Moto2, Fantic non seguire questi esempi: la 125 ed i suoi "marchi meteora"

Moto2, Fantic non seguire questi esempi: la 125 ed i suoi "marchi meteora"

Dalla Italjet alla Lambretta, passando per Malaguti e Loncin: progetti romantici, ma terminati troppo presto

12.08.2022 ( Aggiornata il 12.08.2022 20:48 )

Italjet


Indissolubilmente legata alla famiglia Tartarini, in primis grazie al fondatore del marchio Leopoldo, Italjet decide di tentare l’avventura nel mondiale nel 2000, forte dei buoni risultati ottenuti in precedenza nel trial. La F125 - così venne chiamata la prima nata della casa - viene affidata a Jaroslav Hules  ed al rookie Leon Haslam.
 
Il pilota ceco - sostituito nelle ultime due gare da Marco Tresoldi - ottiene i primi storici punti della Italjet nel mondiale grazie alla 14° piazza di Jerez, riuscendo poi ad entrare in zona punti altre quattro volte, tra le quali spicca l’ottavo posto di Donington. Un solo piazzamento a punti per un giovane Haslam, 10° a Barcellona.
 
Nella stagione successiva cambiano sia il nome del prototipo - che diventa GP/03 - che i piloti, con una line – up tutta italiana formata da Gianluigi Scalvini e Stefano Perugini. Quest’ultima però fatica ad incidere, cogliendo in più occasioni i punti ma senza mai riuscire a conquistare un posto in top ten, pur andandoci molto vicino con il doppio 11° posto di Perugini in Sudafrica e Catalogna.
 
L’ultima stagione mondiale della Italjet è quella 2002, dove il confermato Perugini viene affiancato nel corso della stagione prima da Gabor Talmacsi, poi da Leon Camier ed infine da Christian Pistoni. L’unico pilota titolare della stagione riesce a migliorare i risultati dell’anno precedente, conquistando uno storico 6° posto in Brasile, che resta il miglior risultato di sempre della Italjet, prima di lasciare per sempre il palcoscenico mondiale – causa fallimento nell’anno successivo – al termine dell’annata.

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