Yesterday: Kenny Roberts Junior

Yesterday: Kenny Roberts Junior© Milagro

Ripercorriamo la carriera di Roberts Jr., che si laureò campione vent'anni fa, 20 anni dopo il padre, regalando alla Suzuki il suo ultimo Mondiale

10.01.2020 19:01

Scusi, avrebbe una sigaretta? Mi spiace, non fumo

Lo sponsor Marlboro era talmente ricco e munifico da poter determinare il meteo del paddock di quei tempi. Roberts lo sapeva, infatti, la partnership tra la sua struttura e la Phillip Morris era più salda e forte del matrimonio appena scisso da buoni avvocati dell’epoca.

Allestito un secondo ranch a Barcellona, era ora di implementare gli sforzi in 500. Stagione 1996, Team Yamaha Marlboro Roberts Yamaha: Norifumi Abe, numero 9. Jean-Michel Bayle, numero 12. Kenny Junior, numero 10.

Un trio dalle speranze e dai grossi dubbi. Il giapponese era in grado di incredibili vittorie come quella di Suzuka, accompagnate da pesanti ruzzoloni. L’ex crossista francese non aveva convinto in 250 ed era, però, ben voluto dallo sponsor. E poi, in un angolino del garage bianco rosso, il “raccomandato”, Roberts.

La Marlboro voleva risultati, comprensibilmente, ed una certa immagine. Per esempio, nessuno dei tre corridori scelti avrebbe dovuto fumare. Ma come è possibile, davvero? Certamente.

Tanto, specialmente a Junior, le sigarette non interessavano. L’unico fumo che lui respirava proveniva dagli scarichi della YZR o dalle narici fumanti di papà, specialmente quando le cose non andavano nel verso giusto, come quando lasciarono Yamaha per costruire una moto fatta in casa, la Modenas tre cilindri.

Contraddistinta, ovviamente, dalla siglia KR3. Avete capito il concetto?

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