L'intervista esclusiva: "Anche se sono orgoglioso dei complimenti dei fans per i duelli con Marquez, il paddock per ora non mi manca. In futuro chissà"
Cosa ti ricorda la Ducati?
“Tante soddisfazioni, per vari motivi. Quello che siamo riusciti a ricreare insieme, le lotte che ogni volta mi ricordano anche i tifosi. Abbiamo trasmesso davvero tanto in quelle battaglie contro Marc Marquez. La gente oggi mi ferma e mi dice ‘Grazie’. Mi fa effetto, sono orgoglioso di questo. Fa parte del momento Ducati”.
Ti piace questa MotoGP?
“Mi piace meno perché c’è meno lotta, meno strategia. O meglio, ci sono gare in cui questi due fattori sono presenti, perché c’è un grosso consumo della gomma e questo lo rende obbligatorio, ma in molte piste non succede. Non c’è bagarre perché i piloti non possono farla per il regolamento. Gli ingegneri continuano a evolvere i mezzi e si è arrivati a una situazione in cui la moto va sempre più forte, i record si battono, ma non c’è la possibilità di seguire troppo il pilota che ti precede, e compiere sorpassi facili, perché la temperatura della gomma si alza troppo. Adesso è quasi sempre soltanto prestazione, dipende dalla pista e dal weekend”.
Come vedi Marc Marquez sulla Ducati?
“Andrà molto forte perché è Marquez, per le sue abilità, perché ha fame ed è mosso da obiettivi chiari. Questo per un campione fa la differenza. Avrà la vita molto dura con Pecco Bagnaia, Jorge Martin e Marco Bezzecchi: loro hanno totalmente la moto sotto controllo, conoscono la Ducati e i dettagli. Per Marquez invece è tutto nuovo. In un anno non sarà facile. Lui dovrà adattarsi principalmente al modo in cui frenare: con una moto nuova si deve frenare diversamente rispetto alle abitudini costruite nel tempo. A parte questo, riuscirà ad adattarsi facilmente, perché la moto funziona. Me lo aspetto davanti”.
Anche in corsa per il titolo?
“Sì. Bisognerà vedere se poi nel 2025 andrà da un’altra parte, se avrà già un contratto. Tutto può essere, non lo so. Queste cose fanno una differenza enorme”.
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