visto nei test di Sepang e Portimao; nel telaio che &egrave; stato modificato ma seppur su questo componente i giapponesi si siano concentrati molto, puntando a rendere la moto ancora agile nelle curve, l&rsquo;esito della prima gara non sembra ripagare gli sforzi degli ingegneri; e nel motore che, a quanto detto dal campione del mondo 2021, non &egrave; all&rsquo;altezza per puntare alla vittoria: ha poca accelerazione e problemi di potenza oltre a una mancanza di grip in uscita curva. In conclusione, se la situazione delle moto giapponesi a Sepang era davvero pessima ora l&rsquo;unico prototipo ad arrancare &egrave; quello della casa di Iwata, che al contrario della HRC che si era nascosta nei test pre stagionali, milita in acqua pericolose.       

La moto non consente ai piloti di puntare al risultato. &Egrave; notte fonda nel team giapponese&nbsp;

Yamaha MotoGP, difficile puntare al titolo con questa M1

        Questa &egrave; probabilmente la notizia fondamentale per il team Honda e comunque una news molto importante per il paddock che vede riposizionarsi uno dei tecnici pi&ugrave; talentuosi del motomondiale. &Egrave; inoltre l&rsquo;acquisto pi&ugrave; significativo dai tempi di Marc Marquez per la HRC che punta a rendere pi&ugrave; competitiva e guidabile per tutti la RCV. Puig: "HRC ha ingaggiato Ken Kawauchi come direttore tecnico"  In un intervista a Motorsport.com Alberto Puig conferma finalmente le voci di corridoio che riguardavano Ken. "HRC ha ingaggiato Ken Kawauchi come direttore tecnico. Sfruttando il ritiro della Suzuki dal motomondiale, Ken sostituir&agrave; Takeo Yokoyama, che a sua volta si occuper&agrave; di formare i giovani ingegneri che abbiamo in Giappone, cos&igrave; che quando sar&agrave; il momento saranno pronti per l'Europa. Takeo &egrave; una parte vitale di HRC e la sua nuova posizione sar&agrave; decisiva per il futuro dell'azienda nelle corse. Kokubu-san, nel frattempo, rimane il direttore tecnico. Il fatto che la Suzuki abbia deciso di ritirarsi dal motomondiale ha probabilmente influenzato la decisione di Ken di firmare per la Honda. Da quello che ho capito &egrave; appassionato di corse. Se la Suzuki avesse continuato a correre, probabilmente non sarebbe cambiato.&rdquo; Il tecnico quindi continuer&agrave; a lavorare con Joan Mir e Alex Rins piloti che ha accompagnato nel periodo in Suzuki. Possiamo dire che sar&agrave; con molta probabilit&agrave;, il punto di svolta per la &ldquo;Marquezziana&rdquo; Honda. Diventer&agrave; guidabile come la GSX-RR e adattabile come la Ducati?  Il &ldquo;nuovo&rdquo; team Honda  Non &egrave; un segreto che la HRC si stia riorganizzando, partendo dalla lineup dei piloti con l&rsquo;entrata dello spagnolo campione del mondo 2020 Mir, fino appunto ai nuovi tecnici. Riguardo ci&ograve; Puig dichiara: &ldquo;Ci siamo riorganizzati, a partire dal test team, al quale arriva Ramon Aurin, che ha molta esperienza con la RCV e conosce la storia della moto. Ramon corre da molto tempo e la sua esperienza sar&agrave; fondamentale per la test team. Klaus N&ouml;hles, che ha occupato questa posizione fino ad ora, diventer&agrave; il capotecnico di Takaaki Nakagami. Klaus &egrave; giovane ma ha gi&agrave; una certa esperienza ed &egrave; pronto a lottare al fianco di un pilota regolare. Giacomo Guidotti torna alla Repsol Honda (come capotecnico di Mir), dove era qualche anno fa (con Dani Pedrosa). Da parte di Marc, tutto rimane uguale".        

La notizia arriva direttamente da Alberto Puig che conferma la presenza nel team dell&rsquo;artefice delle vittorie della GSX-RR

MotoGP 2023, UFFICIALE Ken Kawauchi è il nuovo direttore tecnico di Honda HRC

        A circa un mese di distanza dall'annuncio del proprio ritiro dalle corse, Mika Perez ha ricevuto la chance pi&ugrave; grande della propria carriera e sar&agrave; uno dei portacolori del team RNF Racing in MotoE per la stagione 2023. Lo spagnolo, che vanta ottimi trascorsi nel mondiale Supersport 300, andr&agrave; ad affiancare Andrea Mantovani, rientrante nel campionato full-electric, che avr&agrave; quindi un doppio impegno quest'anno correndo sia in MotoE che nel mondiale Supersport. Un'altra grande novit&agrave; riguardante la line up del team RNF in MotoE riguarda anche il Team Manager, visto che a ricoprire il ruolo sar&agrave; un volto noto del Motomondiale come Ramon Forcada, il quale cercher&agrave; di far valere tutta la sua esperienza per portare la squadra di Razlan Razali al vertice della classifica. Immenso McGuinness: al via del Tourist Trophy 2023 con la Honda Perez: &ldquo;La pi&ugrave; grande occasione della mia carriera&rdquo;   Dall'essere un pilota ritiratosi in giovane et&agrave; a correre in MotoE nel giro di poche settimane. Per Perez, la serie elettrica rappresenta una chance importantissima: &ldquo;Ringrazio il team RNF, perch&egrave; quella che mi sta dando &egrave; di gran lunga la pi&ugrave; grande occasione che abbia mai avuto nel corso della mia carriera. Far parte del circus del Motomondiale, avendo anche una leggenda come Ramon Forcada come Team Manager, per me &egrave; un grande onore. L'obiettivo sar&agrave; quello di crescere ad ogni gara per arrivare a giocarmi le posizioni di alta classifica, perci&ograve; ce la metter&ograve; tutta pur sapendo che non sar&agrave; facile&rdquo;. MotoGP, Morbidelli esclusivo: "Valentino Rossi mi &egrave; stato vicino" Mantovani: &ldquo;Felice di correre ancora in MotoE&rdquo;  &ldquo;Sono davvero contento di poter correre un'altra stagione completa in MotoE, specialmente con un team ambizioso come RNF e con le nuove Ducati, che sembra possano essere delle moto fantastiche da guidare&rdquo;, ha detto il ferrarese. &ldquo;Sar&agrave; sicuramente una bella esperienza in cui dovr&ograve; imparare a sfruttare al meglio il nuovo mezzo scoprendone tutti i segreti e i punti di forza. Non posso far altro che ringraziare Razlan Razali e l'intero team per questa fantastica opportunit&agrave;&rdquo;. SBK: quella volta che Bautista corse per...l'Atletico Madrid!       

L'italiano e lo spagnolo saranno al via della serie elettrica con le Ducati V21L. Ramon Forcada che ricoprir&agrave; il ruolo di Team Manager della squadra

MotoE: Mantovani e Perez nuova coppia del team RNF Racing

        Zero vittorie, zero podi, il suo anno peggiore nella categoria regina. Anzi, nel Motomondiale. &Egrave; questo il quadro desolante che disegna il 2022 di Franco Morbidelli, che ha firmato come miglior risultato stagionale il settimo posto in Indonesia, per poi vivere un campionato nelle retrovie, non prendendo punti in met&agrave; dei GP corsi. Un rendimento lontanissimo dal valore dell&rsquo;italo-brasiliano, il pilota capace di riportare l&rsquo;iride in Italia &ndash;&nbsp;nel 2017 in Moto2 &ndash; dopo un lungo digiuno, per poi diventare vice campione della classe regina nel 2020. MRT Corse, una potenza di fuoco per il 2023 Il 2022 in salita di Franco   Tuttavia, tra i piloti Yamaha in pista soltanto Fabio Quartararo &egrave; riuscito a fare la differenza, portando la M1 nel gruppo di testa, e lottando per il titolo fino all&rsquo;ultima gara. Morbidelli, invece, ha faticato, e da quando &egrave; entrato nel team ufficiale &ndash; fine estate 2021, al rientro dopo l&rsquo;infortunio al ginocchio &ndash;&nbsp; soltanto due volte si &egrave; classificato nella Top 10 al traguardo. Eppure dopo un periodo buio, Franco vede di nuovo la luce: &ldquo;La mia fiducia &egrave; riposta tutta sugli ingegneri&rdquo;. Sono loro, ora, a dover garantire una moto competitiva che permetta a Morbidelli di esprimere tutto il suo talento, in un 2023 in cui arriva a scadenza il contratto con Iwata. Come definiresti la tua stagione 2022? &ldquo;Tosta, complicata, difficile, in salita. Ma con un risvolto positivo, perch&eacute; soprattutto sul finire della stagione ci sono stati miglioramenti che aspettavo da un po&rsquo; e che speravo di vedere. Questi mi hanno permesso di ritrovare fiducia e approcciare l&rsquo;inverno con la tranquillit&agrave; giusta, non troppa ma neanche troppo poca. E con l&rsquo;energia per preparare bene la stagione che verr&agrave;&rdquo;. Cosa ti ha fatto mantenere alta la motivazione in un anno difficile? &ldquo;Tantissime cose mi hanno aiutato a rimanere con un alto livello di motivazione: in primis il mio compagno di squadra, Quartararo, che &egrave; sempre riuscito a tirare fuori il meglio dalla moto offrendo prestazioni veramente straordinarie. E poi la stessa consapevolezza di ci&ograve; che posso dare e ci&ograve; che ancora non riesco a fare con questa Yamaha. Ci&ograve; che non riuscivo a dare mi era persino pi&ugrave; chiaro quando ero ancora pi&ugrave; in difficolt&agrave;. Al resto pensano gli amici, le persone che ho al mio fianco, sono tutti di grande aiuto&rdquo;.&nbsp; L&rsquo;infortunio al ginocchio &egrave; soltanto un brutto ricordo? &ldquo;S&igrave;, fisicamente sto bene, sono al massimo&rdquo;. Ti &egrave; mancato avere al tuo fianco il capotecnico Ramon Forcada? &ldquo;Eh&hellip; &Egrave; come chiedere se ti manca una vecchia fidanzata: i momenti trascorsi con lui sono stati fantastici e &nbsp;indimenticabili, ma non mi sono focalizzato troppo su quanto mi sia mancato, sono concentrato su quello che mi manca per andare forte. Non c&rsquo;&egrave; troppo spazio per le emozioni in un campionato come la MotoGP&rdquo;. Perch&eacute; non hai potuto proseguire il lavoro con lui? &ldquo;&Egrave; stata una decisione che abbiamo preso insieme nel momento in cui &egrave; stato determinato il mio trasferimento al team ufficiale nel 2021. &Egrave; una condizione che ho accettato&rdquo;. Il 2023 &egrave; gi&agrave; qui   Hai gi&agrave; avuto un assaggio della M1 2023, cosa ne pensi? &ldquo;Ho grande fiducia nello sviluppo invernale. Gli ingegneri e i tecnici hanno un compito molto importante che &egrave; quello di migliorare vari aspetti della moto, senza stravolgerla: penso per esempio alla velocit&agrave; di punta. Sono vicino con l&rsquo;animo a chi sta lavorando sulla M1, sono sicuro che verr&agrave; fatto un ottimo lavoro. Gli ultimi test non hanno dato risultati troppo positivi, stranamente, perch&eacute; in tutte le precedenti prove, quel motore aveva fornito buone sensazioni e un bel riscontro anche a livello di dati. L&rsquo;ultima volta non &egrave; andata cos&igrave;, c&rsquo;era ancora del lavoro da svolgere&rdquo;. La Yamaha avr&agrave; soltanto due moto in pista, ti preoccupa? &ldquo;No, sono meno preoccupato di quanto non lo fossi a met&agrave; 2022. Sento di aver trovato una buona connessione con questa M1, sento di poter dire la mia un po&rsquo; di pi&ugrave;. Prima, magari, anche questo fatto poteva preoccuparmi&rdquo;. Cosa ti ha insegnato Fabio Quartararo? &ldquo;Che si pu&ograve; andare &lsquo;sopra&rsquo; i problemi. La sua guida &egrave; sempre molto aggressiva, ancora di pi&ugrave; con questa moto, e questa virt&ugrave; gli ha dato una bella mano ad avvicinarsi molto al 100% del potenziale della moto&rdquo;. Passa alla prossima pagina per finire l'articolo &nbsp; Il rapporto con Rossi, le voci su Toprak  Come ti ha aiutato Valentino Rossi? &ldquo;Standomi vicino. Lo sentivo spesso durante il weekend, mi incoraggiava quando andavo meglio. Era un po&rsquo; pi&ugrave; abbacchiato, ovviamente, quando andavo peggio, per&ograve; mi &egrave; stato vicino con l&rsquo;animo&rdquo;. Durante il 2022 non sono mancate le voci sul possibile arrivo di Toprak Razgatlioglu nel team ufficiale Yamaha, come le hai vissute? &ldquo;Ho letto su internet e sui social qualche commento, mi capita di farlo ogni tanto. Per&ograve; non credo ci sia mai stato il pericolo reale che Toprak venisse al mio posto. Non mi &egrave; mai stato fatto presente da nessuno. Sicuramente &egrave; stato il commento e il desiderio di alcuni fans della Yamaha, perch&eacute; da me non hanno visto prestazioni e allo stesso tempo le vedevano da lui in Superbike. &Egrave; un sentimento comprensibile&rdquo;. Come definisci questa MotoGP? &ldquo;&Egrave; bella. &Egrave; una MotoGP con un livello altissimo, dove molti piloti possono vincere le gare, e c&rsquo;&egrave; un livello tecnico veramente alto: tanta tecnologia, tanta performance dalle gomme. Si pu&ograve; ancora migliorare se parliamo dello spettacolo e del modo in cui far risaltare ancora meglio questa gemma grezza che &egrave; la MotoGP. Ma la sostanza c&rsquo;&egrave;: con tutti questi piloti che vanno forte, vedo un livello medio di competitivit&agrave; senza precedenti. Per uno spettatore &egrave; molto bella da seguire&rdquo;. Da quest&rsquo;anno, poi, arriva la Sprint Race del sabato: qual &egrave; il tuo commento al riguardo? &ldquo;Bisogner&agrave; vedere, sar&agrave; una novit&agrave; per tutti. Non so come sar&agrave;. Una gara in pi&ugrave; &egrave; un ulteriore punto esclamativo durante il weekend, &egrave; un momento importante che si va ad aggiungere alla qualifica e alla corsa. Saranno tre momenti focali del fine settimana. Per i tifosi sar&agrave; pi&ugrave; divertente&rdquo;. Il titolo MotoGP &egrave; tornato in Italia grazie a Pecco Bagnaia, tuo collega nella VR46 Riders Academy. &ldquo;Ha fatto una stagione ottima, fantastica, partita un po&rsquo; in salita, tanto che a un certo punto sembrava praticamente andata, ma Pecco non ha mollato. Ha cominciato a recuperare tanti punti, con grandissime doti di concentrazione e solidit&agrave; mentale. Fino ad arrivare alle ultime tre gare con l&rsquo;aggancio, il sorpasso e la vittoria&rdquo;. FOTO&nbsp;Valentino Rossi a podio nella 24 Ore Dubai       

Il racconto del pilota Yamaha, reduce da un 2022 disastroso: "So cosa posso dare, soprattutto ora che sto bene"

MotoGP, Morbidelli esclusivo: "Valentino Rossi mi è stato vicino"

        Honda sta vivendo un periodo piuttosto difficile dal 2020, anno in cui Marc Marquez si &egrave; infortunato al braccio destro, restando lontano dalle piste per diverso tempo e recuperando poi con fatica la sua forma fisica. Tanto che l&rsquo;anno scorso si &egrave; sottoposto alla quarta operazione al braccio destro, quella probabilmente definitiva. In sua assenza la Casa alata ha ottenuto soltanto tre podi &ndash; tra cui neanche una vittoria - e questo &egrave; stato un chiaro campanello di allarme che molte cose nel dietro le quinte sarebbero dovute cambiare. La massima concentrazione &egrave; sullo sviluppo tecnico  Lo sviluppo della moto, in primis, dev&rsquo;essere ben indirizzato. E con l&rsquo;assenza di Marquez si era persa la giusta direzione da seguire. Il suo ritorno in pista quest&rsquo;anno &egrave; stato pensato per il test di Misano, per raccogliere i dati necessari per l&rsquo;azienda. Lo spagnolo &egrave; il miglior intenditore della RC213V, che per&ograve; deve raggiungere uno step successivo nel 2023 per puntare in alto. Queste erano state le sue ultime dichiarazioni dopo il test di novembre, in cui ha espresso il suo malumore, parlando anche dell&rsquo;aspetto tecnico. Ecco le nuove coppie nei box  Da l&igrave; sono partiti altri cambiamenti, come il cambio di ruolo di Takeo Yokoyama, project leader dal 2016. Al suo posto dovrebbe arrivare Shinichi Kokubu, dopodich&eacute; si &egrave; messo mano anche alle squadre. Intoccabile quella di Marc Marquez, unico pilota a riuscire a vincere con questa Casa, che mantiene al suo fianco il capotecnico Santi Hernandez. Per il resto Giacomo Guidotti, capotecnico finora di Takaaki Nakagami, arriva al fianco di Joan Mir&nbsp;nel team Repsol Honda. Con il giapponese lavorer&agrave; Klaus Nohles, mentre Ramon Aurin, che ha lavorato con Pol Espargar&ograve; e Jorge Lorenzo, sar&agrave; a capo del test team. Il nuovo arrivato Alex Rins, invece, lavorer&agrave; con Christophe Bourguignon, ex capotecnico di Alex Marquez. Pecco Bagnaia a Che tempo che fa: "Marted&igrave; decider&ograve; se mettere il numero 1"       

Il 2022 &egrave; stato un anno da dimenticare per la Casa alata che sta lavorando per tornare in alto, ma la formazione dell&rsquo;otto volte iridato non si tocca

MotoGP: nuovi capotecnici in Honda, tranne che per Marc Marquez

        Franco Morbidelli non c'&egrave;, e ci dispiace davvero tantissimo. Vorremmo e potremmo parlare di un top rider della MotoGP ma, al momento siamo costretti a limitarci sulla sua difficile e negativa stagione 2022, nella quale le soddisfazioni (di risultato) mancano, e le insoddisfazioni (di classifica) aumentano. Attualmente diciannovesimo con 31 punti raccolti in 18 gare, l'italo-brasiliano non rispecchia il reale valore di cui &egrave; dotato. Morbidelli e il titolo avvicinato nella MotoGP del 2020  Stiamo parlando di un corridore che compir&agrave; 28 anni il prossimo 4 dicembre, capace gi&agrave; di vincere gare e titolo nella classe Moto2, Gran Premi in MotoGP, avvicinando l'impresa massima nel 2020, campionato inficiato dalla pandemia e rivisto pi&agrave; volte nel calendario. In quella stagione, Morbidelli era schierato dal team Petronas Yamaha, formazione satellite correlata a Iwata. Il suo compagno di box si chiamava - e si chiama - Fabio Quartararo. Malgrado le quotazioni ricadessero perlopi&ugrave; sul francese, Franco fece meglio di El Diablo, imponendosi in tre gare e salendo sul podio in ulteriori due occasioni.&nbsp; Furono risultati a sfiorare la titolazione iridata, perch&eacute; Joan Mir concluse in vetta con solo 5 punti in pi&ugrave;. Sulla testa del numero 20 pesarono diversi inconvenienti tecnici, altrimenti le cose sarebbero andate diversamente. Altro fattore strano, nonostante l'ottavo posto finale, Fabio venne promosso ufficiale. Franco dovette attendere la met&agrave; del 2021. Il Morbido e la Yamaha ufficiale: mmm...  Come dicevamo, il Morbido agognava, giustamente, una investitura ufficiale. I tempi erano maturi, i piazzamenti ottimi, l'esperienza incamerata anche. Invece, la sua partenza avvenne ancora col team Petronas, e una M1 non aggiornata. In pratica: mentre Valentino Rossi aveva la Yamaha 2021 e relative evoluzioni, Franco no. Vabb&egrave;, a dispetto di ci&ograve;, il nativo di Roma con radici brasiliane fece meglio del nove volte iridato, poi per&ograve; si infortun&ograve; al ginocchio ginocchio sinistro durante una sessione di allenamento, saltando cinque Gran Premi consecutivi. Fu quindi operato e, attenzione, torn&ograve; in sella a una quattro cilindri dei tre diapason, nel frattempo diventata Factory. Perch&eacute; da Misano alla fine della stagione, Franky condivise il garage Monster Energy con Fabio Quartararo, concretizzando uno degli obiettivi di carriera. C'erano le premesse per costruire un solido 2022, per&ograve; qualcosa &egrave; venuto a mancare. Dal capotecnico di fiducia - Ramon Forcada rest&ograve; in Yamaha SRT - al feeling instaurato con la M1. Quasi ultimo no: questo non &egrave; il Morbidelli che conosciamo  D'accordo, il tormentone dell'anno dice che la Yamaha sia inferiore. Inferiore a chi? Alla Ducati? Probabilmente tutte le moto diverse dalla Desmosedici GP22 sono "inferiori" alla Ducati. Quindi Aprilia, Honda, KTM, Suzuki e... la M1. Per&ograve;, va detta una cosa: se "inferiore" intediamo i relativi valori di potenza e velocit&agrave; in rettilineo, allora s&igrave;. Altrimenti, dipende. Pare che la quattro cilindri a scoppi irregolari di Iwata abbia caratteristiche assolute, invidiate dale concorrenti. Per esempio, l'erogazione morbida, sincera e regolare. Oppure, capacit&agrave; di precisione in piega da riferimento. Altro ancora, la fedelt&agrave; di copiare giro dopo giro le medesime traiettorie. Mica poco, Signori. Mica poco. Nonostante il discorso, Quartararo soffre, le prende, perde la vetta del mondiale. Il compagno di box - Franco - fa pure peggio: a Phillip Island lo avete visto? No, perch&eacute; troppo arretrato. Ora, va bene che anche El Diablo stia arrancando, va bene che Morbidelli sia il secondo pilota del team, ma non veniteci a dire che il miglior risulato da settima posizione e 9 punti conquistati siano il vero valore del protagonista di questo pezzo.       

Il forte e simpatico italo-brasiliano &egrave; l'ombra di se stesso: la Yamaha palesa evidenti limiti, ma il numero 21 &egrave; lontano parente del pilota che vinse gare, contentendo il titolo a Joan Mir due stagioni orsono

Morbidelli, che ti succede? Non sei il Franco della MotoGP che conosciamo

        Che bello leggere i nomi di Cairoli, Lupino e Guadagnini in cima a questa impressionante sfilza di campionissimi di tutti i tempi, da McGrath a Helrings, passando per Everts, Chiodi, Carmichael, Stewart, Villopoto, Roczen e Musquin. Gli States guidano la classifica degli ultimi 25 anni con 9 successi, seguiti dalla Francia con 6 e dal Belgio con 5; 3 vittorie per l&rsquo;Italia, con Germania e Olanda a quota 1.  Il terzo titolo in 25 anni, per l'Italia &egrave; festa nel 2021 2014 / 2018 da Kegums a RedBud nel segno dei bleu 2021&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Italia Antonio Cairoli / Alessandro Lupino / Mattia Guadagnini 2020&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;NO MXdN 2019&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Olanda Jeffrey Herlings / Glenn Coldenhoff / Calvin Vlaanderen 2018&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Francia Gautier Paulin / Jordi Tixier / Dylan Ferrandis 2017&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Christophe Charlier / Romain Febvre 2016&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Beno&icirc;t Paturel / Romain Febvre 2015&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Marvin Musquin / Romain Febvre 2014&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Gautier Paulin / Dylan Ferrandis / Steven Frossard  Terza e decisiva manche del 2018 a RedBud, Paulin capitano a segno per la quinta volta, qui davanti a Herlings e Cairoli 2005 / 2011 gli ultimi 7 titoli USA 2013&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Ken De Dycker / Jeremy Van Horebeek / Cl&eacute;ment Desalle 2012&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Germania Maximilian Nagl / Ken Roczen / Marcus Schiffer 2011&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Blake Baggett / Ryan Villopoto 2010&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Trey Canard / Andrew Short 2009&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ryan Dungey / Jake Weimer / Ivan Tedesco 2008&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA James Stewart, Jr. / Ryan Villopoto / Tim Ferry 2007&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Ryan Villopoto / Tim Ferry 2006&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA James Stewart, Jr. / Ryan Villopoto / Ivan Tedesco 2005&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Kevin Windham / Ivan Tedesco  Jeffrey Herlings sar&agrave; il grande assente di RedBud, quin nel 2018 mentre si allinea sotto lo sguardo attento di Cairoli 1986/ 2004 da Maggiora &nbsp;a Lierop: Belgio, Francia e Italia, contro gli americani 2004&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Stefan Everts / Steve Ramon / Kevin Strijbos 2003&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Stefan Everts / Steve Ramon / Jo&euml;l Smets 2002&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Italia Andrea Bartolini / Alessio Chiodi / Alessandro Puzar 2001&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Francia&nbsp; Yves Demaria / Luigi Seguy / David Vuillemin 2000&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; USA Ricky Carmichael / Ryan Hughes / Travis Pastrana 1999&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Italia Andrea Bartolini / Alessio Chiodi/ Claudio Federici 1998&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Marnicq Bervoets / Patrick Caps / Stefan Everts 1997&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Belgio Marnicq Bervoets / Stefan Everts / Jo&euml;l Smets 1986&nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;USA Jeremy McGrath / Jeff Emig / Steve Lamson  Max Anstie in gara nel 2018 con il butt patch "God Save The Queen", gli inglesi non hanno mai vinto negli ultimi 25 anni       

Un lungo elenco di Nazioni e di piloti che si sono susseguiti in cima al podio pi&ugrave; prestigioso del motocross mondiale negli ultimi 25 anni. A RedBud americani in caccia di un successo che manca da 11 anni.

25 anni di Nazioni: i vincitori dal 1986 a oggi

        Insieme alle varie classi del Motomondiale, questo fine settimana a Misano torneranno in azione anche le giovani promesse del Mondiale Junior Moto3 dopo la lunga pausa estiva, per il terzultimo appuntamento della stagione 2022. Un round che si preannuncia particolarmente importante in ottica campionato, visto che il dominatore Jos&egrave; Antonio Rueda potrebbe gi&agrave; conquistare il titolo. MotoGP Misano: insieme a Dovizioso si ritira anche Ramon Forcada Rueda campione in caso di vittoria  Indipendentemente dai risultati che otterranno i diretti avversari, ovvero Syarifuddin Azman e David Salvador, il pilota spagnolo del team Monlau diventer&agrave; matematicamente campione se concluder&agrave; la gara in prima o in seconda posizione. Con cinque successi nelle ultime sei gare disputate, &egrave; chiaro che i favori del pronostico siano tutti dalla parte di Rueda, ma non mancher&agrave; la concorrenza, anche e soprattutto per quanto riguarda i piloti italiani. Nel proprio appuntamento di casa, i giovani talenti tricolore punteranno senza mezzi termini alle posizioni da podio, con Filippo Farioli e Luca Lunetta principali indiziati per lottare nel gruppo di testa. Anche Alessandro Morosi potr&agrave; ben figurare, mentre non ci sar&agrave; Nicola Fabio Carraro, passato al mondiale, il cui posto verr&agrave; preso da Cesare Tiezzi, al debutto nella serie. EWC, Gino Rea continua a sorprendere: ecco le sue condizioni Si corre di sabato  Come accade ormai da un paio di stagioni, a Misano sar&agrave; presente soltanto la classe Moto3, mentre Moto2 ed European Talent Cup torneranno in azione a ottobre ad Arag&ograve;n. La gara unica del Mondiale Junior si disputer&agrave; sabato pomeriggio alle 17:15, andando cos&igrave; a chiudere il programma della giornata.        

Allo spagnolo, dominatore della stagione nel Mondiale Junior, baster&agrave; un primo o un secondo posto per laurearsi campione, ma non mancher&agrave; la concorrenza

FIM JuniorGP, match point per Rueda: conquisterà il titolo a Misano?

        Quello di Misano sar&agrave; un week-end di gara particolarmente intenso per tutti i fan della MotoGP; Andrea Dovizioso &egrave; pronto ad appendere il casco al chiodo e con lui lascer&agrave; le corse anche Ramon Forcada. Lo storico capotecnico spagnolo &egrave; stato protagonista per anni insieme ai migliori piloti della top class: Alex Criville, Alex Barros, John Kocinski, Carlos Checa fino a Jorge Lorenzo, Maverick Vinales, Franco Morbidelli ed infine Andrea Dovizioso. Con il passaggio del Team RNF in Aprilia, Forcada ha deciso di ritirarsi, al termine di una fantastica carriera. Wilco Zeelenberg e Razlan Razali commentano il ritiro di Forcada  In occasione della gara sanmarinese il Team Principal del Team RNF Razlan Razali si &egrave; espresso sull'imminente addio del pilota forlivese e del capotecnico spagnolo: "Sar&agrave; una gara speciale ed emozionante, essendo l'ultima gara per Andrea Dovizioso e allo stesso tempo il suo GP di casa. Allo stesso tempo, sar&agrave; la nostra ultima gara insieme a Ramon Forcada. &Egrave; stato un piacere lavorare con lui dal 2019. &Egrave; una persona di grande esperienza e conoscenza, che ha vinto diversi Campionati del Mondo. Gli auguriamo tutto il meglio per la sua prossima impresa e vogliamo ringraziarlo per tutto ci&ograve; che ha fatto durante la sua straordinaria carriera e ha contribuito alla nostra squadra da quasi quattro anni a questa parte". Un tributo doveroso per un capotecnico che soprattutto con Jorge Lorenzo ha contraddistinto una buona fetta dell'era moderna della MotoGP, restando per tanti anni ai massimi livelli nel suo ruolo. Alle parole di elogio di Razali si &egrave; aggiunto anche il Team Manager Wilco Zeelenberg: "Misano &egrave; sempre una gara speciale, soprattutto per la posizione sul mare vicino a Rimini. Ovviamente dobbiamo andare al lavoro, ma incontri sempre persone che sono l&igrave; in vacanza. Andrea (Dovizioso) ha deciso di chiudere la sua carriera in MotoGP, quindi sar&agrave; il suo ultimo round. Sembra che sar&agrave; anche l'ultimo round per Ramon con noi. Certo, &egrave; una strana sensazione, &egrave; stato quattro anni con questa squadra e ho lavorato con lui dal 2010, il che significa che in realt&agrave; sono 13 stagioni insieme, &egrave; molto tempo. Non sono sicuro di quanti GP abbia fatto, ma abbiamo vinto tre campionati insieme a Jorge Lorenzo, che &egrave; un grande risultato&rdquo;.      Andrea Dovizioso ai saluti: "Sono felice di finire a Misano"  Volge dunque al termine un'era, con il ritiro di due assoluti protagonisti degli ultimi vent'anni di corse. Per il forlivese sar&agrave; inevitabilmente un week-end di gara speciale: "San Marino &egrave; l'ultimo Gran Premio. Sar&agrave; molto insolito e strano dopo tutta la mia carriera. Eppure, sono molto felice di finire a Misano con tutti i miei amici e tifosi. Spero che sar&agrave; un grande fine settimana. Sar&agrave; molto importante essere competitivi, provare a fare punti e penso che avremo quattro giorni buoni l&igrave; e una grande festa&rdquo;.   MotoGP, Aprilia accoglie Oliveira e Fernandez nel Team RNF        

Lo storico capotecnico Yamaha lascer&agrave; il motomondiale insieme al pilota forlivese, in occasione del GP di San Marino

MotoGP Misano: insieme a Dovizioso si ritira anche Ramon Forcada

        La pausa estiva della MXGP &egrave; finita, &egrave; durata due settimane, &egrave; stata la pi&ugrave; lunga dell&rsquo;anno ed &egrave; l&rsquo;unica che il Circus del Mondiale di Motocross si conceder&agrave; fino alla fine della stagione, Nazioni compreso. E&rsquo; quindi ora di affrontare la prima delle due doppiette che porteranno all&rsquo;assegnazione dei titoli di MX2 e MXGP, la seconda sar&agrave; quella finale di Turchia-Oman e nel mezzo ci sar&agrave; la tripletta Svezia-Finlandia-Francia.&nbsp;  A Loket si disputer&agrave; il tredicesimo round del Mondiale MXGP 2022 Mondiale gi&agrave; di Gajser ma la storia ci insegna che... In MXGP i giochi sono praticamente gi&agrave; fatti, Tim Gajser (Honda) ha il quinto titolo praticamente gi&agrave; in tasca e a meno di incredibili colpi di scena, il vantaggio di 125 punti (5 manche), dovrebbe garantirgli la vittoria assoluta gi&agrave; in Francia al termine di gara uno, sar&agrave; solo questione di vedere come lo sloveno decider&agrave; di gestire il suo capitale, se tenter&agrave; di allungare ulteriormente, come fatto in Germania e Indonesia, o se si accontenter&agrave; di gestire sornione, senza prendere rischi memore di quanto accaduto proprio a Loket a Josh Coppins (Yamaha). 2007, mancano cinque GP alla fine, si corre a Loket (come questo fine settimana) e Coppins ha la bellezza di 107 punti di vantaggio su Steve Ramon (Suzuki) che sembrano garantirgli il primo titolo in carriera. La storia racconta per&ograve; un&rsquo;altra storia, una brutta caduta in discesa, un infortunio pi&ugrave; grave del previsto e il buon neozelandese, vero talento di costanza e regolarit&agrave;, a fine anno si ritrova terzo alle spalle di Ramon e di Kevin Strijbos (Suzuki).  Josh Coppins in azione con la Yamaha: nel 2007 il neozelandese perse l'occasione di diventare Campione del Mondo Seewer, Renaux e Coldenhoff, il trio Yamaha che insidia Prado Alle spalle di Gajser, che a Loket non ha mai vinto in carriera, la lotta per la conquista del secondo &egrave; accesissima e in lizza ci sono Jorge Prado (GasGas), ben tre volte vincitore in Repubblica Ceca e Jeremy Seewer (Yamaha), separati da 5 punti e seguiti a 40 da Maxime Renaux (Yamaha) e da Glenn Coldenhoff (Yamaha), col francese che visti i recenti video pubblicati che lo vedono impegnato in allenamento sulla sabbia di Lommel, potrebbe rientrare in gara questo fine settimana, ben prima del previsto. Il rientro di Maxime potrebbe scompigliare un po&rsquo; le cose in casa Yamaha, ora che i due compagni di squadra hanno trovato il bandolo della matassa e stanno inanellando podi su podi, rimontando un inizio di stagione non entusiasmante come quello del Campione del Mondo della MX2 2021.  Il duo GasGas Prado-Guadagnini, nel 2021 port&ograve; a casa la vittoria in entrambe le manche Febvre gi&agrave; in forma podio, arrivederci Herlings nel 2023? Si accettano scommesse invece per il primo podio stagionale di Romain Febvre (Kawasaki) che dopo il pi&ugrave; che brillante debutto in Germania, ha sfiorato la top tre in Indonesia. La pista dura e sassosa di Loket, sulla quale ha vinto nel 2015 (anno del suo primo titolo) e nel 2019 &egrave; sempre andata a genio al francese che memore del suo passato in Supermotard, ha fatto dei terreni duri e scivolosi uno dei suoi piatti preferiti. Sembrava quasi pronto per il rientro Jeffrey Herlings (KTM), da giorni ormai in moto per preparare il debutto stagionale che ha per&ograve; postato un criptico "2023", segno forse che dovremo rassegnarci all'idea di rivederlo in azione tra almeno 7/8 mesi.  Romain Febvre al suo rientro in pista in Germania, il francese ha gi&agrave; sfiorato il podio due volte Rientra Forato, Mattia quanti bei ricordi! Per gli italiani la buona notizia &egrave; rappresentata dal rientro di Alberto Forato (GasGas), assente dal GP di Francia per l&rsquo;infortunio subito in partenza, mentre Mattia Guadagnini arriver&agrave; pi&ugrave; carico che mai, memore della fantastica giornata che anche lui contribu&igrave; a regalare al team De Carli, vincendo in MX2, mentre Prado si aggiudicava la MXGP, precedendo sul podio Antonio Cairoli (KTM) secondo, realizzando l&rsquo;incredibile bottino di due primi e un secondo posto conquistati con i tre piloti. In gara anche Ivo Monticelli (Honda) e Nicholas Lapucci (Fantic), reduce da un Gran Premio indonesiano pi&ugrave; che positivo. Non ci saranno invece Alessandro Lupino (Beta) e Michele Cervellin (KTM), col viterbese ancora in fase di recupero dopo le disavventure legate all&rsquo;appendice, mentre un nuovo infortunio ha messo fine alle speranze di vedere il veneto in gara nel 2022.  Terreno amico per Ivo Monticelli in Repubblica Ceca, il marchigiano predilige infatti i suoli duri e sassosi        

Dopo essersi ripresi dalla lunga e complicata trasferta indonesiana per i piloti della MXGP e della MX2 &egrave; arrivato il momento di riprendere il cammino che li porter&agrave; fino in Oman

MXGP: il mondiale riparte da Loket

        2005: l'America sbarca in Francia  Il Gran Premio di Francia torna nella storica sede di Ern&egrave;e, un circuito che negli ultimi 20 anni ha ospitato spesso eventi indimenticabili. E&rsquo; il caso del Gran Premio delle Nazioni del 2005, vinto dal trio americano composto da: Ricky Carmichael, Kevin Windham e Ivan Tedesco. La compagine americana vinse battendo la concorrenza del dream team francese dei padroni di casa che schieravano Michael Pichon, David Vuillemin e Sebastien Tortelli (tre piloti con un passato americano) e i belgi che si presentarono con Stefan Everts (il belga nel 2003 fu il primo e il solo pilota nella storia a vincere nella stessa giornata nelle tre classi in gara 125-250-500 e nel 2006 diede qui l&rsquo;addio alle competizioni), Kevin Strijboe e Steve Ramon. Una gara stellare che si svolse davanti a un pubblico immenso, provenienti da mezza Europa.  Ricky Carmichael in azione a Ern&eacute;e nel Nazioni 2005 Dieci anni dopo la vendetta francese  Dieci anni pi&ugrave; tardi, nel 2015, la Francia si prese la rivincita, battendo con Romain Febvre, Marvin Musquin e Gautier Paulin, l&rsquo;America di Justin Barcia, Cooper Webb e Jeremy Martin, col Belgio ancora terzo con Jeremy Van Horebeek, Ken De Dycker e Julien Lieber. Generazioni diverse per gare diverse ma comunque da incorniciare, solo Antonio Cairoli avrebbe potuto essere presente da protagonista nelle due edizioni ma un infortunio lo mise ko durante la stagione che incoron&ograve; Febvre Campione del Mondo e pose fine alla carriera di Ryan Villopoto e cos&igrave; l&rsquo;Italia schier&ograve; un inedito e giovanissimo trio formato da Ivo Monticelli, Michele Cervellin e Samuele Bernardini. Per la cronaca, un giovanissimo Tim Gajser si impose con la sua Honda nella Finale B, battendo Arminas Jasikonis, senza per&ograve; non riuscire a portare la Slovenia in finale A, nella quale entr&ograve; il Giappone.  Il Nazioni 2015, 10 anni dopo il pubblico &egrave; sempre incredibile Cinque anni fa l'ultimo Gran Premio targato Ern&eacute;e  Detto questo, l&rsquo;ultima volta che il circuito di Ern&egrave;e ha ospitato un Gran Premio &egrave; stato nel 2017, quando fu Clement Desalle ad imporsi su Cairoli e Paulin, con Gajser assente per infortunio. Cinque anni dopo nessuno di questi piloti sar&agrave; presente in pista, un&rsquo;altra generazione di piloti infatti si batter&agrave; per la vittoria in MXGP. Per lo sloveno si tratter&agrave; di una prima in Gran Premio, visto che non ne ha mai disputato uno su questo tracciato spettacolare che si snoda attraverso una collina e la sottostante valle, regalando al pubblico una vista praticamente a 360&deg; su quello che succede in pista.  Le prime fasi di gara uno della MXGP del 2017 con Paulin davanti a Cairoli e Nagl Pericolo Renaux per Gajser  Gajser dovr&agrave; fronteggiare gli attacchi del padrone di casa,&nbsp;vincitore delle ultime due manche disputate in Spagna e contestualmente del suo primo Gran Premio nella classe regina, Maxime Renaux (Yamaha) divenuto il suo principale rivale in classifica iridata, anche se a ben 66 punti di distanza. La natura della terra scura e umida potrebbe risentire delle precipitazioni annunciate frequenti durante il fine settimana che potrebbero rendere piuttosto incerto l&rsquo;esito delle gare. Occhi puntati su Glenn Coldenhoff (Yamaha), sul podio nelle ultime due gare consecutive, al contrario di Gajser, assente dalle prime tre posizioni nelle ultime due prove.&nbsp;  Un giovanissimo Jorge Prado alle prese con la terra francese nel 2017 Italiani forza quattro  Per i nostri colori ci saranno Mattia Guadagnini (GasGas) sempre alle prese con l&rsquo;apprendistato in 450 che sta dando ottimi risultati, Alberto Forato (GasGas), in caccia del suo posto nella top 10 di campionato e Nicholas Lapucci (Fantic), alla seconda gara dal rientro e Ivo Monticelli (Honda) che su questa pista potrebbe dire la sua.&nbsp; Alessandro Lupino sar&agrave; invece assente per fare ulteriori accertamenti e capire cosa non vada nel suo corpo dopo l&rsquo;intervento di appendicectomia. &nbsp;  Ivo Monticelli in azione sulla KTM MRT nel 2017       

La MXGP fa tappa a Ern&eacute;e dove si trona a correre dopo cinque anni, un'alluvione che ha distrutto l'impianto, una bancarotta del club ed il successivo riacquisto da parte della Federazione Francese che ha rimesso impiedi un tracciato iconico

MXGP: in Francia Renaux tenta il bis

        Quando le due ruote si uniscono al pallone, &egrave; sempre un gradito spettacolo. Come visto in Qatar, anche in Spagna piloti del Motomondiale hanno presenziato all'evento pre-Gran Premio, esibendosi sul verde terreno di gioco. In questo caso, parliamo dello stadio Ramon Sanchez-Pizjuan, campo di propriet&agrave; del Siviglia Football Club, protagonista nella Liga spagnola. Maverick, Albert e Izan: che classe ragazzi!  Credete a noi: Vinales, Arenas e Guevara ci sanno fare (anche) con il pallone tra i piedi, non esclusivamente con i semimanubri tra le mani. Invitati nello stadio del Siviglia, i tre piloti delle classi MotoGP, Moto2 e Moto3 hanno esibito palleggi, passaggi, colpi di testa e geometrie, in pieno stile calcistico. La forma fisica dei tre gi&agrave; la conoscevamo, adesso sappiamo pure come se la cavino bene in una diversa disciplina sportiva. Prima di scendere tra porte e cerchio del centrocampo, una bellissima visita guidata ha fatto conoscere la storia della Societ&agrave;, vincitrice di numerosi trofei nazionali e internazionali.  Diego Carlos, Rafa Mir e Oliver Torres: bravi "padroni di casa" a Siviglia  Nello spogliatoio, ci sono gli armadietti dei giocatori. Proprio l&igrave;, sono cominciati gli scambi tra i piloti e gli assi del pallone: Diego Carlos, Rafa Mir e Oliver Torres si sono rivelati accoglienti e simpaticissimi, scambiando tocchi di palla con gli assi del motore, scherzando su temi che andavano al di l&agrave; dello sport professionistico. Infatti, i momenti pi&ugrave; piacevoli della bella giornata sono stati quando i sei atleti venivano "interrogati" sui temi di attualit&agrave; e vita quotidiana: quale &egrave; il tuo cibo preferito? Preferiresti vivere al caldo a al freddo? Chi ha vinto la prima edizione della MotoGP? Nomina tre stadi della Liga... cose cos&igrave;, che hanno evidenziato come i campioni siano persone del tutto normali e affabili. Ringraziamo il Siviglia Football Club, Dorna e La Liga per la splendida ospitalit&agrave; offertaci       

Maverick, Albert e Izan hanno condiviso il campo del Ramon Sanchez-Pizjuam Stadium coi giocatori Diego Carlos, Rafa Mir e Oliver Torres, scambiando tocchi di palla da veri professionisti

Vinales, Arenas e Guevara calciatori per un giorno

        L&rsquo;avventura di Casey Stoner in MotoGP &egrave; stata impreziosita da due titoli iridati, uno con Ducati e l&rsquo;altro con Honda, ma quando l&rsquo;australiano approd&ograve; in top class in pochi avrebbero scommesso su di lui. Tra questi c&rsquo;era Lucio Cecchinello, che gli consent&igrave; di debuttare nella classe regina con i colori del Team LCR prima che la Ducati mettesse gli occhi sul talento australiano. MotoGP esclusiva, Bastianini: "Ora ho fiducia in me stesso" Suppo e il pupillo Stoner   Ma come si &egrave; arrivati alla firma che port&ograve; Stoner alla corte della Rossa nella stagione 2007? A raccontarlo &egrave; stato Oscar Haro, ex direttore sportivo LCR, sul canale Twitch di Nico Abad. &nbsp; "Livio Suppo voleva ingaggiare Stoner, ma Casey aveva un contratto biennale con HRC&nbsp;- ha raccontato Haro - dopo un incontro in Portogallo, Cecchinello venne incontro alla sua proposta: 'So che il sogno di Casey &egrave; quello di diventare un pilota ufficiale. Non ho intenzione di rovinargli la vita, anche se &egrave; legato a noi per un altro anno'". Casey liberato da... Checa  Sciolto il nodo Stoner, la squadra di Cecchinello si mise alla ricerca di un sostituto: il primo indiziato fu Sete Gibernau, ma le richieste economiche dello spagnolo mandarono in fumo la trattativa: "Gli spiegammo che eravamo una squadra satellite e non avevamo un budget infinito, ma avrebbe potuto gareggiare con una Honda gommata Michelin. Lui si impunt&ograve; e lasciammo perdere", ha proseguito Haro. Risolutiva fu l&rsquo;intuizione di Ramon Forcada, che propose il nome di Carlos Checa: "Carlos era al bar dell'hotel e gli chiesi se voleva guidare la nostra moto. Mi domand&ograve; se fosse una Honda gommata Michelin, la migliore in quel momento. Gli risposi annuendo e lui mi disse: 'Dammi un tovagliolo e firmiamo'".&nbsp; Una firma che liber&ograve; Stoner, destinato a fare la storia con la Ducati nelle stagioni a seguire. MotoGP: Jack Miller presto sposer&agrave; la sua Ruby       

Il retroscena sulle trattative che portarono l'australiano alla corte della Casa italiana nella stagione 2007

MotoGP: Casey Stoner, la rivelazione sul passaggio in Ducati

        La strada &egrave; stretta e tortuosissima, con curve in rapida successione a strapiombo sul mare da una parte e una parete rocciosa che arriva fino all&rsquo;asfalto dall&rsquo;altra. Un toboga pericoloso e insidioso da La Spezia a Tellaro e da La Spezia a Portovenere. Su questa strada sono nati alcuni dei piloti pi&ugrave; coraggiosi e dotati del nostro vivaio. Qui si sfidavano Roberto Gallina, Marco Lucchinelli con Ramon Toracca e molti altri. Molto spesso all&rsquo;arrivo Lucchinelli aveva la giacca strappata e le spalle scoperte e insanguinate perch&eacute; per tagliare meglio le curve andava ad appoggiarsi sulle rocce vive della montagna. E comunque era sempre il primo. Guidavano di tutto, dalle agili Suzuki due tempi 380 fino alle Laverda 750 gi&agrave; elaborate da Gallina. Prove Amarcord: la Ducati 1098R F08 di Troy Bayliss Le avventure di Lucky  Lucchinelli vinceva con tutto e contro tutti e incoraggiato da queste pericolosissime galoppate stradali decise ben presto di passare alla pista, diventando in pochi anni uno dei piloti da GP pi&ugrave; talentuosi e veloci del Mondo. Nel 1981, in sella a una Suzuki Gamma 500, proprio di Gallina, conquist&ograve; il Mondiale della classe regina che all&rsquo;Italia mancava dai tempi di Giacomo Agostini. Un&rsquo;impresa epocale e storica che lo proiett&ograve; all&rsquo;attenzione del mondo motociclistico e non. Divenne Lucky e and&ograve; a cantare a Sanremo per poi passare da campione del Mondo nel 1982 alla Honda che, stanca dei pochi risultati della magnifica NR 500 Oval Pistons a quattro tempi, aveva allestito in fretta una agile e veloce tre cilindri 500 a due tempi. In gara, Lucchinelli si accorse subito che la sua vecchia Suzuki guidata da Franco Uncini era ancora un bel missile e proprio in un duello contro il recanatese si infortun&ograve; a un piede. Ma forse il problema maggiore era il suo nuovo compagno di squadra, Freddie Spencer, mostruoso talento che guidava danzando questa tre cilindri Honda, portata al titolo l&rsquo;anno successivo. Lucky inizi&ograve; a collaborare con Claudio Castiglioni, che stava sviluppando grandi progetti e bellissime moto. Dalla Cagiva quattro cilindri 500 due tempi a una vera e incredibile rivoluzione in casa Ducati. Soltanto sette anni dopo il titolo, Lucchinelli venne coinvolto dal vulcanico Castiglioni a guidare lo sviluppo di un progetto folle ideato assieme all&rsquo;ingegner Massimo Bordi, una vera Mission Impossible. Il progetto riguardava la bellissima Ducati 750 del leggendario Fabio Taglioni, che aveva gi&agrave; ottenuto ottimi risultati e vittorie grazie al telaio in traliccio di tubi e al bellissimo motore due cilindri a L due valvole Desmo ad aria. Su questa base decisero di mettere quattro valvole con comando Desmo, raffreddamento ad acqua, accensione e iniezione elettronica. La cilindrata fu portata a 851 cm&sup3; e con molto coraggio decisero di farla debuttare con Lucchinelli alla guida &ndash; lui che l&rsquo;aveva portata al successo alla Battle of the Twins di Daytona &ndash; e con Nepoti e Caracchi ai box il giorno di Pasqua del 1988 a Donington, nella prima gara della storia del neonato mondiale Superbike. Un Mondiale nato per far scendere in pista le migliori moto sportive che si potevano acquistare dal concessionario.  Da Donington al Mondiale 1990  La Honda correva con la bellissima RC30 quattro cilindri a V, Yamaha, Suzuki, Kawasaki e Bimota erano quattro cilindri frontemarcia. Era un Mondiale molto strano perch&eacute; per la prima volta sulle piste si sentiva il rombo di questi possenti motori a quattro tempi invece dello stupendo sibilo dei motori racing due tempi. L&rsquo;esito di quella prima gara fu davvero eclatante perch&eacute; le due manche andarono a piloti italiani su moto italiane. La prima a Tardozzi sulla Bimota e la seconda a un fantastico Lucchinelli sulla Ducati 851. Marco arriv&ograve; commosso al traguardo per l&rsquo;inattesa vittoria che lo lanci&ograve; come uno dei pionieri di questa categoria, convincendo Castiglioni a proseguire la folle avventura. Dopo questo debutto si decise di promuovere nel 1989 Lucchinelli nel ruolo di team manager e ingaggiare il francese Raymond Roche come pilota insieme a Sarre Monti. La moto era velocissima ma si fermava troppo spesso per problemi elettronici. Cos&igrave; anche la seconda stagione and&ograve; a Fred Merkel con la Honda del Team Rumi. Ma non mancarono ugualmente momenti passati alla storia: mentre andava in auto verso Misano per la gara italiana, Marco si vide aprire lo sportello di destra da un motociclista che mise il casco dentro la macchina urlandogli &ldquo;Ciaoo Marcooo!&rdquo;. Poi chiuse e ripart&igrave; impennando in piedi. Arrivato al casello Marco rivide fermo quel motociclista e lo blocc&ograve; subito, chiedendo chi diavolo fosse. Il pilota misterioso si lev&ograve; il casco e spunt&ograve; Giancarlo Falappa, debuttante con la Bimota. Per fortuna Lucchinelli comprese subito il potenziale del marchigiano e lo ingaggi&ograve; da ufficiale per la stagione 1990. Una stagione storica perch&eacute; arriv&ograve; il primo titolo mondiale Superbike per la Ducati gestita da Lucky e pilotata da Roche. Da quella prima vittoria la Ducati &egrave; stata la maggiore antagonista, anzi l&rsquo;incubo, dei colossi giapponesi in questo Mondiale diventato in brevissimo tempo una categoria seguitissima e amatissima. E Lucchinelli assieme a personaggi mitici come Bordi, Nepoti, Caracchi e Domenicali &egrave; stato uno dei principali artefici della storia Ducati in SBK. Duelli da leggenda: Harada e Capirossi, senza esclusione di colpi       

Lucky accompagn&ograve; le idee di Castiglioni agli albori: da pilota, regal&ograve; alla Ducati il primo successo in Superbike, da manager le port&ograve; il primo Mondiale, guidando il team con Roche e Falappa, che per farsi ingaggiare ricorse agli effetti speciali...

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