Dal bicilindrico boxer, in tutte le sue “declinazioni”, al 4 cilindri in linea: un viaggio nella storia racing della Casa bavarese

BMW e il Motorsport: dalla R 90 S alla M 1000 RR

<p>Già prima della Seconda Guerra Mondiale, BMW era fortemente legata al Motorsport. Indimenticabile la vittoria di Schorsch Meier, al Senior Tourist Trophy del 1939, con una BMW sovralimentata. <strong>Nel 1976</strong>, la Casa di Monaco conobbe importanti successi sportivi negli USA: l’AMA Superbike Championship fu vinto dal pilota inglese Reg Pridmore, in sella alla R 90 S.</p>
<p><a href="https://motosprint.corrieredellosport.it/news/the-test/produzione/2022/06/08-5462062/speciale_bmw_50_anni_di_sport_e_prodotti">Speciale BMW: 50 anni di storie e prodotti</a></p>
<h2>BMW nel Racing</h2>
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<p>Nello stesso anno, Steve McLaughlin salì sul gradino più alto del podio nella Daytona 200. Sempre nel 1976, Helmut Dähne e Hans Otto Butenuth festeggiarono il quinto posto nel Production TT; ottennero il migliore tempo con la loro R 90 S ma a causa di un regolamento che si applica a questa categoria, furono inseriti al quinto posto in classifica, dietro a due moto da 250 cm3 e due moto da 500 cm3. <strong>La R 90 S, che debuttò come prodotto di serie nel 1973</strong>, fu costruita intorno a un motore bicilindrico e aveva una cilindrata di 898 cm3 , ottenuta aumentando l’alesaggio della R 75 da 82 a 90 mm. Erogava 67 CV a 7000 giri/min e 76 Nm a 5500 giri/min. Il cambio a cinque marce era abbinato alla trasmissione finale a cardano.</p>
<p>Il telaio aveva una struttura a doppia culla in acciaio, collegato al forcellone oscillante tramite ammortizzatori; la forcella era telescopica. Il cerchio anteriore era da 19” (pneumatico 3.25); <strong>quello posteriore era da 18”</strong> (pneumatico 4.00). Davanti, freni a disco da 260 mm Ø; dietro, un tamburo da 200 mm.</p>
<p>La storia di BMW, nella produzione di serie ma anche nel Racing, è legata al propulsore bicilindrico boxer raffreddato ad aria. La Casa di Monaco, con caparbietà, ha sviluppato questa soluzione, che, sia dal punto di vista ingegneristico, sia visivamente, è molto diversa rispetto a quelle della concorrenza. Se nella produzione di serie ciò che è diverso può funzionare commercialmente anche senza l’evidenza di un vantaggio prestazionale, <strong>nel Racing contano i risultati</strong>, che BMW ha ottenuto, differenziandosi dagli altri Costruttori. Oggi la moto più sportiva della Casa tedesca è la M 1000 RR, che esiste anche grazie ai successi dei bicilindrici boxer.</p>
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<h2>La Parigi-Dakar: R 80 GS</h2>
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<p>Per BMW, Racing non è stato solo sinonimo di Velocità, anzi, inizialmente i colori BMW M hanno fatto il giro del mondo grazie al fuoristrada, per merito delle BMW R 80 GS ufficiali con cui <strong>Hubert Auriol e Gaston Rahier</strong> dominarono la Parigi-Dakar nei primi anni Ottanta. Nel 1981, BMW riuscì vinse il suo primo Rally africano con Auriol, che guidò la bicilindrica boxer preparata dai tedeschi della HPN. Auriol, dopo la vittoria spiegò che aveva ottenuto il successo perché “la moto era perfetta per questo tipo di gara; il motore è potente ma allo stesso tempo consuma poca benzina. Nel deserto, la R 80 GS è la migliore moto per correre sulle gobbe e sulle buche, senza caderci dentro”.</p>
<p>Nel 1983 Auriol vinse di nuovo la Parigi-Dakar, questa volta su una moto costruita a Parigi, con l’assistenza di Herbert Schek. Il tre volte campione del mondo di motocross <strong>Gaston Rahier</strong> si unì al Team BMW nel 1984, regalando alla Casa di Monaco altri due successi (consecutivi) alla Parigi- Dakar (1984 e 1985).</p>
<h2>Il Bol d’Or: HP2 Sport</h2>
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<p>Il 14 settembre 2008 la HP2 Sport del Team BMW Motorrad Motorsport concluse il suo programma sportivo con la vittoria di categoria al Bol d’Or. <strong>La moto numero 71, guidata da Sébastien Le Grelle, Stéphane Mertens e Brian Parriot</strong> si classificò prima nella Open Class, con circa 43 giri di vantaggio rispetto ai suoi concorrenti, Thierry Capela, Fred Notte e Pierre Solari, in sella alla Ducati, piazzatisi ventinovesimi nella classifica generale.</p>
<p>L’obiettivo (centrato) di BMW era confermare il <strong>potenziale sportivo</strong> della HP2 Sport (la bicilindrica boxer raffreddata ad aria più performante di sempre, nella storia di BMW). In due anni e nove gare, la HP2 Sport ottenne sei vittorie di categoria, portando a termine quattro ventiquattro ore e conquistando un quinto e un sesto posto a Daytona.</p>
<h2>La Boxer Cup: R 1100 S</h2>
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<p>Si tratta di un campionato monomarca che, per cinque stagioni, dal 1999 al 2004 si è disputato in concomitanza con le prove del Motomondiale, con una prova che si correva a Daytona (nel 2003, vinta da un italiano, <strong>Roberto Panichi</strong>). Al via, in sella alla R 1100 S, molti piloti ed ex piloti famosi, tra cui Luca Cadalora e Randy Mamola. Quel campionato fu un trionfo anche del marketing, infatti, grazie alla Boxer Cup, BMW dimostrò che un bicilindrico boxer raffreddato ad aria poteva essere sinonimo di sportività.</p>
<h2>La Power Cup: K 1200 R</h2>
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<p>Fu l’erede della Boxer Cup. La protagonista, K 1200 R, anche in questo caso non è stata scelta per caso. Questa volta BMW dimostrò che le sospensioni <strong>Telelever</strong> (anteriore) e Paralever (posteriore), utilizzate sulle moto da turismo, erano adatte anche all’uso in pista, riuscendo a funzionare bene su grossa quadricilindrica in linea, in grado di erogare ben 175 CV.</p>
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<h2>La Superstock 1000 FIM Cup: HP4</h2>
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<p>La<strong> S 1000 RR</strong> era nata per garantire elevate prestazioni alla portata di tutti ed è per questo che ha avuto sempre un ottimo successo commerciale (per diversi anni è stata tra le prime quattro BMW più vendute a mondo) e nel Racing, in quelle competizioni che non prevedevano una profonda elaborazione del mezzo. Per questo motivo la S 1000 RR ha dominato a lungo la Superstock 1000 FIM Cup.</p>
<p>Il primo successo è arrivato nel 2010, con <strong>Badovini</strong>; in quella stagione Ayrton sembrava invincibile, tanto che, dopo poche gare, i suoi avversari compresero che potevano correre puntando al massimo al secondo posto. <strong>Nel 2012 e nel 2013 fu Sylvain Barrier a dominare la categoria</strong>. Nel 2016 la S 1000 RR è stata portata al successo da Raffaele De Rosa e nel 2018 (l’ultimo anno in cui questa categoria ha gareggiato) da Markus Reiterberger. La stagione tecnicamente più interessante fu quella 2013; in quell’anno BMW schierò la versione HP4 della S 1000 RR, caratterizzata dalle sospensioni semi attive di serie. Fino a quel momento nessuno pensava che quel tipo di tecnologia, sviluppata per l’uso su strada, potesse essere competitiva nel Racing, invece...</p>
<h2>SBK e FIM EWC: S 1000 RR</h2>
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<p>La S 1000 RR debuttò nel 2008, lasciando tutto il mondo a bocca aperta, per merito di un motore eccezionale, che alzò drasticamente l’asticella prestazionale nel segmento delle supersportive di serie. <strong>La S 1000 RR non rappresentò solo un successo tecnico ma anche di marketing</strong>. Fu l’ultimo tassello di un grande puzzle, che servì a dimostrare al mondo che il marchio tedesco non era leader solo nel settore delle moto gran turismo ma anche nel Racing. La S 1000 RR, infatti, è stata protagonista di un importante programma sportivo, all’apice di cui, ovviamente, c’era la Superbike.</p>
<p>La S 1000 RR SBK debuttò nel 2009 e anche se BMW Motorrad non aveva un reparto corse con l’esperienza di quelli dei migliori competitor italiani e giapponesi, <strong>in pochi anni divenne protagonista del campionato</strong>. La stagione migliore fu quella del 2012; con Marco Melandri in sella, la S 1000 RR ottenne sei vittorie e il ravennate conquistò il terzo posto nel mondiale, con 328,5 punti. Infine, il 5 giugno 2022, il BMW Motorrad World Endurancce, grazie alla S 1000 RR, ha conquistato la prima vittoria alla 24 Ore di SpaFrancorchamps.</p>
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<h2>Il Tourist Trophy: S 1000 RR</h2>
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<p>Prima del 2014, l’ultimo successo al Senior TT della BMW risaliva al lontano 1939. Il 2014... <strong>Un anno storico</strong>, sia per la Casa di Monaco, sia per Michael Dunlop, che in quella stagione, in sella alla quadricilindrica tedesca, fu inavvicinabile; nella stessa settimana, furono infatti ben tre le vittorie di Dunlop in sella alla S 1000 RR.</p>
<p>La più prestigiosa fu senza dubbio quella di sabato 7 giugno, quando sull’Isola di Man si svolse la Senior TT, la gara più importante del Tourist Trophy, con oltre settanta piloti al via, i migliori interpreti delle gare su strada. <strong>Per merito delle numerose affermazioni di Michael Dunlop</strong> e della S 1000 RR, l’edizione del TT che si corse nel 2014 ebbe una risonanza mediatica incredibile; si parlò molto delle affermazioni di Michael Dunlop e del suo straordinario feeling con la S 1000 RR, che evidentemente aveva delle caratteristiche che ben si s</p>

<p>Dal bicilindrico boxer, in tutte le sue “declinazioni”, al 4 cilindri in linea: un viaggio nella storia racing della Casa bavarese </p>