La 200 Miglia di Daytona, il giardino di casa della Yamaha

La 200 Miglia di Daytona, il giardino di casa della Yamaha© Archivio Motosprint/GpAgency

Saarinen, Agostini, Ceccotto, Lawson fino a Russell: la 200 Miglia è stata teatro di grandi imprese per Iwata, con ogni tipo di cilindrata e tecnologia

12.02.2022 ( Aggiornata il 12.02.2022 20:18 )

Il debutto


L’esordio della Yamaha a Daytona avvenne proprio nel 1961, nel GP USA che però non faceva parte del calendario iridato, con Yoshikazu Sunako e Fumio Ito che quando videro per la prima volta l’impianto si lasciarono sfuggire: “Non riusciamo a credere alle dimensioni di questo circuito”. Si presentarono con delle 250 che impiegavano motori basati su quelli della moto di serie YDS-1. Finirono al quinto e all’ottavo posto complici problemi ai freni. Due anni dopo la Casa di Iwata ci riprovò con la RD56 e fu doppietta: pur impiegando una quarto di litro, Don Vesco vinse la gara delle 500 sulla distanza di 200 km, e Ito trionfò tra le 250 con due giri di vantaggio sui rivali nonostante una sosta ai box per sostituire una candela.

Nemmeno quel GP faceva parte del calendario iridato, a differenza dei successivi. Nel 1964, però, nessuna Yamaha andò a punti, mentre nel 1965 la Casa fece doppietta in 250 con Phil Read e Mike Duff. Dal 1966 Daytona uscì dal Mondiale e l’AMA prese una direzione diversa dalla FIM, bandendo i motori da Gran Premio nelle sue competizioni: i regolamenti stabilivano come questi dovessero essere derivati da quelli dei modelli stradali e come nella categoria regina si potessero usare un massimo di quattro marce. Per soddisfare queste norme, nel 1967 la Yamaha iniziò a sviluppare motori da 250 e 350 cm³ con cui gareggiare a Daytona.

Il primo obiettivo, la 100 Miglia, fu centrato da Gary Nixon, mentre Bobby Winters fu terzo con la YZ607. Quello stesso anno con la Z608, costituita dal motore da 350 cm³ – a cui però fu rimossa la prima marcia – montato sul telaio RD56, la Yamaha si iscrisse per la prima volta alla gara regina di Daytona, in cui dettavano legge le Harley-Davidson 750 e le Triumph e BSA 500.

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