Prova novità - Yamaha YZ450F

Ha il cilindro inclinato all'indietro e testa ruotata. Il nuovo motore convince

Redazione

17.03.2010 ( Aggiornata il 17.03.2010 14:19 )

La Prova
Le gira la testa

In Yamaha hanno del coraggio, soprattutto nel settore del cross. Lo hanno dimostrato anche in passato, puntando prima sulla soluzione del monoammortizzatore e poi, nel 1998, realizzando la YZ400F quattro tempi in un periodo nel quale era ancora il due tempi a farla da padrone. Dopo l’aumento delle prestazioni dei motori e delle riduzioni del peso dei veicoli, stupire sembrava impossibile. Yamaha, invece, c’è riuscita ancora una volta, stravolgendo il classico schema tecnico usato fino a oggi nel cross. La YZ450F 2010 ha tagliato nettamente i ponti con il passato e non lo ha fatto perché voleva fare parlare di sé, ma perché i tecnici giapponesi hanno realmente trovato una soluzione efficace oltre che innovativa. La nuova YZ450F, insomma, è una di quelle rare moto che danno il via a un salto generazionale. Motore a quattro valvole, iniezione elettronica e telaio perimetrale in alluminio. Il top della tecnologia attualmente disponibile ma nulla di innovativo. Cos’è, quindi, che rende questa Yamaha unica? Per la prima volta su un mezzo di grande serie da fuoristrada si è letteralmente girata la testata: l’aspirazione, infatti, si trova nella zona fino a oggi occupata dall’uscita di scarico, il posto del serbatoio è stato preso dalla cassa filtro e il collettore non passa più ai lati del propulsore perché si trova di fronte all’ammortizzatore. Se non è una rivoluzione questa...

La nuova YZ450 F è stranissima anche esteticamente, perché su una moto da cross il motore, il telaio e i vari componenti tecnici, tutti riposizionati, hanno una funzione di design oltre che tecnica. In qualsiasi condizione per avviare il motore occorrono almeno due tentativi: bisogna avere un po’ di pazienza, poi però, il monocilindrico Yamaha non delude le aspettative. Sono sufficienti poche curve per capire che il rombo è inconfondibile, soprattutto per chi è in sella. Il sound l’aspirazione, infatti, prende il sopravvento su quello di scarico! All’inizio convincono l’erogazione, fluida, e la risposta al gas, pronta ma per nulla brusca, caratteristica che consente di avere sempre tanta trazione a disposizione senza aprire troppo il gas. Poi, quando servono i cavalli per ottenere un’accelerazione degna di questo nome, basta spalancare il gas, e nei casi limite usare anche la frizione come si faceva con le 250 due tempi, e il gioco è fatto. Quello che davvero stupisce è che questo propulsore asseconda sempre le esigenze del pilota, senza mai un rifiuto, un’incertezza, mettendo in mostra un’elasticità fuori dal comune: con la terza marcia inserita è addirittura possibile affrontare le curve strette come le lunghe salite che portano ai salti doppi! Volendo per forza trovare un difetto si può affermare che in commercio esistono dei 450 che hanno un allungo migliore rispetto a quello offerto dal monocilindrico Yamaha... ma oggi, c’è forse un pilota “umano” in grado di sfruttare al massimo una 450?

Il motore ci ha convinto ma è la ciclistica il vero punto di forza di questa YZF. La moto è agilissima e si inserisce in curva con una facilità conosciuta solo da moto di cilindrata inferiore. Inoltre, la complicata operazione di salto in scrub, che normalmente è un lavoro per piloti professionisti, risulta fattibile anche per un comune mortale. La YZ450F sorprende anche per al sua stabilità; all’aumentare della velocità, infatti, continua a trasmettere sicurezza. Merito della distribuzione dei pesi, delle geometrie e delle sospensioni, che solo i piloti più esperti e veloci potranno trovare un po’ morbide. I freni sono potenti e modulabili, esenti da difetti. Purtroppo non si può fare lo stesso discorso per la frizione, che non dimostrato di avere una scarsa resistenza alla fatica; addirittura, dopo diversi giri effettuati a buon ritmo, è necessario intervenire sul registro al manubrio per recuperare il gioco della leva. Un piccolo difettuccio insieme a tanti pregi. La YZ450F, infatti, è una moto eccellente, in grado di fare la differenza nei tratti lenti come in quelli veloci, una moto che sa stupire, sia le sue caratteristiche tecniche che per quelle dinamiche.


La tecnica
5 valvole addio ne bastano 5

Chi manderebbe in pensione una moto che tra il 2008 e il 2009 ha vinto tantissimo, sia in Europa che in America? Lo ha fatto Yamaha, che evidentemente ha ritenuto di avere costruito un mezzo rivoluzionario ma anche efficacissimo. La nuova 450 di Iwata ha davvero poco in comune con il precedente modello. La novità tecnica più evidente riguarda il motore, che ora ha una testata a quattro valvole e un cilindro inclinato all’indietro di 8,2-. Il basamento, l’albero motore e i pistoni sono stati riprogettati in maniera tale da ridurre ingombri, peso e attriti e ottimizzare la centralizzazione delle masse. L’alimentazione è a iniezione elettronica e il corpo farfallato di 44 millimetri di diametro, essendo posizionato nella parte anteriore della moto, proprio come sulle supersportive stradali, riceve grosse quantità d’aria da una scatola filtro di generose dimensioni, posizionata sopra il motore. Per questo motivo il serbatoio del carburante ( che contiene 6 litri di benzina) è stato spostato, arretrato e abbassato e termina parzialmente sotto la sella. L’impianto di scarico, dotato di polmone di compensazione, ha forme molto sinuose, una scelta obbligata dovuta al fatto che era necessario ottenere collettori di una determinata lunghezza avendo pochissimo spazio a disposizione.

Come optional è possibile acquistare un palmare, tramite il quale si possono variare diversi parametri motore per ottimizzare l’erogazione. Il telaio perimetrale in alluminio è realizzato mediante idroformatura, sistema utilizzato anche per costruire e modellare il forcellone. L’ammortizzatore Kayaba è stato montato in posizione meno inclinata rispetto al precedente modello, operazione possibile grazie allo spazio che si è liberato per il riposizionamento della scatola filtro. Va anche aggiunto che l’ammortizzatore ha un pistone di 50 millimetri di diametro e il serbatoio del gas non è montato parallelo ma perpendicolare al corpo dell’ammortizzatore stesso. La forcella arriva dalla Kayaba e internamente ha nuovi elementi di tenuta. L’off set delle piastre di sterzo è passato da 25 a 22 millimetri.


Identikit
  • Motore
  • Monocilindrico, quattro tempi, raffreddato a liquido. Cilindrata 449,7 cm3. Alesaggio e corsa 97 x 60,8 mm. Rapporto di compressione 12,5: 1. Distribuzione a doppio albero a camme in testa, quattro valvole. Alimentazione a iniezione elettronica con un corpo farfallato di 44 mm Ø. Lubrificazione forzata a secco. Avviamento a pedivella.
  • Trasmissione
  • Primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico. Cambio a cinque rapporti.
  • Ciclistica
  • Telaio perimetrale in alluminio. Sospensioni Kayaba: anteriore forcella pluriregolabile a steli rovesciati di 48 mm Ø, corsa ruota 310 mm, posteriore progressiva con un ammortizzatore Kayaba pluriregolabile, corsa ruota 312 mm. Freni: anteriore un disco flottante di 250 mm Ø e pinza flottante a due pistoncini; posteriore un disco 245 mm Ø e pinza flottante a singolo pistoncino. Pneumatici: anteriore 80/100-21 51M; posteriore 110/90-19 62M.
  • Dimensioni
  • Interasse 1.487 mm, lunghezza 2.191 mm, larghezza 825 mm, altezza 1.311 mm, altezza sella 999 mm. Capacità del serbatoio carburante 6 litri.

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