GP Francia: cadute e spettacolo, è tornato Marc Marquez

GP Francia: cadute e spettacolo, è tornato Marc Marquez© Luca Gorini

Lo spagnolo ha lasciato la sua impronta indelebile a Le Mans, nonostante sia caduto a due giri dalla fine mentre era in zona podio

18.05.2023 ( Aggiornata il 18.05.2023 09:23 )

Il GP di Le Mans sarà ricordato per una molteplicità di temi lasciati in eredità alla storia della stagione corrente e non solo. Uno di essi è sicuramente il ritorno in gara di Marc Marquez, al rientro dopo la frattura alla mano destra che l'ha costretto a saltare tre gare. Alla vigilia del GP francese il punto interrogativo sulla competitività dello spagnolo era principalmente legato alla riabilitazione di un corpo (e di un arto) sottoposto ad intenso stress fisico da ormai quattro anni.

Nonostante il dubbio fosse verosimile e alquanto umano per usare un eufemismo, in fondo tutti, addetti ai lavori e non, eravamo consci di quello che poi avremmo effettivamente visto. Il rientro di gara di Marquez è avvenuto "alla Marquez", un approccio che porta con sé oneri, onori e occhi puntati addosso. A prescindere dall'esito avuto in gara, e quindi da una scivolata mentre si trovava in terza posizione che ha neutralizzato la straripante ed efficace gara fino a quel momento corsa, al pilota di Cervera va riconosciuta una caratteristica preminente e maggioritaria rispetto ai colleghi in griglia, ovvero l'abilità di portare e offrire spettacolo in maniera tanto spontanea quanto egocentrica.

Risultati MotoGP 2023

Lo spettacolo in pista ha radici nella mentalità vincente

Le grandi personalità sportive (e non solo) hanno la caratteristica comune di poter essere metaforicamente paragonate a dei buchi neri composti di appeal, idolatria, mediaticità ed interesse. Marquez è un accentratore e coerentemente al suo ego, a Le Mans questa sua peculiarità si è vista in maniera spasmodica. Lo spagnolo, ricordiamo, al rientro dopo tre gare di assenza e reduce da quattro operazioni chirurgiche al braccio destro in tre anni, ha flirtato con la pole position siglando il secondo miglior tempo in qualifica, ha lottato per il podio nella Sprint Race e ha sfiorato il terzo posto in gara, buttato via solo a causa di una caduta a due giri dalla fine. Nel corso del week-end il pilota Honda era stato chiaro, affermando come la sua mentalità vincente ed il suo approccio alla gara non sarebbero cambiate nemmeno questa volta, e che quindi non avrebbe tenuto un approccio conservativo, scegliendo, bensì, il consueto attacco ripetuto non solo ai piloti che quest'oggi abitano abitualmente le zone alte della classifica ma anche alla propria percezione istintiva di gestione e controllo, che puntualmente viene smorzata e in delle occasioni, azzerata.

Non è un caso che recentemente Jorge Lorenzo, attento osservatore, nonché ex-compagno di squadra dell'otto volte campione del mondo, abbia esplicitato il suo pensiero definendo Marquez come l'unico pilota a non avere paura nell'attuale griglia della MotoGP. Teoria storicamente condivisibile che come sappiamo porta con sè luci e ombre di un pilota che vive di ossimori anche per questa fattispecie. Dall'amore e odio ricevuto dai tifosi all'alternanza tra vittorie e cadute (e quindi infortuni), dalla convizione di poter essere vincente su qualunque moto, alla sua contemporanea difficoltà a lasciare la Honda, al momento l'unica casa per la quale ha corso in MotoGP. 

Classifica piloti MotoGP

Con la Honda in mano Marquez è ancora lui

Questa sua mentalità vincente ed ossessiva (tipica dei grandi campioni di ogni sport) di voler vincere a tutti i costi può comportare dei rischi. Marquez ha dimostrato di essere disposto a spingersi al limite e talvolta oltre, il che lo ha portato a commettere errori e a subire incidenti ed infortuni. Questo atteggiamento aggressivo può essere pericoloso, ma è anche una delle ragioni per cui Marquez ha avuto successo in molte occasioni. La mancanza di paura del pilota di Cervera è quello di cui la MotoGP ha bisogno, lo spettacolo messo in scena in pista a Le Mans lo dimostra: lo stile di guida funambolico dello spagnolo misto ad un'attitudine irriverente nel cercare la vittoria oltre ogni modo non sfugge mai, anzi combacia, all'algoritmo mentale dell'appassionato ma anche dell'utente di passaggio, incollato allo schermo o spettatore in pista.

L'assenza o la presenza di Marquez cambia le carte in tavola in pista, che attenzione, non vuol dire che mescola i valori in campo. Negli ultimi anni i vincitori che si sono susseguiti sia nelle gare che nei mondiali hanno tutti meritato il loro successo, essendo stati più veloci di Marquez (in questo senso la legge dello sport non fa sconti ed è giusto rispettarla, è il più forte che vince, senza se e senza ma), ma è altrettanto vero che lo spagnolo ha una propensione innata, più dei rivali in pista, nel generare hype e spettacolo tra le curve. Una grande fetta di romanticismo "vintage" è presente nel modo di correre dello spagnolo, uno degli ultimi piloti convinti che buttare un podio a due giri dalla fine sia il giusto epilogo per una gara in cui l'obiettivo era la vittoria. A Le Mans il lavoro della Honda sembra aver finalmente pagato; erano almeno un paio d'anni che lo spagnolo richiedeva una moto il più concordante possibile con il suo stile di guida ed in tal senso, forse, il tanto acclamato telaio Kalex provato (e approvato) in Francia, può aver restituito a Marquez le sensazioni migliori e alla MotoGP il "vecchio" Marquez.

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