        Dopo aver ammirato lo splendido scatto vintage in cui Kenny Roberts, Claudio Costa, Giacomo Agostini e Franco Uncini presidiamo l'ingresso della Clinica Mobile, leggete attentamente, per favore, senza fare i furbi nei commenti, evitando di travisare un messaggio che sar&agrave; il pi&ugrave; chiaro ed imparziabile possibile. Dal 2023 la Clinica Mobile sar&agrave; assente dal paddock del Motomondiale, previo sostituzione da una diversa struttura. Lo abbiamo appreso ieri e, dopo aver messo in ordine le idee, &egrave; partita la decisione di realizzare il seguente pezzo, che mira ad analizzare tralasciando la semplice e spicciola critica. Un bene prezioso, concepito in Italia: la Clinica Mobile del "dottorcosta"  Siccome si tratta di una storia infinita, prendiamo in atto i passi fondamentali dell'idea concepita da Claudio Marcello Costa, figlio del fondatore dell'autodromo di Imola, Francesco Costa. Pap&agrave; e genitori avevano in comune la passione per le moto, sfociata in due vere e proprie opere d'arte italiane: la pista del Santerno, la Clinica Mobile. Dato che il pi&ugrave; adulto "Checco" proib&igrave; l'uso delle due ruote al pi&ugrave; giovane, il pi&ugrave; giovane si sfog&ograve; in tre modi: libri, sale operatorie, circuiti iridati. Come poter coniugare le tre diverse discipline? Ideando, istituendo e realizzando il camion che avrebbe seguito le tappe iridate, fornendolo di ogni bene necessario, dai cerotti alla tecnica, dagli strumenti al personale. Proprio il fattore umano &egrave; stato l'ingrediente fondamentale di una ricetta rivelatasi vincente: dalle origini datate 1972 all'allestimento del 1977, arrivando al presente, con diverse evoluzioni e il passaggio di testimone. Perch&eacute; al di l&agrave; delle innumerovoli cure garantite, delle tante vite salvate e delle carriere allungate, la Clinica Mobile ha sempre saputo regalare sorrisi e speranza. Provate a trovarli in altri ambiti. Dalla Clinica Mobile alla Quironsalud: a noi non interessa fare paragoni  Non interessa, per diversi motivi: di certo, chi subentrer&agrave; alla Clinica Mobile si riveler&agrave; bravo, preparato e attento alle esigenze dei piloti. Poi, non conoscendo direttamente lo staff della clinica Quironsalud, escludiamo commenti inutili e fuori luogo. Parliamo di professionisti del settore, punto e basta. Se &egrave; vero che la decisione presa dal promoter Dorna &egrave; di natura economica - ripetiamo, attendiamo comunicazione ufficiale - non possiamo entrare nel merito, poich&eacute; i conti li tiene l'Organizzatore, non Motosprint. E, lo sapete meglio di noi, i conti in tasca meglio farli a s&eacute; stessi, mica agli altri. Sicch&eacute;, soffermiamoci su una voce per la quale il servizio sar&agrave; ancora garantito: l'assistenza, nel passaggio tra l'attuale Clinica Mobile del Dottor Zasa, alla gi&agrave; citata Quironsalud, che ammettiamo di sentire per la prima volta a oggi. Lasciamo stare le contese. Anche perch&eacute; - e sarebbe meglio tralasciare - per comparare l'efficienza della Clinica Mobile all'operato della prossima nuova struttura, sarebbe il caso di infortunarsi, magari gravemente, facendosi curare in primis dallo staff italiano, pi&ugrave; tardi dall'equipe spagnola. Vi sembra il caso?! No, l'articolo verte su altri temi, diversi dalla bravura di dottori e fisioterapisti. Li trovate qui sotto. Siete mai entrati nella Clinica Mobile? Noi s&igrave;  Almeno un paio di volte, vediamo di ricordarne una, dove e quando. Dunque, la prima fu nel 2001, a Imola. Guarda caso. Chi scrive il pezzo era reduce da un incidente piuttosto "originale" per chi va in moto: frattura multipla delle ossa facciali, con sette punti spezzati, tre interventi chirurgici, fatica, sacrificio, dolore e fede.&nbsp; Ebbene, ancora non del tutto guarito e in cerca del cento per cento di ripristino originale, il giornalista qui in azione entr&ograve; nella Clinica Mobile, accolto da Claudio Costa. Il dottorcosta sapeva benissimo di non aver a che fare con un pilota, ma cur&ograve; il "paziente" con uno sguardo, un tocco della mano, e sagge parole: guarirai bene, ragazzo. Cos&igrave; and&ograve;, nella perfetta recezione di quanto serviva: pi&ugrave; di un bisturi, una parola. E le parole furono tre, a toccare il punto pi&ugrave; sensibile. Lo spirito. Se vi sembra poco, siete lontani dal concetto di base: vero &egrave; che la Clinica Mobile abbia salvato vite, ossa e carriere, ma altrettanto importante &egrave; il ruolo di "Casa" che ha saputo offrire. Entrando nel mobile-home, si respirava aria di famiglia, si mangiava, scherzava e chiacchierava. E non importava chiamarsi Kevin Schwantz, Pierfrancesco Chili, Michael Doohan o Ben Bostrom. La Clinica Mobile era di e per tutti. Ecco perch&egrave; mancher&agrave;, ecco perch&egrave; il Motomondiale non sar&agrave; pi&ugrave; lo stesso.  .          

Dal 2023, la struttura fondata dal Dottor Claudio Costa e oggi guidata dal&nbsp; Dottor Michele Zasa sar&agrave; assente dal paddock iridato. Le cure verranno comunque garantite, ma la famiglia trovata nella "casa dei piloti" potrebbe rimanere un ricordo

Niente più Clinica Mobile: il Motomondiale non sarà più lo stesso

        The nightmare returns for Marc Marquez who is once again suffering from diplopia, just a few months since the last episode. We spoke to Doctor Claudio Costa to see what he thinks. What is your take on the situation, Doctor? &ldquo;Marc Marquez was perfectly normal when a crash in 2011 left him with diplopia, which saw him requiring surgery to resolve it. Then, in October 2021, he crashed while training and this problem returned. Today, all the tests show that it is peripheral, connected to the structure of the eyeball and the musculature. And it&rsquo;s significant because the eye is clearly important in terms of one&rsquo;s vision and knowing the world and people around us. Our entire consciousness has to do with the eye&rdquo;. What is the cause of this illness? &ldquo;The initial injury left scarring and now we have further unfortunate events that only add to it. The fact he doesn&rsquo;t require surgery is positive. It&rsquo;s minor and may even be sorted in a short space of time, with the proper treatments and rehabilitation. But it can also disappear from morning to night, so we hope this is the case, and that it happens soon, so that Marc is once again able to see the world he loves, that of racing, clearly and precisely.&rdquo; Will Marquez remain at risk of diplopia? &ldquo;No. We have two eyeballs that are governed by many muscles that allow us to move our eyes, but these are synchronised. So, in this case, we&rsquo;re talking about a slight lack of synchronisation, a peripheral rather than central thing. Sunday&rsquo;s trauma, a scary occurrence, has unfortunately brought this weakness back to the fore. We hope it is soon resolved and that he can get back to racing". So no one can provide precise recovery times? &ldquo;No. Seeing as it&rsquo;s a very light form, I think it might be an oedema of the musculature, something that has strained the old scarring. I think it could be resolved in a lot less than three months. He might wake up tomorrow and see clearly&rdquo;. Is it significant that these two events have occurred within a short space of time? &ldquo;No, because it depends on the extent of the incident. I didn&rsquo;t see the October accident, but I saw Sunday&rsquo;s and it looks as if he might have damaged the eyeball, which has caused the peripheral damage&rdquo;. So we can expect to see Marc Marquez back on top? &ldquo;I believe so, and this is my greatest wish for him&rdquo;. Translated by Heather Watson MotoGP: Marc Marquez, is it time to say enough is enough?       

The eight-time champion is once again dealing with diplopia, here&rsquo;s what the founder of the Clinica Mobile has to say

MotoGP, Marc Marquez and diplopia: Doctor Costa’s opinion

        L&rsquo;incubo &egrave; tornato per Marc Marquez, che a distanza di qualche mese, soffre nuovamente di diplopia (ecco cos&rsquo;&egrave;) e ora deve solo osservare il riposo. Siamo andati a sentire in esclusiva cosa ne pensa il dottor Claudio Costa. Come commenta la situazione dottore? &ldquo;Marc Marquez era perfettamente normale quando una caduta nel 2011 gli ha creato la diplopia e l&rsquo;ha portato sul tavolo operatorio dove gli hanno risolto il problema. Poi a ottobre 2021 in un allenamento &egrave; caduto ed &egrave; ricomparso questo disturbo. Oggi tutti gli esami dimostrano che &egrave; una cosa periferica, legata a quello che &egrave; tutta la struttura del globo oculare e della muscolatura. Ed &egrave; molto nutrita perch&eacute; l&rsquo;occhio &egrave; sicuramente un organo importantissimo per la visione, per conoscere il mondo e le persone. Attraverso l&rsquo;occhio abbiamo tutta quella che &egrave; la nostra coscienza&rdquo;. Da dove nasce questo disturbo? &ldquo;Sicuramente questa prima ferita ha lasciato una cicatrice e su questa stanno capitando degli avvenimenti purtroppo sfavorevoli. Il fatto che non sia da portare in sala operatoria &egrave; positivo. &Egrave; molto lieve e si pu&ograve; risolvere anche in poco tempo, con le adeguate cure mediche e riabilitazione. Per&ograve; pu&ograve; scomparire anche dalla mattina alla sera, per cui spero che questo avvenga il pi&ugrave; presto possibile e Marc possa rivedere cos&igrave; in maniera nitida e precisa il mondo che ama, quello delle corse. Da quando questo avverr&agrave; non esiste un periodo di convalescenza, potrebbe tornare gi&agrave; in sella ad una moto&rdquo;.  Marquez sar&agrave; sempre portato a soffrire di diplopia? &ldquo;No. Noi abbiamo due globi oculari che sono governati da molti muscoli che ci permettono quello che &egrave; il movimento degli occhi, ma questi sono talmente sincronizzati. Si tratta in questo caso di una lieve mancanza della sincronia, &egrave; una cosa periferica, non ha nulla di centrale. Il trauma di domenica, pauroso, ha risvegliato purtroppo questa sua debolezza. Spero si risolva in breve tempo e possa tornare presto alle corse". I tempi di recupero quindi nessuno li conosce? &ldquo;No, secondo me essendo una forma molto lieve pu&ograve; essere un edema della muscolatura, qualcosa che ha sollecitato la vecchia cicatrice. Penso che si possa risolvere anche ben prima di tre mesi. Domani mattina pu&ograve; svegliarsi e vedere in maniera nitida&rdquo;. Il fatto che questi due incidenti siano stati ravvicinati non provoca nulla? &ldquo;No, perch&eacute; dipende dall&rsquo;entit&agrave; dell&rsquo;incidente. Non ho visto quello di ottobre, ma ho visto quello di domenica e ha tutte le caratteristiche di poter aver danneggiato il globo che ha causato il danno periferico&rdquo;. Possiamo aspettarci quindi che Marc Marquez torni a vincere? &ldquo;Credo di s&igrave; e questo &egrave; l&rsquo;augurio pi&ugrave; bello che gli faccio&rdquo;. MotoGP: Marc Marquez che futuro lo attene? VOTA       

L&rsquo;otto volte iridato sta nuovamente affrontando il problema della diplopia e in esclusiva ecco cosa ne pensa colui che fond&ograve; la Clinica Mobile

MotoGP, Marc Marquez e la diplopia: ecco cosa ne pensa il Dottor Costa

        While the world follows Marc Marquez&rsquo;s recovery following last year&rsquo;s Jerez accident, a fractured humerus, and three operations to repair the damaged bone, we are reminded of a Japanese rider who returned to racing with a damaged radial nerve, thanks to a special glove made by Spidi and invented by Doctor Costa that would allow the rider to activate the throttle and brake. Japanese rider Noboru Ueda, who spent years in 125 and was two-time championship runner-up with 13 wins and 39 podiums over 160 races, crashed in France in 1998, fracturing his humerus and damaging the radial nerve which left his right hand paralysed. Dr. Costa: &ldquo;Marquez wouldn't have missed the season with me&rdquo; The accident and his return to the track  Paul Ricard, the French GP, 31 May 1998, so the fifth round of the season. In qualifying, Noboru Ueda took pole position ahead of fellow countrymen Sakata, the eventual race winner, and Manako, who retired on lap 17. For Nobby, who was Lucio Cecchinello&rsquo;s team-mate at the time, the race lasted just five laps. On lap six he suffered a serious accident in which he fractured his humerus and damaged his radial nerve. The result? A practically paralysed right hand. The Japanese rider missed six races before returning at Barcelona, 100 days after the accident. Despite his paralysed hand, he was able to qualify fourteenth and complete the race, crossing the line in an incredible sixth place. The consequences of the accident The Japanese rider&rsquo;s main problem, considering an almost total lack of mobility in his right hand, was that he struggled to open his hand and extend his fingers, while he was able to close his fist enough to twist the throttle and activate the brake lever. The magic glove   So how did Ueda ride? How did he manage the throttle and front brake with his right hand? He did it with a special magic glove, invented by Doctor Costa and created by Spidi, the company that also produced the rider&rsquo;s leathers. To give him this ability to activate the gas and brake levers, Costa recreated an elastic &lsquo;tie rod&rsquo; structure on the back of Ueda&rsquo;s glove that looked a lot like the tendons in the hand and essentially did that same job. In the &lsquo;normal&rsquo; position, the rods ensured that the fingers were stretched and the hand open; that way, Ueda only had to focus on closing his hand to open the throttle and/or brake, which he was able to do, leaving the rods with the task of reopening his hand once off the lever. Translated by Heather Watson MotoGP, official: Marc Marquez won't race in Qatar       

Despite having a paralysed hand, the Japanese rider was able to race again thanks to a special glove made by Spidi on the suggestion of Doctor Costa

World championship: Noboru Ueda’s ‘magic glove’

        There is still uncertainty as to whether Marc Marquez will be ready to take part in the season-opener at Losail on 28 March. We&rsquo;ll find out next week, but in the meantime we&rsquo;ve spoken to Doctor Claudio Costa, the man who founded motorcycle racing&rsquo;s Clinica Mobile and who has helped so many riders make history along the way. What would you say about the Marquez case? "I start by saying that I haven&rsquo;t seen the details and can only speak from experience. No rider has ever missed a season in the 50 years of the Clinica Mobile. Marquez's last surgery saw the insertion of a plate with a transplant from the iliac crest and then there was an infection of the bone known as osteomyelitis. But you can&rsquo;t leave osteomyelitis with a plate, so this means it was under control, and it doesn&rsquo;t prevent the natural bone healing process. I&rsquo;d foresee a recovery time of six months, or maybe four if one is very lucky&rdquo;. Could all this have been avoided? "A fractured humerus is not easy to fix. I definitely wouldn&rsquo;t have let him race at Jerez the week after. I would have told him: &ldquo;Marc, I can save your shoulder, I&rsquo;ll put in a plate and then see you in three months at Misano&rdquo;. If he&rsquo;d wanted to get back on track at all costs, I&rsquo;d have put in a nail with two screws. This wasn&rsquo;t done, and then they carried out another surgery. Considering the delay in healing, I wouldn&rsquo;t have waited until December to operate, but would have done it earlier". Would you have acted in the same way right from the outset? "I&rsquo;d have done what I always do, allowing myself be guided by the rider&rsquo;s wishes. If the rider said to me: &ldquo;I want to race next week&rdquo;, I would have put in big semi-elastic nail. But if he preferred not to damage the injured shoulder, I&rsquo;d have used a plate and not let him race until Misano. A humerus takes three months to heal with a plate. With a nail it doesn&rsquo;t heal in a week, but it would have held. Then the rider would have been helped by their own strength of will, the fuel that drives the energy inside the human body and that has riders doing the things we&rsquo;ve seen them doing, miracles&rdquo;. Might we see Marc in Qatar? "I can only guess. There is a possiility this miracle might happen, but I believe that with an injury like his, perhaps it will take a little longer&rdquo;. And will he be the same Martian when he returns? "From a physical point of view, we have to hope he regains the strength in his arm. Then, psychologically speaking, he&rsquo;ll be stronger than ever. Adversity gives you this incentive, as we saw with Doohan, this desire to be even more successful. And if his body were to fail to heal completely, he would be able to overcome that setback with his strength of will. So I think we&rsquo;ll see a strong Marquez. As he himself said in reference to me in 2013: &lsquo;He&rsquo;s a crazy doctor, but he had me win the title&rdquo;. Do you appreciate this description? "I like it, because normality is something that bores me. While madness is given by god, as the ancient greeks would say&rdquo;. Do you have a favourite anecdote? "I have so many and am pleased to have them. Symbolically, there&rsquo;s one that sums it all up: my history with Mick Doohan. A story of love, great risk and danger. We challenged something that cannot be challenged, that kept me awake at night. Doohan's greatness lies in the fact that he didn&rsquo;t ask me to heal me, but only to let him race. We&rsquo;ve remained close. Outside of the motorcycle world, I was in a similar situation with Alex Zanardi". In addition to Doohan, which other riders do you hold in your heart? "I can&rsquo;t answer that, it&rsquo;s like asking a mother to admit who her favourite child is&rdquo;. Translated by Heather Watson Mick Doohan: the rise from hell to heaven       

The doctor who founded the Clinica Mobile more than 50 years ago talks about the Marc Marquez case and recalls some of his career highlights

MotoGP, Dr. Costa: “Marquez wouldn’t have missed the season with me”

Il mistero aleggia ancora sul ritorno in pista di Marc Marquez, se questo sar&agrave; possibile gi&agrave; a partire dall&rsquo;inizio della stagione sul circuito di Losail, in Qatar, domenica 28 marzo. La prossima settimana avremo una risposta, nel frattempo ne abbiamo parlato con il Dottor Claudio Costa, il medico che ha fondato la Clinica Mobile nelle corse di moticiclismo e che ha contribuito alcuni piloti a farne la storia.  Come commenta il caso Marquez?  &quot;Premettendo che non ho visto i dettagli, parlo usando solo la mia esperienza. Nessun pilota ha mai perso una stagione nei 50 anni della Clinica Mobile.&nbsp; L&rsquo;ultimo intervento ha riguardato l&rsquo;inserimento di una placca con un trapianto preso dalla cresta iliaca e poi abbiamo saputo che c&rsquo;era un&rsquo;infezione dell&rsquo;osso chiamata osteomielite. Non esiste al mondo per&ograve; la possibilit&agrave; di lasciare una osteomielite con la placca, quindi vuol dire che questa era sotto controllo, e non impedisce il processo naturale della consolidazione dell&rsquo;osso. Prevedo un tempo di recupero di 6 mesi, che con alcune combinazioni fortunate, possono diventare quattro&quot;.  MotoGP: Marc Marquez &egrave; in pista a Barcellona  Sarebbe stato possibile evitare tutto quanto accaduto?  &quot;Le fratture dell&rsquo;omero fanno fatica a guarire. Di certo non mi sarei permesso di farlo correre a Jerez la settimana dopo. Gli avrei detto: &#39;Caro Marquez, io ti salvo la spalla, ti metto la placca, ma ci vediamo fra tre mesi a Misano&#39;. Se avesse voluto rientrare in pista a tutti i costi, allora avrei messo un chiodo con due viti. Questo non &egrave; stato fatto, allora hanno fatto un altro intervento. Visto il ritardo della consolidazione, non aspettavo dicembre per operare, ma avrei anticipato&quot;.  Lei avrebbe agito allo stesso modo fin dall&rsquo;inizio?  &quot;Avrei fatto quello che ho sempre fatto: mi sarei lasciato guidare dal desiderio del pilota. Se il pilota mi diceva: &#39;Voglio correre la prossima settimana&#39;, non guardavo in faccia la spalla e mettevo un chiodo grosso semielastico avvitato. Ma se ad un certo momento mi fossi trovato che non voleva danneggiare la spalla ferita, allora avrei messo una placca e l&rsquo;avrei fatto scendere in pista a Misano. Un omero con la placca ci mette tre mesi a guarire. Con il chiodo non guarisce in una settimana, ma avrebbe tenuto. Lo avrebbe aiutato poi la terapia dei piloti: la forza di volont&agrave; e il desiderio che sono la benzina che scatena energie inesperate dentro il corpo umano e che fanno fare le cose che abbiamo visto, i miracoli. Non li faceva il protagonista della favola il Dottor Costa, ma i piloti. Io facevo arrivare la favola alla fine&quot;.  Potremo rivedere Marc in Qatar?  &quot;Ho fatto deduzioni senza avere niente in mano. Le possibilit&agrave; del tempo, perch&eacute; possa succedere questo miracolo ci sono, per&ograve; credo che una storia come quella del suo omero, forse pretende qualche tempo in pi&ugrave;&quot;.  Una volta che torner&agrave; in pista come sar&agrave;, il solito marziano?  &quot;Dal punto di vista fisico bisogna sperare che riacquisti la forza del suo braccio. Stabilito questo, psicologicamente sar&agrave; pi&ugrave; forte di prima. L&rsquo;avversit&agrave; gli creer&agrave; quello stimolo, come in Doohan, di voler essere ancora pi&ugrave; vincente. In pi&ugrave; se anche il corpo fosse in un certo senso rimasto dal punto di vista della forza menomato, lui riuscirebbe con la forza di volont&agrave; a superar questo piccolo medio inconveniente. Voto quindi per Marquez forte. Lui stesso, raccontando del 2013, disse di me: &#39;Quello &egrave; un dottore matto, ma mi fece vincere il Mondiale&#39;&quot;.  Mick Doohan: come risalire dall&#39;inferno al paradiso  Si ritrova in questa definizione?  &quot;Mi fa tanto piacere, perch&eacute; la normalit&agrave; &egrave; una cosa che mi annoia. Mentre la follia &egrave; data dal Dio, come dicono gli antichi greci&quot;.  Qual &egrave; un aneddoto della sua carriera a cui &egrave; particolarmente affezionato?  &quot;Ne ho tantissimo e mi rende felice averli. Simbolicamente ce n&rsquo;&egrave; uno che li raccoglie tutti: la mia storia con Mick Doohan. Una storia fatta di amore, ma anche di grandi rischi e pericoli. Abbiamo sfidato qualcosa che non si poteva sfidare, che non mi faceva dormire la notte. La grandezza di Doohan sta nel non avermi chiesto di farlo guarire, ma mi ha sempre solo chiesto di poter correre. Siamo rimasti molto legati. Andando fuori dal mondo del motociclismo, una situazione analoga l&rsquo;ho vissuta con Alex Zanardi&quot;.  Oltre a Doohan chi sono gli altri piloti che porta nel cuore?  &quot;Non posso rispondere a questa domanda, cos&igrave; come una mamma non riesce a dire chi &egrave; figlio il prediletto&quot;.  DAZN, Melandri: &quot;In MotoGP il favorito &egrave; Quartararo&quot;   

Il dottore che ha fondato la Clinica Mobile pi&ugrave; di 50 anni fa ha detto la sua sul caso Marc Marquez e ha raccontato gli aneddoti pi&ugrave; belli della sua carriera

MotoGP, Dr Costa: &ldquo;Con me Marquez non avrebbe perso la stagione&rdquo;

Vincere ha sempre un dolce sapore, ma vincere dopo aver passato le pene dell&rsquo;inferno (forse) ha un sapore ancora pi&ugrave; delizioso, grazie a quel senso di rivalsa che rende tutto pi&ugrave; bello. Ad qualsiasi appassionato di motociclismo queste parole potrebbero far venire in mente tanti piloti, primo fra tutti (forse) Michael &ldquo;Mick&rdquo; Doohan. Questo perch&eacute; l&rsquo;australiano, nato per la precisione il 4 giugno 1965 a Brisbane, ha dimostrato come un essere un umano possa vincere cinque titolI mondiali di fila dopo aver rischiato seriamente di non salire mai pi&ugrave; in sella ad una moto. Ma andiamo per ordine.  L&rsquo;ascesa     Doohan sbarca nel mondiale 500 nel 1989, salendo in sella ad una Honda (casa che lo accompagner&agrave; per tutta la sua carriera) e mettendosi subito in mostra per il suo stile di guida, ruvido ma allo stesso tempo pulito. Il primo podio arriva gi&agrave; nella stagione da rookie, mentre il primo successo giunge l&rsquo;anno successivo, nel penultimo appuntamento della stagione in Ungheria.  Nel 1991 Mick inizia a sentire odore di titolo, ma incontra sulla sua strada un altro talento puro come lo statunitense Wayne Rainey, che per nove punti sale sul trono della categoria. Nella stagione successiva Mick sembra ancora pi&ugrave; vicino all&rsquo;alloro, forte di cinque vittorie e due secondi posti nelle prime sette gare, ma ecco arrivare l&rsquo;ormai celebre infortunio di Assen.  La caduta e la risalita     Durante le qualifiche del GP d&rsquo;Olanda Doohan cade, rimanendo bloccato sotto la sua Honda numero 2, e procurandosi la frattura di tibia e perone della gamba destra. Un colpo tremendo, che rischi&ograve; di diventare addirittura fatale: dopo l&rsquo;operazione (effettuata nelle ore successive all&rsquo;incidente) una terribile infezione attacc&ograve; la gamba durante la notte, mettendo a rischio la vita del pilota e portando i medici a pensare all&rsquo;amputazione dell&rsquo;arto.  Qui entra in scena un personaggio chiave nella carriera di Mick Doohan, il Dottor Claudio Costa. &ldquo;Rapimmo Mick nel cuore della notte &ndash; ha raccontato negli anni Costa &ndash; portando con noi anche Kevin Schwantz, anch&rsquo;egli infortunato&rdquo;. Costa prende sotto la sua ala protettrice l&rsquo;australiano, scommettendo su una soluzione medica particolare: l&rsquo;idea (rivelatasi poi vincente) fu quella di legare insieme le due gambe per circa 15 giorni, in modo che l&rsquo;arto sano potesse irrigare quello malmesso.  Questa folle quanto ardita manovra rappresent&ograve; la salvezza per Doohan, che due mesi dopo la grande paura torn&ograve; in sella per il GP del Brasile, terminato 12&deg;, e per quello di fine stagione del Sudafrica, concluso in 6&deg; piazza. il 1993 &egrave; un anno di transizione per Mick, caratterizzato dalla tragica uscita di scena di Wayne Rainey in seguito all&rsquo;incidente di Misano e dalla vittoria del titolo mondiale di Kevin Schwantz, dove l&rsquo;australiano riesce comunque a tornare alla vittoria (proprio a Misano).  La rinascita definitiva verso la leggenda     Dopo tante sofferenze, momenti difficili risalite, ecco per Doohan arrivare la tanto merita ricompensa. Corre l&rsquo;anno 1994, ed in sella alla sua Honda numero 4 l&rsquo;australiano non ha essenzialmente rivali: vince nove gare sulle quattordici in calendario, laureandosi per la prima volta Campione del Mondo esattamente due anni dopo il suo ritorno alle competizioni dopo il terribile infortunio di Assen.  Una volta sbloccatosi Doohan diviene inarrestabile, riconfermandosi campione anno dopo anno. Nel 95 piega la resistenza del connazionale Daryl Beattie, nel 96 e nel 97 quella dei due compagni di squadra Alex Criville, mai particolarmente amato e Tadayuki Okada.  L&rsquo;ultimo a doversi genuflettere a Re Mick &egrave; Max Biaggi, in una stagione (quella 1998) caratterizzata dall&rsquo;ancora oggi discussa bandiera nera data al romano nel GP di Barcellona. La carriera di Doohan si chiuder&agrave; l&rsquo;anno dopo, quando la malasorte torner&agrave; a bussare in quel di Jerez, dove Mick finisce fuori gioco a causa della frattura di polso, spalla e soprattutto gamba destra, quella stessa gamba che, in qualche modo, ha aiutato Doohan ad entrare nella leggenda.  MotoGP, Aprilia stuzzica Dovizioso: Andrea salir&agrave; sulla RS-GP! 

Nel 1992 l&#39;incidente di Assen ed il rischio amputazione, poi la rinascita grazie a grinta, tenacia ed il Dottor Costa. Storia del pentacampione che vinse... con una gamba sola&nbsp;

Mick Doohan: come risalire dall&#39;inferno al paradiso

Il mitico Dottor Claudio Costa ha spento oggi, 20 febbraio 2021, 80 candeline. Una vita spesa a curare le ferite dei piloti, non solo fisiche ma anche quelle dell&#39;anima.  La Clinica Mobile   Risale al 1977 l&#39;invenzione della Clinica Mobile, struttura che ha salvato vite e carriere fino al giorno d&#39;oggi e di cui Costa &egrave; rimasto a capo fino al marzo 2014. La Clinica Mobile &egrave; stata - ed &egrave; tutt&#39;ora - una garanzia per tutti gli infortunati, un porto sicuro dove attraccare nei momenti di dolore e sconforto.  Tanti i miracoli sportivi compiuti da Costa grazie alla sua rapidit&agrave; nella diagnosticare la giusta diagnosi: dal rientro di Doohan dopo l&#39;infortunio sub&igrave;to in Olanda nel 1992, fino al recupero lampo di Jorge Lorenzo ad Assen 2013.  L&#39;impegno letterario   Nel corso degli anni ha scritto molti libri, da &quot;Dottorcosta&quot; passando per &quot;Alex guarda il cielo&quot;, incantando il mondo con il suo modo meraviglioso di intrecciare filosofia e mitologia.&nbsp;  Buon compleanno Dottor Costa, grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato.  MotoGP, Dr. Costa: &ldquo;Bisognava pensare prima al trapianto per Marquez&rdquo;  &nbsp; 

Compie 80 anni il mitico dottore che per 40 anni ha alleviato le ferite dei piloti in giro per le piste di tutto il mondo&nbsp;

Buon compleanno Dottor Costa, eroe del Motomondiale

Il terzo intervento per Marc Marquez sembra un&#39;ipotesi che si sta facendo sempre pi&ugrave; concreta. Per alcuni problemi legati a un recupero che tarda ad arrivare, tra le opzioni ci sarebbe proprio quella di una terza operazione, riguardante un trapianto osseo. Forse l&#39;ultima chance che ha il pilota Honda di guarire completamente e tornare in pista.  Il Dr. Costa ci spiega il tipo di operazione   Un intervento che, come ci ha spiegato ieri il Dr. Costa in un&#39;intervista esclusiva rilasciata a noi di Motosprint, comporterebbe - se tutto va bene - un recupero totale nel giro di 4-6 mesi. Per questo il fondatore della Clinica Mobile&nbsp;ci ha detto che questo tipo di intervento avrebbe dovuto essere fatto gi&agrave; da un po&#39;, per permettere a Marquez di tornare in pista ad inizio della prossima stagione, cosa che invece potrebbe non accadere.  Ma in cosa consisterebbe l&#39;operazione?  &ldquo;Per l&#39;intervento si prenderebbero due stecche di osso dal bacino &ndash; spiega il Dr. Costa - per poi fare tipo un &#39;panino&#39; intorno all&#39;omero&rdquo;.  GP Valencia, Crutchlow rivela: &ldquo;Sono in trattative avanzate con Yamaha&rdquo;  &ldquo;Carriera compromessa? Non voglio dirlo&rdquo;   Ma la domanda che tutti si pongono adesso &egrave; quella sul recupero totale di un pilota otto volte Campione del Mondo, che ancora potrebbe scrivere pagine importanti nel Motomondiale.  La sua carriera potrebbe essere a rischio?  &ldquo;Ah... questo non lo voglio dire. Per&ograve; siamo in una condizione molto delicata - ha aggiunto - perch&egrave; un terzo intervento sull&#39;omero deve andare proprio bene bene. I trapianti infatti comportano anche dei rischi. Il secondo intervento ha sicuramente aumentato le probabilit&agrave; di una guarigione pi&ugrave; lenta&quot;.   &quot;Io in ogni caso mi rifugio sempre nel &#39;mio chiodo&#39;, ovvero che il chiodo nella prima operazione sarebbe stata la soluzione migliore anche se ipoteticamente poteva danneggiare una spalla gi&agrave; ferita. Ecco perch&egrave; &egrave; stata messa la placca con tante viti. Ma come i piloti ci hanno sempre abituato a correre rischi quando si intuisce che il pilota vuole fare una follia bisogna aiutarlo il pi&ugrave; possibile&rdquo;.  GP Valencia, Valentino Rossi: &ldquo;Mi &egrave; sembrato di ricadere nel tunnel&rdquo; 

Il Dottor Claudio Costa non vuole neppure ipotizzare che la carriera di Marquez sia a rischio visto il suo grande talento, ma ci ha spiegato che si tratta di una &ldquo;situazione molto delicata&rdquo;

Carriera a rischio per Marquez? Dr. Costa: &ldquo;Non voglio pensarci, ma...&rdquo;

di Riccardo Piergentili  L'inizio della nuova fine del Dottor Costa &egrave; la fine della nostra intervista: &ldquo;Non ho delle mete, non ho dei traguardi. Ho solo voglia di andare&rdquo;. &Egrave; questo&nbsp;il pensiero di Claudio Costa, che ha detto addio all'ambulatorio medico di Imola. Dietro questa decisione c&rsquo;&egrave; la voglia di cambiare completamente vita.  Dottore, quali sono i motivi che l&rsquo;hanno convinta a dire definitivamente basta? &ldquo;Gli anni passano e ho perso le persone a me pi&ugrave; care. Prima mio padre, poi mia madre che mi ha insegnato i valori che contano nella vita. Un anno e mezzo fa ho abbandonato il motomondiale ed ora credo che sia arrivato il momento di trovare un nuovo me stesso, diverso da quello che sono stato. Per fare questo dovevo cambiare vita&rdquo;.  Come &egrave; iniziata la sua nuova vita? &ldquo;Viaggiando, mettendo a disposizione la mia esperienza e raccontando le storie dei miei piloti e la mia filosofia. Realmente sono piuttosto impegnato. Frequento le universit&agrave;, dove sono a contatto con i giovani, partecipo a eventi medici, dove spiego le mie teorie, e poi, ovviamente, le moto e gli eventi dedicati alle moto, dove voglio essere presente&rdquo;.  Per&ograve; basta con l&rsquo;ambulatorio. &ldquo;S&igrave;. Credo che altri dovranno portare avanti quell'attivit&agrave;. Io ho individuato il mio successore; &egrave; Beppe Russo. Io non ho pi&ugrave; la costanza adatta a seguire un ambulatorio medico a tempo pieno. Non ho pi&ugrave; l&rsquo;et&agrave; per farlo come vorrei&rdquo;.  Quindi ha detto davvero basta con la medicina? &ldquo;Non effettuer&ograve; pi&ugrave; visite ufficiali, questo no. &Egrave; ovvio che se qualcuno dovesse chiedere il mio aiuto, perch&eacute; si fida di me e solo di me, lo ricever&ograve;, per&ograve; non voglio che questo diventi un sistema Nel mio sito internet ci sono i numeri delle mie segretarie. Loro sanno come raggiungermi e se ci saranno casi gravi da seguire lo far&ograve;, nella struttura presente all&rsquo;autodromo di Imola&rdquo;.  Come pu&ograve; definire questo suo nuovo viaggio? &ldquo;In un solo modo. Non ho delle mete, non ho traguardi. Ho solo voglia di andare&rdquo;.  Twitter: @Hokutonoken_79

Il Dottor Costa ha detto basta. Dopo l'addio al Motomondiale, lascia anche l'ambulatorio medico, per cambiare vita.

Dottor Costa: "Ho solo voglia di andare"

Giacomo Agostini,Loris  Capirossi, Virginio Ferrari, Lucio Cecchinello, ma anche Dindo Capello e  Alex Zanardi saranno gli ospiti d'eccezione di una serata speciale.  L'appuntamento &egrave; per il 20 maggio al Palco 19 di Asti, con l&rsquo;apertura del teatro alle ore 19 e l&rsquo;inizio dello spettacolo alle 21.15. Ospite d&rsquo;onore sar&agrave; Claudio Costa, meglio noto come il Dottorcosta, angelo custode dei piloti e fondatore nel 1977 della ClinicaMobile, con la quale ha assistito negli ultimi quarant&rsquo;anni tutti i pi&ugrave; grandi campioni del mondo delle corse.  L'ex cinema-teatro astigiano sar&agrave; pervaso dall&rsquo;atmosfera di un grande salotto di casa, nel quale il Dottorcosta intratterr&agrave; i propri ospiti con i suoi incredibili racconti. Sorprese, confessioni ed emozioni tra dialoghi e filmati, che culmineranno con la presentazione del suo pi&ugrave; recente libro, &ldquo;Magic M&agrave;rquez&rdquo;. Ad accompagnarlo sul palco alcuni dei pi&ugrave; grandi nomi dell&rsquo;universo motoristico, a partire dal 15 volte campione del mondo Giacomo Agostini, passando per Virginio Ferrari, Loris Capirossi, Alex Zanardi, Dindo Capello e Lucio Cecchinello.  A fare da cornice allo spettacolo, la MV Augusta 3 cilindri 500 del 1972 di Giacomo Agostini, la Gilera 4 cilindri 500 del 1957 di Francesco &ldquo;Kiki&rdquo; Guglielminetti (guidata anche dal sei volte campione del mondo Geoff Duke), la Benelli 4 cilindri 500 del 1969 di Renzo Pasolini e la Yamaha 350 del 1973 con la quale Jarno Saarinen vinse la 200 Miglia di Imola e la Ducati Senna donata per la serata da Claudio Giovannone dell&rsquo;Istituto Ayrton Senna.  Il conduttore della serata sar&agrave; Carlo Costa, fratello delDottorcosta e indimenticabile speaker del circuito di Imola. Accanto a s&eacute; avr&agrave; i giornalisti Franco Bobbiese, Paolo Beltramo e Massimo Angeletti.  Ci sar&agrave; spazio anche per importanti protagonisti dell&rsquo;automobilismo astigiano, che verranno premiati durante la serata: Dindo Capello, tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans, Giovanni Perosino (vincitore del campionato italiano di motociclismo classe 250 nel 1949).  La data del 20 maggio non &egrave; stata scelta casualmente: in questo triste giorno infatti sono scomparsi a Monza Jarno Saarinen (centauro vincitore del Mondiale 1972 nella classe 250) e Renzo Pasolini (uno dei piloti pi&ugrave; spettacolari della storia del motociclismo). L&rsquo;evento sar&agrave; quindi anche un modo per ricordare questi due grandi atleti, la cui storia &egrave; intrecciata con quella del Dottorcosta ed &egrave; stata uno dei motivi che hanno portato alla nascita della Clinica Mobile.  L&rsquo;ingresso alla serata sar&agrave; gratuito, fino ad esaurimento posti.  Il teatro verr&agrave; aperto alle 19 per accogliere gli ospiti, registrarli e consegnargli un pass autografato dal Dottorcosta, da tenere al collo per consumare gratuitamente bevande, spuntini, snacks, spumante e caff&egrave; fino all&rsquo;orario di inizio spettacolo. Fino alle 21.15, il Dottorcosta s&rsquo;intratterr&agrave; con gli ospiti e ad ogni partecipante doner&agrave; un omaggio e altre sorprese, a ricordo della serata trascorsa assieme.  &Egrave; ancora possibile prenotare la propria partecipazione chiamando il numero 054235342 o inviando una mail a clinicamobile@centrotraduzioni.com. Fiammetta La Guidara

L'appuntamento &egrave; per il 20 maggio al Palco 19 di Asti. Ci saranno anche Loris Capirossi, Giacomo Agostini, Virginio Ferrari, Alex Zanardi e Dindo Capello

Una serata con il Dottor Costa

Chi conosce i piloti meglio di lui? Chi ha pi&ugrave; esperienza nell'universo delle competizioni?  Il mitico Dottor Claudio Costa sar&agrave; presente a Cesena ad un incontro organizzato dal Motoclub Paolo Tordi per intrattenere ed entusiasmare tutti i presenti in un&rsquo;interessante serata in cui sar&agrave; protagonista.  Impressioni, ricordi, rimpianti ed emozioni di un uomo straordinario che le corse le ha vissute da un punto di vista davvero particolare ed &ldquo;intimo&rdquo;.  Nel corso dell&rsquo;evento&nbsp;filmati e testimonianze di 50 anni di gare: un percorso che condurr&agrave; i partecipanti&nbsp;ad esplorare il mondo dei piloti, gli eroi, come li chiama lui:&nbsp;il loro carattere, i loro momenti peggiori e tutto ci&ograve; che consente loro di tornare a correre dopo disastrose cadute. Se non &egrave; magia questa&hellip;  L&rsquo;appuntamento con il Dottor Costa, patrocinato dall&rsquo;Amministrazione Comunale, &egrave; Gioved&igrave; 29 Gennaio alle ore&nbsp;21 a Cesena presso il Palazzo del Ridotto, in piazza Almerici.  Giulia Cassinelli    [gallery ids="27872,27870,27869,27866"]  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Viaggio all&rsquo;interno del magico mondo delle corse

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