Esclusiva MotoGP, Vinales: “L'Aprilia mi ha reso felice”

Esclusiva MotoGP, Vinales: “L'Aprilia mi ha reso felice”© Luca Gorini

A tu per tu con il pilota Aprilia: "Dopo Assen 2021 ho fatto un click interiore, adesso sogno il Mondiale"

24.07.2022 ( Aggiornata il 24.07.2022 14:35 )

La famiglia, la morte del cugino


Dall’inizio del 2021 la tua vita è cambiata, con il matrimonio con Raquel e la nascita di Nina. Poi con lo strappo, non certo senza polemiche, con la Yamaha.

“Uscendo da Assen 2021, feci un click interiore. Da quel giorno difficile, la mia testa è cambiata. Non si trova spazio per il resto”.

Ma c’è stata anche la tragedia di tuo cugino Dean Berta, scomparso a 15 anni in gara a Jerez.

“Resta difficile, per me, credere che sia successo. Penso di non aver nemmeno realizzato, e credo che mai realizzerò. È una tragedia attaccabile a ogni famiglia, e può succedere in tutti i momenti. Avevo una stima molto grande verso mio cugino, ma cosa si può fare? Nulla”.

Dopo un comprensibile periodo di introspezione, sei tornato a concentrarti sull’obiettivo.

“Quando abbasso la visiera, non penso a qualcosa di particolare. A nulla. La verità è soltanto andare avanti, velocemente. E basta”.

Come fa Tom Cruise in Maverick.

“Ho guardato quel film tre volte, sai? Anzi, l’ho già guardato tre volte. Tu no?”.

No, non ancora.

 “È il classico film d’azione. La storia del protagonista comincia molto bene, dopo arrivano i momenti duri. Durissimi. Di fronte ai quali è in grado di reagire, uscendo dai guai e vivendo la fase più bella di tutte”.

Ricorda il tuo recente percorso.

“Eh, un po’ sì. Diciamo che le emozioni non sono mai mancate”.

Le sequenze ti hanno appassionato?

“Tantissimo, specialmente perché Tom Cruise compie vere e proprie evoluzioni, cose solitamente dedicate agli stuntman. È un vero figo e, secondo me, anche una brava persona, sia sul set che nella vita quotidiana”.

Maverick dice che pensare, lassù, vuol dire morire.

“Sì, noi piloti abbiamo quello spirito. Però riflettiamo su alcuni aspetti: come preservare le gomme, per esempio (ride). Comunque, certo: correre in moto è assolutamente istintivo”.

Se correre non fosse pericoloso, i piloti correrebbero?

“Mah, penso che il pericolo si celi ovunque, in realtà. Che ne so, magari giro l’angolo e mi colpisce qualcosa. Oppure, cade un pezzo di hospitality sulla testa, e ciao”.

Speriamo non adesso.

“No dai, tanto cade su di lui (scherzando, indica il bravo Andrea Zoccarato, PR del Team Aprilia Racing, ndr). Quanto rischia un poliziotto? Tantissimo, più di noi piloti. Tuttavia, a noi piloti piace, nel continuo evolvere delle condizioni di sicurezza. L’abbigliamento tecnico è costantemente aggiornato”.

Quando sei a casa, sei agitato o tranquillo?

“Cerco di ritagliarmi il tempo per le singole attività. Mi alleno, vado in moto. Mi piacerebbe trascorrere parecchio tempo con la famiglia, ma nel mirino ho un obiettivo ben preciso".

Qual è il bersaglio?

"Voglio vincere il Mondiale. Altrimenti rimarrei a casa con la famiglia”.

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