Esclusiva, Celestino Vietti: “Voglio diventare come Bagnaia”

Esclusiva, Celestino Vietti: “Voglio diventare come Bagnaia”© Luca Gorini

L'intervista al piemontese: "Il mio futuro? In pista, magari in MotoGP, ma senza fretta. Valentino Rossi? Lui mi dà la carica per vincere il titolo Moto2"

Mirco Melloni - Gianmaria Rosati

07.06.2022 16:21

La stagione in corso


Sei un animale da gara, invece.

“Mi aiuta il fatto di compiere tanti giri consecutivi, perché passaggio dopo passaggio posso limare tante piccole cose lavorando sulla mia guida. In gara puoi studiare meglio gli avversari, che magari in prova sono effettivamente più esplosivi”.

Sei partito con 70 punti ottenuti su 75 disponibili nei primi tre GP, poi sei calato. Cosa è successo?

“Forse nasce dalla mia ‘poca’ esplosività. E nei GP fuori dall’Europa, tutti partono un po’ alla cieca”.

Emergere quando si è tutti alla cieca, però, è segno di talento.

“Forse sì”.

Essere il pilota da battere ti ha condizionato o è una pura suggestione mediatica?

“Non lo accuso più di tanto, anche se mi sento più osservato e seguito. Il problema, per me, è gestire i momenti di difficoltà sapendo di essere in testa al Mondiale. In prova mi sono detto spesso ‘no, non posso essere in questa posizione’. Tendo a colpevolizzarmi quando le cose non vanno bene”.

Il consiglio di Valentino Rossi rimane quello di “crederci sempre un po’ di più”?

“Sì, Vale mi carica. E soprattutto dà buoni consigli. A Portimao mi ha osservato da bordo pista, in generale fa tante domande, si informa. E poi si allena ancora con noi, ed è sempre veloce”.

Ti aspettavi di essere così in alto già al secondo anno in Moto2?

“No, mi attendevo maggiori difficoltà. Mi aspettavo il primo podio e la prima vittoria, sì, ma non al primo tentativo in Qatar”.

Qual è il primo rivale per il titolo?

“Aron Canet, che è il mio opposto: è velocissimo fin dal primo giro del weekend. Non ha ancora vinto, ma è forte. Ogura porta sempre a casa qualcosa. E mi ha stupito Chantra”.

Come si vince un Mondiale?

“Arrivando sempre al traguardo. Cosa che non ho fatto ad Austin, dove pure ho cercato di amministrare un po’. Brutto errore”.

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