Esclusiva, Takahiro Sumi: "Ci vediamo in Qatar"

Esclusiva, Takahiro Sumi: "Ci vediamo in Qatar"© Milagro

Il project leader della Yamaha dà appuntamento al Mondiale: "Abbiamo sviluppato elettronica, telaio, motore. Noi per primi siamo curiosi di vedere tutto assieme"

31.01.2020 13:09

In Suzuki, nel 2017 sbagliarono completamente la combinazione nuovo motore-centralina unica, e si portarono dietro il problema per tutta l’annata. La sensazione è che anche la Yamaha abbia affrontato lo stesso problema, magari in proporzioni differenti, ma sin dal 2016.

"Non so cosa sia successo in Suzuki, ma sì, nel nostro caso le difficoltà sono state con motore e software. Abbiamo faticato parecchio in alcune aree. Non siamo riusciti a mantenere le performance del passato e, logicamente, i piloti si sono lamentati. Non riuscivamo a capire come migliorare con il nuovo software. Ma devo dire che in quel momento, c’era un altro fattore ad alimentare in maniera forte la confusione".

Quale?

"Il cambio di fornitore dei pneumatici. È difficile separare le due questioni, centralina e gomme, e forse cambiare entrambe le cose nello stesso momento non è stata la decisione migliore".

In effetti, cambiare nella stessa stagione due parametri fondamentali per il progetto di una moto, cioè l’elettronica che è determinante per il motore e i pneumatici così importanti per il telaio, può essere una trappola.

"Abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo per capire la nuova situazione, è vero".

Tornando alla gestione dell’elettronica: in quale aspetto in particolare è mancata la comprensione della centralina? Traction control oppure nel comportamento delle gomme?

"È stato un problema più di guidabilità che di caratteristiche in sé del motore. Ovviamente i piloti si lamentano dello scivolamento e della derapata, quindi ciò che fa muovere la moto. Ed è ciò che succede quando il motore non è perfetto. A seconda del livello di controllo che hai del software, i problemi sono più o meno grandi. Perché tutto è legato al controllo dell’erogazione della potenza".

Se si parla di Yamaha e di elettronica, è necessario menzionare Michele Gadda: quanto è stato importante il suo innesto nel processo di comprensione della situazione che hai descritto?

"In Yamaha Motor Company c’è un gruppo competente di elettronici, e la base di conoscenza del software è solida. Ma lui ha una buona conoscenza di un’altra maniera di sviluppare il software, ha alcune “chiavi” di lettura importanti. La combinazione tra le sue capacità e la nostra conoscenza ha generato un buon compromesso. L’equipe di Yamaha Motor Racing che lavora in Italia lo fa in buona collaborazione con Yamaha Motor Company, la cooperazione sta producendo buone idee per migliorare".

Da quanto si sa, la presenza di elettronici italiani nei box delle Case giapponesi è dovuta alla loro capacità di “leggere” il software unico. Perché in Giappone non mancano grandi specialisti, capaci di progettare e creare software, ma interpretare tali informazioni è un compito differente, nel quale gli italiani sono bravi. È una lettura corretta?

"In alcuni aspetti, sì. L’esperienza degli italiani con l’attuale software progettato da Magneti-Marelli, permette loro di leggere e interpretare i dati in fretta".

Un altro esempio è Marco Frigerio, a sua volta ingaggiato dalla Yamaha dopo l’esperienza in Ducati. Dove si posizionerà nella vostra organizzazione?

"Come tutti hanno visto, il metodo di lavoro nel nostro box è cambiato. Prima, tutti gli elettronici erano in Yamaha Motor Company, ora è possibile vedere Gadda in alcune gare, così come ci sono giovani elettronici giapponesi nel lato del box di Valentino Rossi. Abbiamo dato vita a questo mix per avere una sorta di reazione chimica".

Frigerio sarà in uno dei due lati del box del team ufficiale, oppure lavorerà in fase di coordinamento?

"Lavorerà con gli ingegneri in Yamaha Motor Racing, e non è certo che lo vedrete ai Gran Premi".

Sarà subito al vertice dell’azienda?

"Vediamo, dobbiamo prima conoscerci bene, perché la nostra conoscenza reciproca inizia da zero ed è ancora presto per tirare certe conclusioni. Dobbiamo prima parlare, per stabilire con precisione quale sarà il suo raggio d’azione preciso".

Perdona la domanda: ma come è possibile assumere qualcuno prima di avergli parlato?

"Non l’ho fatto io, ma altre persone di Yamaha Motor Racing hanno parlato con Frigerio. Yamaha Motor Company ha chiesto a Yamaha Motor Racing di ingaggiare un ingegnere con un certo tipo di capacità, e abbiamo trovato la persona che cercavamo. O almeno così penso e mi auguro. Frigerio sarà nello stesso gruppo di Gadda in Yamaha Motor Racing, un gruppo che collabora con Yamaha Motor Company".

Maverick Viñales ha detto più volte che Gadda lavora esclusivamente con Rossi, e che al suo fianco ci sono ingegneri giapponesi. Perché lo scenario è questo?

"Non è esattamente così, il lavoro degli elettronici non è soltanto in pista. Abbiamo due equipe che supportano il lavoro in pista, ed è necessario per capire cosa succede sulla moto. È importante, così come è importante sviluppare l’elettronica".

Già, ma come si fa a sviluppare un software “chiuso”?

"È possibile pensare che il programma sia “impacchettato” e non sia possibile alcun tipo di intervento, ma non è vero. C’è una serie di parametri che possono essere combinati in tante maniere differenti. Avere lo stesso software, per esempio, ci consente di vedere il differente livello delle varie moto e sappiamo quanto sia importante capire fino in fondo il software per massimizzare le performance. C’è ancora tanto lavoro da fare in merito. Sviluppare, in questo caso, significa sfruttare al massimo ciò che è a disposizione".

Qual è invece la situazione di Gadda?

"Non verrà ai GP, resterà in Yamaha Motor Racing a lavorare con l’equipe di ingegneri non soltanto per Valentino e Maverick, ma per tutti i piloti Yamaha".

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