Esclusiva Giribuola: “Dare la GP22 a Bastianini? Dipende...”

Gresini Racing, un team unito

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 Ci credete ancora.

“Certo, ma ci rendiamo conto che il Mondiale cambia un po’ faccia nell’approdo in Europa. I tracciati sono più conosciuti dai piloti, in alcuni di essi si gira spesso, forse anche il fatto di essere relativamente vicino a casa aiuta. Vedremo Case alla riscossa. Consapevoli del fatto, noi di Gresini Racing continueremo a dare il massimo, mantenendo uno spirito simile allo spogliatoio delle squadre di calcio”.

Siete uniti, la cosa piace al pubblico.

“Altrettanto a noi. A precedere ogni singolo turno cronometrato, io e i ragazzi ci scambiamo il ‘pugno di intesa’, lo stesso che vedete nelle squadre di calcio. Lo fa pure Enea, la punta atta a finalizzare il lavoro dello spogliatoio. Siamo così: oltre alla parte tecnologica, privilegiamo l’aspetto umano”.

Sentirete mai l’esigenza della GP22 o di pezzi ufficiali?

“Vediamo come prosegue il campionato, ma come dicevo prima, dipende: ogni pacchetto tecnico va interpretato soggettivamente. La Desmosedici nuova ha i suoi vantaggi, noi sfruttiamo le peculiarità della GP21, una eccellente Ducati, capace di regalare soddisfazioni. Più in là nella stagione, nel caso, valuteremo il da farsi. Stiamo accumulando esperienza, il Team Gresini è indipendente, però ha qualità da struttura ufficiale”.

Ora, la domanda più delicata: perché “Pigiamino”?

“(Ride) Quando entrai in MotoGP, ero uno dei tecnici più giovani, avevo 25 anni. Lavoravo al fianco di Niccolò Canepa in Ducati-Pramac, e tutti mi dicevano di andare a nanna presto, perché ero piccolo, e di indossare il pigiamino prima di dormire. Ne è passato di tempo, il nickname è lo stesso. Anzi, forse sono ancora il capotecnico più giovane della MotoGP. Dovrei controllare”.

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