MotoGP: da Roma a Misano, in sella alla Suzuki GSX-S 1000 GT

MotoGP: da Roma a Misano, in sella alla Suzuki GSX-S 1000 GT© Virgilio D'Ercole-VD Photo

Dal Tirreno all’Adriatico. Da Roma alla MotoGP. Un viaggio attraverso gli Appennini in sella alla turistica di Hamamatsu per arrivare nel paddock di Misano

26.09.2022 ( Aggiornata il 26.09.2022 17:16 )

Terni e Spoleto


Subito dopo, i trenta chilometri immersi nel verde che dividono Terni da Spoleto regalano un misto veloce e divertente, da gustare tutto d’un fiato fino alla cosiddetta Valle Umbra. Qui la GSX-S 1000 GT può “stiracchiarsi” per bene i cilindri, regalando emozioni. Spoleto, gioiello inestimabile, merita una visita per lo splendido Duomo, la rocca Albornoziana, il ponte delle Torri, la Basilica di San Salvatore e l’atmosfera unica che si respira tra le strade del centro; ma anche – e l’invito è rivolto soprattutto ai golosi – per la rinomata gelateria “Crispini” (viale Trento e Trieste, 29).

Poco oltre, le Fonti del Clitunno sono un’oasi verde di superba bellezza, cara ad artisti, poeti e scrittori. Come Plinio il Giovane, Virgilio, e successivamente Byron e Carducci. Gli antichi Romani consideravano sacre le sue acque, e vi si recavano per consultare l’oracolo del Dio Clitunno, a cui venne dedicato un tempietto. Poco distante, il borgo fortificato di Campello Alto, con le mura di cinta che stringono l’antico centro medievale, lascia senza fiato. Anche il vicino castello di Pissignano merita una visita.

Appena prima di raggiungere Trevi, una veloce deviazione, attraverso preziosi vigneti votati alla produzione del Sagrantino, porta a Montefalco: con il suo pittoresco centro storico, è un’altra delle tappe imperdibili lungo il percorso. Proprio come, subito dopo, Foligno e Spello. La prima rapisce per l’atmosfera che si respira in piazza della Repubblica, con il Duomo e Palazzo Trinci; il secondo, stretto tra le antiche mura romane alle pendici del Monte Subasio, trasuda arte e storia da ogni angolo, edificio e vicolo. Immancabile una visita alla Cappella Baglioni nella chiesa di Santa Maria Maggiore, con il pavimento maiolicato di Deruta e gli affreschi del Pinturicchio.

Si lascia la morbida valle e si punta dritti a Nocera Umbra e Gualdo Tadino. Lo scenario cambia, con un intenso tappeto verde che ammanta l’orizzonte ovunque si posi lo sguardo. Il maestoso Monte Cucco, che scorre sulla destra, annuncia l’arrivo a Scheggia e a un’altra deviazione imperdibile per due motivi: la visita alla splendida Gubbio, sublime città d’arte che sorprende ogni volta che vi si giunge (emozionante la veduta da Piazza della Signoria); e i tredici chilometri per raggiungerla, le famose curve del “Bottaccione”, una sorta di pista Playmobil che mette d’accordo tutti, smanettoni e mototuristi. Qui, la Suzuki “pretende” di fare il bis, su e giù, almeno una dozzina di volte.

Tornati sulla via Flaminia, ancora pieghe e scenari montuosi portano a Cagli, con l’imponente Ponte Mallio, realizzato dai Romani in età tardorepubblicana; e subito dopo, ecco Acqualagna, meta di buongustai alla ricerca dei pregiati tartufi locali (ma anche di escursionisti desiderosi di visitare le vicine Gole del Furlo). Si abbandona la Flaminia e si prosegue sulla SP257 fino a Urbania – borgo tutto da scoprire, meravigliosamente adagiato in un’ansa del fiume Metauro – per poi svoltare sulla gustosissima Statale 73bis, che una piega dopo l’altra, raggiunge Urbino, ricca di atmosfera e gioielli d’arte. All’interno del Palazzo Ducale, la Galleria Nazionale delle Marche custodisce, oltre a capolavori di Piero della Francesca, Tiziano e Raffaello, “La città ideale”, un’opera straordinaria (ancora in cerca d’autore) che rappresenta magnificamente l’ideale di perfezione e armonia del Rinascimento italiano.

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