Alberto Forato, nuova vita con Stefan Everts | Esclusiva

Alberto Forato, nuova vita con Stefan Everts | Esclusiva

"Per crescere ulteriormente in MXGP ho abbracciato l’avventura belga con Standing Construct e la Honda: a seguirmi sarà una leggenda, che emozione"

26.12.2023 11:36

Alberto Forato, la nostra intervista


Dove invece è arrivato il podio.

“Non ero al massimo e sicuramente in buone condizioni avrei potuto fare anche meglio, ma come squadra siamo stati bravi, abbiamo tenuto duro e la medaglia è stata una grande soddisfazione”.

Tornando al Mondiale, sei stato il primo dei piloti KTM.

“È vero, me lo ha fatto notare Jeffrey (Herlings): l’ho visto a EICMA e mi ha detto ‘mi hai fregato per queste ultime due gare’. Con lui ho un buon rapporto, è un pilota fortissimo, ma è dura quando ti capitano tutti questi infortuni. Il livello è altissimo e, per un pilota, arrivare in fondo indenne è fondamentale”.

Dopo l’infortunio di Herlings in Olanda, ci si aspettava la tua moto sotto la tenda ufficiale.

“Sinceramente era quello che ci aspettavamo anche noi, ma non è andata così. Questo, forse, andrebbe chiesto a loro”.

Qual è stato il segreto del titolo di Prado?

“Jorge è stato il più costante, sempre fortissimo in partenza, è stato senza dubbio il migliore. Anche Romain Febvre è stato bravissimo, da metà stagione in poi è stato in formissima e sempre all’attacco”.

Come dicevi, gli infortuni hanno condizionato anche quest’ultima stagione.

“Penso a Herlings ma allo stesso Tim Gajser, che dopo quell’infortunio è rientrato e alla fine ha vinto due GP. Anche Maxime Renaux ha saltato parecchie manche: per me è un toro, che spinge sempre al massimo”.

Lo stesso Mattia Guadagnini ha pagato problemi fisici.

“Stava disputando un’ottima stagione. Ora passa all’Husqvarna e anche lui, come me, va all’estero. Per Mattia penso sia uno stimolo, il cambiamento potrebbe fargli bene”.

È stato il primo anno della qualifica a punti: qual è il tuo giudizio?

“È cambiato un po’ tutto, alla fine è una gara in più. Non so se sia stata ideata dopo quel ‘mezzo sciopero’ nella qualifica del sabato in Francia l’anno scorso. È di sicuro un rischio in più, ma è uguale per tutti e dobbiamo adattarci".

Forse per te una manche più corta non è un vantaggio: la partenza è uno dei tuoi punti deboli.

"È vero, speriamo di trovare con questa moto il segreto per partire forte, e ci stiamo lavorando, di sicuro la partenza in una manche così corta è molto importante”.

Cosa pensi dell’imminente parentesi di Prado nel Supercross USA?

“Sicuramente non sarà facile, perché lì c’è il top di questo sport, però nessuno si aspetta che Jorge vinca. Siamo tutti curiosi di vederlo e faremo il tifo per lui”.

Il 2024 coinciderà con l’arrivo della Triumph nel Mondiale, e poi toccherà anche alla Ducati.

“Sono progetti importanti, parliamo di due grandi Case con i mezzi, le menti e il budget per fare il meglio ed è una novità importante, un gran bel segnale per il Motocross”.

Dopo sei anni l’Italia è tornata a vantare un campione del Mondo, Adamo.

“Andrea è stato bravissimo, sulla carta non era il favorito nella MX2, ma nelle venti gare bisogna dare tutto e lui non si tira mai indietro. È un ragazzo con una grande determinazione, e ha margini di miglioramento”.

Con il cambio di team lasci Christian Beggi, che era responsabile tecnico: chi ti seguirà adesso?

“Abbiamo lavorato bene con Beggi. Il mio nuovo team ha parlato con Stefan Everts (che negli anni ha aiutato Jonass, nde), c’è stato un meeting ed Everts è con noi: siamo supercarichi e pronti per lavorare, per me è quasi un sogno. La mattina alle 9 è lui che mi chiama e si informa di tutto. Non vedo l’ora di correre”.

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