Carlo Ubbiali e la MV Agusta, una vera storia d'amore

Carlo Ubbiali e la MV Agusta, una vera storia d'amore© Archivio MV Agusta, Motosprint, famiglia Ubbiali

La MV ingaggiò Ubbiali per due volte: il secondo accordo fruttò ben otto titolo mondiali. E come regalo d'addio il bergamasco presentà al conte Agusta un certo Agostini...

25.04.2022 ( Aggiornata il 25.04.2022 22:22 )

Il ritorno a casa


La svolta arrivò ancora una volta alla Fiera di Milano, dove Corrado, Domenico e Mario Agusta proposero a Ubbiali di tornare. Pur riconoscendo la superiorità tecnica delle MV, Ubbiali era riluttante, anche per il legame con Peppino Boselli. La sua resistenza fu vinta con un’offerta da tre milioni e mezzo di Lire annue, una cifra che a Carletto sembrava esagerata. In realtà la paga di un operaio si aggirava sulle 40mila Lire mensili e pertanto in un anno Ubbiali incassava sette volte tanto, non certo i milioni di Euro che oggi prendono i migliori. Oltretutto, complici l’assenza di vie di fuga, i caschi a scodella e le tute degli albori, ogni volta che scendevano in pista i piloti degli anni Cinquanta rischiavano la vita.

Il primo biennio dopo il ritorno all’ovile fu contraddistinto da alcune cadute, sette podi e una sola vittoria, a Schotten (Germania), favorita dall’utilizzo del nuovo cambio a cinque rapporti e dall’accensione a spinterogeno. Quel successo, con soltanto un secondo e sette decimi su Werner Haas (NSU) fu significativo perché fu il primo di diciannove nel Mondiale con un vantaggio inferiore ai due secondi sul rivale più vicino.

Numeri che dimostravano la sua abilità nell’ultimo giro e che gli valsero il soprannome “la Volpe”. Per prevenire le frequenti rotture, che il più delle volte spedivano a terra i piloti, Ubbiali preservava il mezzo meccanico fin quasi all’arrivo per poi piazzare la zampata decisiva. Nel 1953 fu terzo nel Mondiale e nell’edizione seguente fu secondo.

Salì un ulteriore gradino nel 1955, vincendo tutte le gare in calendario tranne che al Montjuic, dove fu terzo. Quelle gesta indussero i conti Agusta a chiedergli di guidare nel GP Nazioni pure nella 250. La NSU aveva 24 punti, uno in più del team varesino, che per conquistare il titolo doveva assolutamente vincere, e che invece dopo il venerdì sembrava condannato alla disfatta. Era uno degli aneddoti preferiti di Ubbiali e pertanto riesumiamo le sue parole: “Le NSU giravano in 2’03, un paio di secondi in meno delle MV, così l’ingegner Cella mi propose la 250. In prova mi misi dietro le NSU di due decimi e le altre MV di un secondo e mezzo. Dopo aver vinto la 125, cercai di fuggire anche in 250 ma Müller, Miller e Baltisberger non mollavano. Alternavo una buona andatura a tirate improvvise. Prima si staccò Müller, poi Miller. Restava l’ultimo, che ho battuto di tre decimi”.

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