MotoVip, Andrea Lo Cicero: “Vi racconto la mia passione per le moto”

MotoVip, Andrea Lo Cicero: “Vi racconto la mia passione per le moto”

"Ho scoperto le moto nella mia Catania, ora sogno un tour Parigi-Roma passando per la mia Sicilia"

16.04.2022 ( Aggiornata il 16.04.2022 15:59 )

La convivenza tra moto e rugby


Tornando al rugby, sei riuscito nella tua carriera a far convivere la passione per le moto con le esigenze da sportivo?

“L’ho sempre gestito: nel mio contratto avevo fatto mettere una clausola che specificava che avrei potuto usare la moto, a differenza di molti miei colleghi. È stata una responsabilità di ogni presidente che ha accolto la mia, di responsabilità. È vero che ci sono dei rischi, però in città grandi la moto ha tanti pro, si evitano ore di traffico, è vantaggioso. A molti sportivi la moto è interdetta, per me non lo è stato, e così ho dato il via a questo trend, molti ragazzi mi vedevano arrivare in moto e oggi molti giocatori francesi e italiani raggiungono il campo di allenamento in moto”.

Ai livelli di professionismo nei quali hai giocato, ci sono delle affinità tra l’approccio mentale alla moto e l’approccio alla partita?

“La moto va studiata, proprio come si fa con l’avversario. Oggi i mezzi hanno un grande livello di tecnologia, che ti aiuta in parecchi momenti della guida, fino a qualche tempo fa tutto ciò non c’era e il pilota doveva gestire tutto: carburatori, candele ecc. Perciò se si studia bene la moto anche dal punto di vista della meccanica e dell’elettronica è possibile superare svariate problematiche. Sono attenzioni che bisogna avere anche quando si lava la moto o si prende acqua in generale: conoscendo i lavoretti da fare, si sbroglia rapidamente qualsiasi situazione. La stessa cosa con l’avversario: conoscendolo, puoi metterlo in difficoltà e magari batterlo”.

Sei un appassionato di corse?

“Seguo sia le gare su asfalto che quelle Fuoristrada, come la Dakar. Ho visto la vittoria di tappa di Danilo Petrucci, che dalla MotoGP è passato a questo nuovo mondo ed è riuscito a vincere, è stato bellissimo. In passato molti giocatori di rugby hanno fatto la Dakar, come Christian Califano. Il primo anno disputò due tappe, l’anno dopo quattro: ci vuole una grandissima resistenza, è massacrante, ma con un buon allenamento si può arrivare a compiere l’impresa. Per chi ama la moto, il deserto e la velocità, è bellissimo. Poi abbiamo anche Alessandro Botturi, che è un altro mito”.

  • Link copiato

Commenti

Leggi motosprint su tutti i tuoi dispositivi